domenica 25 febbraio 2018

L'ARMINUTA- Donatella Di Pietrantonio

L’ARMINUTA

“ Mi manca la consuetudine di ritornare da chi ho lasciato”

Abitualmente entro in libreria intenzionata ad acquistare un solo libro di cui precedentemente mi sono segnata titolo ed autore, il più delle volte esco  con tre o quattro libri e qualche volta accade pure di dimenticare di acquistare  proprio quello che mi ero prefissata…..
Generalmente non mi rammarico e ritorno perché a me trascorrere del tempo a LA FELTRINELLI di Corso Vittorio Emanuele piace davvero molto e mi diverto assai perché conversare con chi ha le medesime passioni è sempre interessante e spesso si ampliano le conoscenze.
Intendo conoscenze culturali, anche se ritengo non si possa escludere che proprio in libreria possano nascere amicizie importanti o anche storie insolite.

Con un libro di Flaubert o Zola fra le mani può iniziare una storia classica, se invece si è attratti da storie insolite Il Tropico del Cancro di Henry Miller può fornire l’occasione giusta.
Comunque senza divagare oltre,  la settimana scorsa in libreria ci ho trascorso qualche ora e fra i vari libri  ho acquistato L’ARMINUTA unicamente perché la fascetta gialla riportava la scritta “ VINCITORE PREMIO CAMPIELLO – Cinquantesima edizione”.
Dell’autrice DONATELLA DI PIETRANTONIO   non avevo mai letto nulla e L’ARMINUTA non avevo idea cosa significasse.

Ebbene, ci sono libri che ti prendono il cuore, libri che ti entrano nell’anima, libri che ti strappano sorrisi e poi ci sono i libri che ti prendono lo stomaco.
Questi ultimi sono quelli che ti scaraventano in realtà apparentemente così lontane, ma poi non così tanto lontane .

L’ARMINUTA è una parola dialettale abruzzese che significa LA RITORNATA.

Trama

Si tratta di un romanzo assai breve, solo 163 pagine, ma sono pagine di un’intensità indicibile. Pagine che ti inchiodano sulla sedia e non ti lasciano scampo. Devi leggere, leggere.
Impossibile interrompere….Impossibile non sorprendersi per poi comprendere alla fine che
potrebbe non essere un romanzo bensì la narrazione di una storia vera.
La protagonista è una bambina apparentemente  molto fortunata poiché i genitori sono benestanti, non le fanno mancare nulla: la piscina, la scuola di danza, i bei vestitini, una bella casa.
Non ha fratelli o sorelle, figlia unica. Un’infanzia serena.

Ma poi un giorno improvvisamente tutto cambia, deve partire, deve lasciare la casa di mamma Adalgisa…..
Ci sono altri genitori che l’aspettano in una casa lontano dalla spiaggia, tre fratelli e una sorella di cui ignorava l’esistenza. Una famiglia i cui componenti non sanno neppure parlare italiano e ciascuno ha il proprio compito. Anche Adriana, la sorella ritrovata più piccola di lei,  lava i piatti, il pavimento, pulisce il bagno ed è dotata di notevole arguzia.

Ma cosa sarà successo? Come mai questa ragazzina chiamava mamma Adalgisa e poi scopre che la mamma è un’altra?

E’ la storia di un doppio abbandono, in cui l’autrice con parole potenti rende palpabili i sentimenti e  il dramma di questa ragazzina . Mette in luce  quanto male possano fare le bugie.
Non esiste un tempo specifico per dire la verità, sarebbe opportuno dirla sempre.

Non mi dilungo nella trama perché si tratta di un romanzo da leggere dall’inizio alla fine, immergendosi dentro gli eventi senza nulla sapere.
Un romanzo che rimane addosso che sicuramente merita il premio che si è aggiudicato.  

L’autrice

Donatella Di Pietrantonio ha esordito con il romanzo MIA MADRE E’ UN FIUME nel 2011 e ha vinto il Premio Tropea.
Nel 2014 ha partecipato al Premio Strega con BELLA MIA ( acquistato e leggerò quanto prima).

Vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico 


14 Febbraio 2018 – Y.P.

2 commenti:

  1. D'accordissimo con te, questo libro mi ha stregata e l'ho letto con immenso piacere perché, infine, una trama originale, una storia interessante. Ottima recensione, come sempre...

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  2. Anche BELLA MIA sempre della stessa autrice è meritevole

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