sabato 10 febbraio 2018

NOVEMBRE - Gustave Flaubert


N O V E M B R E



Confesso che non conoscevo questo romanzo e non avevo mai letto nessuna recensione, ma vedendolo esposto in libreria nello scaffale dei classici proprio alla fine di ottobre, mi sono detta:” sta per iniziare novembre che personalmente considero il mese meno gradevole dell’anno, perché non accostarsi alla lettura di un libro dal titolo NOVEMBRE se è scaturito dalla penna di un grande scrittore come GUSTAVE FLAUBERT?”
IL LIBRO
L’ho comprato per il modico importo di 8 euro – Edizione 2012 Nova Delphi Libri srl, Roma.
La copertina in bianco e nero sfumato raffigura una ragazza in parte di spalle, con il volto in posizione tale da essere ben visto. Il busto busto nudo  lascia intravedere il profilo del seno perfetto.
Sguardo intenso, intrigante, decisamente bella.
Leggo all’interno che la foto di copertina è di Nina Tyler Zeta for Phairyty e la realizzazione grafica è stata curata da Serena Rossi.
Come la maggior parte dei  CLASSICI di  edizione recente inizia con una breve introduzione: breve perché il romanzo è breve, solo 137 pagine.
Nel caso specifico è stata curata da Giuseppe Aloe, un giovane autore di romanzi e racconti,  fra i quali La Logica del desiderio entrato nella lista dei finalisti del Premio Strega 2012, ma sull’introduzione non ritengo sia il caso di soffermarsi.
LA TRAMA
Questo romanzo è stato scritto nel 1842 e occorre  tener presente che in quegli anni Flaubert aveva appena superato gli esami di maturità (1840) e aveva incontrato una donna, Elisa Focault che aveva suscitato in lui una forte passione, ma ella era già sposata con l’editore di musica Schlesinger.
Pare che proprio la passione per Elisa, donna per lui proibita, si sia trasformata in mistica adorazione fino a divenire la musa ispiratrice delle opere: Memorie di un folle ( 1838) e Novembre.
La pagina antistante l’inizio del romanzo, secondo me racchiude tutto il senso del contenuto:
Per… trastullarsi e fantasticare” - Montaigne
Veniamo ora alla trama che di per sé potrebbe non avere nulla di eccezionale se non fosse un’opera di Flaubert scritta magistralmente.
Infatti ogni singola frase racchiude un mondo o meglio i mutamenti dell’anima, la confusione che pervade spesso le anime intrepide, il disagio causato da chi cerca un senso nelle azioni, nelle cose, nella vita.
L’io narrante, che comunque dovrebbe essere l’autore, inizia raccontando che ama l’autunno, una triste stagione ideale per essere accostata ai ricordi e ….si lascia trasportare.
Pensieri, riflessioni, dubbi, prendono vita e perciò il racconto inizialmente appare lento, anzi è bene soffermarsi sulle parole per meglio comprendere.
Si vivacizza nel momento in cui una sera, il protagonista decide di avere il primo rapporto sessuale e si reca da una donna disponibile.
Dalla descrizione però , non me la sento di definirla “ una prostituta” perché questa è una donna dotata di intelligenza e molta sensibilità e, in fondo non desidera altro che essere amata, consapevole che per lei l’amore è un sogno perché gli uomini che la cercano lo fanno unicamente per ottenere piacere, neppure le chiedono il nome e certamente se ne dimenticano.
Questo giovane uomo straordinariamente bello e fresco la colpisce molto soprattutto perché lei percepisce che è molto diverso dagli altri e, senza impegno ma con naturalezza gli dona un'immensità di tenerezza e piacere e lui  ne rimane letteralmente frastornato.
Si allontana ma farà ritorno da lei la sera dello stesso giorno, ma non si accontenta di fare l’amore, inizia a conversare e lei le apre il cuore in uno sfogo soffocato da anni.
Sicuramente lui prova un sentimento forte, intenso per lei, anche se parrebbe improprio  chiamarlo amore.
Marie non mi parlò più, anche se rimasi ancora una buona mezz’ora da lei; pensava forse all’amante assente. C’è un momento, nella partenza, in cui, come per presagi di tristezza, la persona amata non è già più con noi. Non ci furono addii, le presi la mano, lei fece lo stesso, ma la forza per stringerla le era rimasta nel cuore. Non l’ho più rivista.” 
Gustave Flaubert
L'AUTORE
Nasce a Rouen il 13 dicembre del 1821, secondogenito di Achille Cleophas capo chirurgo dell’ospedale della città, molto stimato e amato e da Caroline Fleuriot.
Da parte materna è di origine normanna per cui si considererà:” Sono un barbaro. Dai barbari ho l’aspetto robusto, i nervosi languori, gli occhi verdi e l’alta statura, ma ne ho anche lo scatto, l’ostinazione, l’irascibilità”:
All’età di 11 anni entra nel College Royal, il liceo di Rouen , si appassiona alla lettura e apprezza Michelet, Hugo, Dumas e soprattutto il Faust di Goethe.
Inizia a scrivere e il suo primo pezzo noto “ Elogio di Corneille”.
Nel 1834 fonda il giornale manoscritto “ Arte e Progresso” occupandosi principalmente di teatro.
Nel 1835 compone vari racconti fra cui Viaggio all’inferno, La fidanzata e la tomba, e molti altri di cui l’ elencazione sarebbe molto lunga .
Nel 1839 viene espulso e allontanato dal collegio per insolenza per cui dovrà terminare il liceo presentandosi agli esami in qualità di privatista.
Conseguito il baccalaureato ( maturità francese ) nel 1840, parte per i Pirenei e la Corsica e nello stesso periodo a Marsiglia fa la sua prima esperienza sessuale con una donna maggiore di lui di 15 anni. 
Nel 1841 si iscrive alla facoltà di diritto a Parigi ma comunque la sua idea fissa è “scrivere”.
Nel 1844 la sua famiglia si trasferisce nei pressi di Rouen e nel 1846 muore il padre e Gustave d’ora in poi vivrà con la madre. In questo stesso anno conosce Louise Colet, già sposata e contemporaneamente legata al filosofo Victor Cousin. Colet Luoise diventa la sua amante e la sua “Musa”: un rapporto fatto di rari incontri e soprattutto di un fitto epistolario. Corrispondenza che prosegue anche quando la relazione amorosa è terminata.
Flaubert negli anni a venire, 1849, in compagnia dell’amico Du Champ intraprende una serie di viaggi: Malta, Alessandria, Il Cairo, Siria, Beirut, Costantinopoli, il Peloponneso….. 
Mi fermo qui, ma la vita di Flaubert fu intellettualmente molto intensa: morì l'8 maggio 1880 a seguito di un’emorragia cerebrale e venne sepolto nel cimitero di Rouen alla presenza di Banville, Daudet, Edmond de Goncourt, Huysmans e Zola.
Le OPERE di Gustave FLAUBERT
• Memorie di un pazzo (1838)
• NOVEMBRE (1842)
• L'educazione sentimentale (1845)
• Madame Bovary (1857)
• Salammbô (1862)
• L'educazione sentimentale (1869)
• Il candidato (1873)
• La tentazione di Sant'Antonio (1874)
• Tre racconti (1877)
o Un cuore semplice
o La leggenda di san Giuliano
o Erodiade
• Bouvard et Pécuchet (incompiuto e pubblicato postumo nel 1881)
Io.......
Ogni qualvolta che ho letto un capolavoro di Flaubert giunta all'ultima pagina mi sono trovata totalmente appagata.
Chi ama la lettura credo mi possa ben comprendere. Un libro importante può accrescere la propria autostima.
Questo stile letterario, così raffinato raggiunge e trafigge anche i nascondigli più segreti dell’anima che neppure l’anima stessa sa di possedere.
La capacità di Flaubert di tramutare in parole stati emotivi invisibili è straordinaria e leggendo ritengo che il lettore attento riesca a trovare situazioni in cui identificarsi e venga indotto non solo a riflettere ma a diventarne consapevole.
Io ho grande ammirazione per Flaubert e quindi non ho il minimo dubbio a consigliare la lettura di NOVEMBRE, ora più che mai visto che siamo ancora a Novembre.
E non tutti i NOVEMBRE sono uguali……. 
Questo sono certa che ve lo ricorderete.
Dimenticavo: non vi venga in mente di tramutarlo unicamente in un Novembre erotico visto che alcune pagine si soffermano sui dettagli….. e altre parlano di amanti, adulterio, etc…. E’ ben altro! 
E alcuni dettagli servono solo per dare colore o forse calore!
Anch'io VORREI scrivere un Novembre come Flaubert!!!!!! E magari ci riuscirò. (Una vita senza sogni è come un giardino senza fiori)
STRALCI
…. Il cuore dell’uomo non è forse una sconfinata solitudine nella quale nulla penetra? Le passioni che vi giungono sono come i viaggiatori nel deserto del Sahara, vi muoiono soffocate, e le loro grida non si odono affatto da fuori.
….poiché ci sono giorni in cui si è così tristi che si vorrebbe esserlo ancora di più; si sprofonda per il proprio piacere nella disperazione come in una strada facile, con il cuore gonfio di lacrime si raddoppia il pianto.
….Ci sono giorni in cui si vivono due esistenze: la seconda non è già più altro che il ricordo della prima, mi fermo spesso sul mio cammino davanti a un cespuglio, davanti a un albero, all’angolo di una strada, come se là, al mattino, si fosse verificato un avvenimento della mia vita.
Perché non abbiamo sentito abbastanza la nostra felicità quando l’avevamo fra le mani?
Sognare l’amore è sognare tutto, è l’infinito nella felicità, il mistero nella gioia.
Il desiderio di una donna che è stata nostra è qualcosa di atroce, mille volte peggio del resto…
Per quanto si cerchi di seminare nuove passioni sopra quelle vecchie, queste ricompaiono sempre; non c’è forza al mondo che possa sradicarle.
Yvonne - Novembre 2012

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