domenica 11 febbraio 2018

A CORUNA, la Spagna che non immaginavo!

A Coruna, la Spagna che non immaginavo!

La Coruña - Imbarcazioni rosse al Porto

L’amore per il proprio paese, come scrisse il musicista e direttore d’orchestra Pablo Casals, è una cosa splendida, ma il varcare i confini spesso è davvero sorprendente ed io ogni tanto amo allontanarmi, andare altrove a curiosare e vedere se esistono stili di vita diversi dal mio, altri cieli e altri orizzonti.
Questa volta non sono andata molto distante, ma quanto ho visto mi ha particolarmente meravigliata, il contrasto delle architetture, vecchio e nuovo, ha dato vita a sensazioni impreviste e sono tornata felice e appagata.
Un viaggio nato per caso: un desiderio concepito sulla poltrona di una sala cinematografica mentre copiose lacrime mi devastavano il maquillage.
Era la fine di maggio ed ero andata a vedere il film ispirato a tre racconti della scrittrice Alice Munro , JULIETA, l’ultimo lavoro di Pedro Almodovar, una storia drammatica ambientata in Spagna.
Mentre sullo schermo si consumava il dramma di Julieta, scorrevano immagini di coste frastagliate, speroni rocciosi fuoriuscenti dalle acque contro i quali onde poderose andavano a morire dopo aver dato vita a valanghe di schiuma che dapprima si alzavano e poi cadevano ad ombrello….E infine quando il bel giovane che impersonava l’amore della protagonista, con la sua barca aveva solcato quel mare che ben conosceva per andare a pescare, ma soprattutto per sbollire la rabbia che gli era montata dentro, io ero stata catturata da un paesaggio ammaliante.
Tornata a casa mi ero messa a ricercare dove fosse stata girata la pellicola: in parte a Madrid , strade che avevo ben riconosciuto per esserci stata soltanto qualche mese prima e poi A CORUNA.
Era trascorsa poi qualche settimana e questa città di cui non sapevo nulla, sembrava mi chiamasse. .
Ne avevo parlato con la mia compagna di viaggio e lei mi aveva risposto che seppure non aveva ben chiaro dove fosse collocata A Coruna, sarebbe stata felice di scoprirla con me.
E ora: sono tornata da poco. Non ho trovato il volo diretto quindi ho viaggiato con IBERIA, la compagnia aerea spagnola: Linate- Madrid e poi Madrid - A Coruna per un totale di 4 ore e mezza e viceversa.
Sento ancora nelle orecchie il fragore delle onde dell’Oceano Atlantico, ho negli occhi immagini di spiagge immense, bianche, di sabbia fine e un costa frastagliata, bassa, di rocce rosse che a tratti mi ha fatto ricordare la Cornovaglia.
E una vegetazione lussureggiante: alberi secolari con tronchi dai colori impensabili per effetto delle muffe che li rivestono, eucalipti frondosi dalla grossezza enorme e magnolie le cui radici aeree avvinghiate ai rami generano delle vere e proprie sculture.
Parchi ampi, ben tenuti, puliti e vorrei aggiungere anche “ ben arredati” poiché ovunque sono collocate panchine dalle forme più disparate, in alcuni casi di ferro battuto abbondantemente lavorato e poi , fontane, statue, opere d’arte varie.
Il parque di Alameda a Santiago di Compostela ne è l’esempio più eclatante: statue ad altezza naturale, qualcuna allegorica e persino una parte di giardino riservata specificatamente ai gatti in cui vige il divieto d’ingresso ai cani.
Ma quanto è verde la Galizia! E quanto è bella A Coruna!
E il cielo….sembra davvero in alto, più in alto rispetto al cielo d’Italia, irraggiungibile e soprattutto mutevole come il cielo d’Irlanda. Nuvole nere minacciose che improvvisamente si strappano e lasciano intravedere pezze d’azzurro cobalto, oppure cieli nitidi, luminosi costellati da voluminosi cirri bizzarri che si rincorrono. E lo spettacolo diventa inenarrabile quando il cielo diviene “ tutto”: azzurro che più azzurro non si può e nero minaccioso come se da un momento all’altro dovesse arrivare il finimondo. Alzi lo sguardo e osservi stupito: grandi lenzuola marmorei dal grigio piombo al nero e il concavo opposto un trionfo di azzurro e luce, impossibile credere che ci si trovi sotto lo stesso cielo.
E poi lontano, fin dove lo sguardo arriva, l’oceano mai addormentato che amoreggia con il cielo fino a fondersi e divenire un tutt’uno.
E il clima: a metà ottobre durante il mio viaggio non è mai piovuto, la temperatura ha raggiunto anche i 22 gradi e su alcune spiagge c’era chi prendeva il sole e chi faceva il bagno.
Ecco perché gli abitanti di qui sono sempre abbronzati.
Segue diario di viaggio per chi desidera LEGGERLO e poi magari PARTIRE!

A CORUNA
“La Coruña (in lingua galiziana è ufficialmente A Coruña) è un comune situato nell'estremo nord-ovest della Spagna, capoluogo della sua provincia omonima, della comarca omonima nonché nella comunità autonoma della Galizia. È la prima città galiziana con 213.934 abitanti e il secondo comune galiziano con 243.870 abitanti (INE, 2015 )- ( da Wikipedia)”.
Atterrate all’aeroporto, abbiamo preso il taxi in quanto di domenica le corse del bus hanno una frequenza oraria e noi avremmo dovuto attendere un’ora.
In pochi minuti abbiamo raggiunto l’albergo, la percorrenza si aggira intorno ai 10 km e il taxi ha preteso 20 euro. Hotel perfetto perfettamente corrispondente a un buon quattro stelle.
Depositiamo i bagagli e senza perdere tempo ci avventuriamo subito per le vie della città e immediatamente ne abbiamo un’impressione molto positiva nonostante l'Avenida MARINA sia fiancheggiata da alti palazzi, anzi grattacieli, ma non grattacieli comuni poiché le facciate sono vetrate : si tratta delle “ galerias” realizzate per proteggersi dai venti.
Il clima è davvero gradevole e ci mette di buon umore e quindi decidiamo di approcciarci alla cucina galiziana poiché abbiamo un certo languore.
Sono in procinto di divenire vegetariana, ma non so ancora rinunciare al pesce e qui non esito a ordinare il Pulpo perché è il piatto tipico e lo trovo davvero gustoso: servito su un piatto tondo in legno, condito principalmente con olio e polvere di pimiento.
La Cri, si lascia attrarre da una bella tortilla con patate ( misura media - 10 uova) che le toglierà l’appetito sino al giorno successivo.
Dentro di me ho pensato che fortunatamente ha ordinato la "media" perchè se avesse optato per la "grande" forse si sarebbe saziata per una settimana intera.
Camminiamo, osserviamo e ci soffermiamo ad ammirare le facciate, davvero particolari: in pratica i balconi lunghi e stretti vengono chiusi da vetrate.
Le linee architettoniche anche se differenti fra loro danno vita ad un contesto armonioso.
Avenida Marina è assai lunga e ci porta fino al Porto.
La zona portuale è davvero ampia, ma soprattutto è spettacolare ed entrambe ne rimaniamo affascinate . Le galerias bianche, eleganti, si riflettono nelle acque del porto dove file di barche ben ordinate si esibiscono come fossero in mostra. Fra tutte spiccano alcune piccole imbarcazioni di colore rosso che penso siano tipiche dei pescatori della zona. Altro che effetti speciali!
Gli spazi sono ben razionalizzati: la pista ciclabile, la passeggiata, la zona parco giochi, panchine varie, statue, e in fondo contornata dall’acqua zampillante la Virgen del Carmen, protettrice degli uomini del mare e poi ancora filari di palme rigogliose sino ad arrivare alla dolce altura dove è si trova il Castelo-Fortezza di San Antonio dentro il quale è allestito il Museo archeologico e storico. Una visita imperdibile sia per le visuale che si gode dall’alto che consente di distinguere il porto vecchio dal nuovo, sia per la cisterna romana nel sotterraneo.
La città vecchia, di dimensioni ridotte, è antistante la zona portuale e addentrarsi per le vie è davvero piacevole e l’atmosfera suggestiva. Chiese imponenti, la Collegiata romanica di Santa Maria del Campo, negozietti singolari e numerosi ristorantini e bar.
La Piazza Maria Pita ove troneggia la statua omonima è pregevole e qui vi si affaccia anche l’edificio del comune accessibile al pubblico per le visite in orari specifici. 
La città vecchia è semplicemente da vivere. 

L’emblema della Coruna è la Torre di Ercole, un enorme faro costruito dai romani nel primo secolo dopo Cristo, l’unico al mondo ad essere ancora in funzione. In origine era di dimensioni più ridotte perché all’esterno c’era una rampa necessaria a portare in cima il combustibile. E’ ubicato su un colle e nel corso della storia ha subito diversi rimaneggiamenti fra cui il più rilevante avvenne nel 1788 per opera dell’ingegnere Eustachio Giannini, che, coadiuvato da Josè Cornide Saavedra, coprì i resti del faro romano con le facciate attuali. Il faro in pianta quadrata i cui lati misurano 11,40 metri e l’altezza raggiunge i 59 metri si eleva fino a 120 metri sopra il livello del mare e internamente è suddiviso in tre piani e ciascuno di essi in quattro stanze sovrastate da soffitti a volte a botte.
La torre è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità, per arrivare in cima occorre salire circa 240 gradini ed è gemellata con la Statua della Libertà poiché rappresentano due punti nevralgici sulle sponde dell’Atlantico. Inoltre il 26 settembre del 2008 si è celebrato pure il gemellaggio con il Faro del Morro, costruito a Cuba nel 1845.
Sottostante il faro , nell’ampia zona a prato verde, spicca una grande rosa dei venti, opera di Javier Correa:
“Compass rose rappresentano i diversi popoli celtici situati vicino alla Torre di Ercole di La Coruña, Galizia, Spagna.”
Andando oltre ( verso il porto), sempre fiancheggiando l’oceano e calpestando l’erba verde ci si trova dinnanzi ad una serie di sculture granitiche ( sedici) dell’artista contemporaneo Manolo Paz, ossia i famosi Menhir e più avanti una serie di massi posizionati in modo simile a quelli di Stonehange. 
In breve , qui è possibile ammirare la realizzazione di un insieme di indubbia bellezza e singolarità anche perché lo sfondo rimane sempre l’Atlantico con il suo incessante fragore.
Dalla parte opposta al porto ci sta il PASEO Maritimo ossia l’insenatura di Orzan con le spiagge di Riazor e Orzan e quindi l’Obelisco e Monte San Pedro e per gli sportivi lo Stadio.
Potrei dilungarmi all’infinito nella descrizione di queste stupende spiagge immense interrotte da scogli rossastri a creare angoli indescrivibili, ma mi limito a dire che la sabbia bianca, fine, luccicante sotto i raggi del sole diviene irresistibile e i nostri piedi non desidererebbero altro che sprofondarvi dentro , nudi.
L’obelisco MILLENIUM, alto 46 metri, invece fuoriesce dall’acqua di una bassa fontana ed è molto scenografico. La zona sottostante e circostante è tutta rocce tondeggianti percorribile a piedi e soprattutto rappresenta il luogo ideale per riempirsi la vista di oceano e scattare fotografie meravigliose.
Monte San Pedro sarebbe raggiungibile mediante un ascensore panoramico, ma in questi giorni feriali non era in funzione ( pare che in questo periodo funziona solo nei week end), quindi siamo saliti a piedi impiegandoci circa 30 minuti. Occorre salire e…..qui si raggiunge il Paradiso.
Un immenso parco ricoperto da un manto erboso talmente bello che sembra finto, ma non solo...
Monte San Pedro è sopraelevato rispetto alla città quindi lascio immaginare cosa si possa ammirare: la costa di A Coruna è lunga circa 13 chilometri e da qui si vede la conformazione territoriale nel suo complesso. Una visuale sublime.
La permanenza a La Coruna di tre giorni ci ha permesso di godercela appieno, in alcuni strade siamo ritornate, non abbiamo trascurato di visitare neppure la Casa Museo di PICASSO , dove ha vissuto con la sua famiglia dall’età di nove anni fino ai tredici.
Una casa prevalentemente ricostruita poiché di autentico ci è stato detto che vi è solo una sedia e un armadio, ma comunque pare che la replica sia totalmente corrispondente all’originale.
I mezzi pubblici sono molto frequenti, di sera abbastanza affollati e ciò ci ha indotte a credere che il livello di sicurezza sia elevato.
Abbiamo avuto la chiara impressione che dopo cena sia abitudine uscire di casa perché la spiaggia di Riazor alle ventidue sembrava una pista di atletica: persone di tutte le età in abbigliamento sportivo correvano, camminavano velocemente, facevano attività fisica.
Numerosi anche i ciclisti e consistente la presenza di piste ciclabili.
E poi decine e decine di persone a passeggio con i cani: sembra che in questa città tutti siano proprietari di cani tanto che con grande stupore abbiamo visto sulla spiaggia cagnolini liberi dotati di un particolare guinzaglio con pila incorporata. Praticamente i cagnolini correvano liberamente con una luce intermittente sul dorso. Mai visti prima.
Potrei continuare, aggiungendo elenco di monumenti, edifici interessanti, parchi e altro, ma ritengo che chi avrà avuto la costanza di leggere sino a qui, abbia appreso la bellezza di A Coruna , una città che pur non essendo molto pubblicizzata merita di essere visitata, più di altre.
Qui chiudo, invio un grandioso GRAZIE a Pedro Almodovar e nei prossimi giorni proseguirò con SANTIAGO di COMPOSTELA.
22 ottobre 2016 – Y. P. (Mi riserbo il diritto di pubblicare altrove)

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