LE PAROLE CHE CI SALVANO - Eugenio Borgna
Prima di riporre in
libreria questo prezioso libro che mi ha regalato il mio amico sociologo e che considero di estrema utilità per tutti noi,
riporto qualche stralcio che ritengo alquanto significativo:
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Per
ascoltare occorre tacere…
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… dovremmo
sapere che nella vita non tutto è dicibile
e non tutto è esprimibile; e non dovremmo illuderci di poter spiegare i
pensieri che abbiamo, e le emozioni che proviamo, con le sole parole chiare e
distinte. La parola che tace è talora più importante della parola che parla.
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L’amicizia quando si sta scendendo lungo la china del dolore e
della tristezza, è zattera che ci consente di salvarci………..Ma non si
dovrebbe mai dimenticare che anche l’amicizia è fragile, ed è esposta alle ferite della stanchezza, della noncuranza, della
disattenzione, della preoccupazione, o delle influenze esterne non sempre
riconoscibili nei loro aspetti perturbanti.
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Del tempo
ho paura, del tempo che fugge così in fretta.
Fugge? No, non fugge e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare, come la rena che dal pugno chiuso filtra giù
attraverso le
dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granellini sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia.
dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granellini sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia.
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La vita
emozionale permane autentica e dotata di senso
anche nella condizione anziana…
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Ogni nostra
emozione, la paura e l’angoscia, la insicurezza e la inquietudine dell’anima,
ci fa cambiare il modo con cui noi incontriamo gli altri, e il modo con cui gli
altri incontrano noi.
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…e quante
infelicità, quante sofferenze, si eviterebbero, e quante speranze animerebbero le relazioni di cura. Ma, ancora, quanta importanza avrebbe la cosa nel cuore delle
famiglie nelle quali oggi non si comunica molto, non ci si ascolta molto, si
creano relazioni inautentiche: incapaci di riempire il vuoto e la solitudine che
dilagano nella vita di oggi.
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…bisogna difendersi dall’ininterrotto
fiume di chiacchiere che sommergono il mondo,
ma il chiasso esteriore non è se non una meta delle logomachie delle quali
siamo prigionieri…….Quante cose superflue noi diciamo in un giorno, quante cose
schiocche! Dobbiamo imparare a capire che il silenzio è bello, che non è un
vuoto, ma vita genuina e colma. Di più ancora, bisogna imparare il silenzio
interiore…….
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La solitudine e il silenzio sono esperienze interiori che aiutano a vivere
meglio la vita di ogni giorno; facendoci distinguere le cose essenziali da
quelle che non lo sono, e che siamo non di rado tentati di sopravvalutare nel
loro significato.
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Delle parole che diciamo, grande e bruciante è
la nostra responsabilità, e dovremmo ogni volta tenerne presenti le conseguenze
sugli stati d’animo e sulla sensibilità, sulle fragilità e sulle debolezze, di
chiunque le ascolti.
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Aggiungo io, in questo particolare
momento : delle parole dovrebbero tenerne conto soprattutto un gran
numero dei politici italiani che blaterano e blaterano, sprecano parole per non
dire nulla o peggio ancora per insultare la nostra intelligenza….. ma non solo,
utilizzano parole e ora anche simboli
senza conoscerne l’etimologia. Non vado oltre poiché questo mio è un paese strano,
dove senza un laurea non si riesce a trovare un lavoro presso banche, uffici
etc. , ma ci si può candidare alla guida di una nazione o di un ministero.
Y.P. 27 febbraio 2018
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