venerdì 16 febbraio 2018

LA VITA DAVANTI A SE' - Romain Gary


 Romain Gary di origine ebreo russa nasce in Lituania nel 1914 e muore suicida nella sua casa a Parigi il 2 dicembre 1980. A 30 anni è un eroe di guerra e scrive il suo primo romanzo Educazione Europea che Sartre definisce il miglior testo della resistenza.
Romain Gary è uno scrittore di grande talento e pubblica numerosi romanzi ma con nomi diversi:
Romani Kacew – Emile Ajar –Fosco Sinibaldi – Shatan Bogat e Romani Gary.
E’’unico ad aver vinto per ben due volte il Prix Goncourt che è il più prestigioso premio letterario francese istituito nel 1896 a Parigi per volere dello scrittore Edmond de Goncurt.

La prima volta lo vinse nel 1956 con Le Radici del Cielo e nel 1975 con lo Pseudonimo Emile Ajar con LA VITA DAVANTI A SE’ di cui nel 1977 Mizcahi ne ha fatto la versione cinematografica premiata con l’Oscar quale miglior film straniero con Simone Signoret nel ruolo di Madame Rosa.
Nel 1960 Romain Gary pubblica un altro romanzo ritenuto un capolavoro dal titolo La promessa dell’alba.  
Nel 1962 sposa in seconde nozze la bellissima attrice americana molto in voga negli anni sessanta Jaen Seberg interprete di Bonjuor tristesse tratto dall’omonimo romanzo di Sagan, dalla quale divorzia nel 1979.
( Jean Seberg a soli 41 anni, dopo aver interpretato numerosi film di successo muore suicida nel 1979 per overdose di barbiturici)
Non vado oltre con la presentazione dell’autore , invece tento di presentare LA VITA DAVANTI A SE’.
Non creo suspance e dico subito che è un ottimo libro; apparentemente ironico, non credo di sbagliarmi, definendolo drammatico. Drammacità delle “vite per caso” raccontata con ironia.
“ I romanzi irresistibili sono rari. La vita davanti a sé , fa parte di quei libri che sconvolgono l’equilibrio affettivo del lettore “- Yann Queffelec
“ Un romanzo toccato dalla grazia” – Stenio Solinas
Dopo simili affermazioni, che posso aggiungere io?
Trama
Madame Rose, ebrea, donna di vita, ritornata dalla Germania, dopo i 50 anni aveva incominciato ad ingrassare e non era più molto appetibile. Sapeva che le donne che fanno la vita trovano molte difficoltà a tenersi i figli perché la legge lo proibisce per ragioni morali e così ha avuto l’idea di aprire una “ pensione senza famiglia per bambini nati per sbaglio” figli delle colleghe prostitute. Fra tutti c’è Mohammed detto Momo’, arabo, figlio di Aicha, prostituta da 20 marchette al giorno, uccisa dal marito “psichiatrico” finito in manicomio per ben 11 anni. Momo’ è solo e cresce con Madame Rosa Fra i due nasce una storia di amore materno, un sentimento molto forte, un legame vero, di grande protezione reciproca.
La storia è raccontata da Momo’ che per tanto tempo non sa esattamente quale sia la sua vera età , forse 10 anni, si dice che non è stato datato, poi improvvisamente scopre di averne quattro di più: si trova ad aver 14 anni. E aver 14 anni quando si è soli al mondo non è un fatto trascurabile.
Il romanzo è ambientato nella periferia di Parigi e Momo’ con la sua innocenza ci racconta la sua vita, la sua storia, il mondo che lo circonda: personaggi di razze diverse, clandestini, prostitute , travestiti, eroinomani .
Per Momo’ le puttane sono “ gente che si difende con il proprio il culo”, degli ebrei e delle questioni del Signor Hitler poco gliene importa: gli ebrei sono persone come tante altre.
Cè il signor Hamil che non si separa mai dai Miserabili di Victor Hugo neppure quando diventerà cieco e Momo’ spera che quando sarà adulto scriverà pure lui I miserabili….
C’è anche la drogheria del signor Keibali, dove si radunano tutte le notizie….
Infine Madame Rosa si ammala e corre il rischio di superare “il record mondiale dei vegetali” ed allora le pagine si riempiono di un sentimento struggente , commovente, contemporaneamente si ride e si piange. Momo’ non abbandonerà mai Madame Rosa , non permetterà che termini i suoi giorni in ospedale perché lei non lo vuole: “ State tranquilla , Madame Rosa, non vi lascerò diventare campione mondiale dei vegetali in un ospedale…”
E così….” mi alzavo e andavo a mettere il ritratto del signor Hitler sotto gli occhi di Madame Rosa ma non le faceva niente, non era più con noi”.
I temi toccati sono molti : il dramma della vecchiaia in una società dove i vecchi sono ritenuti inutili, l’accanimento terapeutico quando la vita vuole andare via e i medici non lo permettono,
Io trovo che non c’è niente di più schifoso che infilare a forza la vita nella gola della gente che non si può difendere e che non vuol più essere utile”
i travestiti
“ Madame Lola era stata campione di boxe in Senegal, era gentile come poca gente che ho conosciuto. Lei ha sempre voluto avere dei figli ma vi ho già spiegato che non era attrezzata per questo, come molti travestiti che da quel punto di vista non sono in regola con le leggi della natura”
e infine le diversità: Momo è musulmano, Madama Rose è ebrea, ognuno ha la propria religione ed insieme sono in perfetta armonia.
E’ un libro che non dimenticherò facilmente oltre che per il contenuto anche per lo stile narrativo insolito e volutamente “ grammaticalmente imperfetto”. Molto bella anche la copertina in bianco e nero raffigurante un ragazzino dal volto quasi imbronciato e lo sguardo intenso e vivo rivolto verso l’alto a significare che ci si può elevare nonostante tutto. 
E’ certamente Momo’: simpatico, intelligente e sensibile.
" Io penso che avesse ragione il signor Hamil quando ci aveva ancora tutta la testa e che non si può vivere senza nessuno da amare, ma non vi prometto niente, bisogna vedere".
Curiosità: Mentre nel 1975 La vita davanti a sé veniva decretato vincitore del Grancourt e l’autore Emile Ajar il più promettente romanziere degli anni settanta, Romain Gary veniva considerato dalla critica uno scrittore finito, senza più nulla da dire.
Solo successivamente si scoprì che Emile Ajar era Romain Gary.
214 pagine – Neri Pozza Editore- 11 edizione agosto 2009

1 commento:

  1. Bellissima recensione. Questo è un romanzo che ho letto in gioventù e mi ricordo il "tapage" che fece. Effettivamente Romain Gary, di cui scopro ora che si firmava anche, successivamente, Emile Ajar, è stato uno di quegli autori più importanti espressi nel Novecento. Mi hai fatto venire la voglia di rileggerlo. Grazie, Barbara

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