lunedì 12 febbraio 2018

IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITA - Erri De Luca

Erri De Luca. Io leggo abbastanza, conosco molti scrittori e non avevo mai sentito questo nome.
Qualcuno mi consiglia di leggere “ IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITA”, il titolo mi incuriosisce, mi domando quale potrebbe essere il giorno prima della felicità.
Leggo qualche recensione e una in particolare mi colpisce” Considerato l’autore, potrei limitarmi ad occhi chiusi a ordinarvi “ Leggetelo” e assegnare 5 stelle….”
Ma allora ho una grave lacuna, Erri De Luca , non è un autore qualunque, deve essere importante.
Entro in Wikipedia e trovo: Erri De Luca nato a Napoli il 20 maggio 1950, a 18 anni entra nel movimento politico Lotta Continua diventandone un dirigente attivo, svolge molti mestieri come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Studia lingue da autodidatta tra le quali l’antico ebraico e traduce alcuni libri della Bibbia. E’ conosciuto nel mondo dell’alpinismo e arrampicata sportiva e nel 2005 ha partecipato ad una spedizione himalayana. Nel 1989 ha pubblicato il suo primo libro dopo di che ne è seguito un lungo elenco: narrativa, poesia, teatro, traduzioni.
Mamma mia, ma questo Erri De Luca è un fenomeno, devo assolutamente leggerlo!
IL GIORNO PRIMA DELLA FELICITA’ è un piccolo volume della Feltrinelli dalla copertina rigorosamente bianca con il nome dell’autore e il titolo in stampatello nero.
Apparentemente quasi anonimo: 133 pagine, prezzo 13 euro.
Ebbene 133 pagine si potrebbero leggere in un paio d’ore , sarebbe SCORREVOLISSIMO: io ci ho impiegato quasi dieci giorni.
Ogni pagina me la sono goduta intensamente, le frasi lette, rilette, le descrizioni e le similitudini ho cercato di fissarle nella mia mente. Erri è unico, ha uno stile letterario apparentemente semplice, ma solo apparentemente e quello che può apparire ironia , nasconde la drammaticità della vita, la drammaticità della storia.
Confermo la recensione che ho trovato: Leggetelo,! Non ve ne pentirete!
Trama
E’ la storia di un ragazzino orfano che ama andare a scuola, cresce e diventa uomo attraverso la luce emanata dai libri del signor Raimondo e le storie raccontate dal Signor Gaetano, portinaio tutto-fare (compreso il donare calore ad una vedova), di un caseggiato di Napoli nel cui sotterraneo durante la guerra ha trovato rifugio un uomo le cui esternazioni non sono banali. 
Don Gaetano , a sua volta orfano cresciuto in un orfanotrofio , ha vissuto la guerra e l’arrivo degli americani a Napoli, è un uomo dotato di elevata sensibilità e riesce a vedere i pensieri che passano nelle mente delle persone e il ragazzino è consapevole che vede anche i suoi. In ogni caso fra i due nasce un legame molto forte, attraverso le narrazioni di don Gaetano e i suoi insegnamenti velati ma incisivi , il ragazzino cerca di costruirsi un’identità e impara a vivere in una città in cui la vita ha molteplici volti .“Smilzo” così viene chiamato il ragazzino, è innamorato di Anna, colei che le regalerà “ il giorno prima della felicità “ , ma è anche colei che ha il fidanzato camorrista e con il quale avverrà uno scontro che terminerà con lo spargimento di sangue.

Ma forse la trama non è rilevante , questo libro è da leggere nel contesto, la storia di per sé è solo una storia. Ciò che conta sono le sfumature delle storie.
Eccone uno stralcio:
Don Gaetano si accorgeva della mia curiosità per quelle storie capitate al tempo della mia nascita. Giustificava gli abitanti, la guerra tirava fuori il peggio delle persone, ma uno che vendeva un ebreo alla polizia, che faceva la spia, quello non lo salvava. “ E’ ‘na carogna”. “Ebrei: e che erano fatti di un’altra sostanza? Non credono a Gesu Cristo e io nemmeno. E’ gente come noi, nata e cresciuta qua, parla il dialetto. Coi tedeschi invece non tenevamo niente da spartire. Volevano comandare, all’ultimo mettevano la gente al muro, e fucilavano, svaligiavano i negozi. Ma quando è stato il momento che la città si è buttata addosso a loro, correvano come noi, perdevano tutta la guapperia. Ma che gli avevano fatto gli ebrei ai tedeschi? Non si è potuto appurare.La gente nostra manco sapeva che esistevano gli ebrei, un popolo dell’antichità. Ma quando si è trattato di guadagnare qualcosa allora tutti sapevano chi era ebreo. Se mettevano una taglia sui fenici erano capaci di trovarli, pure di seconda mano. Perché ci stavano carogne che facevano la spia”.
Quando don Gaetano parlava dell’Argentina usava un’altra lingua e una seconda voce, più di gola:
………….Il cavallo starnutiva di paura, ma era orgoglioso e sopportava. L’incendio lascia la terra in bianco e nero, succhia il midollo ai colori, spolpa il verde, l’azzurro, il verde e il marrone.
E a proposito di osteria:
“ L’osteria è meglio del teatro, ogni tavolo una commedia. Tragedie no, all’osteria si fanno solo recite leggere, chi tiene guai pesanti non ci va”.
E per il sole….
“ Al sole non piacciono gli adoratori che si mettono a nudo sotto la sua abbondanza e lo usano per colorante della loro pelle. Lui vuole scaldare quelli senza cappotto, che battono i denti nei vicoli stretti. Li chiama fuori, li fa uscire dalle stanzine fredde e li friziona finchè non sorridono di solletico”.
…..mi venne un pensiero e me lo tenni stretto.
Mi fermo qui, ma vi prego:
Voi che amate la lettura e voi che a leggere vi da peso, non perdetevi il giorno prima della felicità altrimenti non saprete mai se lo avete vissuto o no.

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