domenica 11 febbraio 2018

La GOMERA: l'isola della lingua fischiata

La Gomera: l’isola della lingua fischiata

La Gomera - Porto di San Sebastian

Appartenente all’Arcipelago delle Canarie, LA GOMERA con capitale SAN SEBASTIAN e con il PARCO NAZIONALE di GARAJONAY dichiarato dall’UNESCO Patrimonio universale dell’Umanità, merita di essere visitata, ma soprattutto di essere conosciuta poiché ho riscontrato che è poco nota, nonostante proprio in quest’isola fece scalo Cristoforo Colombo nel 1492 durante il suo primo viaggio verso le Indie -Americhe. Cristoforo Colombo da grande intenditore quale fu, l’apprezzò a prima vista tanto che fu proprio lui a portare all’attenzione delle autorità governative spagnole dell’epoca, la redittività che ne sarebbe potuta derivare da La Gomera e dell’arcipelago canario, proprio per la posizione strategica nelle vicinanze delle coste africane e il clima mite.
“La Gomera Isola della Spagna, situata nell’oceano Atlantico e compresa nell’arcipelago delle Canarie; amministrativamente fa parte della provincia di Santa Cruz de Tenerife. Di origine vulcanica, ha una forma arrotondata simile a quella di Gran Canaria; al centro dell’isola si innalza il vulcano Garajonay, che raggiunge i 1.481 m e i cui versanti rocciosi scendono al mare formando una costa dirupata e frastagliata da profonde gole.” (informazioni desunte dal sito http://www.canariastour.es/canarie/lagomera.htm)
LA GOMERA non è un’isola per tutti: è un’paradiso naturalistico e quindi è maggiormente apprezzata da chi ama la natura, chi ama camminare poiché offre numerosissimi sentieri per fare trekking, chi sa emozionarsi dinnanzi a panorami mozzafiato e soprattutto è perfetta per chi sa stupirsi di fronte ai miracoli della natura.
Noi ci siamo imbarcate a Los Cristianos di Tenerife e abbiamo raggiunto il porto di San Sebastian di La Gomera dopo un’ora circa di navigazione . Quindi con il bus e una guida molto preparata, si è dato inizio al tour dell’isola. Abbiamo lasciato alle spalle la capitale San Sebastian la cui visita era programmata nel ritorno e abbiamo intrapreso una strada a tornanti perfettamente asfaltata . Man mano che si saliva lo spettacolo sottostante diveniva sempre più ammaliante mentre dinnanzi il paesaggio appariva assai mutevole: zone verdeggianti con piante basse e poi improvvisamente alberi lussureggianti, altissimi di specie diverse e alcuni con i tronchi ricoperti da una particolare muffa biancastra simile a cristalli di neve gelata o forse meglio ancora, a spesse ragnatele.
Anche il terreno è molto diversificato: un alternarsi di verde, di terra rossa e un’infinità di muretti in sasso realizzati a secco che a me hanno fatto ricordare l’Irlanda e le Isole Aran e, ovviamente, non mancano neppure le zone rocciose perché come già detto la sua origine è prettamente vulcanica.
La Gomera è un’isola subtropicale a clima temperato caldo –umido pertanto la vegetazione è molto variegata: qui si trovano alberi di castagno, patate delle quali se ne fanno tre raccolti l’anno, stupendi alberi di alloro, quindi un’infinità di bananeti che producono i frutti per soddisfare il fabbisogno della Spagna continentale ( le banane di La Gomera come quelle di Tenerife non vengono esportate in altri paesi dell’Europa come ad esempio l’Italia), pomodori, tabacco, avocado, il frutto della passione, i fichi d’india nonché cactus quasi giganteschi e molte altre specie ancora.
A la Gomera non sono presenti rettili pericolosi.
Il nostro tour prevedeva fermate in punti strategici che offrivano scorci mozzafiato per consentire di scattare foto e poi una sosta più lunga al Parco Nazionale di Garajonay . Qui abbiamo avuto anche la possibilità di assaggiare un formaggio di capra tipico locale e un liquore alcolico dal sapore intenso che se ben ricordo si chiama ron –miel.
La superficie di LA GOMERA è di 352 km² (sesta isola dell'arcipelago), la popolazione è di circa 28.000 abitanti, e qui è l’unico luogo al mondo dove vige ancora un linguaggio basato unicamente sui fischi, chiamato appunto silbo gomero. Questa particolare forma comunicativa, un tempo veniva utilizzata dai pastori per passare informazioni a grandi distanze, pare addirittura nell’ordine di qualche chilometro. Questo linguaggio affinchè non sparisca viene insegnato ancora oggi a scuola. Durante la nostra escursione ci stata offerta l’opportunità di assistere ad una breve esibizione di silbo gomero che abbiamo trovato a dir poco sensazionale.
Lasciato sulla destra l’ingresso del Parco Nazionale, il nostro tour ha intrapreso un tratto di strada che a detta della guida, era stato aperto alla circolazione il giorno medesimo e quindi noi eravamo fra i primi a percorrerlo. Ebbene se quanto ci è stato detto fosse vero o falso poco importa, ma ciò che rimane innegabile è lo spettacolo alquanto inusuale che abbiamo potuto godere e di cui ora tento di fornire una breve descrizione nella assoluta certezza di non riuscire nell’intento in quanto uno spettacolo di sensazioni non è facilmente descrivibile. Comunque, dopo aver percorso qualche chilometro di questa nuova strada dal manto d’asfalto color rossiccio, fiancheggiata da muri dai quali quasi miracolosamente sbucavano piante grasse bellissime, siamo giunti in una piazzuola destinata a parcheggio. Siamo scesi dal pullman ed abbiamo seguito le indicazioni che portavano ad un albergo ristorante. Quindi siamo entrati e ci siamo trovati dentro la sala pranzo di dimensione contenute di un bel ristorante con delle ampie vetrate . E fin qui nulla di strano senonchè sulla parte sinistra rispetto all’ingresso, ma sempre internamente, vi era un corridoio che lasciava immaginare sbucasse su un terrazzo, tutto in vetro. Grossolanamente sintetizzerei dicendo che alla sala da pranzo è stato aggiunto un grande parallelepipedo posizionato orizzontalmente interamente in vetro e la straordinarietà era dettata proprio nell’entrare dentro il parallelepipedo, il quale appare completamente sospeso e consente un’ampia visuale di una tratto di costa di incredibile bellezza nonchè la vista di AGULO ( ubicato nel zona Nord dell’Isola tra il comune di Hermigua e Vallehermoso), un villaggio molto pittoresco adagiato sulle acque dell’oceano. Ovviamente il parallelepipedo è sorretto da grossi tubi di acciaio, ma essendo l’intera struttura abbarbicata su di una roccia scoscesa ed essendo il pavimento in vetro, l’impatto emotivo che ne deriva è notevole.
La mia innata curiosità di conoscere al meglio i luoghi che visito mi ha indotta a chiedere alla guida informazioni sulla innovativa costruzione e mi è stato risposto che a LA GOMERA diverse strutture turistiche come alberghi e ristoranti, questa compresa, sono di proprietà di una multinazionale danese che seppure opera per ottenere maggiori utili possibili, non trascura di mantenere il rispetto dell’ambiente anche perché qui le leggi in materia di edilizia, sono severe e le trasgressioni non sono consentite e/o tollerate. Credo di aver ben compreso che qui il binomio “condono edilizio” non è neppure pensabile.
Cosa ho provato dentro il " parallelepipedo"? Io soffro di vertigini e la sensazione iniziale è stata tutt’altro che piacevole, ma poi lasciando spaziare la vista, i miei timori sono volati via, fuori dal parallelepipedo ed è subentrata una sensazione di benessere totale e di grande stupore. Oltre i vetri, quella infinita distesa di blue intenso, vibrante, scintillante dell’oceano e l’azzurro luminoso del cielo mi hanno rapito l’anima e mi sono detta che chi non viaggia e non è curioso di conoscere il mondo, non può lontanamente immaginare del piacere di cui si priva. 
Nessuna fotografia, nessun documentario può fornire le emozioni che scaturiscono dall’essere testimoni oculari di situazioni nel momento in cui si verificano. Inoltre credo di averlo già precedentemente scritto, non tutti gli occhi vedono le stesse cose e ognuno di noi coglie dettagli diversi.

Abbiamo poi proseguito il tour raggiungendo il Ristorante Las Rosase circondato da una rigogliosa vegetazione di alberi verdi e piante floreali meravigliose, dove abbiamo discretamente pranzato.
Qui abbiamo fatto conoscenza con una giovane coppia piemontese: Barbara e Giuliano con il quali abbiamo poi condiviso simpatici momenti di conversazione.
Ancora, sali e scendi per le strade dell’Isola, sempre in un susseguirsi di alternanze paesaggistiche inusuali per noi, fino a raggiungere'''la capitale SAN SEBASTIAN''' che si potrebbe definire semplicemente un grosso villaggio dislocato intorno al porto marittimo.
La via più importante è fiancheggiata da negozi dalle vetrine piuttosto semplici e attraversa il villaggio passando da una piazza centrale sulla quale si affaccia la chiesa dell’Assunta alquanto interessante. Infatti qui erano presenti parecchi visitatori.
Altra attrattiva di San Sebastian è la Torre del Conde una struttura quadrangolare dipinta di bianco con sassi a vista color grigio scuro il cui interno non era visitabile, e che spicca dentro un bel parco delimitato da frondosi alberi di carrubo.
San Sebastian de La Gomera è sviluppato su due livelli: la parte bassa attorno al porto e la parte alta, su di un’altura che sovrasta appunto la zona portuale è rappresentata da un raggruppamento di casette basse colorate con tinte assai forti. L’insieme crea una cartolina molto singolare.
L’isola dispone anche di un aeroporto.
Un tempo nei pressi di Agulo vi era pure un porto mercantile divenuto negli anni inagibile e del quale oggi sono visibili resti di colonne portanti. Il ripristino richiedeva l’impiego di ingenti somme di denaro . L’amministrazione dell’Isola fece le opportune valutazione e preferì sacrificare il porto e destinare i fondi alla costruzione di una bellissima strada , quella dolcemente serpeggiante dalla manutenzione impeccabile che consente appunto di raggiungere qualsiasi punto dell’isola. Scelta indubbiamente moto azzeccata perché l’affluenza turistica è divenuta notevole.
(Negli anni addietro, proprio l’assenza di una strada che collegasse i vari centri abitati aveva costretto molti abitanti ad abbandonare l’isola) .
Che altro potrei aggiungere se non suggerire a tutti coloro che intendono soggiornare a Tenerife di riservare almeno una giornata a LA GOMERA: un piccolo Eden accarezzato e/o violentato dalle onde impetuose dell’ oceano Atlantico.
Novembre 2014 - Descrizione di cui mi riserbo il diritto di pubblicare altrove

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