lunedì 12 febbraio 2018

IL CASTELLO DEI PIRENEI” - Jostein Gaarder

La sovraccoperta di questo romanzo raffigura “ IL CASTELLO DEI PIRENEI” , opera che il pittore Rene Magritte, uno dei maggiori esponenti del surrealismo dipinse fra il febbraio e maggio del 1959 su commissione di un avvocato statunitense il quale desiderava un quadro per il proprio studio e che ora è esposto a Gerusalemme - Israel Museum (donato dall’avvocato stesso che ne rimase entusiasta).

Il quadro molto suggestivo rappresenta un grande macigno sulla cui estremità c’è un castello di dimensioni molto ridotte.
 Il tutto sospeso nell’aria, intorno cielo e sottostante c’è il mare.
Ogni elemento ha un significato specifico ma in questo contesto limitiamoci a tenere presente che la visione non è data solo da quello che si vede ma è determinata anche da ciò che si pensa.
 ( Chi lo desidera eventualmente può approfondire l’argomento risalendo proprio al surrealismo di Magritte)
Rene Magritte ( Lesines Belgio 21.11.1898 – morto 15/8/1967) insieme al gruppo surrealista di Bruxelles formato da Lecomte, Goemans e Nougè, di cui entrò a far parte nel 1925 , fu definito “Le saboteur tranquille” per la sua capacità di insinuare dubbi. Disegnava oggetti e realtà inverosimili: deformazioni surreali.
Il lavoro di Magritte ha la chiara intenzione di alludere che Tutto è come Mistero non definito.
Perché questa premessa? Perché la sovraccoperta è assolutamente attinente al contenuto del romanzo che altro non è che un grande punto interrogativo:RAGIONE e SCIENZA sono in grado di fornire spiegazioni esaustive sul mondo che sta intorno a noi oppure esistono delle forze invisibili che governano la nostra vita?
Trama:

Un grande storia d’amore , l’amore quello vero , l’amore che sfida il tempo ma anche l’amore che non è la gioia di stare vicini, bensì il tormento di stare lontano.
Ambientato in Norvegia, fra i fiordi spettacolari, Oslo, Bergen, i due protagonisti in gioventù vivono questa bellissima storia che termina a causa di un avvenimento insolito, quasi misterioso, forse solo una visione…. Mah!
“ Vedemmo la stessa cosa. Ma udimmo e comprendemmo due cose diverse”.
“Non c’è da stupirsi se, nello stato mentale in cui ci trovavamo, abbiamo avuto quasi la stessa allucinazione”:
Ognuno fa la propria vita, si sposano, hanno dei figli, passano 30 anni.
Ma un bel giorno, chissà come mai, forse per caso, forse per telepatia , forse solo per una rarissima coincidenza si ritrovano nella città del libro nello stesso Hotel dove avvenne l’addio 30 anni prima.
Solrun e Steinn, questi sono i nomi dei protagonisti, dopo questo incontro tornano alla loro vita quotidiana ma qualcosa dentro di loro è mutato: iniziano una fittissima corrispondenza a mezzo e-mail , corrispondenza che diventa col passare dei giorni linfa di vita. Si raccontano, espongono i loro punti di vista e ritornano all’episodio/visione che fu la ragione della loro separazione e cercano di trovare una spiegazione veritiera tentando di rivivere quegli attimi in tutti i dettagli.
Sono assolutamente in contrapposizione: lui, uomo di scienza, ricercatore climatologico ha una concezione materialistica della vita mentre lei intrisa di una fede incrollabile in una vita oltre a questa è fermamente convinta che i destini di ciascuno di noi siano regie di forze superiori.
A me personalmente questo romanzo non mi ha particolarmente “ coinvolta”; pur essendo formato soltanto da 242 pagine ho impiegato una decina di giorni per terminarlo. Senza dubbio è un romanzo dal contenuto notevole, ma specialmente la prima parte , secondo me, risulta un pochino pesante forse per descrizioni troppo specifiche, ma ciò probabilmente è da imputare al fatto che l’autore Jostein Gaarder ( nato a Oslo nel 1952) ha una formazione filosofica, ha studiato letteratura, teologia ed ha insegnato filosofia per diversi anni.
Ha esordito come scrittore nel 1986 ottenendo immediatamente notorietà, con “ IL MONDO DI SOFIA”ebbe successo internazionale e in Italia gli permise di vincere il premio Bancarella nel 1995.
La seconda parte è più scorrevole perché lascia intravedere che ci sarà un evento che darà un senso alla storia ed in effetti….. le ultime 20 pagine si leggono con il fiato in sospeso. Gran bel finale che nulla a che vedere con” un lieto fine”, ma un epilogo che fa ben comprendere il senso del romanzo.
Lo consiglio? 
Ripeto che non è un romanzo banale anzi lo definirei “impegnato”. La scelta dell’autore di raccontare la storia tramite lo scambio epistolare , mentre da un lato può risultare incisivo e riflessivo perché permette al lettore di prendere in seria considerazione l’esposizione dei principii di ognuno dei protagonisti, per altri versi io l’ho trovato noioso.
Concludendo se leggerlo o no…… decidete voi secondo i vostri interessi.
Io sono comunque  soddisfatta di averlo letto.
-La nostra coscienza è solo un prodotto della chimica, degli stimoli cerebrali e di ciò che chiamiamo memoria? Siamo forse anime o spiriti superiori che in questa vita usano il cervello come ponte tra una dimensione spirituale e i dintorni materiali di questo mondo?
La questione è antica e non credo che la risolveremo del tutto. La concezione spirituale dello status ontologico umano è una visione forse troppo meravigliosa perché possiamo mai riuscire a prescinderne, esisterà sempre un discorso trascendentale.
-------------------------------------------------------------------------------------
" Gaarder scrive magnificamente e combina con eleganza una storia d'amore, l'elemento spirituale e la realtà di fatti":
Edizione Longanesi - 2009
Titolo originale : Slotter i Pyreneene

Nessun commento:

Posta un commento