sabato 10 febbraio 2018

LA PROMESSA - Giovanni Cocco

Un romanzo nato da una tragedia

( Gennaio 2017) - Fa freddo in questi giorni, anzi fa molto freddo, Milano è gelata e trascorrere qualche ora in più dentro casa non è un sacrificio. Per me è l’occasione per riporre nella mia libreria qualche libro che sulla cassapanca attende di essere letto…. ( In libreria ripongo solo i libri già letti). 
La pila è alta, composta almeno da una ventina di libri perché ogni volta che entro in La Feltrinelli trovo sempre qualcosa da acquistare.
LA PROMESSA di Giovanni Cocco, non ricordo quando l’ho acquistato e perché lo abbia fatto. Forse l’ho acquistato unicamente per curiosità attratta da quanto sta scritto in quarta.
“ Una voce nuova, che vuol staccarsi dai moduli narrativi italiani correnti” – Corriere della Sera
“Un talento purissimo” Il sole 24 ore
“Unico nel panorama della nuova narrativa italiana” Avvenire
Comunque per non divagare troppo, l’altra sera dopo aver terminato “IL PESO DEI SEGRETI” , l’ ho iniziato, ma prima ho indagato sull’autore:
Giovanni Cocco è nato a Como nel 1976.
Ha pubblicato Angeli a perdere - nel 2004
La caduta - Premio selezione Campiello 2013
Ombre sul lago
Il bacio dell’Assunta 2014
Omicidio alla stazione centrale 2015
Non nego di essere sorpresa nell’apprendere che GIOVANNI COCCO è nato a Como perché pure io sono nativa del Lago di Como eppure non avevo mai letto nulla prima d’ora nonostante pare sia abbastanza prolifico ed inoltre, nessuno me ne ha mai parlato.
Cerco in rete qualche informazione supplementare e trovo una sua intervista.
Indubbiamente è uno scrittore affermato che tiene corsi di scrittura creativa in tutta Italia , asserisce di aver letto quantità industriali di libri perché “il miglior carburante per la scrittura è la lettura” e relativamente alla stesura di questo romanzo scrive:
”La promessa rappresenta un unicum all’interno della mia esperienza di scrittura: nessun disegno prestabilito, nessun progetto a tavolino, ma un romanzo scritto quasi di getto. Qualcosa di irrazionale che riesco a giustificare e spiegare solo ricorrendo a concetti inflazionati, ma mai come in questo caso rispondenti al vero: la necessità e l’urgenza di scrivere un libro così”.
A questo punto , soddisfatta di avere fra le mani questo libro ho dato inizio alla lettura e dopo due giorni eccomi qui.
Una gran bella narrazione, un romanzo che mi ha molto coinvolta sia per gli argomenti trattati sia per lo stile letterario singolare, ma molto piacevole.
L’editing del libro è alquanto sobrio: Il nome dell’autore, il titolo racchiuso in una striscia rosso bordeau, quindi dodici righe scritte in corsivo apparentemente in matita e in basso il nome della casa editrice NUTRIMENTI.
Prima edizione novembre 2015
TRAMA
Il protagonista è Vincent è un giornalista dalla personalità complessa: è sempre assai indeciso, le scelte sono fonte di turbamento e nei momenti peggiori si lascia prendere dalle crisi di panico tanto da dover ricorrere allo psichiatra e anche all’uso di qualche psicofarmaco. Anche nelle relazioni sentimentali non se la cava troppo bene nonostante le donne non le mancano: per lo più predilige donne mature. 
Stanco della routine nella redazione del giornale ad un certo punto decide di lasciare e fare il professore anche se ogni tanto scrive qualche articolo.
Il matrimonio con Marie è in crisi, ma ha funzionato bene per dodici anni e nella loro casa a Parigi hanno trascorso momenti felici.
Nella realtà succede un fatto drammatico: la mattina del 24 marzo 2015 un volo low-cost della Germanwings partito da Barcellona con a bordo centoquarantaquattro passeggeri più i membri dell’equipaggio, destinato a Dusseldorf, giunto in Francia precipita sul massiccio dei Trois-Aveches. Una tragedia. Nessun sopravvissuto.
Poiché tre mesi prima era avvenuto l’attentato terroristico a Charlie Hebdo, a caldo si pensa fosse accaduto di nuovo, ma poi si scopre che questa tragedia è di tutt’altra natura.
Dal ritrovamento della scatola nera emerge che nel momento dell’impatto nella cabina di pilotaggio era presente solo il copilota Adreas Lubitz poiché il pilota era uscito per andare alla toilette.
Un suicidio?
Vincent rimane emotivamente molto coinvolto da questa tragedia e decide di recarsi sul luogo: telefona alla redazione del giornale e riceve l’incarico di fare un ottimo lavoro come lui sa fare, perché Vincent non era solo un bravo giornalista bensì il migliore.
Il romanzo scritto in prima persona da Vincent è assimilabile a un lungo monologo.
Si reca sul luogo dell’incidente per vedere con i propri occhi, intervista persone, cerca di capire, di vedere oltre quello che appare, tenta di ricostruire i fatti e non trascura la biografia di Andreas che identifica in “lo sposo della morte” .
Come può un uomo non ancora trentenne come lo era Andreas, commettere un simile gesto?
E perché coinvolgere in una decisione tanto assurda persone probabilmente innamorate della vita o comunque per nulla influenti sulle tue questioni esistenziali?
Vincent , vive un travaglio emotivo non indifferente ….
E intanto c’è il matrimonio con Marie che è naufragato, ma che non è finito. E un’altra donna è rimasta incinta e lui ritiene di non essere pronto a fare il papà, anzi un figlio proprio non rientrava nei suoi programmi….
Lunghe riflessioni, turbamenti profondi, un romanzo che scava, che va oltre la superficie.
Secondo me un romanzo molto interessante, che sono felice di aver letto.
Nelle ultime pagine l’autore fornisce alcune spiegazioni inerenti la composizione di questo romanzo e se ho ben capito, LA PROMESSA dovrebbe considerarsi parte di un progetto iniziato con un romanzo precedente il cui titolo è LA CADUTA che credo proprio andrò a leggere.
STRALCI
- (Vincent a proposito di suo padre)- “ E che un giorno, non potendo più sopportare il proprio fallimento, decide di scappare. Perché scappando è possibile trovare un nuovo colpevole, attribuire agli altri il motivo delle proprie sconfitte.
- (Vincent a proposito di sua madre)- “ Poi mi viene in mente mia madre, la sua figura asciutta. Ripenso al fatto che non sorridesse mai. Oggi quel volto mi pare vuoto, non diverso da altre migliaia di volti, di donne come lei, che forse avrebbero potuto desiderare qualcosa di più o di diverso dalla vita e che invece hanno commesso solo un errore, scegliere l’uomo sbagliato
- Non si può volere tutto, bisogna saper scegliere, bisogna decidere. Una felicità equivale a tutta la felicità del mondo, due felicità si annullano.( Si comprende appieno leggendo a pagina 181 e 182)
- Qualcuno ha scritto che le cose non sono mai come appaiono, ma assumono sfumature diverse a seconda dello stato d’animo con cui le si affronta.

Gennaio 2017 – Opinione di cui mi riserbo il diritto di pubblicare altrove.

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