La meta del viaggio ritengo sia scaturita da un’idea di colui che io credo sia nato principalmente per sfidare le vette e forse misurare la propria forza mettendosi in gioco con la natura in genere, ma non ne ho la certezza. E’ invece certo che ho ricevuto un invito per andare in Scozia o paraggi, invito che con immensa gioia e gratitudine, senza porre troppe domande, ho accettato e così, il 2 maggio all’aereoporto di Bergamo mi sono aggregata al gruppo composto da sei persone che alle nove di mattina già era in attesa. Io, la numero sette, non conoscevo Marianna e non ricordavo Andrea anche se con lui avevo condiviso un tavolo in occasione di qualche capodanno .
L’aereo della Ryanair decollato in perfetto orario, sorvolando conformazioni territoriali alquanto disparate, bucando le nuvole illudendo l’occhio osservatore che si stesse volando sopra un tappeto di bambagia, ci ha portato a Manchester dove la Fiat Scudo noleggiata da Europcar ci attendeva .Non abbiamo perso tempo e lui, lo sfidante delle vette che ama soprattutto il Nord in netto contrasto con me che amo il Sud e sono convinta di essere nata al Nord per caso, ha preso fra le mani il volante e in men che non si dica, è divenuto “ padrone” del mini-bus e delle strade, nonostante l’obbligatorietà di guidare tenendo la sinistra.
Accanto a lui, a ricoprire il ruolo di navigatore si è seduto Andrea, munito di carte geografiche e ovviamente d’iPod, strumento oramai divenuto indispensabile nella quotidianità, almeno finché non verrà soppiantato da qualche altra invenzione diabolica che sicuramente Apple già avrà in produzione .
La Fiat Scudo con i 7 passeggeri a bordo è stata direzionata per le strade della Contea CUMBRIA - The Lake District, una regione che offre paesaggi di straordinaria bellezza dal punto di vista naturalistico e, come prima tappa si è visitato SIZERGH CASTEL -KENDAL :
“ un romantico castello che contiene une collezione eccellente di mobili Inglesi e Francesi e ritratti di famiglia. Ricca dimora appartenuta alla famiglia Strickland originata da una torre di guardia trecentesca e con aggiunte elisabettiane e ora di proprietà del National Trust- Ente che in Inghilterra gestisce il patrimonio storico culturale”
Il castello è circondato da un ampio parco perfettamente curato : vi sono giardini in stile giapponese con aceri e felci, giardini rocciosi e giardini acquatici. Il tutto a creare un contesto incantevole con piante e fiori dai colori mirabili.Internamente non è stato possibile visitarlo in quanto era esposto l’avviso che in quel giorno rimaneva chiuso al pubblico poiché “la famiglia” era in visita.
Adiacente la dimora, in un bel prato dall’erba verde brillante, pascolava un numeroso gregge dai voluminosi velli a creare la cartolina perfetta per il pennello di un pittore impressionista. Claude Monet sicuramente avrebbe realizzato un capolavoro.
Abbiamo scattato diverse fotografie nella piena consapevolezza che nessuna immagine avrebbe reso giustizia alla realtà che stavamo ammirando.
Dopo questo breve assaggio di paesaggio tipicamente inglese, siamo ritornati a bordo della Fiat Scudo e abbiamo proseguito percorrendo strade fiancheggiate da immense distese coltivate a colza, quella pianta dai vivaci fiori gialli dai cui semi vengono ricavati combustibili vegetali.
Scenari indescrivibili: per me tappeti senza fine che m’azzardo ad affermare che a tratti evocano i campi di girasole in Toscana.
Ma non solo: sottoboschi completamenti azzurri creati dalle abbondanti fioriture di quei delicati fiorellini comunemente identificati come “non ti scordar di me” e poi: cervi, lepri, mucche di razze diverse, tori e ….pecore, pecore, ancora pecore… Pecore e agnelli come in Irlanda!
Sta calando la sera, quella sera che nelle tradizioni dei paesi del nord Europa cala prima che nei paesi mediterranei in cui è sera pure quando in realtà sarebbe notte.
Ora dobbiamo preoccuparci di trovare una sistemazione per dormire poiché prima di partire non abbiamo effettuato nessuna prenotazione: siamo fiduciosi e ottimisti, ma la ricerca di tre camere in un medesimo B&B da subito si rivela leggermente difficoltosa .
Dopo qualche vano tentativo approdiamo in un grazioso paesino che ci sembra assai brioso : POOLEY BRIDGE. Ci fermiamo, ci illudiamo di trovare ciò che cerchiamo, ci sbagliamo, purtroppo le 3 camere qui non ci sono, ma la fortuna vuole che ci vengono fornite le informazioni sul dove potremmo trovarle. Ci rimettiamo in viaggio sul nostro mini-bus. Grazy, nonostante avesse guidato tutto il giorno non mostra segni stanchezza, forse li maschera, comunque segue le indicazioni che abbiamo ricevuto e, in pochi minuti, ci troviamo all’ingresso di un parco il cui cancello appare alquanto malandato. A dire il vero io del cancello noto principalmente la robustezza, Andrea, il navigatore, invece nota soprattutto la trascuratezza, ma è sera e non ci sembra il caso di soffermarsi eccessivamente sui dettagli.
Oltrepassiamo il cancello, su ambo i lati del viale vi sono alberi i cui tronchi fanno pensare a diversi secoli trascorsi: forse ciascuno di noi nutre dentro di sé una certa diffidenza , ma in considerazione delle circostanze nulla manifesta.
E infine ci troviamo in un piazzale di fronte a una grande casa dalle robuste mura in parti con mattoni a vista e sul cui ingresso è collocata una targa con scritto BARTON HALL Accomodation.
Io e Cri suoniamo il campanello e dopo brevi attimi si affaccia una signora non più giovanissima, la cui eleganza ci appare del tutto originale, il portamento forse tipico inglese, ma che comunque dal viso incorniciato da capelli medio lunghi in piena libertà, sicuramente avversi a spazzole e pettini, traspare grande simpatia. Mentre Cri esplicita le nostre esigenze, io spazio con lo sguardo e noto che l’ambiente è gradevole forse anche pregevole, anche se per i miei gusti personali lo trovo “leggermente pesante”. Ebbene tre camere o forse anche quattro, sono disponibili.
La signora ci conduce su per una scalinata ricoperta di moquette e protetta da una balaustra in legno massiccio: arriviamo al piano superiore dove si trovano le camere e immediatamente io e Cri ci scambiamo sguardi di approvazione .
Ci sentiamo proiettate in un altro tempo.
Infatti la signora ci racconta che questa casa è appartenuta a Queen Anne.
Da informazioni Wikipedia:Ora dobbiamo preoccuparci di trovare una sistemazione per dormire poiché prima di partire non abbiamo effettuato nessuna prenotazione: siamo fiduciosi e ottimisti, ma la ricerca di tre camere in un medesimo B&B da subito si rivela leggermente difficoltosa .
Dopo qualche vano tentativo approdiamo in un grazioso paesino che ci sembra assai brioso : POOLEY BRIDGE. Ci fermiamo, ci illudiamo di trovare ciò che cerchiamo, ci sbagliamo, purtroppo le 3 camere qui non ci sono, ma la fortuna vuole che ci vengono fornite le informazioni sul dove potremmo trovarle. Ci rimettiamo in viaggio sul nostro mini-bus. Grazy, nonostante avesse guidato tutto il giorno non mostra segni stanchezza, forse li maschera, comunque segue le indicazioni che abbiamo ricevuto e, in pochi minuti, ci troviamo all’ingresso di un parco il cui cancello appare alquanto malandato. A dire il vero io del cancello noto principalmente la robustezza, Andrea, il navigatore, invece nota soprattutto la trascuratezza, ma è sera e non ci sembra il caso di soffermarsi eccessivamente sui dettagli.
Oltrepassiamo il cancello, su ambo i lati del viale vi sono alberi i cui tronchi fanno pensare a diversi secoli trascorsi: forse ciascuno di noi nutre dentro di sé una certa diffidenza , ma in considerazione delle circostanze nulla manifesta.
E infine ci troviamo in un piazzale di fronte a una grande casa dalle robuste mura in parti con mattoni a vista e sul cui ingresso è collocata una targa con scritto BARTON HALL Accomodation.
Io e Cri suoniamo il campanello e dopo brevi attimi si affaccia una signora non più giovanissima, la cui eleganza ci appare del tutto originale, il portamento forse tipico inglese, ma che comunque dal viso incorniciato da capelli medio lunghi in piena libertà, sicuramente avversi a spazzole e pettini, traspare grande simpatia. Mentre Cri esplicita le nostre esigenze, io spazio con lo sguardo e noto che l’ambiente è gradevole forse anche pregevole, anche se per i miei gusti personali lo trovo “leggermente pesante”. Ebbene tre camere o forse anche quattro, sono disponibili.
La signora ci conduce su per una scalinata ricoperta di moquette e protetta da una balaustra in legno massiccio: arriviamo al piano superiore dove si trovano le camere e immediatamente io e Cri ci scambiamo sguardi di approvazione .
Ci sentiamo proiettate in un altro tempo.
Infatti la signora ci racconta che questa casa è appartenuta a Queen Anne.
“ Anna Stuart divenne regina d’inghilterra, Scozia e Irlanda l’8 marzo 1702.
Il 1º maggio 1707, il regno d'Inghilterra e il regno di Scozia furono uniti in un unico stato ed Anna divenne la prima sovrana del Regno di Gran Bretagna.”
Data di nascita: 6 febbraio 1665, St. James's Palace, Londra, Regno Unito
Data di morte: 1 agosto 1714, Kensington Palace, Londra, Regno Unito
Coniuge: Giorgio di Danimarca (s. 1683–1708)
Luogo di sepoltura: Abbazia di Westminster, Londra, Regno Unito
Figli: Guglielmo, duca di Gloucester, Anne Sophia, George, Mary
Locali molto spaziosi dai soffitti alti, pareti con carte da parati dai diversi colori, tendaggi con elaborati drappeggi abbinati ai colori delle pareti, mobili antichi probabilmente originali, lampade e suppellettili in abbondanza e a terra, un po’ ovunque, porcellane inglesi e vasi di fiori. E in ogni camera almeno due letti, uno matrimoniale con baldacchino e uno singolo, ben rifatti e con numerosi cuscini.
Cri si entusiasma e sceglie per se’ e la sua famiglia, una camera con bagno al cui centro troneggia una vasca retrò con piedini in ottone, un’altra camera molto simile decidiamo che è perfetta per Andrea e consorte e per me e Marianna che viaggiamo sole e quindi dormiremo assieme, scelgo la camera con camino arredata con colori tonalità bianco e lilla.
A questo punto chiamiamo gli altri componenti del gruppo che entusiasticamente approvano le nostre scelte, approfondiamo la conoscenza con la signora davvero molto cordiale e anche con il gatto…… E si in una camera, sotto un letto, riposava tranquillo un bel gatto!
Trovata quindi la sistemazione per la notte, lasciamo le valigie nelle camere e ci apprestiamo ad uscire in cerca di un ristorante per la cena e , con grande nostro stupore, la signora ci informa che lei andrà a dormire , la porta rimarrà aperta e non occorrerà chiuderla a chiave neppure quando rientreremo.Cri si entusiasma e sceglie per se’ e la sua famiglia, una camera con bagno al cui centro troneggia una vasca retrò con piedini in ottone, un’altra camera molto simile decidiamo che è perfetta per Andrea e consorte e per me e Marianna che viaggiamo sole e quindi dormiremo assieme, scelgo la camera con camino arredata con colori tonalità bianco e lilla.
A questo punto chiamiamo gli altri componenti del gruppo che entusiasticamente approvano le nostre scelte, approfondiamo la conoscenza con la signora davvero molto cordiale e anche con il gatto…… E si in una camera, sotto un letto, riposava tranquillo un bel gatto!
Evidentemente a BARTON HALL si può vivere tranquilli senza timore di essere derubati.
Torniamo a Pooley Bridge e la scelta del ristorante è obbligata, troviamo un’unica disponibilità .
Ceniamo, una cena apprezzabile, ma senza nessuna nota particolare da ricordare.
La nostra prima giornata finisce qui, ci corichiamo nella dimora Barton Hall.
Io e Marianna riscontriamo che il nostro letto a baldacchino è assai alto, ma poco importa: è così ben rifatto con lenzuola candide e piumini soffici che il sonno non tarda ad arrivare, mentre ciò che avviene nelle camere dei nostri compagni di viaggio rimane segreto.
E al risveglio nessuno di noi immagina la colazione che ci attende.Ceniamo, una cena apprezzabile, ma senza nessuna nota particolare da ricordare.
La nostra prima giornata finisce qui, ci corichiamo nella dimora Barton Hall.
Io e Marianna riscontriamo che il nostro letto a baldacchino è assai alto, ma poco importa: è così ben rifatto con lenzuola candide e piumini soffici che il sonno non tarda ad arrivare, mentre ciò che avviene nelle camere dei nostri compagni di viaggio rimane segreto.
Adiacente all’ingresso al piano terra, in una sala “sovrana” con soffitti riccamente decorati e una parete quasi totalmente occupata da un grande camino, quindi mobili antichi, servizi in argento e ritratti di Queen Anne , proprio davanti ad una vetrata che consente di vedere una buona parte del parco, era stato elegantemente preparato un tavolo rotondo dalle dimensioni notevoli destinato a noi.
La sorpresa è stata molto gradita e inoltre per l’occasione, la signora che ci aveva accolti la sera prima, per servirci la colazione ha chiamato una sua amica polacca sposata con un sardo che parlava perfettamente l’italiano.
Non mi dilungo ad elencare la varietà di prodotti a disposizione: mi limito ad affermare che si poteva semplicemente definire “ una colazione da reali “ .
Abbiamo mangiato abbondantemente, abbiamo scritto i nostri sinceri ringraziamenti sul libro degli ospiti e fra sorrisi calorosi ed energiche strette di mano, abbiamo voltato le spalle a Barton Hall, forse sperando di ritornarci un giorno.
Quello che è sicuro e che tutti ricorderemo con piacere questa esperienza.
Risaliti sul mini-bus abbiamo ripreso il nostro viaggio verso la Scozia.
Quello che è sicuro e che tutti ricorderemo con piacere questa esperienza.
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