domenica 11 febbraio 2018

I tesori di SAVONA- Aria di borgo!

Diario di una bella giornata!

VARIGOTTI

NOLI – “ È la mattina di domenica 10 aprile (o 27 marzo) del 1300, tra le nove e ..... Si procede in Sanleo e si scende a Noli, si sale sul Bismantova e sul monte Cacume solo con i piedi; ma lì è necessario volare;… Dante Alighieri
VEREZZI – Sciolgo le briglie alla fantasia e dalla Piazzetta Sant’Agostino mi perdo nell’ampio panorama del Golfo della riviera di ponente 
FINALBORGO – Tocco con mano il lento scorrere del tempo : suggestiva atmosfera 
(Noli- Verezzi-Finalborgo rientrano dell’elenco dei Borghi più belli d’Italia)
VARIGOTTI- Amo il giallo in tutte le varianti.
E’ una giornata di primavera inoltrata dal clima amabile anche se il cielo non è di quel bell’azzurro nitido che amo e invita l’anima a rasserenarsi.
Lei, la bella signora che inconsapevolmente mi ha lanciato un piccola, ma per me significativa ancora di salvezza molti anni fa quando io ero soltanto una ragazzina spaesata, mi attende al semaforo dove ci siamo date appuntamento per le 8,30.
La raggiungo, salgo sulla sua auto e intraprendiamo il viaggio.
Abbiamo un altro appuntamento più tardi, verso le 10,30 a VADO LIGURE
Un appuntamento singolare: siamo attese per riprendere un discorso rimasto in sospeso.
Entrambe non ricordiamo più la data in cui il discorso si è interrotto: l’unica certezza sta nel fatto che a suo tempo ci siamo incontrati tutti nel palazzo di vetro del cane a sei zampe ed eravamo allegri e fiduciosi del futuro, quel futuro che ora è divenuto passato.
I social network a volte si rivelano utili e a noi, Facebookha permesso di ritrovarci. Grazie.
Certo ritrovarsi dentro uno schermo dopo molto tempo è un evento curioso, ma decidere di incontrarsi per riprendere un discorso può sembrare insolito se si considera che spesso le vicissitudini influiscono sul carattere delle persone e le cambiano. 
Ma rincontrarsi dopo tanto tempo, a meno che non si abbia un’anima imperturbabile , è sicuramente un’emozione e noi abbiamo deciso di viverla.
Arriviamo così a Vado Ligure all’ora prestabilita: lui ci viene incontro, pantaloni rosso scuro e giubbotto nero, qualche capello argentato indice di maturità e non di vecchiaia.
Ci sorridiamo e ci autoconvinciamo che il tempo con noi non è stato infausto, anzi è stato garbato, gentile. 
Dopo qualche convenevole di rito ci ritroviamo nella cucina della sua bella casa arredata con gusto e ricercatezza, seduti attorno al tavolo a bere il caffè dentro le tazzine di tutti giorni come si suole fare fra amici abituali. Le tazzine di tutti i giorni, dettaglio non trascurabile poiché contribuisce a creare un’atmosfera confidenziale fra noi tre che non ci vedevamo da un po’ di tempo… probabilmente poco più di venti anni .
Anche lui, come noi, non ricorda quando abbiamo perso il filo del discorso, ma quasi sorprendentemente, ci rendiamo conto quanto sia facile riprenderlo.
Proviamo gioia nel raccontarci, raccontarci il nostro passato, quel passato a suo tempo considerato futuro.
Andiamo nella piazzetta di Vado Ligure, il piccolo borgo brioso affacciato sul mare di cui sentiamo il profumo e poi lui s’incarica di portarci in giro per mostrarci orgogliosamente quegli angoli di rara bellezza che rappresentano le sue radici e che spesso sono in pochi a conoscere.
Arriviamo così in quella che fu la REPUBBLICA MARINARA di NOLI, citata pure dal sommo poeta nella Divina Commedia, ma anche luogo dell’insegnamento di matematica per un periodo di 4 mesi di Bruno Giordano .
Noli ha radici arcaiche, anche se le sue reali origini non sono ancora note: fu base bizantina e dominio dei Longobardi, ma non è mia intenzione soffermarmi sulla sua storia poiché è reperibile su qualsiasi guida turistica.
Io preferisco descrivere le impressioni e le sensazioni che i luoghi mi regalano.
Per me viaggiare non significa soltanto arricchire il proprio bagaglio culturale di informazioni e nozioni perché quello lo potrei fare rimanendo seduta sul balcone con guide turistiche alla mano.
La passeggiata di Noli corre lungo l’Aurelia, conduce nel centro dove si trova un lungo loggiato appartenente al palazzo comunale la cui pavimentazione in ciottoli grigio chiarissimo e neri posizionati a creare stelle e fiori testimonia precisione e pazienza, è fiancheggiata da rigogliose e svettanti palme che offrono uno spettacolo elegante.
Io mi diletto a scattare fotografie nell’assoluta consapevolezza che nessun scatto può cogliere l’emozione di un panorama, di una visuale.
Camminiamo, la conversazione è fluente, non lascia spazi vuoti.
Molteplici sono gli angoli caratteristici e l’attenzione viene attratta da una vecchissima porta di legno accuratamente affrescata che potrebbe benissimo essere scambiata per un quadro.
(In tal proposito credo d’aver letto che in Liguria esista un borgo forse definito “dalle porte dipinte”, approfondirò……)
Edifici architettonicamente ragguardevoli a Noli ce ne sono parecchi come ad esempio: la Torre dei Quattro Canti, Casa Pagliano, il palazzo vescovile, la Cattedrale di San Pietro. 
Il tempo corre veloce e mezzogiorno è vicino quindi conveniamo di fermarci in Piazza Manin dal VINAIO per l’aperitivo. Il locale è caratteristico con tavolini all’esterno.
Lui, l’amico ritrovato, ci suggerisce di assaggiare il Mataossu: un vino autoctono non paragonabile al Pigato o al Vermentino, ma comunque apprezzabile. Seguo il consiglio, apprezzo. Lei invece non si lascia tentare e ordina una bevanda analcolica.
Ci addentriamo quindi per i caruggi tipici liguri e poi ripercorriamo la passeggiata a ritroso, transitiamo dinnanzi a signorili palazzi ed edifici dalle facciate decorate trompe d’oeil e poi, risaliamo in auto.
Breve percorrenza e ci fermiamo in uno scenario assai diverso: VARIGOTTI.
Varigotti offre di sé un’immagine da cartolina : a me ha trasmesso un senso di ordine e di calore con le case ben allineate e i caruggi ben manutenuti che portano al mare.
Le case che s’adagiano quasi con discrezione sulla spiaggia , anzi ad osservarle bene, forse sono troppo vicine alla spiaggia se si pensa alla imprevedibilità del mare. Ma sono belle , tinteggiate con varie tonalità di giallo, eccezione fatta per qualcuna in rosa pastello: creano un netto contrasto con le montagne retrostanti ammantate di verde che più verde non si può.
Nei giardini oltre alle palme, spiccano molte piante di limoni dai rami appesantiti dagli abbondanti frutti a sembrare grappoli. 
Anche qui abbiamo camminato, abbiamo raggiunto la spiaggia non completamente deserta, abbiamo osservato un mare trasparente, ci siamo intrattenuti con degli indiani venditori ambulanti e abbiamo goduto la deliziosa brezza sferzante e infine ci siamo diretti su, verso l’altura di VEREZZIche vanta una visuale inenarrabile.
Siamo giunti a Verezzi che la mattinata era già finita da parecchio e quindi prima di inoltrarci nel cuore del borgo abbiamo deciso di fare una pausa pranzo e la scelta del ristoro non poteva essere migliore: l'ANTICA OSTERIA SARACENA del BERGALLO ci ha completamente deliziati con un menu a base di pesce.
A tavola è proseguita la conversazione evocando episodi e persone; soltanto il ritrovarsi ha permesso di ricostruire ricordi sbiaditi o mutilati.
Se Varigotti l’ho definita una cartolina, Verezzi è davvero una perla che spicca dalle Alpi Marittime con vecchie case in pietra, viottoli serpeggianti ingentiliti con vasi dai fiori esuberanti distribuiti ovunque, la piazzetta che in alcuni periodi dell’anno diviene palcoscenico per rassegne teatrali e dalla quale si gode un panorama mozzafiato, i portici in pietra, il lavatoio a testimoniare vita semplice di tempi andati, la chiesetta: un contesto dal sapore di autenticità che nel concorso dei Borghi più belli d’Italia, l’ha annoverato all’undicesimo posto.
Dopo, Noli, Varigotti, Verezzi ci si poteva anche considerare appagati, ma lui ha pensato bene di fare un salto a FINALBORGO poiché in fondo era ancora solo pomeriggio e quindi c’era tempo…
Ebbene, non sapevo esistesse Finalborgo e ora trovo davvero disdicevole la mia ignoranza perché anche Finalborgo rientra fra i borghi più belli d’Italia. 
Apparentemente potrebbe essere paragonato ad altri borghi liguri anche se vi si accede attraverso una grande porta ed è circondato da mura medievali intervallate da torri. 
Dentro le mura caruggi, case emananti profumo di vetustà legate fra loro dai tipici archi come a volersi sorreggere in caso di eventuali scosse sismiche, piazzetta centrale, piante ornamentali e fiori lussureggianti in ogni angolo, favoriti dal clima mite in ogni stagione, ma Finalborgo ha qualcosa di diverso perché a Finalborgo non c’è e non si vede il mare. 
C’è invece la COLLEGIATA di SAN BIAGIO, la cui edificazione risale al 1634 su progetto dell’architetto finalese Andrea Storace . Precedentemente vi era un’altra Collegiata, costruita prima del sec. XII di cui non è rimasta traccia. L’attuale Chiesa-basilica, composta da tre navate di cui la centrale coperta da una volta a botte e le due laterali terminanti con volte a vela, è molto ricca di opere d’arte come ad esempio due quadri del 1722 di Pier Lorenzo Spoleti; copie della Trasfigurazione di Raffaello e dell’Assunzione della Vergine di Rubens.
La nostra attenzione si è soffermata sul pulpito marmoreo risalente al 1765, opera di Pasquale Bocciardo e sulla pregevole balaustra pure marmorea composta da quattro angeli reggenti una tovaglia di trina, lavorata a bulino.
Non vi è dubbio che per una visita accurata a questa basilica sarebbero state necessarie almeno un paio d’ore , mentre noi ci siamo limitati ad un assaggio, ma comunque sufficiente per farci rendere conto della notevole bellezza.
Avremmo desiderato visitare anche i CHIOSTRI di Santa Caterina ovvero un complesso conventuale fondato nel 1359 dai Marchesi del Carretto , ma purtroppo erano chiusi. ( Sarebbe quasi il caso di ritornare quindi a Finalborgo).
Comunque è stato gradevole passeggiare per le vie del borgo, curiosare dentro le vetrine ben allestite e assaporare il dolce calar della sera nella suggestiva atmosfera e quindi ad un certo punto ci siamo seduti nel dehors di un bar e quello che doveva essere un semplice aperitivo è divenuto una piccola cena.
Infine rassegnati a chiudere la giornata, abbiamo visitato la piccola galleria d’arte affacciata sulla piazza e tornati poi a Vado Ligure, passando per Spotorno.
Io e lei…… risaliamo in auto e imbocchiamo la via del rientro, ovviamente dopo aver abbracciato, baciato, ringraziato e salutato l’amico ritrovato. E’ stata davvero un bella giornata!

( Cronaca di una giornata che potrei pubblicare altrove- Vietato copiare)

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