domenica 11 febbraio 2018

MADRID- Intreccio di cultura, spettacolo, divertimento!

MADRID- Regina della Movida


Ascoltando una canzone o leggendo un romanzo o sfogliando una rivista per caso, può accadere che frulli in testa un pensiero che poi si evolve in desiderio : desiderio di conoscere, di apprendere , di vedere se l’immaginario corrisponde al reale, desiderio di partire e infine ...si parte.
Il viaggio per me inizia nel preciso istante in cui nasce il desiderio che diviene poi tempo di ricerca, pianificazione: nel momento in cui la valigia è pronta per la partenza ho dinnanzi agli occhi il quadro della meta, ovviamente privo di dettagli che aggiungerò soltanto al ritorno. 
Quando è nato il desiderio di visitare MADRID non me lo ricordo, forse ai tempi in cui Gianna Nannini cantava “Ragazzo d’Europa – Tu che guardi verso di me – hai visto i tori nel sonno – ed hai lasciato Madrid…”, o forse più recentemente ogni qualvolta si evoca l’assurda strage dell’11 marzo 2004 di matrice terroristica.
Sintetizzando: con la mia compagna di viaggio sono partita alla volta di Madrid l’8 marzo nella piena consapevolezza che non sarebbe stato un viaggio rilassante perché quello che c’era da visitare era parecchio.
Madrid non è solo il grande Real del football, Madrid è soprattutto uno scrigno di arte, storia, cultura e anche movida e sangria….
Come avrei potuto escludere dal programma il MUSEO DEL PRADO con la ricca raccolta di capolavori della pittura europea dal Medioevo al XX secolo, compresa la copia autenticata della Gioconda di Leonardo realizzata molto probabilmente da un collaboratore del grande Maestro?
Ebbene al Prado, fra Velasquez, El Greco, Tintoretto, Tiziano , Rubens (Le tre grazie), Goya , Caravaggio, solo per citarne alcuni, sono volate vie tre ore o poco meno.
Non avrei potuto evitare neppure il CENTRO D'ARTE REINA SOFIA, un vecchio ospedale trasformato in museo, recentemente ampliato in stile moderno ( notevoli due grandi ascensori panoramici che di sera con la città illuminata offrono uno visuale assai suggestiva ), dove la GUERNICA di Picasso , solitaria, in un’ampia sala, addossata alla parete si esibisce orgogliosamente agli occhi di chi la vuole vedere , trasmettendo una sensazione di palpabile angoscia.
La tela di grandi dimensioni ( mt 3,49 x mt 7,76), dai colori grigio-scuri in contrasto con il bianco, simboleggia il bombardamento che il 26 aprile 1937 distrusse Guernica, ma leggendo qua e là ho trovato che la corretta descrizione potrebbe essere “il grido di dolore di tutta l’umanità sconvolta dalle guerre civili nel Novecento”.
In questo Museo in determinati giorni e in orari specifici l’ingresso è gratuito ( il mercoledi dalle 17 alle 19)
E sempre in tema di musei, la guida turistica in mio possesso segnalava imperdibile pure il Museo d’arte THYSSEN-BORNEMISZA, che vanta una collezione di circa un migliaio di dipinti, sculture e arazzi e quindi l’abbiamo raggiunto . Per me questo Museo è stato una vera delizia, anche se non è stato possibile visitarlo nella sua globalità essendo assai grande; basti pensare che è disposto su tre ampi piani.
Ci siamo soffermate principalmente al piano riservato alla pittura impressionista ed espressionista; personalmente a tratti rimanendo estasiata ammirando opere di Schiele, Matisse, Carot, Coubert, Manet, Pisarro, Renoir, Morisot, Gauguin, Van Gogh, Lautrec, ma anche scoprendo pittori a me poco noti come Emil Nolde, Luce Maximilian. Sono uscita dal Museo Thyssen veramente a malincuore.
Madrid mi ha affascinata sin dall’istante in cui sono arrivata all’aeroporto ADOLFO SUAREAZ - Madrid Barajas la cui enormità con i quattro terminal è davvero impressionante. E qui divago elogiando chi ha predisposto la cartellonistica direzionale in quanto chiara e dettagliata.
Dista dal centro della città 12 chilometri, è in funzione dal 1928 , ma ufficialmente è stato inaugurato nel 1931 ed è l’aeroporto spagnolo più trafficato.
Dall’aereoporto abbiamo preso la Metropolitana linea 8 e dopo una percorrenza di circa 15 minuti abbiamo raggiunto il centro – Nuevo Ministerios e quindi linea 10 per proseguire verso Piazza di Spagna dove avevo prenotato l’albergo antistante la Gran Via, ossia la via principale della città fiancheggiata da negozi di qualsiasi genere, sale cinematografiche, teatri, ristoranti, birrerie e splendidi palazzi.

Piazza di Spagna, più che una piazza è un bellissimo parco con alberi maestosi e una zampillante fontana nonchè un imponente monumento dedicato a Miguel de Cervantes Saavedra, l’autore del grande capolavoro letterario Don Chisciotte. Sulla piazza, che nel tardo pomeriggio è assai animata, si affacciano due edifici importanti dalle dimensioni non trascurabili: La Torre di Madrid e Il Palacio Espana che con i suoi 25 piani rientra fra i grattacieli più alti della città.
Il secondo giorno madrileno è stato impegnativo, ma culturalmente molto gratificante : il mattino da PIAZZA DI SPAGNA abbiamo raggiunto la Puerta del Sol, una piazza semi-circolare delimitata da eleganti palazzi , animata in qualsiasi ora del giorno e della sera – forse anche della notte . Pare rappresenti uno dei ritrovi più noti della città. Storicamente è stata teatro della resistenza a Napoleone, mentre nel 1931 il luogo dove venne proclamata la seconda repubblica.
In un angolo della pizza è allocata la statua simbolo di Madrid: l’orso e il corbezzolo.
Puerta del Sol


Poco distante da la Puerta del Sol si trova la Piazza Mayor: non grandissima, ma spettacolare.
Si tratta di un piazza a forma di quadrato al cui centro si erge la statua la Filippo III, che funge da cuore a un complesso di palazzi tutti assolutamente uguali in mattoni rossi, i piani terra di alcuni sono bar , ristoranti con dehors. Un tempo era la sede del mercato, ma anche luogo per lo svolgimento delle corride. Qui venne canonizzato San Isidro, il patrono della città. 
P.za Mayor

Uscendo da una viuzza laterale della piazza si raggiunge , Plaza de San Miguel sulla quale si affaccia il mercato coperto di San Miguel. E dentro il mercato direi che è da farsi un bel giro poiché le esposizioni sono davvero accattivanti: dolci di ogni genere, frutti, prodotti tipici tra i quali spiccano prosciutti che si mostrano sfrontatamente e porvi resistenza è davvero difficile. Anche l’aria profusa da profumi invitanti contribuisce a solleticare le papille gustative.
Verso le ore tredici abbiamo sospeso l’attività esplorativa della città perchè transitando dinnanzi al MUSEO del JAMON, in carrera de San Geronimo 6 ( pressi di Puerta del Sol), non abbiamo saputo resistere al richiamo e siamo entrate per il pranzo. Ritengo utile fornire qualche informazione relativamente al prosciutto per i pochi non fossero a conoscenza di quanto siano pregiati e rinomati i prosciutti spagnoli. Ve ne sono di diverse qualità: serrano, iberico, pata negra, bellota e jabugo.
Il migliore fra tutti è il jamon de bellota poiché i maiali vengono nutriti esclusivamente con le ghiande delle querce. I prosciutti , la cui stagionatura si aggira attorno ai 24 mesi, devono essere tagliati a fettine sottili con un coltello apposito e mai con l’affettatrice.
Il MUSEO del JAMON era assai affollato, ma il servizio efficiente ci ha consentito di mangiare bene , senza lunghi tempi di attesa e a prezzi assolutamente ottimi ( circa 10 euro a testa ).

Madrid non è solo la Gran Via, le piazze, gli splendidi palazzi, i Musei: in Spagna c’è la monarchia e quindi il TEATRO REAL che si affaccia su Piazza d'Oriente dai giardini sobri ma molto decorativi e il PALAZZO REALE sulla cui magnificenza neppure mi soffermo, perché inenarrabile. La sala del Trono in stile barocco col soffitto dipinto da Tiepolo, è fiabesca. Notevole anche la scalinata d’ingresso. Soltanto visitandolo ci si può rendere conto. Il palazzo , la cui edificazione risale al 1734 -35, non è abitato degli attuali reali che risiedono nel Palazzo della Zarzuela e viene utilizzato soltanto per le cerimonie e gli incontri ufficiali.
Antistante il Palazzo Reale c’è la CATTEDRALE di Santa Maria dell'Almudena, un tempo moschea e oggi la chiesa principale della Diocesi di Madrid: maestosa, imponente dal cui piazzale si gode una panoramica spettacolare della città.
Anche a Palazzo Reale, in giorni predefiniti e in orari specifici l’ingresso è gratuito, pertanto per entrarvi abbiamo dovuto fare una lunga fila. Ovviamente ne è valsa la pena.
In questa zona vi è anche il viadotto Segovia, un grandissimo ponte , nulla di eccezionale ma comunque degno di una passeggiata: pare sia conosciuto anche come “ponte dei suicidi” poiché ho letto che era il luogo prediletto da coloro che desideravano porre fine alla loro avventura terrena. Se non ricordo male, oltre al parapetto, ora ci dovrebbero essere anche enormi lastroni di vetro , posizionati probabilmente per scoraggiare eventuali saltatori nel vuoto.

Terminata la visita al quartiere del Palazzo Reale siamo ritornate verso il Museo del Prado e dopo aver transitato nuovamente da Plaza de Cibeles dalla possente fontana dedicata appunto alla dea greca Cibele e dove si trova anche il Palazzo de Comunicaciones, sede del comune di Madrid sulle cui torri sventolava uno stendardo bianco recante la scritta “ Welcome refugees” , abbiamo percorso un tratto della Gran Via intensamente animata e quindi ci siamo fermate per la cena in uno dei numerosi ristorantini alquanto grazioso. Dopo la cena, assai stanche, abbiamo ordinato a gambe e piedi di riprendere i loro naturali movimenti e ci siamo dirette verso l’albergo per il meritato riposo e il recupero delle energie necessarie per affrontare il programma già ben definito per il giorno successivo.

Infatti era accaduto che mentre il desiderio Madrid era in evoluzione, mi ero recata presso La Feltrinelli in Piazza Duomo a Milano per acquistare la guida Michelin e lì in libreria, si sa, è facile socializzare e così chiacchierando mi era stato consigliato di prevedere una visita anche a Segovia, descrittami come una città gioiello, distante da Madrid soltanto una novantina di chilometri.
Il mio programma già prevedeva la visita di Toledo.
Qualcun altro mi suggerì poi, che visitando Madrid, Toledo e Segovia era fatto obbligo un salto ad Avila. Ne è uscito un programma intenso, ma assolutamente appagante perché ho visto luoghi dalla straordinarietà indiscutibile.
Ho vissuto Madrid correndo, assaporando persino l’aria gelida penetrante che non dava tregua e che mi ha donato pure un po’ di mal di gola che ho cercato di contrastare con un paio di pastiglie di paracetamol spagnolo che tenevo in borsa, regalo di un’amica che della Spagna si è innamorata tanto da andarci a vivere. 
A dire il vero non avevo immaginavo che il clima fosse così freddo e fortunatamente all’ultimo minuto prima di partire avevo optato per un piumino invernale , nonostante le previsioni meteo indicassero temperature intorno ai 14 /16 gradi. 
L’aria era davvero frizzante, la sciarpa non bastava a proteggersi e, si placava solo nel tardo pomeriggio. 
Indimenticabile rimarrà per me il cielo di Madrid: al risveglio cupo, minaccioso come a presagire tempeste ed uragani, per poi squarciarsi piano piano durante il giorno fino a divenire azzurro intenso , persino nitido al calar della sera. Magia madrilena.

Mi fermo qui perché i diari di viaggio troppo lunghi divengono noiosi, ma riprenderò con la narrazione di Toledo, Avila con la santa che conversava direttamente con Dio e poi Segovia con la Dama e lo spettacolare acquedotto romano in perfetto stato e ancora… frammenti di Madrid.
La Gran Via
Marzo 2016- Diario di viaggio elaborato a seguito personale esperienza. Mi riserbo il diritto di pubblicare altrove. Y.P.

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