sabato 10 febbraio 2018

ROSSO ISTANBUL- Ferzan Ozpetek


Prepotentemente , nitidamente davanti a me appare ISTANBUL , il Gran Bazar, la Moschea Blu, il Topkapi, il museo di Santa Sofia e frotte di gabbiani che come fossero in preda ad una strana follia sfiorano le acque del Bosforo in voli disordinati. Una strana follia che forse preannunciava la neve a primavera, perché io ho avuto la fortuna di svegliarmi una mattina di marzo in una Istanbul insolita dalle strade bordate di viole in piena fioritura, imbiancata di neve.
Istanbul la città dai molteplici nomi: ”Istanbul, Costantinopoli, Bisanzio, e ancora Dersaadet, Bab-i Ali, la porta della felicità o la porta sublime, come la chiamavano i diplomatici ottomani. E poi “ la seconda Roma….”.
Istanbul la città che mi ha affascinata dapprima senza vederla soltanto leggendola attraverso le parole di Diego della Palma nella sua autobiografia “Nudo”, per poi sorprendermi e rapirmi nel momento in cui l’ho calpestata e divenendo per me indescrivibile , unica, straordinaria, magica. Forse l’aggettivo che meglio le si addice potrebbe essere proprio “sublime” e immediatamente dopo “intrigante”, ma Istanbul è soprattutto da vivere addentrandosi per le vie di Sultanhammet, assaporando il tè nei bicchieri tipici di vetro, ascoltando la voce solenne del muezzin che si alza dal minareto in ore prestabilite e richiama alla preghiera…..Istanbul , come lei soltanto lei!
Ora l'ho rivissuta intensamente, profondamente, nostalgicamente attraverso la narrazione di Ferzan Ozpetek in ROSSO ISTANBUL

Libro e Autore
Istanbul è la città che il 3 febbraio 1956 ha visto nascere il regista e sceneggiatore (aggiungo io: forse poeta) FERZAN OZPETEK di fama internazionale e vincitore di numerosi premi fra cui il David di Donatello come miglior regista ed è la città che lui porta nel cuore e forse, proprio perché è la sua città natale, l'ha onorata con le descrizioni più accattivanti che io abbia mai letto nel libro pubblicato nel novembre 2013 e che io ho acquistato la settimana scorsa corredato da fascetta rossa riportante la scritta: ROSSO ISTANBUL - 7 EDIZIONI 40.000 COPIE
Edizioni Mondadori - Strade blu – No Fiction
Solo per i pochi che non conoscono Ferzan Ozpetek vcito alcuni dei suoi film:
Il bagno turco nel 1997 film d’esordio che ottenne immediatamente grande successo e a seguire:
Le fate ignoranti , La finestra di fronte , Cuore sacro ,'''Saturno contro''', Un giorno perfetto e recentemente ALLACCIATE LE CINTURE, ambientato a Lecce , bellissima città che in Rosso Istanbul viene così citata“ …..le rondini dei cieli di Lecce, la città barocca baciata dal sole del Salento che amo tanto.” ( Poche parole che in me rafforzano il desiderio visitarla )
TRAMA
Credo sia assolutamente reale che in parte si tratta di un’autobiografia, ma non “la solita autobiografia” poiché dentro la narrazione delle sue vicissitudini, l’autore inserisce una storia davvero avvincente che potrebbe rappresentare l’embrione di un suo prossimo film.
Praticamente l’inizio di tutto è un viaggio/ritorno a Istanbul che l’autore intraprende per fare visita all’anziana mamma non completamente in salute; dovrà affrontare anche lo sgradevole compito di prepararla dolcemente al fatto che la bellissima villa bianca in cui abita da sempre verrà demolita e lei sarà obbligata a traslocare altrove.
Durante il viaggio in aereo, poiché Ferzan è “un ladro di storie” presta sempre molta attenzione a tutto ciò che gli sta intorno e così per un episodio quasi banale come la caduta a terra di una cartolina in bianco e nero, fa si che si viene a trovare nella storia di un piccolo gruppo.
Si tratta di due coppie che si stanno recando a Istanbul: Anna e Michele sposati da vent’ anni e poi, Andrea e Elena. Quattro persone che sembrano ben assortite e affiatate: forse stanno andando a Istanbul per motivi di lavoro, alloggeranno tutte assieme al Pera Palace, ed hanno in programma anche visite alla città e la sperimentazione del piacere dell’hamman, si divertiranno….
Attraverso queste persone l’autore permette al lettore di conoscere e vivere la magica Istanbul perché indica luoghi, fornisce molte informazioni e anche descrizioni a tratti poetiche, ma assolutamente corrispondenti alla realtà. Per i quattro, Istanbul rappresenterà una specie di resa dei conti di situazioni fino a quel momento occultate. E inoltre si verificherà anche un tragico incidente che porrà fine alla vita di Andrea…..Ma non mi voglio soffermare sulla storia del quartetto anche se entra dentro la vita dell’autore; non voglio togliere la sorpresa a chi deciderà di leggerlo.
Intendo invece soffermarmi sui capitoli che riguardano specificatamente l’autore e riporto quanto scritto da Repubblica:
“ I suoi film sembrano libri, la sua vita è un romanzo. Era inevitabile che Ferzan Ozpetek diventasse scrittore”.
Ebbene , pur nutrendo la convinzione che ogni vita è sempre un’avventura importante, da quanto scrive l’autore di Rosso Istanbul penso davvero che la sua contenga numerosi spunti per redigere un romanzo di molte pagine .
ROSSO ISTANBUL è composto da 25 capitoli o meglio 25 racconti relativamente brevi: alcuni sono incentrati su quanto accade ai personaggi “incontrati” durante il viaggio Roma –Istanbul, altri riguardano specificatamente le esperienze di vita e i sentimenti di Ferzan.
Rosso Istanbul parla d’amore “ Niente è più importante dell’amore” , l’Amore con le sue infinite sfaccettature.
Amore profondo per l’ elegante e misteriosa mamma dalla “bellezza malinconica e struggente “per la quale oggi porta nella valigia una tuta rossa che un tempo mai avrebbe indossato , amore particolare per un padre con il quale non si è stabilito un rapporto concreto a causa delle troppe ombre:
“Ma dopo la sua morte, cercando un documento nei suoi cassetti, avevo trovato piccoli ricordi, cartoline, fogli di carta, che gli parlavano di me: la mia pagella del liceo, un ritaglio di giornale sul mio primo film, le foto di un nostro viaggio a Berlino. Mi sono commosso. Per quello che poteva essere, e non è stato. Per l’eroe che mi è mancato”.
Amore per le zie che ha avuto vicine da bambino, una delle quali ha sicuramente contribuito ad alimentare in lui l’interesse per il cinema.
E che malinconia prova Ferzan incontrando ora al supermercato zia Betul , un tempo
” la bella e sorridente zia Betul… Il soprabito liso. I capelli ingrigiti, acconciati alla bell’è meglio…. Questa donna che avrebbe potuto essere felice, che avrebbe potuto avere un bel lavoro e un bel matrimonio, e che invece ora è sola e forse prova il rimpianto di aver sprecato la sua vita. “ Betul è specializzata a tagliare il ramo su cui è seduta, diceva mia madre”. E aveva ragione”.
E poi in Rosso Istanbul si parla della scoperta dell’ altro amore, quell’amore che nasce dove vuole, senza chiedere permesso, senza fare distinzioni di sesso. Quell’amore che si chiama semplicemente “AMORE” e del quale pochi ne sanno parlare con le giuste parole.
La scoperta sorprendente ….. Yusuf primo amico e primo amore a dodici anni e poi improvvisamente il padre furioso che lo schiaffeggia “ Sei un pervertito”.
E proprio ora, durante questo soggiorno, il funerale di Yusuf morto suicida.

Ancora amore per l ‘Istanbul improntata da Ataturk e che molti turchi oggi temono venga troppo cambiata, magari anche islamizzata e così anche il regista partecipa attivamente alle manifestazioni di Gezi Park: la rivoluzione immobile dapprima a difesa di una sala cinematografica e poi “in piedi per i tuoi diritti”
“..in mezzo alla strada, con un giornale o un libro aperto. La rivoluzione immobile che legge. Non oserete, vero, manganellare i libri?...” 

STRALCI
- Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno. Ho imparato, e in questo ha ragione mia madre, che è possibile amare due persone contemporaneamente. A volte succede: ed è inutile resistere, negare, o combattere.

- …la parola giusta, che destabilizza, incide e colpisce, non è quella urlata.

-   Sono un collezionista d’albe, il momento più inafferrabile…..

-... nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada.
Concludendo : ROSSO ISTANBUL è una bella lettura, leggera, garbata e dona vibrazioni alle anime gentili
Forse è anche una lettura per sognare poichè ci sono alcuni passaggi in cui si fa riferimento a leggende fantastiche......
Dal mio punto di vista, da questo libro fuori-esce una persona meravigliosa, stupenda di una rara sensibilità e bellezza interiore
Giunti all’ultima pagina sono certa che saranno molti coloro che desidereranno partire  con destino ISTANBUL
 (compresa me stessa che a Istanbul già ho sognato).
Ho molta nostalgia del mare di Marmara , dei gabbiani sul Bosforo, del succo di melograno, del caos del Gran Bazar, ho persino nostalgia del viaggio con TURKISH Airlines….. ho nostalgia di Istanbul, la Istanbul raccontata da Ferzan Ozpetek.




22 GIUGNO 2013- Yvonne Pelizzari

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