sabato 10 febbraio 2018

SALAMMBO' - Gustav Flaubert



Gustave Flaubert è noto sia fra i più grandi scrittori francesi: credo che tutti abbiano sentito parlare di Madame Bovary, l’opera senza tempo, mentre di SALAMMBO forse ne hanno sentito parlare in pochi. Eppure nella quarta del mio libro sta scritto che “si tratta di uno dei più grandi romanzi storici di tutti i tempi, carico di intemperanze, di passioni, di colori esotici e crudi, violenti fino all’eccesso”.
Personalmente non lo conoscevo ma leggendo appunto la vita e le opere dell’autore ho trovato nell’elenco SALAMMBO, quindi vedendolo esposto nella libreria Giunti fra i CLASSICI a prezzo speciale non ho esitato ad acquistarlo ed ai primi di luglio ho iniziato a leggerlo.
Sinceramente non mi ha coinvolta ed appassionata poiché l’argomento non era per me allettante, ma sono comunque contenta di averlo letto e non ho potuto fare a meno di rimanere ancora una volta, stupefatta dalle capacità descrittive di Flaubert. Descrive tutto minuziosamente che le parole si tramutano in immagini come se stessimo guardando un film.
'''TRAMA sintetizzata di SALAMMBO''
Siamo al tempo di Cartagine ( III sec. a.C.) e il romanzo di Flaubert , pubblicato nel 1862 , è la narrazione della rivolta dei Mercenari appunto contro Cartagine al termine della prima guerra punica. Salammbo è la figlia bellissima di Amilcare Barca . Matho, capo dei rivoltosi la vede nel giardino del castello di Amilcare e se ne innamora perdutamente, un amore così forte da divenire quasi una persecuzione. Amore assolutamente impossibile anche perché Amilcare prometterà la figlia in sposa al re dei Numidi.
A rendere intrigante la trama c’è un velo: chiamato “ lo zaimph” che è custodito dentro il tempio della Dea Tanit e protegge Cartagine. Matho compiendo un’impresa inverosimile lo va a rubare e lo porta nella sua tenda. A sua volta un grande sacerdote ordina a Salammbo di andarlo a riprendere per la salvezza di Cartagine . Dapprima la fanciulla tentenna , ma a seguito insistenti incitamenti accetta e dopo un’ impresa straordinaria finisce nella tenda, anzi nella braccia di Matho che le sussurrerà le più belle e dolci parole che lei abbia mai udito, rimanendone notevolmente turbata. Infine riprenderà il velo, fuggirà e tornerà nel suo castello. Ovviamente quando il padre Amilcare viene a conoscenza che la figlia è stata vista entrare nella tenda di Matho se ne preoccupa anzi forse s’indigna Comunque il romanzo è soprattutto cronaca di battaglie, strategie di guerra, torture, fame e molto altro e nel sotto fondo la storia sentimentale di Salammbo e Matho e il re dei Numidi, il cui nome è Narr’Havas.
Il finale non è di quelli da “romanzo rosa”, ma non scendo in dettagli, mi limito a trascrivere questi due passaggi:
1)“ Narr’Havas rispose che i Cartaginesi stavano avanzando verso Tunisi per catturarlo ( riferendosi a Matho). A mano a mano che le esponeva le loro probabilità di successo e la debolezza di Matho, Salammbò sembrava rallegrarsi, piena di speranza. Le tremavano le labbra, il petto ansimava. E quando lui le promise che l’avrebbe ucciso con le sue mani, lei grido’. “ Si, uccidilo! E’ necessario”. Il Numida rispose che desiderava ardentemente quella morte perché, una volta finita la guerra, sarebbe stato suo sposo. Salammbò trasalì e abbassò la testa.”
2)”…..non vide nient’altro che Matho. Nella sua anima ( di Salammbo) era sceso il silenzio, uno di quegli abissi in cui il mondo intero svanisce sotto la pressione di un solo pensiero, di un ricordo, di uno sguardo. Quell’uomo che camminava verso di lei, l’attraeva.”
'''Impressioni personali'''
Non mi dilungo sullo stile letterario dell’autore perché ritengo sia ineguagliabile.
Già nell’introduzione ho evidenziato che sono affascinata dalla capacità descrittiva eccezionale e perfetta di Flaubert. Ovviamente nello specifico trattandosi di un romanzo storico anzi di guerra, queste descrizioni a tratti mi hanno letteralmente sconvolta: uomini che venivano decapitati, uomini che in preda ad una fame incontrollabile divoravano cadaveri e poi si divoravano fra loro, uomini ridotti a brandelli e sottoposti a torture atroci, quindi crocifissi e molteplici altre crudeltà per me inconcepibili anche se sono consapevole della ferocia umana dei tempi antichi.
La storia d’amore è sintetizzata e ridotta al minimo indispensabile, le pagine sono piene di battaglie cruente.
Quindi personalmente non provando particolare interesse per il genere, non l’ho totalmente apprezzato anche se indiscutibilmente si tratta di una grande opera.

'''L'AUTORE'''
Nasce a Rouen il 13 dicembre del 1821, secondogenito di Achille Cleophas capo chirurgo dell’ospedale della città, molto stimato e amato e da Caroline Fleuriot.
Da parte materna è di origine normanna per cui si considererà:” Sono un barbaro. Dai barbari ho l’aspetto robusto, i nervosi languori, gli occhi verdi e l’alta statura, ma ne ho anche lo scatto, l’ostinazione, l’irascibilità”:
All’età di 11 anni entra nel College Royal, il liceo di Rouen , si appassiona alla lettura e apprezza Michelet, Hugo, Dumas e soprattutto il Faust di Goethe.
Inizia a scrivere e il suo primo pezzo noto “ Elogio di Corneille”.
Nel 1834 fonda il giornale manoscritto “ Arte e Progresso” occupandosi principalmente di teatro.
Nel 1835 compone vari racconti fra cui Viaggio all’inferno, La fidanzata e la tomba, e molti altri di cui l’ elencazione sarebbe molto lunga .
Nel 1839 viene espulso e allontanato dal collegio per insolenza per cui dovrà terminare il liceo presentandosi agli esami in qualità di privatista.
Conseguito il baccalaureato ( maturità francese ) nel 1840, parte per i Pirenei e la Corsica e nello stesso periodo a Marsiglia fa la sua prima esperienza sessuale con una donna maggiore di lui di 15 anni.
Nel 1841 si iscrive alla facoltà di diritto a Parigi ma comunque la sua idea fissa è “scrivere”.
Nel 1844 la sua famiglia si trasferisce nei pressi di Rouen e nel 1846 muore il padre e Gustave d’ora in poi vivrà con la madre. In questo stesso anno conosce Louise Colet, già sposata e contemporaneamente legata al filosofo Victor Cousin. Colet Luoise diventa la sua amante e la sua “Musa”: un rapporto fatto di rari incontri e soprattutto di un fitto epistolario. Corrispondenza che prosegue anche quando la relazione amorosa è terminata.
Flaubert negli anni a venire, 1849, in compagnia dell’amico Du Champ intraprende una serie di viaggi: Malta, Alessandria, Il Cairo, Siria, Beirut, Costantinopoli, il Peloponneso…..
Mi fermo qui, ma la vita di Flaubert fu intellettualmente molto intensa: morì l'8 maggio 1880 a seguito di un’emorragia cerebrale e venne sepolto nel cimitero di Rouen alla presenza di Banville, Daudet, Edmond de Goncourt, Huysmans e Zola. Nasce a Rouen il 13 dicembre del 1821, secondogenito di Achille Cleophas capo chirurgo dell’ospedale della città, molto stimato e amato e da Caroline Fleuriot.
Da parte materna è di origine normanna per cui si considererà:” Sono un barbaro. Dai barbari ho l’aspetto robusto, i nervosi languori, gli occhi verdi e l’alta statura, ma ne ho anche lo scatto, l’ostinazione, l’irascibilità”:
All’età di 11 anni entra nel College Royal, il liceo di Rouen , si appassiona alla lettura e apprezza Michelet, Hugo, Dumas e soprattutto il Faust di Goethe.
Inizia a scrivere e il suo primo pezzo noto “ Elogio di Corneille”.
Nel 1834 fonda il giornale manoscritto “ Arte e Progresso” occupandosi principalmente di teatro.
Nel 1835 compone vari racconti fra cui Viaggio all’inferno, La fidanzata e la tomba, e molti altri di cui l’ elencazione sarebbe molto lunga .
Nel 1839 viene espulso e allontanato dal collegio per insolenza per cui dovrà terminare il liceo presentandosi agli esami in qualità di privatista.
Conseguito il baccalaureato ( maturità francese ) nel 1840, parte per i Pirenei e la Corsica e nello stesso periodo a Marsiglia fa la sua prima esperienza sessuale con una donna maggiore di lui di 15 anni.
Nel 1841 si iscrive alla facoltà di diritto a Parigi ma comunque la sua idea fissa è “scrivere”.
Nel 1844 la sua famiglia si trasferisce nei pressi di Rouen e nel 1846 muore il padre e Gustave d’ora in poi vivrà con la madre. In questo stesso anno conosce Louise Colet, già sposata e contemporaneamente legata al filosofo Victor Cousin. Colet Luoise diventa la sua amante e la sua “Musa”: un rapporto fatto di rari incontri e soprattutto di un fitto epistolario. Corrispondenza che prosegue anche quando la relazione amorosa è terminata.
Flaubert negli anni a venire, 1849, in compagnia dell’amico Du Champ intraprende una serie di viaggi: Malta, Alessandria, Il Cairo, Siria, Beirut, Costantinopoli, il Peloponneso…..
Mi fermo qui, ma la vita di Flaubert fu intellettualmente molto intensa: morì l'8 maggio 1880 a seguito di un’emorragia cerebrale e venne sepolto nel cimitero di Rouen alla presenza di Banville, Daudet, Edmond de Goncourt, Huysmans e Zola.
Le '''OPERE-CAPOLAVORI''' di Gustave FLAUBERT
• Memorie di un pazzo (1838)
• Novembre (1842)
• L'educazione sentimentale (1845)
• Madame Bovary (1857)
• '''SALAMMBO'''' (1862)
• L'educazione sentimentale (1869)
• Il candidato (1873)
• La tentazione di Sant'Antonio (1874)
• Tre racconti (1877)
o Un cuore semplice
o La leggenda di san Giuliano
o Erodiade
• Bouvard et Pécuchet (incompiuto e pubblicato postumo nel 1881)
(Opinione che potrei pubblicare altrove)

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