sabato 10 febbraio 2018

LA PIANISTA- Elfriede Jelinek





AMORE non è una parola come tante dal significato inconfutabile e neppure un sentimento autentico, infatti a volte la parola AMORE viene utilizzata a sproposito.
Non si può certamente parlare di Amore nei casi in cui si reprime qualcun altro/a con la scusa che è geloso/a , oppure si fa uso di violenza psichica o fisica; non è certamente amore quando un padre abusa dell’ingenuità della figlia e neppure si può parlare d’amore quando una madre “ in nome dell’amore” ricorre a qualsiasi espediente per tenersi legata un figlio o una figlia.
Tutti dovremmo sapere che l’AMORE è un sentimento nobile, puro che accetta la diversità e non toglie la liberta: amore è trasporto, affezione, rispetto.
Tale premessa la ritengo necessaria per esprimere la mia opinione sul romanzo LA PIANISTA, anche questo un libro acquistato unicamente perché entrando nella solita libreria LA FELTRINELLI, la copertina ha catturato la mia attenzione.
Non conoscevo l’autrice, ma leggendo in quarta che era stata insignita del PREMIO NOBEL non ho esitato. Per mia fortuna non leggo solo gli autori che conosco perché in tal caso mi sarei persa letture importanti e non avrei incontrato autrici come ELFRIEDE JELINEK della quale riporto qui di seguito solo qualche informazione, ma suggerisco di approfondire ricercando altro in Wikipedia.
Conoscendo un pochino l’autrice credo si possa meglio apprezzare LA PIANISTA che è stato considerato autobiografico.
Qualche informazione sull'AUTRICE
Elfriede Jelinek è nata in Austria nel 1946. Premio Nobel nel 2004 è autrice di numerosi saggi, pièce teatrali e romanzi. E’ indubbiamente una donna di grande spessore, una scrittrice coraggiosa, per un certo periodo entrata a far parte degli intellettuali austriaci indesiderati dall’Austria per le sue prese di posizioni chiare e forti contro soprusi vari in tutti i campi. Da sempre impegnata nella denuncia della violenza contro le donne.
Cresciuta in una famiglia dal passato nazista, una madre politicamente di destra, Elfriede nel 1974 si è iscritta al Partito comunista austriaco.
Nel 1998 le è stato conferito il premio Buchner, ossia il più importante riconoscimento del mondo di lingua tedesca.
FRAMMENTI di TRAMA
La copertina raffigurante una donna e un uomo abbracciati appassionatamente forse mi avevano indotta a pensare che si trattasse di un romanzo d’amore.
Nulla di più sbagliato anche se dentro la storia, una storia di attrazione rende piccante la trama.
La protagonista Erika è una donna matura, quarantenne, insegnante di pianoforte, che vive con la madre rimasta vedova e che aveva sognato per la figlia un futuro di grande pianista di successo, sacrificandola così a non vivere un’infanzia gioiosa come dovrebbero vivere tutti i bambini e un’adolescenza corrispondente all’età .
La bimba cresce vittima delle restrizioni eccessive di questa madre che pretenderebbe di pianificare e controllare rapporti e azioni della figlia, ma ovviamente riuscendoci solo in parte, ma causandole danni psicologici irreversibili.
E infatti la figlia adulta si comporterà assolutamente in contrapposizione all’educazione e ai principi imposti. 
Sfumato il sogno di divenire una grande pianista farà l’insegnante.
Dopo le lezioni di piano, prima di rientrare a casa dove la mamma l’attende ogni sera ansiosamente pianificando ogni attimo, si spingerà nei luoghi più squallidi della periferia viennese, andrà al Prater a spiare coppiette di fidanzati e amanti e altre volte nei cinema a luci rosse.
La storia è incentrata sul tormentato rapporto di madre e figlia che dormono nello stesso letto, sotto le medesime lenzuola, ma nel contempo nasce una storia fra lei, la pianista e un suo giovane allievo.
L’allievo si sarebbe innamorato sinceramente di lei, ma lei non sa vivere i rapporti naturalmente perchè è una donna frustrata, repressa a causa della famiglia in cui è cresciuta: una madre tirannica e un padre ricoverato in una clinica psichiatrica.
La storia prende una piega che sconcerterà il giovane per le assurde richieste da parte della pianista.
A tratti il racconto diviene scabroso, in ogni caso l’autrice ha uno stile letterario singolare ( definito tagliente e impietoso) che mi viene difficile classificare parte di questo romanzo “ pornografico” anche se in qualche pagina ho sentito “odore” di “cinquanta sfumature di grigio”.
Mi limito a considerare la storia fra la pianista e l’allievo “insolita con fantasie erotiche eccessive”.
IMPRESSIONI PERSONALI
Dal mio punto di vista è un gran bel romanzo, adatto a lettori adulti, che mi ha notevolmente coinvolta.
Nonostante l’analisi puntigliosa del rapporto malato fra madre e figlia, la storia non precipita mai nella noia, anzi gli accadimenti a volte così imprevedibili e sconcertanti, stimolano la curiosità e inducono il lettore a continuare la lettura anche quando si avrebbe altro da fare.
Sono veramente soddisfatta di essere stata richiamata da questa copertina perché ho avuto modo di conoscere una scrittrice di talento e una donna ammirevole.
Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film interpretato da Isabelle Hupper e Annie Girardot premiato a Cannes nel 2001.
Alcune opere dell’autrice fra le numerose:
Lust - La voglia pubblicato nel 1989
I figli dei morti considerato da alcuni critici un capolavoro pubblicato nel 1995
Voracità – anno 2000
STRALCI
La madre vuole tutto dopo, non c’è nulla che desideri avere subito. Pretende però di tenere la figlia sempre con sé e di sapere in ogni momento dove rintracciarla, in caso di necessità, se alla mamma dovesse venire un infarto.
La mamma……come ogni proprietario ha imparato innanzi tutto – e con dolore – che fidarsi è bene, ma controllare è opportuno.
Lo jugoslavo e il turco disprezzano la donna per natura, il meccanico la disprezza solo quando è sudicia e butta via il denaro per incipriarsi. ( In tal proposito per meglio comprendere occorre leggere bene pag. 136 e 137)
….Poi un autocarro carica tutti i pensieri e li scarica nel piccolo appartamento per due persone. Quando il giorno volge al tramonto, i pensieri devono tornare nl cestino che la madre ha appena imbottito e rivestito con amore, e la gioventù s’abbraccia alla vecchiaia.
I sentimenti sono sempre ridicoli, specie quando capitano in mano a degli incompetenti.
Cio’ che non si può dire a voce, bisogna scriverlo e quello che non si può sopportare, non lo si deve fare.
Pag 242 ….La figlia, un’amante bizzarra e inesperta, tira via le mani dalla madre e la bacia sul collo con intenzioni criptosessuali. La madre, che a sua volta non ha un’educazione molto più raffinata in amore, adotta una tecnica sbagliata e butta tutto a tera urtando di qua e di là. La vecchia carne è quella che viene trascinata giù per prima. Non più considerata come madre, bensì come pura carne. Erika bruca la carne della madre con i denti……
Ben poche donne attendono ‘uomo giusto, la maggior parte di loro prende il primo che capita, il più piccolo.
Ogni inizio è difficile.

Settembre- opinione frutto di esperienza personale che potrei pubblicare altrove. Y.P.

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