Ultimamente sto incontrando qualche difficoltà a recensire i libri che leggo poiché mi sto dedicando alla psicanalisi, letture per me , non sempre di immediata comprensione tanto che spesso ho la necessità di ritornare a rileggere alcuni passaggi , soffermarmi, riflettere e quindi, al fine di evitare di scrivere stupidaggini, rinvio le recensioni.
( Credo comunque che forse nessuno ne soffrirà per tale mancanza perché ho riscontrato che si tratta di libri presenti in Ciao, privi di opinioni, quindi letti da nessun utente).
In ogni caso alcuni giorni fa, nel corso di una frequentazione in libreria motivata da un acquisto preciso, sono stata catturata da questo libro LA PASSIONE RIBELLE di Paola Mastrocola, autrice che già conoscevo per aver letto un paio dei suoi romanzi fra i quali “La barca nel bosco”: un romanzo di formazione, molto avvincente e molto profondo.( Credo comunque che forse nessuno ne soffrirà per tale mancanza perché ho riscontrato che si tratta di libri presenti in Ciao, privi di opinioni, quindi letti da nessun utente).
Il titolo “ La passione ribelle” mi ha immediatamente incuriosita, ho preso il libro fra le mani e mi sono messa a leggere sul retro:
“ Chi studia è sempre un ribelle. Uno che si mette da un’altra parte rispetto al mondo e, a suo modo, ne contrasta la corsa. Chi studia si ferma e sta: così si rende eversivo e contrario. Forse, dietro, c’è sempre una scontentezza: di sé, o del mondo. Ma non è mai una fuga. E’ solo una ribellione silenziosa e, oggi più che mai, invisibile. A tutti i ribelli invisibili è dedicato questo libro.”
Ne sono convinta, ci sono libri che qualcun altro scrive per noi. E quando accade e il libro viene messo in vendita, se abitualmente si frequentano le librerie, quel libro ci chiamerà, si farà notare e noi senza rendercene conto lo acquisteremo.
Come facilmente intuibile, sono uscita da La Feltrinelli con il libro in borsa il quale deve avermi trasmesso una tale urgenza per cui ho sospeso quanto avevo in corso e ho iniziato a leggerlo.Anzi , per la precisione, mi sono messa a studiarlo poiché fra le pagine di PASSIONE RIBELLE ho scoperto che io non mi limito a leggere bensì studio.
Tutti i miei libri forse un giorno verranno bruciati o distrutti perché le pagine contengono spesso sottolineature, a volte riportano anche delle annotazione e frequentemente utilizzo le pagine bianche introduttive per elencare le numerazioni delle pagine che potrei un giorno tornare a rileggere o che comunque ritengo utili ricordare.
Nel caso dei classici, addirittura devo ricorrere all’inserimento di post-it per l’abbondanza di cose da ricordare.
Andando oltre e tornando a questo libro non esito ad esternare la mia grande soddisfazione per averlo letto.
Non credo possa essere di grande utilità dilungarmi sulla trama anche se comunque qualche cenno è d’obbligo.
TRAMANon credo possa essere di grande utilità dilungarmi sulla trama anche se comunque qualche cenno è d’obbligo.
L’autrice è un’insegnante di liceo prossima al pensionamento e con questa opera evidenzia l’evoluzione della società avvenuta nel corso di questi ultimi decenni, diciamo questi ultimi venti anni, facendo rifermento specifico alle riforme delle scuola che dal suo punto di vista hanno contribuito al decadimento della cultura, ma non trascurando affatto i mutamenti comportamentali dei genitori.
Non mi pare azzardato desumere sinteticamente che insegnanti e genitori, silenziosi, per ragioni diverse, verso certe problematiche importanti hanno contribuito, anzi hanno permesso che degli “incompetenti” riformassero la scuola di male in peggio, disincentivando lo studio.
Lo studio, è divenuto attività per i cosiddetti “sfigati”, “secchioni”, per coloro che magari non sono esteticamente belli secondo i canoni di bellezza imposti dalla società moderna , lo studio che non risponde con una gratificazione economica immediata non è più interessante.
Neppure immaginabile pensare allo studio come fonte di ricchezza personale: studiare per creare una riserva personale, una ricchezza che non obbligatoriamente paga in denaro…
Pag. 57 - Quella specie di “deposito “ personale ( e interno) che ci deriva dall’aver studiato, ci darà la bussola per orientarci. Per gli altri, i nativi digitali e affini, non so. Ho qualche timore. E’ probabile che, non conoscendone un’altra, si faranno bastare la conoscenza digitale, facile e immediata e la chiameranno “Nuovo Sapere”.Non mi pare azzardato desumere sinteticamente che insegnanti e genitori, silenziosi, per ragioni diverse, verso certe problematiche importanti hanno contribuito, anzi hanno permesso che degli “incompetenti” riformassero la scuola di male in peggio, disincentivando lo studio.
Lo studio, è divenuto attività per i cosiddetti “sfigati”, “secchioni”, per coloro che magari non sono esteticamente belli secondo i canoni di bellezza imposti dalla società moderna , lo studio che non risponde con una gratificazione economica immediata non è più interessante.
Neppure immaginabile pensare allo studio come fonte di ricchezza personale: studiare per creare una riserva personale, una ricchezza che non obbligatoriamente paga in denaro…
Esibire cultura, non va bene, esattamente il contrario dal tempo in cui si ammiravano le persone che esibivano platealmente il loro sapere.
Ai giorni nostri è quasi un vanto esibire l’ignoranza che rende molto di più.
Pag.9 – “E’ come se il non sapere e il non studiare ci dessero un fascino aggiunto, una certa patina di rozzezza che sa di istinto primordiale, naturalezza ferina, autenticità”:Ai giorni nostri è quasi un vanto esibire l’ignoranza che rende molto di più.
Alcuni metodi scolastici, spesso basati su schede e test a cui gli allievi sono chiamati a rispondere tramite una crocetta sono riduttivi e non danno nessuna possibilità di esprimere l’idea personale, non incentivano all’applicazione per trovare l’idea nuova.
Una domanda, 3 risposte = contrassegnare la risposta corretta, null’altro da aggiungere.
Pag 95- “Se davanti all’Infinito di Leopardi, chiediamo se la siepe è un ostacolo alla vista o uno stimolo alla fantasia, non è possibile scegliere cosa crocettare, perché la siepe è tutte e due le cose, ed è anche molto di più”.Una domanda, 3 risposte = contrassegnare la risposta corretta, null’altro da aggiungere.
Dalla parte delle famiglie poi pare che la preoccupazione principale sia quella di non lasciare tempo libero ai figli: scuola, attività sportiva, vita sociale perché i ragazzi devono uscire, non devono isolarsi, durante le vacanze devono riposare perché le vacanze sono vacanze e..... cosa accade? Il tempo per lo studio non esiste più.
Pg. 13 - “Abbiamo un pregiudizio esistenziale, nei confronti di chi studia. Ci fa pena. E ci fa anche rabbia, perché secondo noi si sforza troppo per essere il primo, e questo non ci piace per niente. Noi odiamo chi vuole primeggiare nello studio. (E abbiamo un pregiudizio esistenziale anche sulla felicità: pensiamo che sia felice solo chi si dà ai piaceri goderecci…..”
Mi fermo qui, poichè la cosa migliore da farsi rimane quella di leggere l'intero libro.
Impressioni personali
Un libro che tornerò ad acquistare e diverrà oggetto di regalo per ragazzi , ma soprattutto per giovani genitori affinchè trovino lo spunto per fermarsi un attimo e riflettere. Magari riescono a rendersi conto che "qualcosa si può ancora fare".
I genitori hanno un ruolo fondamentale per insegnare ai figli l’amore per la lettura e farne comprendere loro l’utilità , oltre che all’importanza dello studiare che nulla a che vedere con leggere e basta che corrisponde a lasciare scivolare vie le parole come l’acqua.
Si studia da SOLI, SCOLLEGATI, ( solo se spegniamo ogni tanto le connessioni siamo di nuovo esseri liberi), si studia perché lo studio arricchisce la nostra sostanza umana.
E in qualità di genitori dobbiamo aver ben chiaro la differenza fra conoscenza, informazione e istruzione anche perchè in qualche modo contribuiamo/influenziamo la scelta del corso di studi che il figlio/a sceglierà.
Ovviamente leggendo questo libro scritto da chi ben conosce l'ambiente scuola, noi lettori /lettrici in qualità di genitori, possiamo apprendere le problematiche di un insegnante che oggi, spesso si ritrova a doversi rallegrare nel mettere un SEI a un compito che anni addietro sarebbe stato classificato QUATTROI genitori hanno un ruolo fondamentale per insegnare ai figli l’amore per la lettura e farne comprendere loro l’utilità , oltre che all’importanza dello studiare che nulla a che vedere con leggere e basta che corrisponde a lasciare scivolare vie le parole come l’acqua.
Si studia da SOLI, SCOLLEGATI, ( solo se spegniamo ogni tanto le connessioni siamo di nuovo esseri liberi), si studia perché lo studio arricchisce la nostra sostanza umana.
E in qualità di genitori dobbiamo aver ben chiaro la differenza fra conoscenza, informazione e istruzione anche perchè in qualche modo contribuiamo/influenziamo la scelta del corso di studi che il figlio/a sceglierà.
Concludento
Assolutamente consigliato anche perché lo stile letterario molto chiaro, immediato non lo rende noioso nonostante i temi trattati non siano propriamente “leggeri”.Io l’ho letto in un paio di giorni.
Molto significativa la raffigurazione in copertina: l’uomo che pensa – il pensatore – seduto sulla punta di un iceberg . Il pensatore e attorno nuvole di parole scritte in corsivo.
All’interno si trovano dei passaggi molto interessanti concernenti lo scrivere in corsivo, prendere appunti con la matita o la penna.
L'AUTRICE
Il mio libro
Prima edizione settembre 2015
Appartenente a I LIBRI DEL FESTIVAL DELLA MENTE
Edizioni Laterza
Qualche stralcioAppartenente a I LIBRI DEL FESTIVAL DELLA MENTE
Edizioni Laterza
- Sappiamo o no che informazione e conoscenza non sono la stessa cosa? Fingiamo di non saperlo, o davvero non ne abbiamo coscienza? Il sapere è quel che resta dopo aver ricevuto le informazioni, è quel che è sceso dentro di noi, si è misteriosamente amalgamato con la nostra vita e le nostre conoscenze già depositate, ed è divenuto altro, qualcosa di più ampio e profondo.
La conoscenza è senza fine ( nei due sensi della parola "fine"
L'informazione ci illumina una statua sulla via. Il sapere ci illumina un mondo, esteso nel tempo e nello spazio.
- Esiste infatti una solitudine buona, positiva, che sta dalla nostra parte e concorre al nostro bene, e di cui abbiamo tutti un bisogno vitale, e che dovremmo ricercare ovunque, come acqua nel deserto. E' la solitudine che ci serve per leggere, stare con i libri, le parole, i pensieri, i ricordi. E' la solitudine che ha reso possibili le grandi opere dell'ingegno umano, in ogni campo.La conoscenza è senza fine ( nei due sensi della parola "fine"
L'informazione ci illumina una statua sulla via. Il sapere ci illumina un mondo, esteso nel tempo e nello spazio.
Marzo 2016 .Opinione di cui mi riserbo il diritto di pubblicare altrove. Y. P.
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