sabato 10 febbraio 2018

LE ROSE di ATACAMA - Luis Sepulveda

Non avevo mai letto nulla di Luis Sepulveda prima d’ora. Precisamente non lo conoscevo poi qualcuno  di cui non ricordo il nome, mi consiglio’ di leggere qualche suo romanzo . Così giorni fa vedendo in libreria Le rose di Atacama , senza troppo pensarci lo feci mio.


LE ROSE di ATACAMA

“Le rose di Atacama” evidenzio che si tratta del titolo di un racconto contenuto nel libro.
Atacama è una terra arida di circa duemila chilometri quasi sul confine fra Cile e Perù, ovvero 
il deserto di Atacama . Qui un’unica volta all’anno, il 31 marzo, sbocciano le rose del deserto: le rose di Atacama. Le piante sono sempre lì, sotto la terra salata e durante la breve fioritura con il loro colore intenso trasformano il deserto in un tappeto color sangue.
Dalla descrizione di Sepulveda sono portata a credere che sia uno spettacolo di grande spettacolarità , straordinario e molto suggestivo.
TRAMA
Per “Le rose di Atacama” non vi è una trama, trattandosi di una raccolta di 34 racconti, più o meno brevi, ma tutti molto intensi, anche se alcuni sembrano favole. 
Sono narrazioni di incontri di viaggio, storie di uomini e donne “marginali” eppure protagonisti, storie di luoghi, esperienze di vita.
Il filo conduttore è principalmente il VIAGGIO e anche il “protagonismo anonimo” o MARGINALE e ogni racconto ha una propria morale.
Di facile comprensione e piacevole lettura è adatto a tutti e ritengo sia il libro ideale per approcciarsi a Sepulveda, sicuramente uno scrittore che merita grande attenzione, ma che comunque mi risulta abbia in Italia già un vasto pubblico che lo segue.
Potrebbe essere un libro particolarmente adatto ai ragazzi perché alcuni di questi racconti sono delle avventure
Non escludo trattasi di esperienze personali dell’autore, ma non ne ho la certezza, in ogni caso sono molto interessanti.
Il primo racconto “ Storie marginali” narra la visita al campo di concentramento di Bergen Belsen e nella sua brevità ( 4 pagine) è profondamente drammatico “ Un morto è uno scandalo, 1000 morti sono una statistica” affermava Goebbels, e questo è quanto hanno sempre detto e continuano a ripetere……. Complici mascherati da democratici.
“Notte nella selva Aguaruna” ( Rio delle Amazzoni) – Racconta l’incontro con un uomo che sa contemplare come tutto cambia, come tutto si trasforma nel preciso istante in cui il sole si stanca di essere 1000 volte minuscolo….
“Un tal Lucas” –Lucas che con un gruppo di ragazze e ragazzi cercò rifugio in Patagonia per sfuggire agli orrori dei militari argentini.
“ Salute, professor Galvez” inizia con il ricordare il golpe militare dell’11 settembre 1973 che mise fine alla democrazia cilena..
Ma, forse è di scarsa utilità elencare ogni singolo racconto. Forse potrei evidenziare quelli che mi hanno maggiormente coinvolta come per esempio “ Le rose bianche di Stalingrado “,
o “L’isola perduta” che termina così: “ Mi fa male quell’isola perduta, e mi conferma che i popoli che non conoscono a fondo la loro storia cadono facilmente in mano a imbroglioni e falsi profeti, e tornano a commettere gli stessi errori.
O ancora “ Papa Hemingway riceve la visita di un angelo” e che ora si trova nel cielo, ma non nel cielo dei preti, ma nell’altro, dove la vita è una festa.
“Cavatori” – tristissimo. Racconta la gloria e il successo dello scultore dietro al quale si nasconde un dignitoso anonimato di un cavatore e di un marmista di Pietrasanta.
Più gioioso invece “Gli amanti” incontrati su un ponte sospeso sul fiume Esmeraldas: si amavano con passione, con furia, e non si sarebbero mai sposati…..
Sicuramente credo valga la pena leggerli tutti, quindi mi fermo e mi limito ad augurare buona lettura.

E’ evidente che il mio incontro con Luis Sepulveda è stato positivo, ho apprezzato il suo stile letterario e non escludo che leggerò altre sue opere di cui c’è l’imbarazzo della scelta.
Cito ad esempio:
Un nome da torero
La frontiera scomparsa
Diario di un killer sentimentale 
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
Il mondo alla fine del mondo
Una sporca storia
Il potere dei sogni
L’ombra di quel che eravamo
CHI E' LUIS SEPULVEDA
E’ uno scrittore originario del Cile dove è nato nel 1949.
Qualcuno lo ha definito “il cileno errante” a causa dei suoi continui spostamenti.
La vita di Luis Sepulveda è così intensa che è troppo riduttivo farne un breve sunto per cui riporto integralmente qui di seguito una biografia trovata in rete.
“Luis Sepúlveda, cileno errante, scrittore tradotto in almeno una quindicina di paesi, si è da poco trasferito in una casetta ai margini della Foresta Nera, pur conservando la vaga residenza "tra Amburgo e Parigi", come si legge sulle copertine dei suoi libri. Oggi potrebbe rientrare in Cile, che lasciò nel 1977 per l'esilio, ma non ne sente alcun bisogno. I primi passi da scrittore li ha mossi al liceo di Santiago, dove pubblicò qualche poesia sul giornalino dell'istituto. Ma decise subito di mettersi in proprio, scrivendo e ciclostilando racconti pornografici che poi vendeva ai compagni di scuola. Di lì a poco, si sarebbe dedicato a ben altro genere di narrativa. Nel 1964 entrò nella Gioventù comunista cilena, e i suoi racconti e poesie divennero celebri nelle riunioni sindacali, in scioperi e manifestazioni. Gli scrittori seri lo snobbarono, per poi attaccarlo con disprezzo.
Ci rimasero molto male quando Luis Sepulveda, nel 1969, vinse il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di racconti Crónicas de Pedro Nadie.
E arrivarono gli anni della militanza totale, che per molto tempo avrebbe tenuto Sepulveda lontano dalla macchina per scrivere. Sempre nel 1969, vinse una borsa di studio per l'università Lomonosov di Mosca, l'ateneo della nomenklatura.
Dal 1973, Luis Sepúlveda era entrato nella struttura militare del Partito socialista, diventando anche membro della guardia personale di Allende. Il giorno del colpo di stato stava sorvegliando un acquedotto che si temeva potesse essere fatto saltare con la dinamite.
Il 5 ottobre, all'indomani del suo compleanno, fu catturato.
Nel 1976 la sezione tedesca di Amnesty International aveva lanciato una serrata campagna per la liberazione di Sepulveda, suscitando un vasto clamore che alla giunta militare cilena fece saltare i nervi. Non era più possibile eliminarlo in silenzio, e alla fine decisero di liberarsi da quei "calunniatori tedeschi" concedendo gli arresti domiciliari. Dopo quasi tre anni, Luis Sepúlveda tornava a vedere il tanto agognato oceano, con molti denti in meno e cinquanta chili di peso.
Andò a Valparaíso, per organizzare uno sbarco di armi, che si sarebbe rivelato l'ennesima invenzione dei dirigenti in esilio. Ma nella città portuale riscoprì la vecchia passione, il teatro, improvvisando rappresentazioni clandestine contro la dittatura. Tempo un anno, e fu ricatturato. Condanna: ergastolo.
E nel frattempo, era stato emanato il famoso decreto 504, che permetteva in alcuni casi specifici di trasformare la pena in esilio, una legge approvata con l'unico intento di evitare l'esplosione delle carceri, sovraffollate oltre ogni limite immaginabile. 
Il 17 luglio del 1977 gli fu permesso lasciare il Cile. Rimase per poco tempo in Argentina, poi il Brasile e finalmente per arrivò a Quito, Ecuador. E qui Sepulveda conobbe un mondo che tanta influenza avrebbe avuto nei suoi destini di scrittore, oltre che di militante totale ed estremo in favore di una natura saccheggiata. Per sette mesi visse nella selva amazzonica con gli indios shuar, di cui ha imparato la lingua e il rispetto per i delicati equilibri della Madre Terra. Da quell'esperienza, anni più tardi, avrebbe tratto il suo libro di maggior successo internazionale, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore.”
Infine una piccola dedica alle donne dai 45 anni in avanti
La bionda e la bruna ( racconto dal titolo omonimo- pag. 167)
Le vedo camminare per Venezia e mi attardo alle loro spalle o le precedo per osservarle meglio, per godermele di più , perché sono entrambe splendide e colmano il pomeriggio autunnale di quella singolare bellezza che le donne acquistano a partire dai 45 anni, una bellezza matura di piaceri e di colpi, di amori assaporati fino all’ultima goccia e di litigi che non si spengono mai”.

Ottobre 2011- Y.P.

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