domenica 11 febbraio 2018

BERCETO - Non è solo “un porcino igp”

BERCETO - Non è solo “un porcino igp”


BERCETO è una rinomata meta turistica sull’appennino parmense ( in provincia di Parma), situato nella vallata in cui scorre il torrente Manubiola - altitudine 808 mt slm - con una popolazione di circa 2300 abitanti distribuiti in varie frazioni: Pietramogolona, Ghiare, Casacca, Bergotto, Corchia. Pellerzo. Occupa comunque un territorio assai vasto fra la Val di Taro e la Val Baganza.
Berceto, un borgo caratteristico, simbolo della storica Via Francigena , gode di un clima mite e anche di una posizione strategica in quanto, in una quarantina di minuti, è possibile raggiungere la Versilia o le coste liguri. Da Milano è facilmente raggiungibile in un paio d’ore massimo percorrendo l’autostrada del Sole in direzione Parma – svincolo per La Spezia - Cisa A15 infine uscita Berceto . La Cisa si snoda attraverso un paesaggio assai apprezzabile che in autunno diviene spettacolare per le varietà di colori.
Per gli amanti della storia si evidenzia che Berceto è indubbiamente segnato da eventi storici notevoli in quanto le origini sono collocate nel VII secolo all’epoca del re longobardo Liutprando che fece erigere in questa vallata un grande monastero, intorno al quale piano piano si andò a formare la comunità.
Non è comunque mia intenzione dilungarmi sulla storia di Berceto poiché andando sul sito del comune , si trovano moltissime informazioni. Chi legge ciò che scrivo sa che amo raccontare, descrivere soprattutto le emozioni e le suggestioni che i luoghi mi trasmettono.
Berceto oltre alla storia interessante, alla posizione strategica, al clima mite è molto conosciuto per la buona cucina e per i funghi porcini che qui, nelle annate buone, crescono in quantità abbondanti. 
Il territorio che comprende Borgo Val di Taro, Bedonia, Compiano, Tornolo, Abareto, Berceto, Pontremoli, Zeri, è la zona del FUNGO PORCINO BORGOTARO IGP.
Ebbene io sono giunta a Berceto proprio per quest’ultimo motivo , infatti da qualche anno a questa parte, con i miei amici organizzo fra fine ottobre e primi novembre una gita in giornata che prevede il pranzo a base di funghi. 
La nostra meta precisa era una trattoria di Ghiare di Berceto, ma arrivati a destino verso le undici ci siamo addentrati nel borgo di Berceto con l’intenzione di effettuare una breve visita, in particolare richiamati dalla curiosità per il DUOMO segnalato da qualsiasi guida turistica rispettabile, quale prezioso gioiello di architettura emblema della fusione armoniosa di stili diversi: longobardo, romanico e rinascimentale.
Berceto secondo me emana autenticità, genuinità: la strada principale corre nel cuore del borgo, fiancheggiata da qualche bar che ricorda le antiche osterie con i tavoli all’esterno e gli uomini seduti con il bicchiere di vino. Diversi negozietti che vendono di tutto proprio come le antiche botteghe di un tempo: anche alle insegne essenziali, personalmente ho attribuito il significato che volessero indicare che ciò che conta è soprattutto l’anima delle cose. 
Non vi è dubbio che il piccolo borgo è dominato dal DUOMO, che io definisco imperioso. Una struttura architettonica di notevoli dimensioni: imponente , austera la cui torre campanaria svetta prepotentemente contro il cielo.
Osservandolo superficialmente mi ero convinta che fosse totalmente in pietra, ma eseguendo una breve ricerca ho scoperto che la costruzione è avvenuta mediante l’utilizzo di diversi materiali:
“Le mura perimetrali, la facciata, le absidi e la torre campanaria sono di arenaria autoctona (rípa santa); per i restauri dell' 800 si è usato materiale estratto nella cava dei Pianelli; per i portali, le lunette e le colonne interne l'arenaria dei Salti dei Diavolo, per alcune sculture più fini e delicate si è utilizzato il mass-ladéin, cioè la parte superiore dello strato dei Salti dei Diavolo. La pietra de il pluteo longobarico (secolo VIII), montato ora nel piede della mensa principale proviene anch'esso dai Salti dei Diavolo, unitamente alla finestra bifora ora incorporata nella canonica, recuperata dalle rovine del castello di Berceto”.
L’interno del Duomo è pregevole: dentro quell’atmosfera tipica che trapela nei luoghi di culto, si possono osservare i bellissimi organi luccicanti che affiancano l’altare principale, le possenti e numerose colonne, il soffitto a cassettoni in legno, le vetrate dalle lavorazioni preziose .
Sempre dall’interno si può accedere ad un piccolo MUSEO che raccoglie oggetti liturgici, arredi, libri antichi, stendardi e altro ancora .
La cattedrale è dedicata a SAN MODERANNO vescovo di Rennes, divenuto il santo patrono di Berceto.
Ho passeggiato volentieri per il borgo di Berceto, mi sono riempita i polmoni di brezza leggera e mite. Spingendo lo sguardo negli angoli più nascosti ho evocato i borghi della mia infanzia dislocati sul costone del Monte Bregagno (lago di Como). Osservando la gente per strada ho avuto l’impressione che qui il tempo si fosse fermato a quando la società non era affetta dalla frenesia.
A Berceto vi è anche un CASTELLO eretto nel 1221 la cui area circostante è divenuta un parco archeologico, ma non avendolo visitato non sono in grado di fornire giudizi e impressioni.
A dire il vero eravamo intenzionati a farlo dopo pranzo, ma dopo esserci seduti a tavola totalmente privi di qualsiasi forma di parsimonia, ci siamo abbandonati ai piacerei offerti dalla Trattoria dei Vecchi Ricordi e del castello ci siamo scordati.

Novembre 2014 – Opinione che potrei pubblicare altrove.

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