mercoledì 14 febbraio 2018

NESSUNO PUO’ VOLARE - Simonetta Agnello Hornby


NESSUNO PUO' VOLARE –  A meno che si prenda l’ aereo….

E’ in libreria il nuovo romanzo di Simonetta Agnello HornbyNESSUNO PUO' VOLARE.
Lo vedo esposto fra le novità con una sgargiante copertina rossa  dalla quale spicca una fotografia in bianco e nero raffigurante una elegante giovane donna e una bimba che si sta esibendo in una capriola. Lo scenario e la strada antistante una casa.  L’uscio che si affaccia direttamente sulla strada  m’induce ad immaginare che si tratta di una casa del sud  e i panni  stesi su di un filo fuori dalla finestra me lo confermano.
Lo prendo in mano e non mi pongo il problema di conoscere anticipatamente la trama, sono una fedele lettrice di Simonetta Agnello e sono certa che come tutti i suoi romanzi precedenti, anche questo non mi deluderà.
Oltre tutto sono in procinto di partire per la Sicilia e mi pare proprio che questo libro sia perfetto per l’occasione.
Inizio la lettura in aereo e sin dalle prime pagine lo trovo molto interessante.
Cerco di leggere lentamente, vorrei che mi accompagnasse per l’intera vacanza.
Ci riesco.
Trama
Non si tratta di un romanzo vero e proprio  bensì  del diario di un viaggio che inizia a LONDRA e si conclude in Sicilia, a Palermo, la città natale dell’autrice.
Un viaggio speciale che la scrittrice  intraprende con al figlio George, con l’obbiettivo di fargli conoscere e visitare alcune città importanti come Milano, Firenze, Roma.
George da qualche anno è costretto a muoversi sulla sedia a rotelle a causa della sclerosi multipla diagnostica in Inghilterra e il cui decorso, se non avvengono nuove scoperte, è già ben tracciato.
Dunque il libro racconta l’esperienza personale dell’autrice che improvvisamente si trova in una situazione mai immaginata. Il filo conduttore delle narrazioni è l’inabilità.

Come si vive dovendo muoversi su di una sedia a rotelle?
La società è  in grado di  permettere a coloro che non possono muoversi autonomamente di vivere una vita normale?
Le disabilità un tempo erano considerate disgrazie, disonori e solo nel 2006 è stata approvata la Convenzione della Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità.

Alcuni capitoli danno voce a George che racconta la propria evoluzione in funzione della malattia, l’approccio all’utilizzo della carozzella elettrica per disabili, il superamento dello shock iniziale.
“ Sono sempre stato il tipo di persona che considera la vita una serie di sfide inevitabili, e credo che viverla bene dipende proprio da come queste sfide vengono affrontate, evitando di fermarsi a recriminare sull’ingiustizia o sulle difficoltà, o, peggio ancora, di arrendersi. A mio avviso, se il meteo ha annunciato temporali è meglio portarsi un ombrello robusto anziché dispiacersi, prendersela con il meteo o rinunciare a uscire.”

Certo, non è facile accettare una  malattia invalidante: non è facile per George e non è facile per la mamma, eppure è possibile.
Il titolo del libro “ Nessuno può volare” vuole significare che come nessuno di noi può volare  e George non può camminare, nulla impedisce di godersi comunque la vita.

“ Nella vita c’è più del volare e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato quel di più”.

Un libro molto intenso che indubbiamente induce a riflettere e che tutti dovremmo leggere.
Anche perché  anche se solo casualmente potremmo trovarci in certe situazioni o in contatto con persone affette di disabilità è indispensabile che la  sensibilità deve essere prioritaria su tutto.

“Un viaggio che è anche – soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero”.

Impressioni personali

"Nessuno può volare" - Un libro che ho molto apprezzato e dentro il quale ho trovato asserzioni dell’autrice che hanno rafforzato alcuni miei convincimenti. E per me non è cosa da poco conto perché Simonetta Agnello Hornby è una cittadina italiana e britannica nata a Palermo nel 1945 e che vive a Londra dal 1972  dove ha svolto la professione di avvocato dei minori ed è stata per 8 anni presidente dello Special Needs and Disability Tribunal . Nel 2016 il presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale.

Lo stile letterario è dotto ed elegante .

Qualche stralcio significativo

( Riferendosi al principe Carlo) – “ Che un neonato sia destinato a seguire le orme dei genitori è un vero e proprio abuso di minore. Che avvenga nei bassifondi o in un palazzo reale è irrilevante. Il libero arbitrio è un diritto umano fondamentale, invece il povero Carlo da quando è nato sa di dover diventare re; a meno che non voglia affrancarsi con un gesto di rottura, come fece il prozio Edoardo VIII, che abdicò – si dice – soltanto per amore. Probabilmente Carlo non immaginava che avrebbe dovuto superare l’età della pensione  prima di poter accedere al primo e unico lavoro della sua vita”.

(Visitando Firenze e l’archivio de Lo Spedale) – “ Mi commuove, inoltre, che la cittadinanza fiorentina fosse data ai bambini nati o che si trovavano a Firenze, figli di schiave africane e dunque chiaramente diversi. E mi vergogno della nostra riluttanza, nell’Europa del XXI secolo, a estendere la cittadinanza ai figli dei rifugiati e agli orfani che approdano sulle nostre sponde. En pasant, ho notato che lo Spedale degli Innocenti è sempre stato una fondazione laica e mai un’opera pia”.
 Altre opere dell’autrice che ho letto e recensito:
La zia Marchesa
La mennulara
Boccamurata
Il veleno dell’oleandro
La Monaca
Via XX Settembre
Caffè amaro

Ottobre 2017 - Y.P.


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