Magica Irlanda e la Penisola di Dingle
Torno con negli occhi distese verdiIsole di pietre e sassi
Castelli imponenti
Prati, verdi tappeti con grandi batuffoli colorati
Ovunque siepi di arbusti gialli
Cieli bassi, plumbei, minacciosi
improvvisamente solcati da fiumi azzurri
Torno con l’animo pacato e sereno
dentro spiagge oceaniche dalle acque spumeggianti
e scogliere torreggianti,
in bocca il sapore amarognolo della Birra Guinnes
nelle orecchie ancora l’eco delle tradizionali musiche folk
Torno con il cuore colmo di Irlanda e un nuovo sogno:
Ritornare.
Solo ora comprendo la terra d’ Irlanda “ l’isola di smeraldo” e il fascino che emana: ora che anch’io sento il suo richiamo, probabilmente lo stesso che sentono tutti coloro che dopo averla visitata ci ritornano ancora e ancora.
L’Irlanda per noi è veramente una terra straniera, lontana dalla nostra assurda realtà, lontana dalla nostra frenesia, lontana dal nostro quotidiano malessere celato dietro un falso benessere.
Ovviamente i luoghi per meglio definirli occorre viverci per qualche tempo, frequentare le strutture pubbliche, conoscere le abitudini, le tradizioni, quindi noi che viaggiamo soltanto o per lavoro o per piacere, ci dobbiamo limitare a descrivere le nostre impressioni, ma ritengo comunque che anche le impressioni abbiano il loro valore.
Il mio soggiorno in Irlanda è stato a scopo turistico, mi sono quindi confrontata soprattutto con paesaggi e poi con ristoranti, pub, Bed & Breakfast , biglietterie.
Questi elementi mi hanno fornito un’ ottima immagine in ogni luogo ho trovato disponibilità, cortesia , fiducia e correttezza. Ritengo che gli irlandesi siano dotati di un elevato senso civico: le strade sono pulite ed ordinate( ho percorso ben 1300 km e non ho visto in nessun luogo rifiuti abbandonati), le case prive di qualsiasi recinzioni e protezioni supplementari tipo grate alle finestre, detonano che non c’è la necessità di proteggersi da ladri e malfattori. Ho avuto la quasi certezza che le leggi vengono rispettate: nei pub l’ingresso è consentito solo ai maggiorenni e per entrare necessita esibire documento. Mio figlio diciassettenne alto mt. 1,85 in più occasioni si è visto negare l’entrata nonostante la mia presenza.
Gli studenti, dai piccoli ai grandi, indossano la divisa, anzi una bella divisa: pantaloni maschi/gonna tipo kilt femmine, camicia e pullover, offrendo in tal modo l’idea di ordine.
Infine paesaggi di una bellezza straordinaria .
Da Dublino sono andata a Galway avendo così il primo impatto con la terra irlandese: grandi distese verdi , enormi cespugli di ginestre gialle, pecore dal vello dai colori improbabili, mucche dal pelo lungo e di molte razze diverse e bianche casette solitarie che mi hanno ricordato il libro di geografia. A Galway, cittadina allegra e animata, nota anche per il Festival delle ostriche, ho trascorso la prima serata, passeggiando, visitando la città, cenando in un ristorante del centro e gustando una pinta di Birra e un Irish coffee ( caffè corretto con whisky e con aggiunta di panna montata e cannella) e dormendo poi da Abbeylee B&B di Michael & Marie che si sono prodigati nel mettere a disposizione delle accoglienti camere ma soprattutto a preparare una colazione abbondantissima e molto gustosa ( www.abbeylee.net). Da Galway il giorno successivo via alla volta delle Isole Aran (opinione precedente). Successivamente mi sono diretta verso Sud Ovest, il mio programma prevedeva il Ring of Karry una lunga strada panoramica, che offre un paesaggio molto variegato: montagne, alte scogliere, laghi, insenature, spiagge sabbiose, lagune . In alcuni tratti la strada è un alternarsi di dolci sali-scendi, in altri solo rettilinee lunghissime che evocano le strade californiane che ho visto solo nei film.
Il mio stato emotivo ha trovato grande appagamento alla Penisola di Dingle (una fra le cinque penisole che formano la denominata “mano d’Irlanda”), circa 160 km di costa da Castelmaine a Tralee, una combinazione stupefacente. Mi sono riempita di oceano, di scogli granitici; opere d’arte levigate e scolpite dal vento, di spiagge maestose e di un incantevole scenario selvaggio. L’Irlanda per noi è veramente una terra straniera, lontana dalla nostra assurda realtà, lontana dalla nostra frenesia, lontana dal nostro quotidiano malessere celato dietro un falso benessere.
Ovviamente i luoghi per meglio definirli occorre viverci per qualche tempo, frequentare le strutture pubbliche, conoscere le abitudini, le tradizioni, quindi noi che viaggiamo soltanto o per lavoro o per piacere, ci dobbiamo limitare a descrivere le nostre impressioni, ma ritengo comunque che anche le impressioni abbiano il loro valore.
Il mio soggiorno in Irlanda è stato a scopo turistico, mi sono quindi confrontata soprattutto con paesaggi e poi con ristoranti, pub, Bed & Breakfast , biglietterie.
Questi elementi mi hanno fornito un’ ottima immagine in ogni luogo ho trovato disponibilità, cortesia , fiducia e correttezza. Ritengo che gli irlandesi siano dotati di un elevato senso civico: le strade sono pulite ed ordinate( ho percorso ben 1300 km e non ho visto in nessun luogo rifiuti abbandonati), le case prive di qualsiasi recinzioni e protezioni supplementari tipo grate alle finestre, detonano che non c’è la necessità di proteggersi da ladri e malfattori. Ho avuto la quasi certezza che le leggi vengono rispettate: nei pub l’ingresso è consentito solo ai maggiorenni e per entrare necessita esibire documento. Mio figlio diciassettenne alto mt. 1,85 in più occasioni si è visto negare l’entrata nonostante la mia presenza.
Gli studenti, dai piccoli ai grandi, indossano la divisa, anzi una bella divisa: pantaloni maschi/gonna tipo kilt femmine, camicia e pullover, offrendo in tal modo l’idea di ordine.
Infine paesaggi di una bellezza straordinaria .
Da Dublino sono andata a Galway avendo così il primo impatto con la terra irlandese: grandi distese verdi , enormi cespugli di ginestre gialle, pecore dal vello dai colori improbabili, mucche dal pelo lungo e di molte razze diverse e bianche casette solitarie che mi hanno ricordato il libro di geografia. A Galway, cittadina allegra e animata, nota anche per il Festival delle ostriche, ho trascorso la prima serata, passeggiando, visitando la città, cenando in un ristorante del centro e gustando una pinta di Birra e un Irish coffee ( caffè corretto con whisky e con aggiunta di panna montata e cannella) e dormendo poi da Abbeylee B&B di Michael & Marie che si sono prodigati nel mettere a disposizione delle accoglienti camere ma soprattutto a preparare una colazione abbondantissima e molto gustosa ( www.abbeylee.net). Da Galway il giorno successivo via alla volta delle Isole Aran (opinione precedente). Successivamente mi sono diretta verso Sud Ovest, il mio programma prevedeva il Ring of Karry una lunga strada panoramica, che offre un paesaggio molto variegato: montagne, alte scogliere, laghi, insenature, spiagge sabbiose, lagune . In alcuni tratti la strada è un alternarsi di dolci sali-scendi, in altri solo rettilinee lunghissime che evocano le strade californiane che ho visto solo nei film.
La penisola di Dingle è una meta irrinunciabile per coloro che come me amano il sapore vero della natura e provano grandi emozioni di fronte all’infinito : cielo e mare senza confini , unione assoluta, perfetta. Ma anche colline e aspre montagne: il massiccio di Brandon (Montagna di Brandon alt.mt 952 ) che la leggenda vuole prenda il nome da un eremita locale, Brendan, che avrebbe attraversato l’oceano con una imbarcazione di fortuna e raggiunse il Nuovo Mondo ben 5 secoli prima della scoperta di Cristoforo Colombo.
Qui ho trascorso la notte presso il B&B Torann na dTonn ( www.dingle.-peninsula.com), che non esito a consigliare .( Mrs. Jaqueline O’ Shea davvero gentile).
La Penisola di Dingle che prende il nome dalla omonima cittadina dalle case variopinte ( mi è stato detto che sono dipinte con i colori dell’arcobaleno), offre una spettacolarità paesaggistica senza eguali e persino i cimiteri solitari disseminati dinnanzi all’oceano trasmettono serenità.Non croci tristi che piangono ma croci che ascoltano il solenne silenzio rotto soltanto dalla perenne canzone del mare. Qui forse si potrebbe anche morire senza paura, questo potrebbe essere davvero il paradiso dell’anima!
La Dingle way inoltre consente di ammirare notevoli testimonianze archeologiche risalenti alla preistoria rimasti ben conservate e rovine di edifici medioevali ( noto è il Hallarus Oratory completamente in pietra ). E’ proprio in questi villaggi dove si parla ancora il gaelico che sopravvive l’Irlanda “vera”. Anche i cartelli che portano i nomi dei villaggi sono scritti non in inglese bensì in gaelico.
Ho provato anche un senso di stupore alla vista di statue bianche rappresentanti la crocifissione e issate su di una roccia in un tratto di strada deserto, quasi a rappresentare il dominio di Dio sull’oceano.
Inoltre, al largo, in lontananza ma ben evidenti dal tratto di costa Slea Head – Clogher, le isole BLASKET, fiore all’occhiello della repubblica d’Irlanda per il contributo culturale da esse fornito.
Ovunque sul territorio grandi cespugli di fucsia ed erica, oltre ai soliti rigogliosi ginestroni gialli.
Infine certamente di grande effetto la pianeggiante, sabbiosa e ampia spiaggia di Inch e la punta Slea head , battuta da forti venti.Inoltre, al largo, in lontananza ma ben evidenti dal tratto di costa Slea Head – Clogher, le isole BLASKET, fiore all’occhiello della repubblica d’Irlanda per il contributo culturale da esse fornito.
Ovunque sul territorio grandi cespugli di fucsia ed erica, oltre ai soliti rigogliosi ginestroni gialli.
Quì, in questo paesaggio mozzafiato nel 1970 furono girate alcune scene memorabili del celebre film “La figlia di Ryan” con Robert Mitchum, Sarah Miles, Jhon Mills che all’epoca vinse degli Oscar ed attualmente è annoverato fra i film da collezione. All’epoca ebbe anche riconoscimenti speciali per la fotografia , ma io penso che sicuramente parte del merito sarà attribuibile al luogo davvero d’eccezione.
maggio 2009 - Y.P.
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