domenica 11 febbraio 2018

SAN SIRO - Alla scoperta del LAGO di COMO


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SAN SIRO - Tratto di spiaggia 
I due volti del Lago

Il Lago di Como onorato da molteplici rappresentazioni è persino stato definito “ paesaggio nordico” perché pare che a tratti evochi scorci norvegesi.
Prospettive panoramiche mozzafiato che si riflettono in acque scintillanti, a volte mansuete, a volte increspate dalla breva o dal tivano, a volte persino minacciose se sorprese dalla furia del bellanasco o del menaggino.
Breva, tivano, bellanasco, menaggino sono alcuni dei venti tipici della zona che gli abitanti sanno riconoscere seguendo le indicazioni tramandate da generazioni in generazioni e in alcuni casi osservando la direzione o meglio, l'andamento delle onde.
La sua forma insolita lo rende diverso da tutti gli altri laghi; circondato, racchiuso, quasi protetto da una corona di montagne, è un luogo paesaggisticamente incomparabile che offre l’illusione a chi l' osserva che il mondo sia tutto qui. Oltre il lago, oltre le montagne, il nulla.
Solo lui, il lago, a catturare l’anima, il cuore dei turisti e legare con catena dagli anelli inscindibili coloro che qui nascono perché questi ultimi, ovunque andranno, porteranno “ dentro” la nostalgia e il richiamo di queste acque, di queste montagne.

Frazioni disseminate sul vasto territorio

SAN SIRO

Fra i luoghi forse turisticamente meno noti, ma non per questo meno interessanti e affascinanti, rientra il territorio appartenente al Comune di SAN SIRO; comune dal punto di visto amministrativo relativamente giovane, essendosi costituito il primo gennaio 2003 a seguito della fusione dei comuni di SANTA MARIA REZZONICO e S. ABBONDIO.
In realtà, le sue origini risalgono a tempi assai remoti e numerose tracce ancora ben evidenti lo testimoniano: è un territorio ricco di storia di cui esistono archivi specifici.
E’ pure assai vasto con numerose frazioni dislocate sul costone del Monte Bregagno fino a scendere e adagiarsi sulle rive del lago: Acquaseria, Camnasco, Carcente, Gallio, Lancio, La Torre, Lucena, Marena, Mastena, Maso, Molvedo, Noledo, Pezzo, Rezzonico, Roncate, San Martino, Santa Maria, Soriano, Treccione. (elencate in ordine alfabetico)
Da anonimi racconti pare che un tempo ci fosse anche un’altra frazione e precisamente Cavarzo, situata sopra Camnasco che a seguito della completa moria degli abitanti causata da un’epidemia, forse una pestilenza, rimase disabitata.
Questa narrazione potrebbe essere verosimile poiché, in effetti, a Cavarzo sono presenti diverse casupole in pietra la cui edificazione risale sicuramente a molto tempo addietro e che fino a una cinquantina di anni fa venivano utilizzate come stalle. Adesso alcune di esse sono state recuperate e destinate a usi diversi, anche a case di vacanza.
Buste dell'amministrazione comunale del 1994
San Siro - IERI
Ogni frazione originariamente era rappresentata da un pugno di case spesso aggrappate le une alle altre, quasi come se si sostenessero, attraversate da serpeggianti viottoli acciottolati, immancabili fontane erogatrici di acqua potabile e lavatoi, un tempo forse solo in pietra e poi integrate con cemento. Sicuramente per cause riconducibili alla morfologia del territorio prevalentemente in pendenza, le case sono state costruite sfruttando l’altezza e tutte rigorosamente in sasso, spesso con il tetto di piode, travi di legno a vista: molto diverse dalle nostre case moderne.
Al piano terra vi era la stalla per gli animali che quasi tutte le famiglie possedevano e la cantina quasi sempre semi-interrata,  per conservare vino, formaggio, patate, salsicce e salumi vari fatti in casa e che generalmente venivano appesi alle travi del soffitto.
Agli inizi del novecento da questi parti nessuno possedeva il frigorifero e neppure la lavatrice e per le stoviglie era del tutto inconcepibile che in qualche angolo di mondo potesse esistere un elettrodomestico che le lavasse e asciugasse.

 (A ragion del vero in Europa le prime lavastoviglie furono prodotte nel 1929 dalla tedesca Miele)
Quindi per la conservazione delle vivande che richiedevano un ambiente fresco, vi erano le cantine, le stoviglie si lavavano a mano e per il bucato, ogni frazione aveva il proprio lavatoio pubblico. Luogo che diveniva anche punto d’incontro poiché tutte le donne vi si recavano trasportando i panni dentro enormi catinelle di alluminio.
Sopra la stalla e la cantina vi era un altro locale con camino spesso imponente, che fungeva da cucina e sala da pranzo. Arredamento minimale: tavolo, sedie , credenza per le provviste tipo riso, pasta, farina, qualche cassapanca e null’altro. I divani sono arrivati negli anni cinquanta o forse anche dopo, ma all' inizio del novecento nei borghi di San Siro, risultavano accessori inutili poiché il quotidiano vivere non contemplava spazi per il dolce far niente.
Gli uomini andavano a lavorare nei campi, nei boschi, negli alpeggi, altri migravano verso altre nazioni, le donne erano impegnate nel disbrigo delle faccende domestiche e ad accudire i bambini che quando non erano a scuola, uscivano a giocare per i prati o nella piazzetta del paese.
Sopra la cucina c’era la camera, eccezionalmente due, indipendentemente dal numero di figli e in casi non rari per accedervi si transitava da una scala esterna, sempre in pietra.
Anche qui arredamento minimale: letti, comò, armadio a due o tre ante, a volte qualche baule.
Per i bisogni fisiologici, esternamene ad ogni casa era annessa la latrina che periodicamente occorreva svuotare e i residui venivano utilizzati come fertilizzanti nei terreni, campi o prati quali fossero. 
Poiché la latrina era impraticabile nelle notti invernali quando neve e gelo sfogavano la loro ira, le camere erano accessoriate con i pitali. Ne esistevano di molteplici tipi: in alluminio, in latta, in ceramica bianca, alcuni persino gran lusso con decorazioni floreali che oggi spesso si vedono esposti nei negozi di antiquariato, in ogni caso la funzione era sempre la medesima e tutti da svuotare la mattina appena svegli per evitare il ristagno degli “ aromi naturali”.
Agli inizi del novecento il territorio era, e in parte lo è ancora, assai frammentato, piccoli appezzamenti, appartenenti a proprietari diversi, dalle dimensioni impensabili, a volte simili a fazzoletti, oppure sciarpe lunghe e strette e ciò perché in quel periodo ogni lembo di terra rappresentava una fonte di ricchezza . 
I terreni erano accuditi alla pari dei figli perché se ben coltivati e ben fertilizzati sfamavano uomini, donne, bambini e animali.
Tutte le famiglie possedevano almeno una mucca che forniva il latte, quindi burro e formaggio oltre al vitellino da vendere al macello; ma per possedere una mucca che facesse abbondante latte, occorreva della buona erba.
E si, a quei tempi le mucche si nutrivano ancora come richiedeva la loro natura di erbivore ovvero con l’erba e, non erano soggette all’encefalopatia spongiforme come succede ai giorni nostri, in cui la modernità le vorrebbe trasformare in onnivore . 
I terreni erano quindi beni preziosi, più preziosi dell’oro mentre oggi gli stessi terreni andati in eredità alle sopraggiunte generazioni quasi costituiscono un problema perché quasi nessuno più si dedica all’agricoltura.
Inoltre, proprio perché il territorio è un alternarsi di alture e declivi, eccezione fatta per appezzamenti pianeggianti a ridosso delle rive del lago, mal si presta a determinati tipi di costruzioni e quindi commercialmente rimangono poco appetibili.
Tanto è vero che, il territorio di San Siro in questi ultimi anni ha subito un rimboschimento naturale quasi eccessivo, come pure un proliferarsi di animali come i cinghiali che causano anche ingenti danni. 
Ovviamente un territorio con una folta vegetazione offre scenografie naturali di indubbia bellezza. Basti pensare alle policromie autunnali generate dai colori che madre natura regala a foglie e fiori passando dal giallo, all’arancione per arrivare al rosso o al fucsia!
Alcune frazioni vantano anche la presenza di piccole chiese, come ad esempio Rezzonico, Mastena, Roncate, Lucena, Gallio, San Martino, Treccione dentro alcune delle quali, fino a pochi anni fa si celebrava ancora la messa domenicale.
Attualmente sono poche le frazioni che hanno conservato le caratteristiche originarie , in particolare quelle situate più in basso, nelle vicinanze del lago che si sono notevolmente ampliate con edificazioni moderne. Soltanto quelle situate più in alto come ad esempio Maso , Camnasco, Carcente, San Martino  hanno conservato il volto di un tempo, ma durante l’inverno sono deserte o quasi. Gli abitanti sono andati tutti via e le case rimaneggiate sono divenute per lo più luoghi di vacanza.
Carcente

SAN SIRO meta turistica
Posizione geografica - confini
A nord confina con il comune di Cremia, a sud con Menaggio e Plesio, a est si affaccia sul lago. Dista da COMO 38 km e il territorio raggruppa ben venti piccoli borghi denominati frazioni, ognuna delle quali ha una sua particolarità e un suo fascino.
La popolazione è all’incirca di 1800 abitanti.


Mura romane

Spiaggia
FRAMMENTI di SAN SIRO, fra lago e montagna
Alcune località come Acquaseria, Molvedo, Santa Maria, Rezzonico, sorgono lungo l’antica strada Regina nelle immediate vicinanze del lago, altre sono dislocate a salire sul costone del Monte Bregagno in uno scenario mozzafiato: borghi, pugni di case in cui la presenza di lavatoi, fontane, piazzette e le immancabili chiesette, testimoniano lo stile di vita del buon tempo andato.
Borghi immersi nel verde, comunicanti fra loro anche dalle vecchie stradine acciottolate e sentieri ombrosi, che sono itinerari ideali per allettanti e gradevoli passeggiate.
Il borgo di Marena come pure La Torre, Lancio, Mastena, Pezzo, Roncate sono fra le località poco distanti dalla spiaggia, raggiungibile anche a piedi in 10/15 minuti circa.

LA TORRE vista dal lago, pare sorgere su un cocuzzolo e offre un’immagine da cartolina.
MARENA rientra fra quelli più popolosi, annovera fra i suoi abitanti anche diversi stranieri ed è attraversato da un torrentello il cui percorso, a tratti sovrastato da volte e case, contribuisce a rendere caratteristico il circondario.
Salendo un pochino s’incontra SORIANO poi LUCENALucena piccolo agglomerato con il “cuore di pietra” avvantaggiata da un’ottima vista-lago, sa di autenticità con le sue case in pietra viva, due grandi lavatoi a testimoniare la numerosa popolazione di un tempo e, la minuscola chiesetta dal campanile importante sul colle più alto, a dominare o forse proteggere i paesani.
Lucena - la piazzetta
Dalla piazzetta centrale di Lucena si snodano altre due stradine: imboccando quella di destra, ci s’inerpica leggermente e attraversando boschi dai secolari castagni, eleganti robinie e qualche quercia, si raggiunge un’altra frazione, GALLIO, che merita una visita se non altro perché si trova in una incantevole posizione che permette un’ampia visuale dei due rami del lago. Ma questo non è il solo motivo. Gallio, si trova a circa 500 metri di altitudine e rassomiglia a un presepe esteso, una striscia di territorio insolitamente pianeggiante come fosse una lunga sciarpa e un insieme di case. Le più antiche sono le une a ridosso delle altre quasi ad abbracciarsi, con gli uscii affacciati direttamente sulle mulattiere che formano una rete viaria serpeggiante che consente di raggiungere qualsiasi angolo del paese. Anche qui il lavatoio, l’abbeveratoio, la fontana dove un tempo si andava a prendere l’acqua, il ruscello e la chiesetta dedicata a Santa Lucia, con la grande statua sovrapposta al portone d’ingresso, ai lati del quale due grossolane panchine in sasso e il sagrato con lastre in pietra.
E salendo ancora altre frazioni fra le quali, San Martino, Treccione e infine Carcente sede di un interessante Museo della Casa rurale dove sono conservati manufatti e attrezzi vari utilizzati per l’attività agricola e artigianale.
Procedendo si raggiungono i cosiddetti “Monti “ ove si trovano numerose baite completamente ristrutturate adibite principalmente a luogo di vacanza, riposo; ma si può andare anche oltre fino a raggiungere pascoli e malghe.
Portici dei pescatori a Rezzonico



Bagnata dalle acque del lago, REZZONICO, in dialetto locale “Rescionegh” è un nucleo di case adagiate su un piccolo promontorio dominato da un trecentesco castello dalle mura merlate avvolto dalla sua leggenda come lo sono tutti i castelli. Rezzonico vanta piccole spiagge naturali di rara bellezza paesaggistica e il nome sembra derivare dai Reti che dominarono l’alto lago in tempi antichi, ma non si esclude neppure che possa derivare dal gentilizio Rhaeto, condottiero etrusco, o ancora da “Risciulada” che sarebbe un manto stradale fatto di ciottoli.
Un tempo borgo di pescatori, Rezzonico è davvero pittoresco tanto che non vi è artista del lago che qui non abbia messo il cavalletto per una personale trasposizione.
Nel centro storico della località S. Abbondio sorge l’omonima chiesa che dalle ricerche storiche risulta, dovrebbe trattarsi di uno dei più antichi luoghi di culto della zona e un tempo fu meta di pellegrinaggio di devoti provenienti da diversi paesi del lago.
PERCHE' TRASCORRERE LE VACANZE o anche solo qualche WEEK END a SANSIRO
Soprattutto per il paesaggio d’incomparabile bellezza che si specchia nelle acque profonde del Lago di Como.
Per il clima mite tutto l’anno.
Per le piacevoli passeggiate ed escursioni praticabili in ogni stagione mentre durante l’estate SAN SIRO nulla ha da invidiare ad alcune località di mare: vita da spiaggia, sport acquatici e serate all’insegna del divertimento.
Da Aprile a Ottobre numerose sono le sagre di diversi generi che riscuotono notevole successo.
Ottimi itinerari per gli amanti della bici.
Inoltre a San Siro vi sono zone in cui ci si può rilassare, immersi nel silenzio e lontano dal caos.
A SAN SIRO, in località Santa Maria imperdibile una visita alla cinquecentesca Chiesa dedicata a Santa Maria Assunta al cui interno si possono ammirare preziosi affreschi mentre nelle immediate vicinanze vi sono resti di mura tardo romana o meglio un imponente quadrilatero murario (in alcuni punti raggiunge un’altezza di 6 metri) che sembra appartenere a una fortezza vigilante il traffico terrestre e lacuale dell’antica Strada Regina.
Infine SAN SIRO è in una posizione strategica ( centro lago) , ottima base per raggiungere tutte le più note località come Menaggio, Tremezzo, Bellagio, Varenna, Colico, Dongo, Gravedona. E Como città dista circa 35 chilometri.
Revisione luglio 2020 -Y.Pelizzari - Riproduzione vietata senza autorizzazione

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