“Bisogna che le frasi si agitino in un libro come le foglie in una foresta, tutte dissimili nella loro somiglianza”.

Introduzione assolutamente personale
Leggere un libro è paragonabile a vivere un’avventura perché come andranno le cose o detto più elegantemente come si dipanerà la trama, nel momento in cui si inizia lo si ignora. Pagina dopo pagina si fa conoscenza con l’ambiente, con i protagonisti, a volte inevitabilmente ci si trova a provare simpatia o antipatia per un certo personaggio, in alcuni casi ci si immedesima in tal altro protagonista perché ci si identifica o magari, si prova semplicemente ammirazione per lo scrittore e lo stile letterario particolarmente accattivante che ha saputo stimolare la nostra fantasia.
In ogni caso arrivati all’ultima pagina, l’avventura è terminata e ci si trova inevitabilmente o delusi perché le aspettative sono state disattese o rammaricati perché il finale lo immaginavamo diverso o indifferenti perché tutto sommato non è stato entusiasmante o sconcertati perché il finale non è stato un vero e proprio finale.
A volte invece l’ultima pagina ci lascia letteralmente addolorati, dispiaciuti e avremmo desiderato che l’avventura continuasse ancora e ancora.
Questo è quanto mi è successo giunta all’ultima pagina del romanzo di Gustave Flaubert “ Madame Bovary”.
E si, c’è avventura e avventura e leggere Madame Bovary per me è stata un’avventura straordinaria!
Flaubert ha scritto un romanzo impeccabile, intramontabile e nessun altro romanzo è a questo assimilabile.
Ho provato antipatia per quasi la totalità dei personaggi incontrati nella storia, ma nel contempo certamente merito delle eccelse descrizioni, ho desiderato star loro vicino per conoscerli nella più profonda intimità.
Sono personaggi che mi sono entrati dentro: li ho visti, ho dato loro un volto, uno sguardo, un sorriso, ho partecipato agli eventi attraverso i quali ho avuto la nettissima visione degli usi, costumi , pregiudizi, del periodo in cui il romanzo è collocato.
La vita , i costumi di provincia …. “La gentuccia che si da’ da fare nelle piccole cariche il cui esercizio falsa le loro idee.”
Charles il dottor Bovary , Emma e precisamente Madame Bovary, con la loro vita travagliata, gli amici non amici, gli intrighi di lei, la stupidità di lui, l’amore confuso con tutt’altri sentimenti, la loro storia.
Un romanzo che ai nostri giorni, dopo quasi ben 200 anni dalla sua stesura è assolutamente attuale:passano i tempi, cambiano i costumi, s’impoverisce il linguaggio, ma i sentimenti , le miserie degli uomini-donne non cambiano mai.
Ovviamente come si desume dal titolo tutto ruota intorno alla figura di una donna: Emma, che avendo contratto matrimonio con Charles Bovary di professione medico, è divenuta Madame Bovary. Un donna inquieta, che aveva letto molti libri, variabile d’umore, di volta in volta mistica o euforica, chiacchierona, taciturna, impetuosa, noncurante, suscitava mille desideri negli uomini, risvegliava istinti, ma soprattutto era perennemente insoddisfatta.
Insoddisfazione riconducibile al matrimonio sciatto che la faceva sentire frustrata: Charles il marito, dai labbroni tremolanti che donavano al viso un eccesso di stupidità, goffo, rozzo e dalla “conversazione piatta come un marciapiede”.
E lei che sognava una vita diversa, possibilmente a Parigi, con il passare del tempo “ quanto più lo osservava, tanto più la monotonia di quello spettacolo bandiva a poco a poco dal suo cuore ogni ombra di compassione. Le appariva pusillanime, debole, un inetto, un poveraccio”.
In realtà , tale descrizione calzava perfettamente a Charles.
Emma aveva una propria concezione dell’amore, riteneva che “ L’amore doveva manifestarsi di colpo, esplosione di lampi e fulmini, - uragano dei cieli che si abbatte sulla vita, la sconvolge, strappa via ogni resistenza come uno sciame di foglie e risucchia nell’abisso l’intiero cuore”.
Forse per questo non seppe rinunciare ad abbandonarsi fra le braccia di Leon e di Rodolphe.
Il finale è drammatico, ma prima di giungervi si dovrà passare attraverso un susseguirsi di molti avvenimenti che rendono la lettura molto interessante e per nulla noiosa. Non trascurabile la cronaca di un’operazione chirurgica effettuata ad un storpio che mette in evidenza l’incurabile imbecillità del marito.
Emma avrà comunque una figlia da Charles, la signorina Berthe Bovary che con dodici franchi e 75 centesimi potrà permettersi il viaggio verso la casa della nonna e da lì andare alla filanda a guadagnarsi il pane.
Le capacità descrittive di Flaubert non hanno eguali. Qui inserisco un assaggio in cui racconta di un incontro fra Emma e Leon nella cattedrale di Notre Dame .Insoddisfazione riconducibile al matrimonio sciatto che la faceva sentire frustrata: Charles il marito, dai labbroni tremolanti che donavano al viso un eccesso di stupidità, goffo, rozzo e dalla “conversazione piatta come un marciapiede”.
E lei che sognava una vita diversa, possibilmente a Parigi, con il passare del tempo “ quanto più lo osservava, tanto più la monotonia di quello spettacolo bandiva a poco a poco dal suo cuore ogni ombra di compassione. Le appariva pusillanime, debole, un inetto, un poveraccio”.
In realtà , tale descrizione calzava perfettamente a Charles.
Emma aveva una propria concezione dell’amore, riteneva che “ L’amore doveva manifestarsi di colpo, esplosione di lampi e fulmini, - uragano dei cieli che si abbatte sulla vita, la sconvolge, strappa via ogni resistenza come uno sciame di foglie e risucchia nell’abisso l’intiero cuore”.
Forse per questo non seppe rinunciare ad abbandonarsi fra le braccia di Leon e di Rodolphe.
Il finale è drammatico, ma prima di giungervi si dovrà passare attraverso un susseguirsi di molti avvenimenti che rendono la lettura molto interessante e per nulla noiosa. Non trascurabile la cronaca di un’operazione chirurgica effettuata ad un storpio che mette in evidenza l’incurabile imbecillità del marito.
Emma avrà comunque una figlia da Charles, la signorina Berthe Bovary che con dodici franchi e 75 centesimi potrà permettersi il viaggio verso la casa della nonna e da lì andare alla filanda a guadagnarsi il pane.
” Era una bella mattina d’estate. Nelle vetrine degli orefici splendevano gli argenti e, la luce che scendeva obliqua sulla cattedrale traeva sfavilii dagli interstizi delle pietre grigie; uno sciame d’uccelli turbinava nel cielo turchino, intorno ai riccioli delle guglie; la piazza, echeggiante di grida, odorosa dei fiori che orlavano il selciato……. Lei sarebbe arrivata di lì a poco, deliziosa, turbata, spiando dietro di sè gli sguardi che la seguivano, - con quel suo abito a balze, l’occhialetto d’oro, gli stivaletti minuti, con tutte quelle eleganze di cui lui non aveva gustato il sapore e con l’ineffabile seduzione della virtù che soccombe”.
L'OPERAMadame Bovary venne pubblicata nel 1856 a puntate sulla “Revue de Paris” e integralmente nel 1857 riscuotendo immediatamente un grande successo di pubblico, dovuto in parte allo scalpore scaturito dal processo a cui fu sottoposto Flaubert incriminato per oltraggio alla religione. ( La religione non ammette l’adulterio e Madame Bovary non tradì una sola volta).
L’edizione in mio possesso contiene una serie di lettere che Flaubert scrisse a Louise Colet, la donna a cui era legato nel periodo a cui stava lavorando all’opera : da queste, molto importanti e interessanti, è facile intuire lo spirito con cui Flaubert intendeva realizzare il romanzo. Indubbiamente la sua ambizione era quella di scrivere un capolavoro , un’opera senza precedenti che doveva essere ben distante dai romanzi sentimentali e scandalosi di Cherles Paul de Kock e che fosse anche distante dallo stile di Balzac.
Una sera di settembre del 1852 così le scrive. “ La Bovary va avanti a passi di tartaruga: a volte mi fa disperare…..Un libro è una macchina così pesante da costruire, e soprattutto così complicata. Ma come fare un dialogo triviale che sia ben scritto? Eppure bisogna, bisogna.
In un libro come questo una deviazione di una riga può allontanarmi del tutto dallo scopo, farmi fallire. Al punto in cui sono, la frase più semplice ha del resto un’importanza immensa. Per questo ci metto tanto tempo- e le riflessioni, i disgusti, la lentezza.”
Nel 1853 Flaubert stava ancora lavorando all’opera, era giunto a pagina 204 e il suo obbiettivo era di arrivare almeno 450-480 pagine.
Un’altra sera così scrisse a Louise Colet: “ Non scrivere niente e sognare opere belle ( come faccio ora) è una cosa incantevole. ……
Bisogna al tempo stesso non perdere di vista l’orizzonte e guardarsi ai piedi. Il particolare è atroce, soprattutto quando si ama il particolare come me. Le perle compongono la collana, ma è il filo che fa la collana.”
Infine Madame Bovary fu terminata e pubblicata, numerosi artisti anche molto noti e accreditati non ebbero dubbi ad elogiare l’autore, alcuni critici invece avevano scritto che l’opera era davvero bella per la minuzia e la vivacità delle descrizioni, ma non conteneva un solo personaggio che rappresentasse la morale; un personaggio leggendario e proverbiale incaricato di dirigere l’intelligenza del lettore.
A smentire quest’ultimi ci pensò il grande Baudelaire che già aveva pubblicato I FIORI DEL MALE (altra opera che all’epoca fece molto discutere e per la quale aveva ricevuto i complimenti da Flaubert) :'''Una vera opera d'arte non ha bisogno di requisitoria. La logica dell'opera basta a tutte le postulazioni della morale, e tocca al lettore trarre le conclusioni della conclusione".
Baudelaire recensì’ Madame Bovary sulla rivista “L’Artiste” e Flaubert ne fu molto gratificato e così lo ringraziò:” Il suo articolo mi ha fatto il più grande piacere. Lei è entrato negli arcani dell’opera, come se il mio cervello fosse il suo. L’ha capita e sentita a fondo”.
Chissà se anch’io sarò riuscita a penetrare appieno gli arcani dell’opera?
In ogni caso ho la certezza che le pagine di questo capolavoro mi fatto provare emozione e un’immensa ammirazione per Flaubert. Io considero quest’opera una perfezione della scrittura.
'''STRALCI'''
Qui pochi stralci perchè sarebbero da stralciare pagine intere. Mi limito a questa descrizione di Madame Bovary , poiché ritengo possa essere molto significativa nella rappresentazione del personaggio e dello stile letterario:
“ Che follie con Leon, il giovedì seguente, nella loro camera d’albergo! Rise, pianse, cantò, ballo’, ordinò sorbetti, volle fumare sigarette, gli apparve stravagante, ma adorabile, magnifica. Lui non sapeva quale reazione di tutto il suo essere la spingesse a precipitarsi ancor più sui godimenti della vita. Diventava suscettibile, ghiotta e voluttuosa; e a testa alta passeggiava con lui nelle strade, senz’alcuna paura, diceva, di compromettersi. Talvolta però Emma trasaliva se fulminea la coglieva l’idea di incontrare Rodolphe. Si: benché fossero separati per sempre, sentiva di non essersi totalmente emancipata dal suo potere”.
Potrei addentrarmi ulteriormente nel contenuto di Madame Bovary poiché un’analisi dettagliata evidenzierebbe una moltitudine di particolari interessanti , ma correrei il rischio di dilungarmi eccessivamente, quindi termino affermando semplicemente e senza timore di essere smentita che questo è un classico assolutamente imperdibile, intrigante, avvincente.Qui pochi stralci perchè sarebbero da stralciare pagine intere. Mi limito a questa descrizione di Madame Bovary , poiché ritengo possa essere molto significativa nella rappresentazione del personaggio e dello stile letterario:
“ Che follie con Leon, il giovedì seguente, nella loro camera d’albergo! Rise, pianse, cantò, ballo’, ordinò sorbetti, volle fumare sigarette, gli apparve stravagante, ma adorabile, magnifica. Lui non sapeva quale reazione di tutto il suo essere la spingesse a precipitarsi ancor più sui godimenti della vita. Diventava suscettibile, ghiotta e voluttuosa; e a testa alta passeggiava con lui nelle strade, senz’alcuna paura, diceva, di compromettersi. Talvolta però Emma trasaliva se fulminea la coglieva l’idea di incontrare Rodolphe. Si: benché fossero separati per sempre, sentiva di non essersi totalmente emancipata dal suo potere”.
E ancora : io penso che questo genere di letture sia maggiormente apprezzato in età adulta quando già si ha alle spalle un po’ di esperienza di vita.
''L'AUTORE'''.
Nasce a Rouen il 13 dicembre del 1821, secondogenito di Achille Cleophas capo chirurgo dell’ospedale della città molto stimato e amato e da Caroline Fleuriot.Da parte materna è di origine normanna per cui si considererà:” Sono un barbaro. Dai barbari ho l’aspetto robusto, i nervosi languori, gli occhi verdi e l’alta statura, ma ne ho anche lo scatto, l’ostinazione, l’irascibilità”:
All’età di 11 anni entra nel College Royal, il liceo di Rouen , si appassiona alla lettura e apprezza Michelet, Hugo, Dumas e soprattutto il Faust di Goethe.
Inizia a scrivere e il suo primo pezzo noto “ Elogio di Corneille”.
Nel 1834 fonda il giornale manoscritto “ Arte e Progresso” occupandosi principalmente di teatro.
Nel 1835 compone vari racconti fra cui Viaggio all’inferno, La fidanzata e la tomba, e molti altri di cui l’ elencazione sarebbe molto lunga .
Nel 1839 viene espulso e allontanato dal collegio per insolenza per cui dovrà terminare il liceo presentandosi agli esami in qualità di privatista.
Conseguito il baccalaureato ( maturità francese ) nel 1840, parte per i Pirenei e la Corsica e nello stesso periodo a Marsiglia fa la sua prima esperienza sessuale con una donna maggiore di lui di 15 anni.
Nel 1841 si iscrive alla facoltà di diritto a Parigi ma comunque la sua idea fissa è “scrivere”.
Nel 1844 la sua famiglia si trasferisce nei pressi di Rouen e nel 1846 muore il padre e Gustave s’ora in poi vivrà con la madre. In questo stesso anno conosce Louise Colet, già sposata a contemporaneamente legata al filosofo Victor Cousin. Colet Luoise diventa la sua amante e la sua “Musa”: un rapporto fatto di rari e soprattutto di un fitto epistolario. Corrispondenza che prosegue anche quando la relazione amorosa è terminata.
Flaubert negli anni a venire, 1849, in compagnia dell’amico Du Champ intraprende una serie di viaggi: Malta, Alessandria, Il Cairo, Siria, Beirut, Costantinopoli, il Peloponneso…..
Il 19 settembre 1851 iniziò a scrivere Madame Bovary.
Mi fermo qui, ma la vita di Flaubert fu intellettualmente molto intensa: morì l'8 maggio 1880 a seguito di un’emorragia cerebrale e venne sepolto nel cimitero di Rouen alla presenza di Banville, Daudet, Edmond de Goncourt, Huysmans e Zola.Le OPERE di Gustave FLAUBERT
• Memorie di un pazzo (1838)
• Novembre (1842)
• L'educazione sentimentale (1845)
• Madame Bovary (1857)
• Salammbô (1862)
• L'educazione sentimentale (1869)
• Il candidato (1873)
• La tentazione di Sant'Antonio (1874)
• Tre racconti (1877)
o Un cuore semplice
o La leggenda di san Giuliano
o Erodiade
• Bouvard et Pécuchet (incompiuto e pubblicato postumo nel 1881)
Elenco non esaustivo di film tratti dall'opera di Flaubert• Novembre (1842)
• L'educazione sentimentale (1845)
• Madame Bovary (1857)
• Salammbô (1862)
• L'educazione sentimentale (1869)
• Il candidato (1873)
• La tentazione di Sant'Antonio (1874)
• Tre racconti (1877)
o Un cuore semplice
o La leggenda di san Giuliano
o Erodiade
• Bouvard et Pécuchet (incompiuto e pubblicato postumo nel 1881)
• Madame Bovary (1933), regia di Jean Renoir, con Valentine Tessier
• Madame Bovary (1937), regia di Gerhard Lamprecht, con Pola Negri
• Madame Bovary (1947), regia di Carlos Schlieper, con Mecha Ortiz
• Madame Bovary (1949), regia di Vincente Minnelli, con Jennifer Jones
• Salambò (1960), regia di Sergio Grieco
• L'éducation sentimentale (1962), regia di Alexandre Astruc, con Jean-Claude Brialy
• Madame Bovary (1964), regia di Rex Tucker, con Nyree Dawn Porter (4 episodi per la TV)
• Madame Bovary (1968), regia di Hans-Dieter Schwarze, con Elfriede Irrall (per la TV)
• I peccati di Madame Bovary (titolo originale Die nackte Bovary) (1969), regia di Hans Schott-Schöbinger, con Edwige Fenech
• Sentimental Education (1970), regia di David Maloney, con Robert Powell (3 episodi per la TV)
• L'éducation sentimentale (1973), regia di Marcel Cravenne
• Madame Bovary (1975), regia di Rodney Bennett, con Francesca Annis (4 episodi per la TV)
• Un cuore semplice (1977), regia di Giorgio Ferrara
• Madame Bovary (1978), regia di Daniele D'Anza, con Carla Gravina (6 puntate per la TV)
• Bouvard et Pecuchet (1989), regia di Jean-Daniel Verhaeghe, con Jean Carmet e Jean-Pierre Marielle (per la TV)
• Madame Bovary (1991), regia di Claude Chabrol, con Isabelle Huppert
• Madame Bovary (2000), regia di Tim Fywell, con Frances O'Connor (per la TV)
• Toutes les nuits (2001), regia di Eugène Green
• Un coeur simple (2008), regia di Marion Laine, con Sandrine Bonnaire
LA "mia" Madame Bovary• Madame Bovary (1937), regia di Gerhard Lamprecht, con Pola Negri
• Madame Bovary (1947), regia di Carlos Schlieper, con Mecha Ortiz
• Madame Bovary (1949), regia di Vincente Minnelli, con Jennifer Jones
• Salambò (1960), regia di Sergio Grieco
• L'éducation sentimentale (1962), regia di Alexandre Astruc, con Jean-Claude Brialy
• Madame Bovary (1964), regia di Rex Tucker, con Nyree Dawn Porter (4 episodi per la TV)
• Madame Bovary (1968), regia di Hans-Dieter Schwarze, con Elfriede Irrall (per la TV)
• I peccati di Madame Bovary (titolo originale Die nackte Bovary) (1969), regia di Hans Schott-Schöbinger, con Edwige Fenech
• Sentimental Education (1970), regia di David Maloney, con Robert Powell (3 episodi per la TV)
• L'éducation sentimentale (1973), regia di Marcel Cravenne
• Madame Bovary (1975), regia di Rodney Bennett, con Francesca Annis (4 episodi per la TV)
• Un cuore semplice (1977), regia di Giorgio Ferrara
• Madame Bovary (1978), regia di Daniele D'Anza, con Carla Gravina (6 puntate per la TV)
• Bouvard et Pecuchet (1989), regia di Jean-Daniel Verhaeghe, con Jean Carmet e Jean-Pierre Marielle (per la TV)
• Madame Bovary (1991), regia di Claude Chabrol, con Isabelle Huppert
• Madame Bovary (2000), regia di Tim Fywell, con Frances O'Connor (per la TV)
• Toutes les nuits (2001), regia di Eugène Green
• Un coeur simple (2008), regia di Marion Laine, con Sandrine Bonnaire
Edizione Oscar Classici Mondadori
La traduzione di Maria Luisa Spaziani è condotta sul testo curato da Claudine Gothot-Mersch, Paris, Garnier, 1971
Introduzione di Albert Thibaudet, da leggersi con attenzione poiché è di notevole ausilio per meglio comprendere il romanzo e le varie sfumature.
Il romanzo è composto da tre parti.
Appendice
Trattasi della corrispondenza fra Flaubert e Louise Colet avente per argomentazione principale la stesura di Madame Bovary.
Postfazione
Madame Bovary dal punto di vista di Charles Baudelaire tratto da :Charles Baudelaire “Madame Bovary” ( traduzione in italiano di G. Montesano)
In copertina: Carolus Durand- La Dame au gant - Parigi, Musée D’Orsay
GIOVANNI VERGA, il maggior esponente della corrente letteraria verismo lesse Madame Bovary nel momento cruciale della sua formazione . Chi intendesse approfondire l’argomento dovrebbe procedere ad un confronto fra VERISMO e NATURALISMO
(Mi riserbo il diritto di pubblicare altrove) OTTOBRE 2011- Y.P.La traduzione di Maria Luisa Spaziani è condotta sul testo curato da Claudine Gothot-Mersch, Paris, Garnier, 1971
Introduzione di Albert Thibaudet, da leggersi con attenzione poiché è di notevole ausilio per meglio comprendere il romanzo e le varie sfumature.
Il romanzo è composto da tre parti.
Appendice
Trattasi della corrispondenza fra Flaubert e Louise Colet avente per argomentazione principale la stesura di Madame Bovary.
Postfazione
Madame Bovary dal punto di vista di Charles Baudelaire tratto da :Charles Baudelaire “Madame Bovary” ( traduzione in italiano di G. Montesano)
In copertina: Carolus Durand- La Dame au gant - Parigi, Musée D’Orsay
GIOVANNI VERGA, il maggior esponente della corrente letteraria verismo lesse Madame Bovary nel momento cruciale della sua formazione . Chi intendesse approfondire l’argomento dovrebbe procedere ad un confronto fra VERISMO e NATURALISMO
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