sabato 3 dicembre 2022

UNA VOLTA SOLA – MARIO CALABRESI

 

UNA VOLTA SOLA – MARIO CALABRESI

Storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere

 



Nonostante apprezzi  Mario Calabresi come giornalista e sapessi delle sue diverse pubblicazioni , prima d’ora non avevo letto nessun suo libro.

UNA VOLTA SOLA ha catturato la mia attenzione  non per il titolo ma per il sotto-titolo. “ Storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere” e così l’ho acquistato e non me ne sono pentita.

Si tratta di una raccolta  di quattordici storie  di vite particolari: donne e uomini che hanno scelto di vivere  “senza paura” e con forza nonostante le avversità.

Credo convintamente che la vita sia la miglior maestra e perciò conoscere il vissuto di altri contribuisce ad acquisire conoscenza.  A volte l’esperienza di altri ci fa da consigliera e ci aiuta anche ad evitare errori oppure a trovare in noi quella forza che possediamo  a nostra insaputa.   

Il noto giornalista scrive di aver avuto l’idea di scrivere questo libro  in occasione di un suo soggiorno a Martina Franca, in Puglia dove si era recato per far visita alla mamma di un suo caro amico, Angelo Aquaro, scomparso nel 2019. Durante questa visita mentre la mamma di Angelo gli mostrava una raccolta di articoli scritti dal figlio, a lui è balenata l’idea   poi concretizzata poiché si è soffermato a riflettere su “ quanto nelle vite di ognuno di noi ci siano dei momenti speciali che ci definiscono, che ci imprimono un segno e una direzione”.  

 Non aggiungerei altro, altrimenti dovrei fare una sintesi delle varie storie , per cui mi limito a suggerirne la lettura. E’ un libro ben scritto, ogni storia offre spunti di riflessione e  poi….non mancano gocce di saggezza apprezzabili. Non si tratta di una lettura impegnativa ma tutt’altro che banale.

STRALCI

- La vita piò sempre portare delle situazioni nuove, dobbiamo mettercelo in testa, possono essere belle e possono essere terribili. E questo è il mistero. Non dobbiamo mai ridurre la quota di mistero, nonsappiamo cosa ci può accadere tra un'ora. Se tendiamo a rendere prevedibile la giornata, a fare solo cose programmate, a sapere già cosa faremo stasera alle otto, la nostra vicenda umani s'impoverisce. La vita è una danza tra mistero e cose conosciute, l'impensato è una grande risorsa.

- Sono sempre più convinto che ognuno di noi sia la somma degli amici che ha avuto, degli incontri che ha fatto e dell'educazione che ha ricevuto. 

Dicembre 2022 – Y.Pelizzari

MILANO, città sorprendente

 

MILANO, città sorprendente



Per me che alle spalle avevo montagne, prati verdi e acque di lago, il primo incontro  non è stato troppo piacevole, anzi è stato disorientante. Sin da bambina ero desiderosa di andare oltre quei panorami ben definiti  del Lago di Como e la mia instancabile fantasia  mi aveva fatto immaginare città colorate con palazzi che sovrastavano gli alberi, ampie piazze con monumenti equestri, negozi dalle vetrine sfavillanti. Purtroppo avevo tralasciato molti dettagli, come per esempio la fitta rete di strade presenti in tutte le città,   vie spesso molto simili fra loro,  oppure la nebbia dal velo a trame cineree che confonde  e intristisce ogni cosa. Forse, a ben pensarci , al primo impatto  Milano mi ha spaventata.

Troppo grande per me che ero cresciuta in un borgo troppo piccolo.  

Come avrei potuto districarmi  in quelle vie trafficate, salire su di un tram anziché un altro o utilizzare la metropolitana che correva sotterranea, muovermi con disinvoltura fra persone frettolose che mi passavano accanto con indifferenza?

Eppure, a distanza di anni,  ho una certezza: per  MILANO provai una subitanea attrazione, forse si  trattò di un sentimento ambivalente,  una mescolanza di  curiosità e timore, ma  nel giro di  pochi mesi  ebbi  la consapevolezza che MILANO mi aveva stregata.

La frenesia di questa città, antitesi alla monotonia, si coniugava perfettamente con il mio tormento interiore, tipico della giovane età  ma mai del tutto acquietato e oggi, dopo aver visitato molte altre città del mondo, non tentenno nell’affermare che  MILANO con le sue luci e le sue ombre è la città che più amo.



Certamente  in questi ultimi anni ha subito un notevole cambiamento: i Vicoli dei Lavandai con i panni stesi sui fili ad asciugare e i capannelli di sconosciuti  fermi in piazza Duomo a conversare come fossero amici,  appartengono al passato.   L’evoluzione è tuttora in corso, forse persino a ritmo eccessivamente sfrenato giacché  avviene spesso  che  a  distanza di qualche settimana si vedono spuntare palazzi nuovi, ma secondo me  questo fenomeno  appartiene alla sua peculiarità.

Milano non è certamente una città immobile bensì è  molto dinamica: insegue il progresso, non sfugge a partecipazioni attive a grandi eventi,  è una città che corre.

Sintetizzando , ritengo comunque  appropriato  definirla  “ città sorprendente” perché  spaziando , senza  andare  troppo lontano dal centro storico ci si  trova in luoghi inattesi.



Vi sono angoli molti suggestivi che la modernità non ha contaminato : angoli di una bellezza singolare.



Oltre al Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, itinerari d’obbligo per i turisti ,  nomino come esempio  la zona  Naviglio  Martesana,  Borgo Gorla.  Una Milano maliosa che regala l’illusione di trovarsi a chilometri di distanza dal contesto metropolitano. Una camminata in via Tofane e dintorni offre scenografie d’altri tempi:  ristoranti tipici e osterie,  case tinteggiate a colori intensi, simili a quelle dei borghi marinari, che si specchiano nelle acque, orti e giardini rigogliosi,  ville antiche come Villa Angelica o Villa Singer che venne edificata a fine ottocento per  farne una distilleria di profumi ,  persino una casa con la facciata ricoperta di piastrelle a evocare quelle portoghesi . Fra la vegetazione a bordo naviglio spicca anche un albero d’arance. Bancherelle di libri usati , antiquariato e  oggettistica varia  contribuiscono a vivacizzare lo scenario. 



 Una Milano leggermente fuori mano rispetto alle briose vie del centro storico e Citylife, ma così affascinante che la si può  solo amare. Emblematico un cartello al Borgo di Gorla  che fiancheggia il naviglio -  Percorso turistico del Municipio 2 – recante la scritta “ La piccola Parigi”. 


Novembre 2022 – Y.Pelizzari

SAN MARTINO- SEMNAGO ( Lago di Como)

 

SAN MARTINO- SEMNAGO ( SAN SIRO - Lago di Como)

Il panorama che diviene emozione

Alla ricerca di ricordi inesistenti 

SAN MARTINO, una manciata di case  aggrappate a un lembo di territorio scosceso.

Quasi tutte abitate soprattutto in estate,  hanno altezze e facciate diseguali  che rendono il contesto pittoresco. Si potrebbe  immaginare che queste case gareggino fra loro per aggiudicarsi la migliore prospettiva, per scoprire poi che  tale fantasia  è insensata poiché SAN MARTINO, da ogni angolo,  gode panoramiche del lago indicibili. Gli unici pianori, probabilmente realizzati con zappa e badile da mani e braccia laboriose, ospitano la chiesa e il camposanto.  SAN MARTINO in autunno e in inverno è un borgo sonnacchioso immerso in uno scenario rilassante, silenzioso,  ma  sin dalla primavera e poi  in estate,  gente proveniente da più parti, anche dall’estero, lo ravvivano.

 Erano giorni che meditavo di raggiungere SAN MARTINO, quasi sentissi un richiamo e oggi,  appena alzata mi sono decisa a non procrastinare.

Dal borgo di  Noledo  a salire, la carrabile diviene assai ripida e per me che guido prevalentemente in città, risulta difficoltosa, quindi dopo aver lasciato l’auto in un parcheggio di fortuna,  non ho esitato a inerpicarmi sulla mulattiera  dai cigli ingentiliti da floridi cespugli di felci che inizia nei pressi di quella che  un tempo fu “La bottega del Nuto” ( di Noledo).

L’acciottolato versa in condizioni rovinose, ma ha il vantaggio di snodarsi fra prosperose robinie, secolari castagni e abbondanti roveti  i cui fiori in estate diventano succulente more.

Si sale, si prosegue oltre la bella edicola votiva in sasso  edificata in anni recenti a memoria di Suor Rina Saglio, si oltrepassa la Valle dell’Arna  mantenendosi sulla Via degli Alpini  sino a trovare sulla sinistra la deviazione  che conduce a  San Martino.

Una strada  prevalentemente ombrosa  e abbastanza pianeggiante che in pochi minuti, mantenendo una camminata a passo spedito, conduce alla Chiesa  che segna l’ingresso  nel borgo in Piazza di San Martino e Santa Apollonia.

Una bella chiesetta con uno svettante campanile quadrangolare dedicata appunto a San Martino, il protettore dei viandanti. Pare che  il motivo di tale dedica sia riconducibile al fatto che  qui, in tempi molto antichi,  ci fosse un ospizio che offriva ospitalità ai viandanti.

Il tetto della chiesa è stato rifatto recentemente e l’utilizzo di tegole  anziché piode non è del tutto  in armonia con l’ambiente, ma non è da escludere che il fattore economico abbia influito sulla scelta dei materiali. 

In Piazza San Martino e Santa Apollonia la meraviglia è palpabile  anzi è concretezza poiché da qui la vista è sorprendente e, in giornate come quella di oggi in cui la brezza leggera  ha spazzato via persino quella velatura a trame sottilissime tipica dei laghi che confonde le finiture, lo scenario è  mozzafiato.  Sulla piazza oltre la chiesa c’è la Locanda San Martino, una trattoria con cucina tipica locale  e,  il monumento “ Ai  valorosi che caddero per la grandezza d’Italia” .

Qui un piccolo spazio adibito a parcheggio segna l’inizio del divieto d’accesso alle auto: per andare oltre occorre  esclusivamente l’uso delle  proprie gambe.


Le case in pietra con la scala esterna sono quelle che prediligo e alle quali riservo maggior attenzione poiché sono quelle originarie. Molte lasciano credere che non siano più abitate da lungo tempo: in ogni caso sono peculiari a rendere singolare il contesto.

Alcune sono  state ristrutturate con tocchi di evidente modernità e qualcuna vi ha aggiunto anche la piscina. Altre invece sono state  rimaneggiate senza evidenti travolgimenti mantenendo inalterato lo stile originale .



I vicoli acciottolati, stretti, corrono da una casa all’altra, a tratti divengono scalinate che inducono a dubitare che siano stradine pubbliche e non accessi privati.

A San Martino non ho fatto grandi incontri:  nessun gatto mi ha attraversato la strada a portarmi sfortuna come vorrebbe la superstizione e non ho udito cani ad abbaiare mentre la cospicua presenza di arnie è segno che l’aria sia salubre e le api godono di buona vita.

Le finestre e le persiane rimaste chiuse o accostate hanno fugato qualsiasi dubbio sul fatto che il mio passaggio a San Martino possa aver arrecato disturbo ad alcuno.


Belle le  fontane erogatrici d’acqua potabile che se  correttamente datate risalgono al 1900.

La Chiesa che un tempo godeva della presenza costante del parroco poiché era una parrocchia- fu accorpata nell’Unico Ente parrocchiale di Santa Maria Assunta in  Santa Maria Rezzonico nel  luglio 1986-  evoca l’importanza appartenuta al borgo. Poco distante da essa, completamente immerso nel verde e nella quiete c’è il camposanto così  ben curato da sembrare un grazioso giardino. 

Forse l’anticamera del paradiso. 

 Mi sono seduta sul muricciolo che delimita la piazzetta antistante la Chiesa, che senza ombra di dubbio nel passato ha rappresentato il fulcro della vita del borgo.

Con l’inventiva ho cercato  immagini mai archiviate perché mai vissute, ma  sicura che siano esistite. Ho visto il portone della chiesa aperto e  giovani spose abbigliate con cura incamminarsi verso l’altare: donne che non avrebbero poi esitato a dare alla luce nidiate di bimbi.

Ho udito il canto di cori gioiosi e campane suonare a festa.

Accompagnata dai suoi genitori, che mai ho avuto la gioia di  chiamare nonni  perché loro sono partiti prima che io arrivassi,  ho visto mia mamma con  il vestito di seta blu, il suo abito da sposa: radiosa è andata incontro a mio papà che l’aspettava all’altare.

Era un lontanissimo giorno di febbraio e a me  non è dato sapere se facesse freddo oppure no . Ho solo la certezza che qui nella chiesetta di San Martino, quel giorno si celebrò il matrimonio dei miei genitori. Un’immagine incredibilmente vivida seppure non vissuta : lei, mia mamma, così bella, altera nel suo portamento!

Quella mamma che mai ho vista giovane perché sono figlia di genitori vecchi.

Mi sono poi avvicinata a un uomo affaccendato nei fatti propri che se non l’avessi chiamato non mi avrebbe vista e gli ho chiesto se abitasse a San Martino e  se poteva indicarmi la strada che conduceva al cimitero.

Mi ha risposto che si era trasferito altrove e qui è rimasta soltanto la mamma. La casa della mamma, un’altra  casa che  probabilmente un giorno chiuderà la porta per sempre. Mi ha accompagnata per un brevissimo tratto e poi mi ha detto che non mi sarei potuta sbagliare perché la via per il cimitero era una soltanto e l’ingresso stava presso la chiesa.

Ho camminato fra le lapidi, ho cercato quei nomi e cognomi che ripeteva spesso mia mamma e qualcuno l’ho pure trovato.

Sono poi tornata sui miei passi e le cataste di legno ben ordinate mi hanno fatto immaginare case dalle calde atmosfere con ceppi scoppiettanti dentro i focolari.

SAN MARTINO è un gioiello paesaggistico di rara bellezza,  apprezzato anche dagli stranieri come  dimostrano i cognomi riportati sulle targhette delle porte d’ingresso.

Tutti i borghi di SAN SIRO godono di una buona visuale del lago, ma  SAN MARTINO è privilegiato perché permette allo sguardo di raggiungere un buon tratto del ramo di Lecco, oltre all’Alto lago con sullo sfondo le maestose montagne della Valtellina. 

Ho lasciato il borgo alle spalle, mi sono incamminata dalla parte opposta a quella dove sono arrivata sino a raggiungere il tratto di mulattiera in salita che ricongiunge alla carrozzabile sovrastante.

A San Martino, con le mie sneakers moderne e silenziose  ho percorso molti di quei viottoli che  mia mamma ben conosceva  e che, chissà quante volte avrà percorso, in ogni stagione,  con gli zoccoli in legno rumorosi. Quelli fatti a mano con le stringhe e la tomaia in pelle nera,  tipici del lago di Como.

San Martino che  non  ho mai abitato,

San Martino che festeggiava alla grande  Santa Apollonia,

una festa a me pervenuta solo nella narrazione d’altri,

mi ha regalato languide sensazioni.

Ritornerò. 

Per coloro che desiderano approfondire relativamente alla chiesa http://web.tiscali.it/assunta_rezzonico/chiese/sanmartino/sanmartino.htm

 23 maggio 2020- Y. P.

Revisione nr 1 - Novembre 2022 – Y.Pelizzari.