L’ARTE DI ESSERE FRAGILI
L’amore per Leopardi insegna, aiuta….
“ Viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è costruire, come te, Giacomo, un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili”.
Io sono forte, fortissima, dicono amici e amiche.
E io qualche volta ci ho creduto e mi sono pure auto-convinta di essere una combattente.
Ma poi, quel giorno di gennaio è accaduto quello che non mi aspettavo e mi sono ritrovata FRAGILE, anzi MOLTO FRAGILE.
E nulla è più terribile di sentirsi dire “ Sei forte, sei fortissima” quando dentro di te senti che l’equilibrio si è rotto, le convinzioni sono divenute dubbi , il corpo non risponde più ai tuoi desideri, e hai solo l’ambizione di lasciarti andare, di piangere, di esternare tutta la tua fragilità.
Ebbene solo recentemente ho constatato quanto sia complicato mostrarsi fragili. Un persona FORTE non può permettersi di mostrarsi FRAGILE. La fragilità diviene un lusso.
Fortunatamente io sono una grande estimatrice di Alessandro d’Avenia e acquisto i suoi romanzi appena vengono distribuiti in libreria e così quando qualche mese fa ho visto L'ARTE DI ESSERE FRAGILI me lo sono portato a casa, lo riposto in libreria in attesa di essere letto, quasi sapessi che il momento giusto sarebbe arrivato di li a poco.
Mai mi sento sentita fragile come nel mese di marzo scorso e un pomeriggio, mentre me ne stavo sul divano senza desideri , vedendolo in bella vista, l’ho preso fra le mani e ho iniziato a leggerlo…..Un libro a volte aiuta, salva…..
Pag. 202. Alessandro D’Avenia così scrive “ I libri, scelti bene, caro Giacomo, possono salvare la vita, soprattutto quella fragile, facendole cogliere il frutto del futuro che ha dentro. E grazie a te, quando dico che un libro può salvare la vita so che non sto ricorrendo soltanto a una metafora”.
TRAMA E AUTORE
Quest’opera del professore ALESSANDRO D'AVENIA non è altro che un lungo, interessantissimo, dialogo immaginario con il grande poeta Giacomo Leopardi. Non certo il Giacomo Leopardi che fino a qualche tempo fa a scuola veniva rappresentato come emblema del pessimismo, bensì il vero GIACOMO LEOPARDI, ossia il “giovane favoloso” e ribelle che nel “suo tempo” non era stato compreso.Giacomo Leopardi alla ricerca della felicità , come lo siamo tutti noi , “affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica, nonostante l’indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei”.
In questo tempo fatto di apparenze dove tutto è rivolto ad un godimento istantaneo che si consuma in un baleno e lascia dietro di sè solo il VUOTO, ho trovato questo libro assolutamente stupendo.
Certo l’autore non è uno scrittore qualsiasi: con un dottorato di ricerca in lettere classiche, insegna lettere al liceo e quindi in questa sua opera vi si trovano riferimenti e citazioni importanti che nel mio caso, mi hanno invogliata a leggere quei classici che non ho ancora letto.
Il capitolo introduttivo, rivolto al lettore prende spunto da uno frase del Zibaldone “ La felicità non è che il compimento” e viene fatta un’analisi della società attuale con esempi semplici ma molto significativi, prendendo a riferimento anche le numerose domande che gli studenti pongono all’autore durante le lezioni, che in fondo sono le stesse domande che anche noi adulti , se apparteniamo alla categoria di “coloro che cercano”, ci poniamo.
“ Dove sono finite le passioni felici, profonde, durevoli? E’ ancora possibile risvegliarle in noi o sono definitivamente perdute? Esiste un metodo per la felicità duratura, uno stare al mondo che dia il più ampio consenso possibile alla vita senza rimanere schiacciati dalla sua forza di gravità, senza soccombere a sconfitte, fallimenti, sofferenze,…….?”
Mi sto rendendo conto che quest’opera non essendo un romanzo non ha una trama vera e propria anche se l’obbiettivo è uno solo, ossia indurci a meditare.“ Dove sono finite le passioni felici, profonde, durevoli? E’ ancora possibile risvegliarle in noi o sono definitivamente perdute? Esiste un metodo per la felicità duratura, uno stare al mondo che dia il più ampio consenso possibile alla vita senza rimanere schiacciati dalla sua forza di gravità, senza soccombere a sconfitte, fallimenti, sofferenze,…….?”
Ogni capitolo prende a riferimento stralci di testi leopardiani e in base all’argomento trattato , l’autore scrive al Poeta elaborando pensieri, riflessioni, ponendo domande, etc.
Secondo me, un libro imperdibile che ho letto in un battito d’ali e , accogliendo l’invito dell’autore a pag 209 rivolto ai lettori indomiti, proseguirò ad approfondire la conoscenza di Giacomo Leopardi cercando i testi citati .
Ho letto tutti i libri di questo autore, di cui segue elenco, ma ritengo questo il MIGLIORE.
Cose che nessuno sa ( 2011)
Ciò che inferno non è (2014)
L’arte di essere fragili (2016)
Lo stile letterario indubbiamente è raffinato, forbito.
Leggendo D’Avenia non vi è dubbio che c’è molto da imparare e si ha la possibilità di migliorare il proprio linguaggio: anzi non è da escludersi che in qualche caso occorra avvalersi del dizionario.
STRALCILeggendo D’Avenia non vi è dubbio che c’è molto da imparare e si ha la possibilità di migliorare il proprio linguaggio: anzi non è da escludersi che in qualche caso occorra avvalersi del dizionario.
Le sottolineature che ho fatto sono veramente numerose e quindi ne riprenderò solo qualcuna.
--La cultura non ha nulla a che vedere e a che fare con il consumare oggetti culturali: ci si illude che consumando più libri, più musica, più quadri, si acquisterà più cultura….Cultura vuol dire stare nel campo, farlo fiorire, a costo di sudore. Significa conoscere la consistenza dei semi, i solchi della terra, i tempi e le stagioni dell’umano e occuparsene perché tutto dia frutto a tempo opportuno. Nella cultura ci sono il realismo del psassato e del futuro e la lentezza del presente, cosa che il consumo non conosce: esso vuole rapidità e immediatezza, non contempla la passione e la pazienza.
-Sempre rivolgendosi a Leopardi: “Solo chi conosce il pianto per il fatto di essere al mondo, può consolare gli altri, come hai fatto tu trasformando le tue lacrime in versi, in poesia la tua fragilità”.
- Ponendo le domande giuste, vivendole giorno per giorno e condividendole con altri uomini, troveremo compagni di viaggio nelle notti oscure.
- SCRIVERE è scendere nel cuore del cuore e imparare ad abitare se stessi e quindi la vita. La penna diventa un piccone, la pagina una luce.
- Meglio un quieto sopravvivere o un inquieto vivere? Meglio morire per vivere o vivere per morire?
- Poesia è la luce quando sei al buio e il buio quando sei alla luce
IL LIBRO
Esteticamente il libro edito da Mondadori, il cui prezzo di copertina è di 19 euro, ma io l' ho acquistato con lo sconto del 15%, è da considerarsi "elegante" e nell'ultima pagina interna vi è la poesia L'INFINITO scritta in corsivo; presumibilmente una fotocopia del manoscritto originale di G. Leopardi che io ho avuto occasione di vedere andando a visitare la casa del Poeta a Recanati.
Opinione frutto di esperienza personale - Y.P.
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