sabato 10 febbraio 2018

NANA - Emile Zola


"Sotto le sue carezze , il fiore dell’amore in lei rifioriva, dopo anni di abitudine e disgusto per gli uomini”


La mia infatuazione per i classici e i grandi scrittori francesi, iniziata con Flaubert e la sua Madame Bovary non si è ancora esaurita, anzi mi sembra  siano sopraggiunti tutti i sintomi premonitori per trasformarla in un vero e proprio innamoramento. A dire il vero non ne sono preoccupata poiché una vita senza amore non è vita. Amore, passione. Nulla è più gratificante d’essere vittima di quella passione divorante che non consente di perdere un attimo, poiché ogni attimo libero lo si vuole dedicare a quella passione medesima e inoltre se quell’amore, quella passione sono fonti di arricchimento, di conoscenza sono assolutamente invidiabili, e infine, se creano indipendenza, sono indispensabili.
Ebbene ecco il nome della mia ultima passione nata in questi giorni caratterizzati da piogge torrenziali: EMILE ZOLA
A lui ho dedicato non solo giorni, ma anche alcune ore notturne . Infatti proprio la notte scorsa nonostante gli occhi a tratti accusavano una certa stanchezza, non sentivo il richiamo di Morfeo: mancavano un centinaio di pagine per giungere alla fine del romanzo che avevo fra le mani - NANA’ - eppure non riuscivo a riporre il libro sul comodino. Infine mi sono rassegnata: mi sono messa nella posizione ottimale e l’ho concluso.
Ed ora con immensa soddisfazione provo a scrivere le mie impressioni, anche se sono sicura che non mi sarà facile, poiché NANA' è un vero capolavoro e nonostante sia stato scritto più di un secolo fa, è da considerarsi ancora molto attuale.
Mi diviene del tutto incomprensibile come si possano vendere migliaia di copie di CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO e non accorrere a comprare e leggere NANA’, di cui Feltrinelli ha promosso nuovamente la vendita applicando uno sconto del 25% al prezzo di copertina ( euro 10).
Oddio, sia chiaro “Cinquanta sfumature di Grigio” e “Nanà” non sono due romanzi comparabili tanto che nelle librerie non potrebbero essere esposti nella medesima bacheca, correrebbero il rischio di prendersi a pugni, ma hanno un argomento in comune: il sesso.
Emile Zola in NANA’ racconta storie di sesso, entra nell’alcova di Nana’, ma non è la semplice storia di una ragazza di vita come qualcuno potrebbe pensare: in sintesi questo romanzo è l’espressione di una società corrotta , viziata, della onnipotenza del sesso e forse rappresenta anche l’emblema di una realtà basata sull’apparenza e conseguentemente illusoria.
L'AUTORE
Credo che'''EMILE ZOLA''' non necessiti di presentazioni, anche perché per fare un sunto della sua vita, assai avventurosa e non del tutto facile in quanto è rimasto orfano del padre, un ingegnere di origini veneziane, a soli sette anni, occorrerebbero molte pagine. Comunque il suo talento è testimoniato dalla pubblicazione delle innumerevoli opere di cui cito soltanto il Ciclo dei Rougon Macquart a cui appartiene NANA’, che riprendo totalmente da Wikipedia: 
1. La fortuna dei Rougon (La Fortune des Rougon, 1871)
2. La cuccagna (La Curée, 1872)
3. Il ventre di Parigi (Le Ventre de Paris, 1873)
4. La conquista di Plassans (La Conquête de Plassans, 1874)
5. La colpa dell'abate Mouret (La Faute de l'Abbé Mouret, 1875)
6. Sua Eccellenza Eugène Rougon (Son Excellence Eugène Rougon, 1876)
7. L'ammazzatoio (L'Assommoir, 1877)
8. Una pagina d'amore (Une Page d'amour, 1878)
9. Nanà (Nana, 188010. Quel che bolle in pentola (Pot-Bouille, 1882)
11. Al paradiso delle signore (Au Bonheur des Dames, 1883)
12. La gioia di vivere (La Joie de vivre, 1884)
13. Germinal (Germinal, 1885)
14. L'Opera (L'Œuvre, 1886)
15. La Terra (La Terre, 1887)
16. Il Sogno (Le Rêve, 1888)
17. La bestia umana (La Bête humaine, 1890)
18. Il denaro (L'Argent, 1891)
19. La disfatta (La Débâcle, 1892)
20. Il dottor Pascal (Le Docteur Pascal, 1893)
Emile Zola nasce a Parigi il 2 aprile 1840 e muore ufficialmente per asfissia nella sua casa sempre a Parigi il 29 settembre 1902, ma vi è il sospetto che non si sia trattato di un semplice incidente bensì di un omicidio a sfondo politico.
E’ considerato il fondatore nel naturalismo letterario e le note bibliografiche riportano che è riuscito ad assemblare “il realismo psicologico e sociale di stampo scientifico con una narrazione trascinante e torrenziale, culminata nel ciclo dei Rougon-Macquart”.
Leggendo la sua vita confesso che ho trovato stupefacente che un scrittore come Zola, per ben due volte sia stato respinto agli esami di maturità, tanto che decise di trovarsi un lavoro e non proseguire gli studi.
Dapprima trova un impiego presso la dogana, ma insoddisfatto, dopo qualche mese si licenzia e trascorre un periodo assai cupo da disoccupato e in ristrettezze economiche.
Successivamente lavora presso la casa editrice Hachette e in breve tempo diviene responsabile dell’ufficio pubblicità. Questo ambiente gli consente di conoscere i maggiori scrittori dell’epoca come Guizot, Sainte-Beuve, Lamartine. Inizia a collaborare con alcuni giornali e a scrivere “Racconti per Ninon” che pubblica nel 1863 , mentre due anni dopo è la volta del suo primo romanzo “ La confessione di Claude” , in parte autobiografico e in parte storico.
Dal matrimonio con Gabrielle Alexandrine Meley avvenuto nel 1870 non nacquero figli ma lo scrittore ne ebbe due dalla donna con cui intrattenne una lunga relazione di cui pure la moglie era a conoscenza . E’ stato scritto che dopo la morte dello scrittore le due donne , l’una moglie e l’altra amante, siano persino divenute amiche.
Emile Zola, anticlericale e esponente notevole della sinistra francese , circa la sua vita sentimentale pare aver dichiarato: “ Sono andato a letto con le mogli dei miei migliori amici. Davvero, in amore non ho alcun senso morale”. 
Estimatore di Gustave Flaubert , riesce poi a stringere amicizia sia con lui che con Mauppassant e Mallarmè.
Con il romanzo L’Assommoir pubblicato nel 1877 in cui affronta l’alcolismo, Emile Zola diviene molto famoso e nel contempo lo scrittore più letto e discusso di Parigi.
NANA'
La protagonista è Nana’: una prostituta, saltuariamente attrice di teatro nonostante sia priva di talento e frequentemente “ mantenuta”. Attorno a  Nanà , emblema dell’onnipotenza del sesso, l’autore ha scritto questo coinvolgente romanzo di ben 450 pagine. che secondo me, dovrebbe essere presente in qualsiasi libreria che si rispetti.
Nana’ fisicamente viene descritta come una ragazzona assai prosperosa dalle carni bianche e vellutate che prova immenso piacere a esibire il suo corpo e anche a contemplarsi nello specchio. Sembra priva di un’anima o di un cuore in quanto l’autore non si sofferma quasi mai sui sentimenti che lei potrebbe provare: la fa credere superficiale, cattiva, capricciosa, priva di scrupoli e viziosa. Fa sesso con qualsiasi tipo d’uomo e di qualsiasi età unicamente per convenienza senza provare piacere, ma non si nega neppure ad eventuali rapporti omosessuali. Infatti per un breve lasso di tempo è coinvolta in un’ attrazione/rapporto con una ragazza di nome Satin. Anzi analizzando minuziosamente quanto scrive Zola, si potrebbe forse desumere che l’unico cenno all’interiorità di Nanà sia riconducibile proprio a questo rapporto lesbo in cui lei manifesta una lieve gelosia.
All’inizio del romanzo, quando Nanà non ha ancora raggiunto l’apice del potere sessuale, la si trova a convivere con un attore collega di teatro, un individuo per nulla raccomandabile, violento e avaro che la riempirà di botte e di lividi.
La storia si svolge attraverso capitoli ambientati principalmente a Parigi nel periodo dell’Esposizione Universale del 1889, in luoghi chiusi quali teatri, case private, locali malfamati e ovviamente i marciapiedi.
A dire il vero qualche capitolo si svolge in luoghi di lusso, ad esempio dentro la tenuta che Nana’, nel rispetto del prototipo delle prostitute d’alto bordo, riesce a farsi regalare da un banchiere , tale Steiner, e poi all’Ippodromo poiché Nanà fra i vari capricci, fa rientrare anche i cavalli da corsa e le scommesse. Fra i cavalli da corsa ce ne sarà uno che porterà il suo stesso nome.
In sintesi
Nanà, inizialmente una donna quasi ingenua mediante il sesso diviene una potenza: attorno a lei gira la ricerca ossessiva del piacere che conduce uomini di ogni rango sociale, compreso il conte Muffat che diverrà suo  protettore, a dilapidare ingenti patrimoni e a commettere follie, come ad esempio George Hugon, un ingenuo ragazzino (per il quale il lettore non può non provare un’infinita tenerezza) che s’innamora perdutamente fino a giungere al suicidio.
Vengono dissipate varie forme di risparmio accumulate attraverso diverse generazioni, vanno all’asta tenute avute in eredità, tutto finalizzato a soddisfare i capricci di questa donna insaziabile, traditrice e che infligge pure notevoli umiliazioni ai benefattori stessi . E loro, in fila ad auto-distruggersi, felici di rientrare nell’elenco dei distrutti.
Donata Feroldi che ha curato la nuova traduzione – NANA’ - Universale Economica Feltrinelli/Classici- nelle ultime pagine del libro così ha scritto: “ Nanà rappresenta il marciume che dal basso sale verso l’alto, una sorta di vendetta dei diseredati che contaminano con il proprio fermento di corruzione le classi che li opprimono. Ma quello che Zola ci descrive è un marciume a tutti i livelli, perché è l’alto a sporgersi verso i bassifondi e a dar modo alla crepa e alla decomposizione di risalire. Sono cose che conosciamo perfettamente, nella realtà e nella finzione- basti pensare all’ultimo film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, o anche alla Grande Bellezza di Sorrentino………………..”

Il mio giudizio:
Un romanzo che rientra fra i più conosciuti di Zola, che ho amato sin dalle prime pagine e che non esito a consigliare a tutti coloro che non lo hanno ancora letto.
( Per questo motivo ho evitato di soffermarmi sul finale )


''STRALCI''' ( Solo due ma assai significativi)
( Da un articolo redatto da tale Fauchery che nel romanzo riveste il ruolo di giornalista e paragona Nanà alla mosca)
- …. Una mosca color del sole, volata via dell’immondizia, una mosca che succhiava la morte sulle carogne abbandonate lungo i sentieri e che, ronzando, danzando, mandando bagliori da pietra preziosa, avvelenava gli uomini semplicemente posandosi su di loro, nei palazzi dove entrava per le finestre.
(A proposito del Conte Muffat , cattolico…..l’uomo che pagando di più era l’amante ufficiale e che quando entrava nella camera di Nanà si limitava ad aprire la finestra per far uscire l’odore degli altri uomini)

- La donna lo possedeva col dispotismo geloso di un Dio della collera, terrorizzandolo, regalandogli istanti di gioie lancinanti come spasmi, in cambio di ore di spaventosi tormenti, di visioni d’inferno e di eterni supplizi….. Si abbandonava alla forza dell’amore e della fede, due leve capaci di sollevare il mondo. E ogni volta, a dispetto delle resistenze della ragione, la camera di Nanà lo faceva precipitare nella follia, si annientava tremando di fronte all’onnipotenza del sesso così come si smarriva di fronte all’ignoto del vasto cielo.
(Opinione elaborata Agosto 2014) - Y.P.

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