sabato 10 febbraio 2018

UN'IDEA DI DESTINO - Tiziano Terzani

Un'idea di destino -Libri che cambiano la vita)


La fascetta rossa riporta la seguente dicitura:“ Un’opera inedita di sorprendente ricchezza, la storia intima di un uomo, un grandioso testamento spirituale”.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere se non confermare che è un libro dal valore inestimabile dentro il quale tutti possono trovare almeno una situazione, una domanda, un dubbio, in cui identificarsi. E soprattutto moltissimi spunti sui cui riflettere.
Chi è TIZIANO TERZANI
Personalmente lo definirei semplicemente un uomo straordinario, che ha avuto la fortuna di incontrare la sua “perfetta metà” e creare “un’unità” in Angela Staude, figlia di un pittore tedesco.
Insieme sempre, seppure distanti, spesso anche lontanissimi materialmente.
Questo connubio ideale ha consentito a Terzani di vivere la vita come una quotidiana avventura ; un esploratore del mondo fuori e dentro di sé.
Un continua ricerca anche attraverso la depressione.
Direi pure che è trascurabile il fatto che sia morto prematuramente perché a 66 anni ci sarebbe stato ancora molto da fare e soprattutto ancora moltissimo da scrivere.
Piu' comunemente Tiziano Terzani è conosciuto come un grande giornalista toscano, (nato a Firenze nel 1938) che ha vissuto in oriente per oltre trent’anni lavorando in qualità di corrispondente per la rivista tedesca Der Spiegel , nonché collaborando con L’espresso, La repubblica, Il corriere della sera e …scrivendo libri.
Un terribile cancro anche se curato negli Usa, non gli ha lasciato scampo e dopo aver tenuto il suo ultimo discorso in pubblico a gennaio del 2004 in occasione del matrimonio dell’adorata figlia Saskia , a luglio del medesimo anno muore a Orsigna ( comune in provincia di Pistoia ) di cui fornisco la descrizione che ne ha fatto lo scrittore in “ La fine è il mio inizio”.
“A quel tempo l'Orsigna era ancora piena di gente. La guerra era appena finita e gli uomini facevano i boscaioli nelle montagne di là del fiume. Facevano cose incredibili! Legavano un cavo di ferro nella montagna di fronte, poi a spalla, attraversando il fiume, lo portavano da questa parte, lo legavano in piazza, lo mettevano in tensione e dall'altro versante facevano partire i carichi di legna attaccati ad un uncino. Arrivavano a velocità spaventosa ed andavano a sbattere contro un copertone. A volte quei pazzi ci si legavano loro stessi. Lo ricordo come se fosse ora. (...) una volta uno si distrasse fra un carico e l'altro e finì schiacciato in piazza”.
UN'IDEA DI DESTINO
L’introduzione è curata dalla moglie Angela Staude Terzani 
Racconta che dopo la morte del marito, lasciata Orsigna è rientrata a Firenze dove nello studio in perfetto ordine vi erano tutti gli scatoloni che Tiziano si era fatto spedire dall’Asia contenenti molti scritti e non solo. Si lascia andare ai ricordi e sintetizza la loro vita insieme focalizzando periodi e luoghi, in modo tale che essendo a conoscenza delle vicissitudini, meglio si comprende ciò che ci si predispone a leggere.
Evoca il loro primo incontro quando lui non possedeva altro che la Olivetti Lettera 22 e di cui ne andava orgoglioso.
Nel 1972 con i figli piccoli Folco e Saksia si traferirono a Singapore, dove lei rimaneva stabilmente mentre lui si spostava continuamente per realizzare i suoi numerosi reportage.
Nel 1975 altro trasferimento a Hong Kong quando Hong Kong era una colonia inglese e poi nel 1980 il coronamento di un sogno che rincorreva da tempo: uno fra i primi giornalisti che ha potuto aprire una sede di corrispondenza a Pechino.
Ma anche grande delusione: abitandoci si rese immediatamente conto che la Cina era ben diversa dalla meraviglia che si raccontava e che la modernità socialista non esisteva. L’economia era al collasso, la gente viveva nella miseria e nella paura, in un’atmosfera di perenne diffidenza.
La conclusione fu che in seguito ai suoi reportage, nel 1984 arrivato a Pechino rientrando da Hong Kong, i poliziotti gli sequestrarono i documenti imponendogli di scrivere un’autocritica e confessare i crimini commessi ovvero avere offeso Mao. Gli venne imposto anche il silenzio assoluto, diversamente l’avrebbero deportato in un campo di lavoro.
A conclusione dell’episodio, anche in seguito all’intervento dell’allora presidente Sandro Pertini, venne espulso dalla Cina.
Comunque nonostante questa esperienza negativa Angela racconta che il marito le aveva rivelato di aver sempre amato la Cina anzi : “ l’India lo aveva aiutato a ritrovare la serenità, la Cina era il paese in cui aveva più amato vivere. Dei cinesi gli piaceva la quotidianità, il loro saper “giocare”, anche con la sorte, il loro tener duro”.
Nel 1985 trasferimento a Tokyo , Giappone, una realtà che non gli piace e quando si rende conto che il futuro sarà basato su uno sviluppo esagerato e incontrollabile, diviene vittima della depressione. 
Successivamente trasferimento in India, ma fu sconcertante scoprire che anche li era già arrivata la Coca Cola.
I viaggi continuarono: India Kashmir, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka.
Dal suo diario indiano:
“…Io sono sempre nel mezzo, sempre un pendolare fra questi due mondi; uno vecchio che non correi perdere e uno nuovo di cui mi pare assurdo fare a meno, illogico rinunciare”.
Per Terzani era molto importante tenere dei diari e se ne doleva quando per ragioni diverse non scriveva. Nei suoi racconti, in più occasioni, si legge che si prometteva di scrivere quotidianamente. Pare che questi diari li scrivesse soprattutto per sé stesso, ma anche perché gli sembrava indispensabile lasciare traccia dei propri giorni.
“Un’idea di destino” è la selezione di 147 file raccolti in una cartella dal titolo “DIARIO” contenuta nel computer portatile di Tiziano Terzani: una raccolta ordinata in 5 periodi e dalla pagina finale dei ringraziamenti si apprende che la progettazione di questo volume si è concretizzata grazie anche a Guglielmo Cutolo della Longanesi.
Personalmente suggerisco di leggerlo e poi…..Nulla sarà più come prima ( prima di averlo letto).
Fin qui ho presentato il libro dal punto di vista di un un uomo in viaggio che consente al lettore di conoscere costumi e tradizioni diverse nonchè di addentrarsi nelle vicende politiche e le guerre che hanno caratterizzato il periodo, ma la parte che mi ha maggiormente coinvolta è il viaggio intimo che Terzani intraprende alla ricerca di se stesso. La ricerca del senso della vita.
Le pagine scritte a Binsar sull’Himalaya, sono molto intense e sono relative all’ultimo tratto del suo cammino, nella piena consapevolezza della malattia: lunghe conversazioni con la coppia di amici .
4 febbraio 2000- I giorni passano meravigliosamente in una sequenza ininterrotta di conversazioni, pensieri, passeggiate, silenzi e tempo dato al tempo.
Vi si trovano descrizioni paesaggistiche che invogliano a partire e poi lunghe lettere alla moglie Angela, delle vere e proprie dichiarazioni di amore…….. ma amore vero non quello fatto di parole e neppure di attimi. Un amore che si rinnovava, forse rinasceva , ogni qualvolta si ritrovavano. E poi esternazioni di convincimenti, dubbi, stati d’animo, serenità e turbamenti.
Ma che piacere leggere storie di vite così.
Una attenzione particolare è da riservare al Discorso per il matrimonio della figlia Saskia con Christopher.
Sono le ultime 4 pagine: un discorso che abbigliato con la solita casacca bianca e i sandali neri che rappresentavano il suo stile, tenne in inglese. Un discorso molto intenso, ma soprattutto molto profondo e forse sarebbe bene lo leggessero tutte le coppie che intendono contrarre matrimonio
Solo un accenno, da leggere con attenzione:
Il MATRIMONIO non è una storia di amore, perché una storia d’amore è una relazione di piacere e quando diventa spiacevole è finita chiusa. Il matrimonio non è una questione di convenienza, di ammassare due proprietà, di aggiungere pezzi di terreno o un vigneto, un regno a un altro: il matrimonio è il tuo impegno con ciò che sei. L’altra persona è la tua metà, e tu e l’altra non siete due. Il matrimonio è il riconoscimento di un’identità spirituale……….”
Dopo quel discorso il declino finale.
Che altro scrivere: potrei riportare qualche stralcio dei diari, ma mi domando se ha senso? Forse no.
In Un’idea di destino si possono trovare molte risposte, ma non tutti ci poniamo le medesime domande e quindi è meglio leggerlo.
Io personalmente l’ho ingoiato, sono stata una lettrice ingorda, ma ho fatto molte sottolineature per cui alla fine sono ritornata su molte pagine e ho assaporato ogni singola parola.
Però qualche stralcio ci sta:
27 luglio 1996, Calcutta : Il problema non è se Madre Teresa è una santa o meno, ma se una città come Calcutta deve esistere o meno. Che ci sia, sembra provare che non c’è dio.
19 ottobre 1996: Viviamo in strani tempi dove la letteratura è pubbliche relazioni, dove quel che sdi produce non conta, basta che venda, dove le relazioni sono virtuali, dove la conoscenza viene uccisa dall’informazione, dove le menzogne sono vendute come verità, dove la dittatura della mente domina la democrazia, dove i cittadini e le menzogne sono al centro dell’universo.
23 novembre 1999- Manila – I guaritorii sono dei maghi che fanno trucchi, ma i trucchi aiutano spesso la gente: è stata sempre la mia posizione, ma sentirla da un uomo di Chiesa era bello. Il problema è se uno deve dimostrare che sono dei fasulli o lasciarli vivere e fare i loro trucchi in cui la gente crede.
14 marzo 2001 –Binsar - Tempo e consapevolezza sono la stessa cosa. Il tempo ha due caratteristiche: non si ripete mai. Eraclito e i greci avevano ragione, “non fai mai il bagno nello stesso fiume”. Il moneto stesso in cui metti il piede nell’acqua, quell’acqua è passata e il piede è in un’altra acqua. Eppure noi rimaniamo “attaccati”, sperando di ripetere il passato.
13 maggio 2001 Firenze – Berlusconi viene eletto primo ministro. Passo la notte con Angela e Saksia, che riparte all’alba per Parigi, a guardare la televisione. Mi sento ferito, umiliato. Come è possibile che abbiamo creato una maggioranza di gente cosi?
15 Maggio 2001- Orsigna ( sempre a proposito di Berlusconi) Il fotoromanzo che ha mandato a 12 milioni di famiglie ha funzionato. E’ una vergogna.
DOLORE
Parliamo del dolore. Secondo Vivek “l’atteggiamento dell’uomo moderno è di evitare a tutti i costi il dolore e la sofferenza, ed è per questo che non si rende più conto del loro lato positivo. Il dolore rafforza l’uomo e se non soffre gli manca quella forza. Non voglio dire che tutti debbano soffrire, ma se la sofferenza viene, potrebbe avere un significato e ha senso armonizzarsi con essa”

Settembre 2014 - Yvonne Pelizzari

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