GLASTONBURY ABBEY
La tomba di King Arthur (descrizione semi-seria)
La tomba di King Arthur (descrizione semi-seria)
Ma a Glastonburyi non siamo venuti per visitare la cittadina che fu un importante centro della prima Chiesa cristiana; noi in fondo siamo rimasti un po’ sognatori, un po’ bambini e a Glastonbury cerchiamo i luoghi della leggenda. Forse la nostra immaginazione spera pure di incontrarlo per le strade. Non ci poniamo neppure il dubbio sulla sua reale esistenza, non ci importa; le leggende sono leggende e a volte è bello crederci.
Noi cerchiamo il Re dei cartoni della nostra infanzia e qui a Glastonbury la leggenda tramandata nei secoli dice che vi è la sua tomba, esattamente dentro la Glastonbury Abbey.
E noi vogliamo vederla.
Ubicata all’incirca nel centro della cittadina, l’Abbazia ( o più precisamente quel che resta) esternamente si presenta grandiosa. Ci rechiamo all’ingresso, acquistiamo il biglietto a circa 6 pound ciascuno ed entriamo. Ci troviamo in uno spazio suddiviso da vari divisori che creano diversi ambienti: si tratta dell’area di esposizione. Alle pareti cartine , oggetti , resti di statue, pezzi di cornicioni, disegni , praticamente un piccolo museo che testimonia la storia dell’ abbazia.
Oltre, si accede direttamente a quel che resta della abbazia circondata da un ampio parco, con alberi rigogliosi, fiori apparentemente cresciuti naturalmente, immancabili i narcisi e , verde, tanto verde, ordine, silenzio. Le rovine sono dislocate in un’area di 14 ettari e fanno ben immaginare alla maesotsità originaria e comprendono anche la “ Cucina dell’abate” ossia una grande cucina con un grosso tavolone di legno, madie e panchine ove un frate tiene delle piccole riunioni e spiega ai visitatori lo svolgersi della vita di un tempo. Sui tavolati sono posizionati cesti con pagnotte, frutta, verdura, attrezzi vari , praticamente tutto il necessario per cucinare ( cibi ovviamente non commestibili) . Un angolo della cucina è occupato da un grande camino con il fuoco a gas che funge da grill. Notevole il soffitto a cupola con travi in legno a vista .
Un tempo sicuramente la Cattedrale deve essere stata magnifica, secondo la tradizione fu il primo Santuario cristiano delle Isole Britanniche. Costruita sulle rovine di un monastero nel VII sec., nel 1184 fu distrutta a causa di un grande incendio , successivamente fu interamente ricostruita , ma nel 1539 fu nuovamente soppressa.
Nell’area espositiva vi è un plastico che la rappresenta così com’era nel 1539.
Ma la Tomba di Re Artu’? Nell’area espositiva vi è un plastico che la rappresenta così com’era nel 1539.
Siamo nel grande parco, affascinati dal’imponenza delle rovine, ma non vediamo nulla simile a una lapide, a un monumento. Imperterriti cerchiamo, soprattutto “ il Grazy” non si arrende , vuole fotografare la tomba.
Ed ecco un lembo di prato : un paletto regge un piccolo cartello rettangolare con la scritta che qui furono ritrovati Re Artù e Ginevra.
Un lampo di infantile entusiasmo si impossessa di noi e ci fa prendere la fotocamera per immortalare il paletto con il cartello che poi mostreremo ad amici e parenti quale luogo mitico, ma nel mentre arriva Cri che tutta sola se n’era andata per il parco e ci informa che la tomba di Re Artu’ si trova in un altro punto.
- “No, Re Artu’ e Ginevra sono qui” - ma ci eravamo sbagliati.
Lì infatti è l’ipotetico sito in cui sono stati ritrovati i resti successivamente seppelliti poco oltre.
Pochi passi, poi….. finalmente la leggendaria tomba: un rettangolo di verde prato delimitato da cordoli in pietra , ancora un paletto di legno che regge un cartello su cui è scritto che questa è la tomba di King Arthur.Lì infatti è l’ipotetico sito in cui sono stati ritrovati i resti successivamente seppelliti poco oltre.
Siamo felici, l’abbiamo trovata , ovviamente la nostra fotocamera “ coglie” il praticello e lo porta in Italia.
Arriva anche Walter che davanti alla nostra gioia , osserva e non commenta mentre Monica con lo stesso entusiasmo mio e di Grazy, macchina fotografica quasi professionale alla mano, da esperta ricerca la posizione migliore e clak “coglie” anche lei lo stesso praticello, che orgogliosa mostrerà ai suoi nipotini: “ Ecco la tomba di Re Artu’”.
Ci godiamo la rilassante atmosfera che il luogo offre e poi ci incamminiamo alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare, ma prima ci fermiamo al negozietto di souvenir ,( immancabili in ogni luogo frequentato da turisti) e Cri dopo un’accurata scelta compra la sua “fata”. Io invece sono colta dal desiderio di scrivere delle cartoline : vorrei prendere la penna fra le dita e scrivere in corsivo un saluto personalizzato, ma improvvisamente mi rendo conto che non ho gli indirizzi delle persone a cui vorrei spedirle perchè la rubrica del cellulare ha in memoria solo numeri telefonici. Per un attimo ho nostalgia della vecchia agendina un tempo inseparabile ove prima del numero telefonico era annotato l’indirizzo completo.Arriva anche Walter che davanti alla nostra gioia , osserva e non commenta mentre Monica con lo stesso entusiasmo mio e di Grazy, macchina fotografica quasi professionale alla mano, da esperta ricerca la posizione migliore e clak “coglie” anche lei lo stesso praticello, che orgogliosa mostrerà ai suoi nipotini: “ Ecco la tomba di Re Artu’”.
Non mi rimane altro che comprare solo tre cartoline che spedirò ai miei colleghi.
Ovviamente GLASTONBURY non è solo l’Abbazia , la Leggenda di King Arthur e la leggenda di Giuseppe di Arimithea che avrebbe introdotto il Biancospino e a Glastonbury avrebbe portato il Sacro Graal. Oltre ad essere un luogo mistico dove ogni anno affluiscono numerosi
visitatori e pellegrini è anche sede di un importante manifestazione di musica, danza , spettacolo in genere, il “ Glastonbury Festival” che avviene ogni anno a Pilton, nei pressi di Glastonbury e i biglietti vengono messi in vendita l’anno prima e si esauriscono in pochi giorni.
Glastonbury è anche la Collina di Torvisitatori e pellegrini è anche sede di un importante manifestazione di musica, danza , spettacolo in genere, il “ Glastonbury Festival” che avviene ogni anno a Pilton, nei pressi di Glastonbury e i biglietti vengono messi in vendita l’anno prima e si esauriscono in pochi giorni.
La Collina di Tor , appartenente al territorio di Glastonbury, un tempo chiamata anche “Isola di Vetro”, è un verde colle a forma conica sulla cui sommità si erge una Torre e da cui si gode un’ampia vista della sterminata pianura circostante.
Sicuramente la Collina di Tor gode di una posizione privilegiata, ma ciò che rende attraente questo luogo oltre all’ubicazione è il connubio storia-leggenda.
Un tempo Glastonbury era poco più che un isola ed il mare giungeva sino ai piedi della collina il cui accesso era difficoltoso e tortuoso a causa delle paludi. Le terrazze visibili tuttora sul fianco della collina confermano che i pellegrini dovevano percorrere una sorta di labirinto iniziatico per giungere sino alla sua sommità, avente l’ulteriore funzione di difesa della collina.Sicuramente la Collina di Tor gode di una posizione privilegiata, ma ciò che rende attraente questo luogo oltre all’ubicazione è il connubio storia-leggenda.
La leggenda narra che molte migliaia di anni fa, questa collina era una di sette isole, una delle poche terre non sommerse da una grande inondazione. E lo sarebbe stata per secoli, perché le acque dell'inondazione ci misero molto tempo a ritirarsi: rimasero paludi salmastre che al culmine dell'estate si prosciugavano. E infatti "Somerset", la regione in cui si trova, è l'abbreviazione di "Territori dell'Estate", perché l'area d'inverno era inondata e quindi disabitata.
La prima data storicamente attendibile è collocata attorno al 705, anno in cui il re Ine vi fondò un monastero, che in seguito ospitò, nel X secolo, alcuni monaci benedettini.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce inoltre resti di costruzioni anteriori, fatte di pali e rami intrecciati, coperti di argilla e paglia, come del resto lascia intendere l’etimologia del nome “Glastonbury” secondo la tesi di Guglielmo di Malmesbury (De antiquitate Glastoniensis ecclesiae), storico normanno nato intorno al 1090, nonché numerosi edifici in pietra di epoche più tarde, di cui oggi sono riconoscibili solo i tracciati perimetrali. Rimangono i ruderi dell’abbazia principale costruita nel XIII- XIV secolo.
Gli scavi archeologici hanno portato alla luce inoltre resti di costruzioni anteriori, fatte di pali e rami intrecciati, coperti di argilla e paglia, come del resto lascia intendere l’etimologia del nome “Glastonbury” secondo la tesi di Guglielmo di Malmesbury (De antiquitate Glastoniensis ecclesiae), storico normanno nato intorno al 1090, nonché numerosi edifici in pietra di epoche più tarde, di cui oggi sono riconoscibili solo i tracciati perimetrali. Rimangono i ruderi dell’abbazia principale costruita nel XIII- XIV secolo.
Il nostro viaggio continua, dobbiamo raggiungere la Cornovaglia e qui siamo ancora nella contea del Somerset.
Panoramica dalla collina di Tor |
2010- Y.P.
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