domenica 11 febbraio 2018

TEMPLI MEGALITICI di HAGAR QIM e MNAJDRA- Civiltà Mediterranea ( Malta)





I templi megalitici di Hagar Qim e Mnajdra dal 1992 rientrano nel Patrimonio dell’Umanità e con i lavori di restauro e ripristino effettuati con utilizzo di fondi europei e in parte dal governo maltese, sono stati certamente ben valorizzati.


Sono strutture affascinanti risalenti al 3200 a. C., quindi ancora più antiche delle Piramidi d’Egitto e Stonehenge e si trovano nella parte meridionale di Malta, in uno fra i luoghi più suggestivi dell’isola, in parte perché i templi sono deliziati da panorami strabilianti in quanto situati al limite di una bella scogliera a picco sul mare, in parte perché sono testimonianza di una civiltà che ancora oggi non si è del tutto svelata.

Sono poco distanti fra loro, circa 500 metri: Hagar Qim ( in italiano “ pietra eretta”) si trova leggermente più in alto a metà costa, mentre Mnajdra ( Menaidra) poco più in basso, più vicino al mare.

Gli studi hanno rivelato interessanti scoperte come la presenza di altari, di colonne decorate.
Sono state rinvenute anche delle statuette decapitate conosciute come “le donne grasse” ora custodite nel Museo Archeologico della Valletta. Una dovrebbe essere la Dea Dormiente e l’altra la Venere di Malta.
Si accede al sito archeologico transitando da una palazzina ove acquistare il biglietto, quindi si assiste alla proiezione di un breve documentario, si visita una piccola esposizione con qualche reperto e materiale informativo e poi si procede .
Dopo pochi passi ci attende uno scenario inimmaginabile: il tempio di HAGAR QIM . Pietre millenarie, alcune dalle dimensioni gigantesche.
Ammutolisco di fronte a tale magnificenza e nella totale incredulità apprendo che il masso mastodontico che sto osservando, collocato verticalmente in perfetta armonia con il resto dell’edificazione pesa ben 25 tonnellate. Proveniente da chissà dove e trasportato chissà come?

La bellezza paesaggistica che mi circonda condiziona i miei pensieri, mi abbandono nell’abbraccio di una dolce nostalgia, s’alza prepotente il desiderio di condivisione con l’anima accomunata dal medesimo sentire che non necessita di spiegazioni.
Lo sguardo corre oltre lo scoglio/isoletta di FILFLA antistante e non importa se oltre , una linea fumosa simile a un gonfio velo grigio, non mi permette di focalizzare dove finisce il mare e inizia il cielo.
Il mare è il trionfo della bellezza, la culla della fantasia e io sono dentro la magia e nell’immaginario vedo la sconfinata costa, ora aspra e incolta, ricoperta di fiori di campo come ho letto su una qualche guida turistica e, a pieni polmoni respiro l’aria intrisa d’ inebrianti profumi di Sud. Lo stormo di gabbiani, emblema di libertà, mi fa tornare alla mente la poesia imparata a memoria ai tempi della scuola, di Vincenzo Cardarelli e mi crogiolo dentro i suoi versi.
GABBIANI
Non so dove i gabbiani abbiano il nido
Ove trovino pace.
Io sono come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

Percorro il tracciato pedonale realizzato per mano d’uomo moderno, leggermente in discesa e raggiungo MNAJDRA che per me rappresenta un mistero architettonico mentre Wikipedia lo descrive così: “Come struttura è assimilabile al tipo cromlech ma più complesso: lo schema è piuttosto simile ad un ferro di cavallo e i due cerchi che lo compongono formano una specie di navata laterale continua occupata da stanze con varia destinazione".

Osservo, anzi contemplo: ancora blocchi di pietra posizionati secondo una schema specifico danno origine a spazi assimilabili a stanze che formano, forse un complesso abitativo e penso che l’essere umano sia da sempre geniale. Alcuni di questi massi sono scolpiti, alcuni raffigurano dei segni paragonabili a delle spirali, altri invece dei simboli ancora indecifrati e ciò sta a testimoniare che fin dall’antichità i popoli non si occupavano unicamente della loro sopravvivenza.
“La particolarità dei questo sito archeologico però è un’altra: il tempio situato a sud viene attraversato dai raggi del sole durante i giorni di solstizio e equinozio! Il tempio sud di Mnajdra infatti è perfettamente allineato con i raggi del sole durante i giorni dell’equinozio (20-21 marzo e 22-23 settembre) durante i quali all’alba un raggio di sole entra attraverso l’asse principale del tempio toccando un punto preciso dell’altare principale. Durante i giorni del solstizio (21 giugno e 21-22 dicembre) si verifica invece un fenomeno analogo al precedente, ma differente! Durante il solstizio d’inverno il sole entra nel tempio attraverso la porta principale e un raggio va a baciare la grande pietra posizionata alla destra dell’altare, durante il solstizio d’estate invece il raggio di sole entra con angolazione opposta e va a toccare la pietra posta alla sinistra dell’altare”. ( Informazioni desunte da Travel' Tales)
La voce dell’ audioguida che tengo fra le mani mi trasmette molteplici informazioni sul luogo: ascolto con molto interesse e scopro che sono molte le domande ancora in sospeso e, occorre attendere che ulteriori ricerche trovino risposte plausibili.
Solitamente il tempo piacevole che dona benessere trascorre lesto e la mattinata si consuma in un battito d’ali. Purtroppo dobbiamo uscire da questo tempo, lasciamo alle nostre spalle i templi megalitici di Hagar Qim e Mnajdra e ci dirigiamo verso la fermata del bus che ci porterà dalla parte opposta a quella in cui ci troviamo e precisamente alle cittadine di Medina e Rabat.
Trascorrono diversi minuti prima che il bus arrivi e nel contempo ci scambiamo le impressioni sulla visita appena terminata e ci troviamo in completo accordo nell’affermare che questo luogo ha dell’incredibile e andando a MALTA è una visita imperdibile.
Ottobre 2013 -Yvonne

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