domenica 3 dicembre 2023

L’ULTIMO SOGNO – PEDRO ALMODOVAR

 



 

“…la realtà ha bisogno della finzione per essere completa, più gradevole, più vivibile”

 

Apprezzo moltissimo Pedro ALMODOVAR come regista e credo d’aver visto tutti i suoi film, per cui giorni fa in libreria non ho esitato ad acquistare L’ULTIMO SOGNO  sulla cui fascetta gialla è riportata la seguente scritta: “ Il libro più personale di un regista di culto”.

Talmente impaziente di conoscere cosa contenessero le 227 pagine che danno vita al libro, nel giro di alcune ore notturne l’ho letto e ho avuto il riscontro che a volte la felicità si trova anche dentro i libri.

 

Si tratta di un insieme di  12 racconti, fra i quali L’ULTIMO SOGNO ,  che da’ il titolo al libro,  ed è dedicato alla madre, scomparsa da qualche giorno ( nel racconto).

Poche pagine che mi hanno molto coinvolta poiché nelle riflessioni di Pedro ho trovato la miglior espressione di alcune mie convinzioni:

 -         Le madri vanno sempre sul sicuro. “C’è gente che pensa che i figli si facciano in un giorno. Però ci vuole tempo. Molto” diceva Lorca. Neanche le madri sono cosa di un giorno. E non hanno bisogno di fare nulla di speciale per essere essenziali, importanti, indimenticabili, didattiche. Io ho imparato molto da mia madre, senza che né lei né io ce ne rendessimo conto. Ho imparato qualcosa di fondamentale per il mio lavoro, la differenza fra finzione e realtà , e come la realtà abbia bisogno di essere completata dalla finzione per rendere la vita più facile.

 Alcuni racconti iniziali   a tratti sembrano  quasi scabrosi, eccessivi,  ma non sta a me esprimere un giudizio poiché dovrebbero riferirsi all’esperienza  del regista negli anni in cui era studente: Pedro Almodovar sino all’età di 16 anni ha studiato presso i Frati Francescani e i Salesiani.

Probabilmente  alcune narrazioni  intendono evidenziare soprattutto l’ipocrisia  e l’aria malsana che si possono respirare in alcuni collegi religiosi prettamente maschili o femminili.

 Il racconto VITA E MORTE di MIGUEL , personalmente l’ho trovato geniale: narra la vita all’incontrario, ovvero l’inizio è nella Morte dentro la quale si compiono azioni e, la fine è nella Nascita.

Mai letto nulla di simile….

“ ….La vita usa gli individui come pedine con cui portare avanti il proprio gioco.”

Un altro racconto che ho molto apprezzato è racchiuso in poche pagine “ Addio, vulcano”,  dedicato a Chavela Vargas, una cantante  costaricana naturalizzata messicana  che frequentò  Frida Kahlo, Diego Rivera e Luis Echeverria. Vittima dell’alcool per alcuni anni cadde nell’oblio, ma nel 1990 tornò sulle scene e Pedro Almodovar le rese omaggio scegliendo delle sue canzoni quali colonne sonore di alcuni film, facendola così conoscere al grande pubblico.  Chavela Vargas morì nel 2012.

 La redenzione – “Le utopie sono contagiose e la loro diffusione vertiginosa”

Ebbene questo racconto l’ho letto  un paio di volte. Narrazione incredibile, quasi divertente , ma da un determinata prospettiva “ non del tutto inverosimile”.  

Almodovar si dichiara ateo e qui racconta del Figlio di Dio, che si proclamava d’essere il Messia.  Nella narrazione lo identifica come “forestiero” e ne fornisce una descrizione, secondo me  a dir poco, meravigliosa: 

-         “….non voglio dire che il suo modo di agire fosse pieno di inganni, ma che la fertilità delle parole ( e lui era un maestro nell’usarle) e la loro tendenza a diffondersi gli abbiano fornito un aiuto magico”

-         “Era un poeta che faceva sognare mondi e idee fantastici e per questo motivo, e per la sua bellezza, c’era sempre gente che lo seguiva”

-         “Ci promise una vita migliore se lo seguivamo, e parlava di tirarci fuori dalle tenebre se gli credevamo e abbandonavamo tutto ciò che si riferisce a questo mondo”.

 

 Non vado oltre, ma mi permetto suggerire la lettura  di L’ULTIMO SOGNO  soltanto a coloro che apprezzano questo personaggio poiché si tratta di un libro singolare e comunque,  accolto dalla critica favorevolmente:

 “ Questo libro ci apre le porte del suo universo intimo e della sua immaginazione debordante” – El Mundo    

Un maestro nell’arte di raccontare storie sfrenate e audaci” – Le Quotidien Du Cinema

Pedro Almodovar oltre che regista è anche scrittore per cui in questo libro, racconta dell’influenza che ha avuto la scrittura su di lui.

- "Non ho problemi a scrivere di me stesso. Direi che è quasi l'unica cosa che faccio. Scrivere delle "mie donne" o dei "miei uomini" mi risulta difficile, non voglio coinvolgere nessuno in ciò che scrivo, o soltanto se l'ho romanzato abbastanza da far sì che il personaggio originale risulti irriconoscibile".

 

Novembre 2023- Y.P.

sabato 11 novembre 2023

PAOLO - L'UOMO CHE INVENTO' IL CRISTIANESIMO - CORRADO AUGIAS

PAOLO – L’uomo che invento’ il cristianesimo
Se l’autore non fosse stato CORRADO AUGIAS questo libro non l’avrei letto perché non ero particolarmente interessata ad approfondire la conoscenza dell’apostolo PAOLO DI TARSO nato SAULO, mentre ora che l’ho terminato ne sono molto soddisfatta e suggerisco di prenderlo in seria considerazione.

L’autore che ha raggiunto l’età di 88 anni e pare in splendida forma, essendo giornalista , autore e conduttore televisivo, scrittore credo sia noto a tutti e quindi non ha bisogno di presentazione. I suoi libri dallo stile letterario eccelso e molto piacevoli da leggersi , sono sempre fonte di arricchimento per il lettore anche se nel caso specifico ho letto qualche recensione non del tutto positiva in quanto il titolo pare riprenda un’altra pubblicazione del 1997. Ritengo l’osservazione irrilevante poiché trattandosi della vita dell’apostolo PAOLO non si può pretendere che CORRADO AUGIAS sia stato il primo ad affrontare l’argomento.

 Sinteticamente, in questo libro l’autore ripercorre la vita di Paolo di Tarso che da persecutore , passando attraverso la conversione , con intelligenza e forza di volontà , è divenuto, colui che raccolse l’irripetibile magistero di Gesù di Nazareth e lo canonizzò modellando e trasformando il cristianesimo com’è ai giorni nostri. Ovviamente Corrado Augias non si limita a fare la cronaca delle vicissitudini di Paolo bensì citando documenti vari analizza ed evidenzia le differenze riscontrate nelle narrazioni che sono arrivate sino a noi ed inoltre, senza prendere una netta posizione , non tralascia informazioni recenti e qualche osservazione personale che secondo me è molto utile per richiamare l’attenzione e stimolare il senso critico. In ogni caso gli autori dei vangeli e Paolo si rifanno a racconti trasmessi oralmente, il che spiega le innegabili differenze nelle descrizioni dei fatti.

Cita ad esempio il sacerdote e teologo Alfred Loisy, dapprima scomunicato e poi riabilitato dal Vaticano II che sull’evento accaduto sulla via di Damasco aveva un’idea ben precisa : pg. 33 – “ La conversione repentina e appassionata quanto era appassionata la precedente ostilità, non è il frutto di esperienze e riflessioni lentamente maturate, bensì l’effetto “ d’una crisi psichica psicopatica, avvenuta sotto forma di visione o estasi involontaria, indubbiamente preparata da un travaglio interno inconsapevole, per manifestarsi di colpo e in forma tale che Paolo non potè non vedervi un miracolo o una rivelazione divina”. 

 E a proposito di Maria di Magdala, “ La Maddalena” , Corrado Augias scrive che “era certamente presa o innamorata di Gesù. Di quale tipo d’amore si trattasse, se spirituale o terreno, amichevole o sensuale, o comunque si voglia ipotizzare questo poderoso sentimento, non ha molta importanza.” Il solo elemento certo è che rappresenta una delle figure più misteriose e seducenti delle Scritture. Secondo al vangelo (gnostico) di Filippo, Gesù la baciava spesso sulle labbra.

Qualche stralcio

 - Nel cristianesimo delle origini c’erano anche donne diacone scelte dapprima tra le vedove, in seguito di preferenza tra le vergini. Queste presenze femminili sussistono in alcune confessioni protestanti dove si trovano diaconesse e pastore, cioè vere e proprie ministre di culto. I cattolici non hanno mai elevato le donne al rango sacerdotale…

 - Paolo certamente non conosceva il DE RERUM NATURA di Lucrezio…… Eppure proprio in quelle mirabili pagine si ritrova una descrizione della passione carnale che l’apostolo avrebbe voluto condividere. Lucrezio descrive la fame d’amore, la stretta selvaggia, a tratti dolorosa, che cerca di placarla. Invano, però, perché le passioni sono più forti dell’invocata serenità di pensiero. Non a caso il mito insegna che l’amore è conseguenza d’una ferita, la freccia fatale scagliata dal piccolo, malizioso Cupido apre una piaga che può risultare mortale se non curata. Io che leggo tenendo sempre la matita a portata di mano, ho evidenziato molte pagine a indicare che ho trovato molte informazioni interessanti che vorrei ricordare , anche a proposito di NERONE e SENECA .

 Grazie a Corrado Augias per aver scritto questo libro. 

 Ottobre 2023 – Y.P.

martedì 7 novembre 2023

LA LENTEZZA – MILAN KUNDERA

LA LENTEZZA- in copertina Donna nuda col braccio destro alzato di Antoine Watteau

 Quando gli eventi accadono troppo rapidamente nessuno piò essere sicuro di niente, assolutamente di niente, neppure di se stesso”.

 Dopo aver molto apprezzato L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA dell’ESSERE, non ho esitato ad approcciarmi a LA LENTEZZA, il primo romanzo di MILAN KUNDERA scritto in francese e ambientato in Francia, un romanzo definito singolare, veloce e intenso.

Io ho letto la traduzione italiana e casualmente è stato il libro che mi ha accompagnato durante il mio viaggio, proprio in FRANCIA.

L’autore, Milan Kundera, morto a luglio  è stato uno scrittore, poeta, saggista e drammaturgo francese di origine cecoslovacca ed etnia ceca e l’ opera di maggior successo indubbiamente è il già citato “ L’insostenibile leggerezza dell’essere”, ma ne ha scritti diversi dal contenuto significativo.

 

LA LENTEZZA, come si può desumere dal titolo  fra le diverse tematiche, affronta principalmente quella inerente   al  correre troppo”: la velocità porta volgarità, anche in amore.Isteria collettiva, tecnologia massiva,  inducono all’oblio, alla perdita di memoria.

L’autore fa il collegamento fra la lentezza al ricordare e la velocità al dimenticare.

 

C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali, un uomo cammina per strada. A un tratto, cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora istintivamente, rallenta il passo. Chi, invece, vuole dimenticare un evento penoso, appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.”

 

Quando vogliamo ricordare o preservare il momento, ci muoviamo e agiamo lentamente, invece, si corre veloci per dimenticare un'esperienza passata. Ad esempio, dopo la disastrosa notte passata al castello, Vincent, un protagonista della storia narrata,  cavalca la sua motocicletta e guida il più velocemente possibile per lasciarsi alle spalle il luogo del suo fallimentare incontro amoroso.

Dallo stile letterario impeccabile con descrizioni ricercate e dettagliate, l’autore offre al lettore la possibilità d’immaginare nitidamente gli scenari in cui si svolgono gli eventi.

La trama offre  numerosi spunti su cui soffermarsi a riflettere.

C’è l’ esaltazione nell’imparare ad aspettare , dare il giusto valore all’attesa,  avere pazienza e comprendere che dentro l’attesa si trova ciò che la foga e l’immediatezza non ci possono dare.

In un castello antico divenuto hotel, si  svolge un convegno di entomologia a cui partecipano personaggi molto diversi fra loro:

·        Jacques-Aloys Berck, un politico esibizionista

·         Immacolata, una regista della quale  Berck si era innamorato in gioventù senza essere corrisposto, mentre  ora mira al politico per interesse;

·         Vincent, un giovane assistente che vive nell'ammirazione del saggio Pontevin, del quale cerca di imitare persino la dialettica

·         Il professor Čechořípský, entomologo ceco caduto in disgrazia dopo la Primavera di Praga del 1968; allontanato dalla Accademia delle Scienze per tradimento del regime comunista e costretto a esercitare il mestiere di muratore per vent'anni; per lui il convegno è l'occasione per un riscatto (che avverrà in maniera tutta particolare).

In questo castello è presente anche un personaggio che s’identifica con l’autore in compagnia della moglie per una breve vacanza.

Non vado oltre per non togliere sapore a chi deciderà di intraprendere questa meravigliosa lettura che nonostante l’importanza degli argomenti non trascura leggerezza e ironia.

Stralci

-         L’origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato nel futuro non ha più nulla da temere.

-         Alla base dell’edonismo vi è dunque la nozione di sofferenza: e poiché i piaceri sono più spesso causa di infelicità che di felicità, Epicuro raccomanda solo piaceri prudenti e modesti.

-         …Ella possiede la sapienza della lentezza e conosce a meraviglia la tecnica del rallentamento.

-         Non è così facile strappare via una scheggia. Si può dominare il dolore, rimuoverlo, fingere di non pensarci più, ma simulare è faticoso.

Novembre 2023- Y.Pelizzari

venerdì 3 novembre 2023

RIVIVERE PARIGI, ORLEANS, TOURS, CHARTRES

 Rivivere Parigi, Orleans, Tours, Chartres 

 


Vivere per raccontarla , proprio come scrisse Gabriel Garcia Marquez…

Andare, ritornare, avere immediatamente voglia di ripartire, ma  affinchè  nulla vada perduto da ciò che si è vissuto, ritengo utile che ciascun viaggio debba essere fermato, almeno sinteticamente sulle pagine di un quaderno. 

Abitualmente elaboro e pianifico “il mio viaggiare” autonomamente, ma in questo caso ho ritenuto opportuno affidarmi a professionisti del settore se non altro per evitare il dispendio di tempo che avrebbe richiesto la prenotazione preventiva degli ingressi  ai numerosi castelli delle Valle della Loira,   la ricerca di guide turistiche di buon livello, la scelta di alberghi posizionati strategicamente sull’itinerario da farsi , etc. etc.

Quindi mi sono affidata all’ Agenzia viaggi e mi sono occupata soltanto di preparare una valigia idonea per la circostanza. In compagnia dell’amica che per me ricopre il ruolo della sorella che non ho mai avuto, come pure io per lei,   sono partita e mi sono aggregata al gruppo che ha terminato la formazione proprio a Parigi dove alcuni sono giunti in aereo. 

Un bel gruppo i cui partecipanti provenivano da più parti: Lazio , Sicilia,  Sardegna, Veneto , Emilia, Piemonte, Lombardia , Toscana  e spero di non aver dimenticato qualcuno.

Come spesso succede,  soltanto negli ultimi giorni il gruppo ha trovato una gioiosa famigliarità,  ma comunque il viaggio nel suo complesso si è rivelato interessante e avvincente.

Marc, l’autista francese, non ha mai perso il  buon umore  e neppure la calma  nonostante l’intricato traffico  di Parigi,   mentre  Renato, l’assistente di viaggio ,  attento e disponibile  ha saputo creare una buona convivialità con simpatiche battute e la narrazione di  particolari eventi vissuti nei numerosi viaggi che il suo lavoro gli permette  farsi. 




Clochards a Lione 
La prima tappa: LIONE  che considererei  semplicemente “passaggio obbligato” per raggiungere PARIGI  

Hotel de Ville 

PARIGI, a parte il traffico che spero nel quotidiano  si possa evitare utilizzando i mezzi pubblici, per me è sempre una città sorprendente, anzi a ogni mio ritorno la ritrovo più  maliosa.

Il nostro tour con la guida,  che non  si è risparmiata dall’elargire informazioni interessanti,  è iniziato  nella grande piazza dell’Hotel de Ville, ossia il Municipio e includeva vie e  angoli  molti noti della città senza trascurare il Centro Culturale realizzato su progetto di Renzo Piano e il cantiere aperto per la ricostruzione di ciò che è andato distrutto con l’incendio di Notre Dame,  di cui  il presidente Macron  ha annunciato l’apertura  al pubblico l’8 dicembre 2024.

Mercato dei fiori






Lavori in corso presso Notre Dame

La visita al mercato dei fiori seppure veloce è stata alquanto gradevole, come pure il passaggio davanti alla storica libreria “ Shakespeare and Company “ situata sulla Rive gauche del V arrondissement e che negli anni venti del secolo scorso fu il punto di ritrovo di scrittori come Ezra Pound , Ernest Hemingway, James Joyce e altri.


Sempre nel quartiere latino , appassionante pure la visita all’Eglise de Saint SEVERIN in stile gotico  di cui la guida ha richiamato l’attenzione sulle importanti vetrate nonché sulla storia: monumento storico del  1862 sorge sul luogo dove c’era l’oratorio di San Martino.





Meritevole pure la Tour Saint Jacques, un edificio in stile gotico fiammeggiante, rientrante nel patrimonio mondiale dell’Unesco,  costruita tra il 1509 e il 1523 e che rappresenta l’unica testimonianza della chiesa di Saint-Jacques-de-la-Boucherie.






 Trascuro gli Champs Elisèes , Piazza Saint Michel, la Sainte Chapelle etc. etc. poiché online e nelle guide turistiche si trovano  le informazioni che consentono tutti gli  approfondimenti desiderati.

Parigi, denominata sin dal 1878 “ Ville lumiere” ,  secondo me è una delle più belle capitali europee: compiendo  una semplice passeggiata per le vie del quartiere Latino  si può cogliere il fascino che emana e  percepirne la singolare atmosfera.





L’escursione  serale “Ville lumiere”  è stata indubbiamente molto coinvolgente poiché abbiamo veramente  “toccato” i luoghi e i monumenti più celebri  mentre  la crociera sulla Senna  a bordo del bateau Parisien, ha reso la mia serata indimenticabile: complice il plenilunio d’ottobre che esaltava l’illuminazione della Torre Eiffel che con i suoi 300 metri di altezza rappresenta PARIGI nel mondo.

Indipendentemente dalla conoscenza individuale della città, questo giro in battello regala panoramiche stupefacenti da una prospettiva unica.

Nonostante l’aria pungente  schiaffeggiasse il volto,  eravamo in molti sul ponte superiore del battello a contemplare le scenografie inenarrabili che scorrevano davanti ai nostri occhi dalle quali spiccavano il Louvre, il Museo d’Orsay, il Palais Bourbon  Assemblèe Nationale.   

Pina ed io,  che lì ci siamo incontrate per caso e abbiamo simpatizzato, avevamo le mani infreddolite , ciò nonostante insistevamo nello scattare fotografie a raffica speranzose di riuscire a portarci a Roma lei, a Milano io,  “ un lembo di così straordinaria bellezza”.

 





ORLEANS

Qui, il gruppo è aumentato di numero: è entrato a farne parte FABRICE, la guida che ci ha accompagnati per quasi tutto il resto del tour e che con le sue spiegazioni, a volte “colorite”, a volte  “ teatranti”, ha sicuramente contribuito a  farci incamerare  qualche informazione in più poiché le “lezioni” di storia francese sono state a tratti impegnative, nonostante il mio interesse fosse elevato.

Credo che nessuno del gruppo si dimenticherà di Francesco I Re di Francia, di Caterina De Medici, del Papa  e poi….le favorite del Re.

Orleans è la città di Giovanna D’arco  conosciuta  appunto anche come la pucelle d'Orléans e infatti al centro dell’ampia piazza centrale è stata collocata una sua grande statua equestre.

Noi ci siamo soffermati sull’imponente Cattedrale di SAINT – CROIX, monumento storico di Francia dal 1862  e luogo di culto . La passeggiata per il centro, sino a raggiungere la Loira, il fiume che l’attraversa, ci ha consentito di ammirare le caratteristiche case a graticcio, ossia con le facciate dalle travi a vista. Orleans che dista 120 chilometri da Parigi, e potrebbe essere stata la capitale gallica del popolo dei Carnuti, a me è sembrata una cittadina rispettabile.

 Dopo Orleans hanno avuto inizio  le visite ai CASTELLI  e qui non mi dilungo poiché ciascuno del gruppo è in possesso della dettagliata brochure che è stata fornita unitamente al biglietto d’ingresso. Ampiezza, ricchezza,  eleganza, arredi,  imponenza, giardini,  mi hanno obbligata  a una nuova reinterpretazione  dell’ idea di “castello”.














I vari castelli che ho visitato in Italia non hanno quasi nulla in comune   con i Castelli visitati nella Valle della Loira dei quali cito: CASTELLO di CHAMBORD  - CASTELLO di BLOIS -  CASTELLO di CHENONCEAU – CASTELLO di AMBOIS – CASTELLO di VILLANDRY – CASTELLO di AZAY -LE -RIDEAU e infine il CASTELLO  di VAUX LE VICOMPTE.

 A quest’ultimo riservo qualche informazione poiché trattasi del castello che ispirò la realizzazione di VERSAILLES.

Nel 1653 Fouquet diventa Sovrintendente delle Finanze di Luigi XIV e in quello stesso rispettabile.terreni nel circondario, fa radere al suolo il villaggio di Vaux, qualche boschetto, devia addirittura il corso di un piccolo fiume per far arrivare l’acqua per il parco e le fontane. Chiama per realizzare il castello dei suoi sogni i tre artisti più in voga del momento: l’architetto Louis le Vau, che aveva costruito grandi palazzi a Parigi, il pittore Charles le Brun, che decorerà gli interni, con mobili, statue, arazzi e dipinti, e André Le Nôtre, geniale architetto di giardini, che qui realizzerà il perfetto modello del giardino alla francese, in una scenografica prospettiva lunga 3 km.

Oggi di proprietà dei Conti de Vogüé, è un castello di straordinario splendore, una sintesi perfetta fra l’architettura e il paesaggio, grazie soprattutto agli spettacolari giardini che “modellano” la natura e creano prospettive assolutamente inusuali, giocando sulle distanze, sulle panoramiche…un’autentica meraviglia. Gli interni, totalmente riarredati, danno l’impressione che Fouquet e la sua famiglia siano appena usciti per una passeggiata nel parco…Non a caso il castello è stato scelto come scenario di film famosi, da Valmont di Milos Forman alla Maschera di Ferro con Leonardo Di Caprio, Vatel con Gerard Depardieu, Marie Antoinette di Sofia Coppola per citare solo i più famosi.” 

Non ho nominato CHATEAU du CLOS LUCE poiché si differenzia quasi totalmente dagli altri: rappresenta la dimora  in cui soggiornò  Leonardo da Vinci nel periodo 1516-1519 ad AMBOIS. Interessante la visita e soprattutto molto apprezzabile  l’ampio parco ove si possono ammirare i modelli delle sue invenzioni sapientemente disseminate qui e là e che in questo periodo d’autunno, in cui la natura sfoggia vivaci  policromie,   appaiono ancora più originali. 

Copia S.Giovanni Battista ( l'originale è al Louvre)

Lo studiolo di Leonardo



Evidenzio che i Castelli visitati molto probabilmente sono stati scelti a seguito di un’oculata valutazione poiché si differenziano  molto  fra loro, anche come posizione: alcuni sono stati realizzati sull’acqua, altri sono circondati da giardini immensi.

 

Tours- Torre S.Martino




TOURS

E’ una bella citta’ d’arte e di storia,  rientra dal 2000 nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco ed è sede di una prestigiosa università francese. Si trova sui fiumi LOIRA e CHER.

 “Una delle figure che caratterizzarono la storia della città fu San Martino, il soldato romano originario di Pannonia reso famoso dalla leggenda della sua conversione quando, alle porte di Amiens divise il suo mantello con un povero e la notte successiva gli apparve in sogno Cirto coperto con la metà della cappa. Al suo risveglio ritrovò il suo stesso mantello integro. San Martino fu ordinato, nel 371 o 372, terzo vescovo di Tours e completò la sua cristianizzazione. Sepolto nelle vicinanze della città, la leggenda a cui era legato attirò così numerosi pellegrinaggi che rapidamente vi sorse una cappella e poi un centro abitato che prese il nome di Martinopolis, o anche Châteauneuf. Nella seconda metà del 400 il borgo religioso si fuse definitivamente con il nucleo urbano d'impianto romano originando così la città di Tours. L'importanza del culto del santo nella regione fece di Tours uno dei più importanti luoghi del Cristianesimo occidentale nel Medioevo, e in particolare una tappa fondamentale nel cammino verso Santiago di Compostela.”

Con Renato e con coloro che non erano eccessivamente stanchi, dopo cena abbiamo fatto un bel giro per la città apprezzando la piazza con le due fontane illuminate, il maestoso palazzo del Municipio, la Place Plumerau ovvero il cuore del centro storico antico,  la Torre di SAN MARTINO, le vie della parte vecchia sulle quali si assiepano le case a graticcio che contribuiscono a rendere suggestivo il contesto.

 

 




 CHARTRES

 

Chartres, è un’altra bella cittadina al cui centro medioevale si trovano diverse edificazioni a graticcio. Queste case, che ritengo siano inesistenti in Italia, sono molto belle da vedersi anche perché le travi a vista inserite nelle facciate,  spesso diseguali, sono tinteggiate  con colori differenti.

La maggiore attrattiva di CHARTRES è senza dubbio la Cattedrale  di Notre Dame – culto cattolico e proprietà dello Stato-   inserita nel Patrimonio dell’Umanità Unesco. Con i suoi 113 metri di altezza è una delle icone dell'arte e dell'architettura gotica, celebre per le sue vetrate, guglie e labirinto.  La visita guidata curata  da Xavier, una guida giunta per noi da Parigi, ci ha consentito di apprezzare dettagli che probabilmente avremmo trascurato. La Cattedrale custodisce una piccola parte del  velo di Maria , per cui è meta di numerosi pellegrinaggi.  

E qui, nell’ampia piazza antistante la cattedrale, dopo aver consumato la cena non particolarmente gustosa a base di carne, con un gruppetto costituitosi per l’occasione,  ho assistito al più bello  spettacolo di luci che abbia mai visto sino ad ora.

Al calare del buio,  la Cattedrale  si è illuminata e su di una facciata,  in un continuo cambiamento di colori  e di luci in movimento sono apparse immagini, date, bandiere, fiamme e altro. Probabilmente la ricostruzione degli eventi storici significativi relativi alla cattedrale.

Per tutta la durata dello spettacolo, una musica mistica si diffondeva nell’aria.

Sono portata a credere che  pure  gli atei ne siano rimasti impressionati.

Ho letto che  Chartres non vanta solo un fantasmagorico spettacolo di suoni e luci sulla famosa cattedrale, ma è diventata una vera “capitale della luce”, infatti anche il palazzo gotico antistante l’albergo dove ho soggiornato presentava una facciata con luci in movimento che dava l’illusione fosse ricamato.  

 




Infine è arrivato l’ultimo giorno del tour.  Dopo un’abbondante colazione preparata appositamente per il gruppo alle 6 e 30 di mattina mentre tutti gli altri ospiti dormivano, Marc ha caricato i bagagli e con un’alba dai colori indicibili, abbiamo lasciato alle spalle il viale alberato e il bell’hotel di COUDRAY MONTCEAUX  ed è stata presa la direzione Italia.

Altri componenti del gruppo si erano staccati il giorno precedente per raggiungere  Parigi e rientrare in aereo, ma non prima d'aver effettuato una visita alle cantine.





 E’ stato bello, è stato un tour intenso, per qualcuno forse  leggermente faticoso,  ma penso che la maggior parte dei partecipanti  sia rimasta soddisfatta  e  già  pensa  a un prossimo tour.

 Novembre 2023 – Y.Pelizzari