NESSUNO PUO' VOLARE – A meno che si prenda l’ aereo….
E’ in libreria il nuovo
romanzo di Simonetta Agnello Hornby: NESSUNO PUO' VOLARE.
Lo vedo esposto fra le novità con una sgargiante copertina rossa dalla quale spicca una fotografia in bianco e nero raffigurante una elegante giovane donna e una bimba che si sta esibendo in una capriola. Lo scenario e la strada antistante una casa. L’uscio che si affaccia direttamente sulla strada m’induce ad immaginare che si tratta di una casa del sud e i panni stesi su di un filo fuori dalla finestra me lo confermano.
Lo vedo esposto fra le novità con una sgargiante copertina rossa dalla quale spicca una fotografia in bianco e nero raffigurante una elegante giovane donna e una bimba che si sta esibendo in una capriola. Lo scenario e la strada antistante una casa. L’uscio che si affaccia direttamente sulla strada m’induce ad immaginare che si tratta di una casa del sud e i panni stesi su di un filo fuori dalla finestra me lo confermano.
Lo prendo in mano e non mi
pongo il problema di conoscere anticipatamente la trama, sono una fedele
lettrice di Simonetta Agnello e sono certa che come tutti i suoi romanzi
precedenti, anche questo non mi deluderà.
Oltre tutto sono in
procinto di partire per la Sicilia e mi pare proprio che questo libro sia
perfetto per l’occasione.
Inizio la lettura in aereo
e sin dalle prime pagine lo trovo molto interessante.
Cerco di leggere
lentamente, vorrei che mi accompagnasse per l’intera vacanza.
Trama
Non si tratta di un romanzo
vero e proprio bensì del diario di un viaggio che inizia a LONDRA
e si conclude in Sicilia, a Palermo, la città natale dell’autrice.
Un viaggio speciale che la
scrittrice intraprende con al figlio
George, con l’obbiettivo di fargli conoscere e visitare alcune città importanti
come Milano, Firenze, Roma.
George da qualche anno è
costretto a muoversi sulla sedia a rotelle a causa della sclerosi multipla
diagnostica in Inghilterra e il cui decorso, se non avvengono nuove scoperte, è
già ben tracciato.
Dunque il libro racconta
l’esperienza personale dell’autrice che improvvisamente si trova in una
situazione mai immaginata. Il filo conduttore delle narrazioni è l’inabilità.
Come si vive dovendo
muoversi su di una sedia a rotelle?
La società è in grado di permettere a coloro che non possono muoversi
autonomamente di vivere una vita normale?
Le disabilità un tempo
erano considerate disgrazie, disonori e solo nel 2006 è stata approvata la
Convenzione della Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità.
Alcuni capitoli danno voce
a George che racconta la propria evoluzione in funzione della malattia,
l’approccio all’utilizzo della carozzella elettrica per disabili, il
superamento dello shock iniziale.
“ Sono sempre stato il tipo
di persona che considera la vita una serie di sfide inevitabili, e credo che
viverla bene dipende proprio da come queste sfide vengono affrontate, evitando
di fermarsi a recriminare sull’ingiustizia o sulle difficoltà, o, peggio
ancora, di arrendersi. A mio avviso, se il meteo ha annunciato temporali è
meglio portarsi un ombrello robusto anziché dispiacersi, prendersela con il
meteo o rinunciare a uscire.”
Certo, non è facile
accettare una malattia invalidante: non
è facile per George e non è facile per la mamma, eppure è possibile.
Il titolo del libro “
Nessuno può volare” vuole significare che come nessuno di noi può volare e George non può camminare, nulla impedisce
di godersi comunque la vita.
“ Nella vita c’è più del
volare e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato quel di più”.
Un libro molto intenso che
indubbiamente induce a riflettere e che tutti dovremmo leggere.
Anche perché anche se solo casualmente potremmo trovarci
in certe situazioni o in contatto con persone affette di disabilità è
indispensabile che la sensibilità deve
essere prioritaria su tutto.
“Un viaggio che è anche –
soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per
consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero”.
Impressioni personali
"Nessuno può volare" - Un libro che ho molto
apprezzato e dentro il quale ho trovato asserzioni dell’autrice che hanno
rafforzato alcuni miei convincimenti. E per me non è cosa da poco conto perché Simonetta
Agnello Hornby è una cittadina italiana e britannica nata a Palermo nel 1945 e
che vive a Londra dal 1972 dove ha
svolto la professione di avvocato dei minori ed è stata per 8 anni presidente
dello Special Needs and Disability Tribunal . Nel 2016 il presidente della
Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’ordine della Stella d’Italia nel
grado di Grande Ufficiale.
Lo stile letterario è dotto
ed elegante .
Qualche stralcio
significativo
( Riferendosi al principe
Carlo) – “ Che un neonato sia destinato a seguire le orme dei genitori è un
vero e proprio abuso di minore. Che avvenga nei bassifondi o in un palazzo
reale è irrilevante. Il libero arbitrio è un diritto umano fondamentale, invece
il povero Carlo da quando è nato sa di dover diventare re; a meno che non
voglia affrancarsi con un gesto di rottura, come fece il prozio Edoardo VIII,
che abdicò – si dice – soltanto per amore. Probabilmente Carlo non immaginava
che avrebbe dovuto superare l’età della pensione prima di poter accedere al primo e unico lavoro
della sua vita”.
(Visitando Firenze e
l’archivio de Lo Spedale) – “ Mi commuove, inoltre, che la cittadinanza
fiorentina fosse data ai bambini nati o che si trovavano a Firenze, figli di
schiave africane e dunque chiaramente diversi. E mi vergogno della nostra
riluttanza, nell’Europa del XXI secolo, a estendere la cittadinanza ai figli
dei rifugiati e agli orfani che approdano sulle nostre sponde. En pasant, ho
notato che lo Spedale degli Innocenti è sempre stato una fondazione laica e mai
un’opera pia”.
La zia Marchesa
La mennulara
Boccamurata
Il veleno dell’oleandro
La Monaca
Via XX Settembre
Caffè amaro
Ottobre 2017 - Y.P.
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