domenica 11 febbraio 2018

VENARIA REALE - Capodanno fra regalità e piacere di vivere


Chissà come e perché , verso la metà di dicembre mi è venuta l’idea di passare un capodanno in Reggia.
Idea assai inusuale per me che non ho nessun rimpianto per non essere nata in una famiglia reale e sono assai poco incline ad interessarmi alle vicissitudini dei vari reali ancora regnanti. 
Sta di fatto che l’idea di un capodanno in reggia mi ha attratta e così anziché considerarla unicamente un desiderio, ho pensato bene che valeva la pena realizzarla e mutarla poi in un ricordo.
E ora, è proprio il ricordo che mi permette di raccontare il mio breve soggiorno a VENARIA REALE , la visita alla Reggia e ai giardini.
Venaria Reale, così è il nome della città, dista da Milano soltanto un paio d’ore d’auto e si trova esattamente a ridosso di Torino.
COMUNI ITALIANI così la cataloga:
“Città del Piemonte, in provincia di Torino, con più di trentaquattromila abitanti. Venaria Reale è collocata sul punto di confluenza dei torrenti Ceronda e Stura di Lanzo, alla base dell'arco delle Alpi Graie. Il territorio comunale confina con quello di Torino. Venaria Reale è gemellata con Kribi (Camerun), Castronovo di Sicilia (Palermo - Sicilia) e Vizille (Francia), dal 1961.”
Come di consueto non mi metto a elencare e descrivere dettagliatamente i vari monumenti presenti a Venaria anche perché non li ho visitati internamente, eccezione fatta per la Reggia e giardini: mi soffermo sulle impressioni che ho raccolto addentrandomi per le vie della cittadina.
Il mio primo incontro con Venaria è avvenuto la sera del 31 dicembre in quanto con i miei amici, avevo prenotato la cena presso il ristorante “PASSAMI IL SALE”, situato proprio sulla via principale - Via Mensa- che sfocia nella piazza sulla quale è affacciata appunto la Reggia.
Venaria di sera, vestita a festa , ingioiellata dalle abbondanti luminarie sospese fra i tetti e collocate in punti strategici , a me è apparsa indubbiamente molto suggestiva.
La Via MENSA un tempo Via Maestra, ritengo sia la “passeggiata” poiché ai lati vi sono numerosissimi locali come ristoranti, bar e negozi dentro edifici d’epoca molto armoniosi fra loro. La sera del 31 dicembre la via era assai animata, non so se da abitanti del luogo o turisti.
Inoltre allo scoccare della mezzanotte, in molti sono usciti in strada dove si è tenuto un breve, ma intenso spettacolo di fuochi d’artificio creando così un’allegra atmosfera.
Dalle informazioni che ho trovato risulta che il borgo è stato realizzato fra il 1667 e il 1690 su progettazione dell’architetto Amedeo di Castellamonte tenendo come punto focale proprio via Mensa che fungeva da congiungimento fra la Reggia voluta da Carlo Emanuele II che intendeva farne la dimora di caccia e di piacere e il borgo produttivo.
Ebbene la mattina di capodanno, mi sono recata alla biglietteria per acquistare il biglietto e trascorrere la mia giornata a corte e devo dire che sono rimasta stupita nel vedere che erano parecchi coloro che avevano avuto la mia stessa idea: infatti mi sono fatta una “coda” di una ventina di minuti.
Acquistato il biglietto al costo di euro 15 ho poi varcato l’ingresso della'''Reggia di Venaria Reale''' che è una delle Residenze Sabaude che dal 1997 fa parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Con il biglietto d’ingresso mi è stata consegnata anche una piccola brochure che contiene la storia della dimora reale e tutte le informazioni utili per la visita.
Riporto qui di seguito , una piccola sintesi:
1658-1699 la Reggia di Diana
-Verso la metà del XVII sec. il duca Carlo Emanuele II di Savoia e la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia decidono di realizzare questa dimora che doveva essere un vero gioiello e prevedeva un palazzo, un parco, dei boschi e un borgo, oltre a dei grandi giardini all’italiana arricchiti con fontane e sculture. Il progetto venne curato dall’architetto di Corte Amedeo di Castellamonte
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1699-1798 Il palazzo del RE
Nel 1699 un altro architetto, Michelangelo Garove per volere di Vittorio Amedeo II riprogetta il complesso per renderlo ancora più grandioso. I giardini vengono mutati alla francese ispirati alla più grande corte europea allora esistente, ovvero Versailles. Nel frattempo il duca diventa re e nel 1716 affida a Filippo Juvarra il suo desiderio di procedere ad un ulteriore ampliamento.
Quindi viene realizzata la Galleria grande, la Cappella di Sant’Uberto , la Citroneria a la Scuderia e a quel punto la reggia rientra fra i capolavori barocchi.
Ma non finisce qui.
Nel 1739 Carlo Emanuele III chiama Benedetto Alfieri e lo incarica di unificare il complesso tramite delle gallerie che fungessero da collegamento fra i vari ambienti comprese le scuderie e il maneggio coperto.
Ma la Splendida Reggia che in 100 anni divenne spettacolare, dopo aver raggiunto il massimo splendore, incontrò il declino con la caduta dell’Antico Regime.
1798-1999
Arriva Napoleone Bonaparte e all’inizio dell’ottocento la reggia viene trasformata in una caserma e i bellissimi giardini rimodellati a piazza d’armi per le esercitazioni militari.
Finito il presidio militare il complesso diventa “terra di nessuno” e spogliato da tutto ciò che si poteva trafugare.
1999-2007
Finalmente il restauro avviato dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali e della Regione Piemonte, con il sostegno dell’Unione Europea e del Ministero dell’Economia e altri enti.
Con metodologie d’avanguardia sono stati riportati alla luce, decorazioni, affreschi e tutto ciò che oggi possiamo ammirare.
E’ la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa.
Sono stati restaurati 100.000 metri quadrati di superficie , sono stati recuperati 9500 metri quadrati di stucchi e riportati alla luce 1000 affreschi.
2007- Anno della RINASCITA
La reggia è stata restituita al pubblico il 12 ottobre 2007 ed ora è tutta da ammirare.
Non oso immaginare quanto sia splendido questo grandioso complesso nel periodo primaverile ed estivo quando i giardini si risvegliano dal torpore invernale ed esplodono in lussureggianti fioriture.
Fra l’altro occorre tenere in considerazione che i giardini sono davvero immensi tanto che per visitarli comodamente è possibile servirsi di un trenino.
La mia giornata a corte è stata più che gratificante per cui non esito a consigliarne la visita che apporta indubbiamente un arricchimento culturale notevole poiché testimonia la storia del nostro paese compresa l’unità d’Italia e inoltre offre la possibilità di conoscere un po’ la dinastia dei Savoia che ritengo, non sia male conoscere, indipendentemente dalla simpatia o antipatia che si possa provare nei loro confronti .
La storia di casa Savoia è una storia lunga mille anni : ha inizio intorno all’anno 1000 con Umberto Biancamano e termina ingloriosamente con Vittorio Emanuele III e dentro la reggia vi è un lungo corridoio a volte, architettonicamente ammirevole, dove sui lati sono stati sistemati i ritratti di tutti a grandezza naturale. Inoltre al di sotto dei ritratti sono stati posizionati degli specchi che creano un effetto ottico molto particolare e fanno apparire l’ambiente molto più grande.
Alcuni saloni sono davvero spettacolari e non vi è dubbio che al tempo in cui erano presenti gli arredi originali dovevano essere emblema di ricchezza ed eleganza.
Stupefacente la cosidetta “Galleria grande” , beltà e luce e pure magnifica la Cappella di sant’Uberto, il capolavoro di Juvarra.
Dentro la reggia è presente anche un bookshop molto fornito di testi inerenti ai Savoia, alla storia, nonché innumerevoli souvenirs 
Che altro aggiungere? Una visita breve , ma indimenticabile per rivivere atmosfere di tempi andati.

Gennaio 2014. - ( Opinione che potrei pubblicare altrove)

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