sabato 10 febbraio 2018

LA MIGLIORE AMICA- Cinzia Tani

Ho appena terminato la lettura dell’ultimo romanzo della nota giornalista Cinzia Tani dal titolo “ La migliore Amica”. Mi piace scrivere le impressioni subito dopo aver terminato il libro in quanto ritengo sia il momento in cui l’opinione risulta più sincera, inoltre ho scoperto che recensire i libri oltre che ad appassionarmi mi è di grande utilità poiché poso il libro letto in libreria corredato dalle mie osservazioni che rileggendole successivamente mi aiutano a ricordare dei particolari che il tempo inevitabilmente cancellerebbe.
Ebbene “La migliore amica” è sicuramente un romanzo scritto molto bene, si potrebbe definire perfetto; descrizioni precise molto dettagliate di eventi, luoghi e personaggi. Accenni storici brevi ma di grande importanza relativi al periodo in cui si svolge la storia per ben collocarne gli eventi, la loro natura ed i vari risvolti, affinché il lettore abbia ben chiara la situazione e la circostanza. Anche l’utilizzo degli aggettivi è ricercato e certamente appropriato. Cinzia Tani non è un’esordiente bensì una giornalista, scrittrice, una conduttrice di radio e televisione e docente di Storia del Delitto all’Università la Sapienza, quindi sicuramente il linguaggio lo conosce bene.
E allora perché esordire con la recensione del suo romanzo esaminando lo stile letterario?
Semplicemente perché questo stile perfetto io non lo trovo coinvolgente: è uno stile distaccato forse proprio tipico dei giornalisti che scrivono romanzi, ma secondo me non “ prende” il cuore, la mente, non trasmette emozioni.
Il romanzo per me deve essere una storia avvincente che cattura il lettore, il romanzo non è una cronaca.
Detto questo LA MIGLIORE AMICA è un bel romanzo che si legge molto volentieri.
Trama
E’ la storia di Sylvie Paul, francese, molto bella dallo sguardo diretto che attira l’ammirazione di tutti gli uomini e le critiche delle donne. Veste con abiti dai colori sgargianti e non sceglie un abbigliamento diverso dal solito neppure per entrare in chiesa, dove Dio non la giudica per i colori che porta addosso. La sua andatura dal passo sicuro e ticchettante sul pavimento, aveva disturbato perfino il sacerdote che un giorno aveva fatto una pausa nella predica per dimostrarle la sua disapprovazione.
Sylvie è una donna fuori dalle righe, ha avuto tre figli da uomini diversi, ha amato molto ma sempre mal ripagata. Un donna dall’esistenza molto difficile, entrata in carcere ancora adolescente a seguito di un fatto non commesso. Successivamente ha conosciuto la vita carceraria con tutte le sue brutalità, ma sfuggendo quella realtà drammatica tirando fuori da sé il meglio prodigandosi verso i bisognosi. Deportata nei campi di concentramento della Germania Nazista ha subito atroci malvagità , ma aiutando molte donne che in seguito la ricorderanno per aver rinunciato al proprio misero cibo per donarlo a chi era più debole di lei.
Sylvie non era andata a scuola eppure sapeva parlare di libri, di arte, di cultura.
Una donna che sembra essere solo frutto di fantasia, una donna improbabile mentre è realmente esistita infatti la presentazione recita:
“ La storia vera di una donna incredibile assassina crudele e madre devota, ladra astuta e generosa eroina della Seconda guerra mondiale”.
(* Sylvie Paul è vissuta in Francia ed è stata processata nel 1956)
Sylvie assassina? Un evento focale del romanzo è infatti un efferato assassinio: Jeanne Perron , amica di Sylvie, viene trovata morta nella cantina del Hotel du Théatre gestito da entrambe e frequentato da nordafricani e da poveracci.
A 37 anni Sylvie si troverà al banco degli imputati accusata dell’omicidio.
Per ovvie ragioni anticipo soltanto che la parte processuale si rivela stuzzicante e interessante; tutta la stampa francese vorrà essere presente al processo, tutti i giornali parleranno di questa donna, chi la descriverà come una assassina, chi la descriverà come un’eroina.
E poi ci sono i tre figli di Sylvie due dei quali vivono con suo fratello, mentre la più piccola è stata portata in un istituto di suore. I figli per i quali prova un amore immenso sufficiente a colmare tutti i vuoti, i figli la vera luce.
Ma infine lei sarà la luce per i suoi figli o sarà per loro, soltanto una fonte di tristezza e vergogna?
Inoltre un personaggio di spicco del romanzo è Gerard, forse l’amore vero….ma che in gioventù l' aveva lasciata per sposare una ragazza del suo ambiente dopo aver scoperto che Sylvie era una bugiarda. 
Beh! proprio bugiarda non era: Sylvie con la fantasia cercava di nascondere una realtà di cui si vergognava, una realtà che le faceva male.
Gerard non sarà uno fra i tanti….
“ Sylvie fu tentata di chiamarlo, di dirgli che accettava di essere amata, che solo lui, forse avrebbe trovato il modo di scavare nel fango del suo cuore per ritrovare qualcosa di vitale. Tacque. Perché non era più sicura che nel suo cuore fosse rimasto qualcosa da cercare”.
Concludendo Sylvie si può definire una donna mal interpretata, ma certamente una donna che ha vissuto.
Ah dimenticavo:
- il finale è assolutamente imprevedibile, ma quando lo si conoscerà non si potrà fare a meno di ritenerlo l’unico finale possibile.
Ambientato negli anni ’50, la trama del romanzo si dipana principalmente in Francia, una parte in Germania e una piccola parte in Algeria
La copertina è intrigante perché raffigura una donna senza volto apparentemente seduta, con le mani incrociate racchiuse dentro guanti neri, appoggiate sopra una borsetta da signora.
Foto di copertina: Magali Nougarede/Sime
Consiglio la lettura del romanzo perché scritto bene e aiuta ad arricchire scrittura e linguaggio, perché la storia è meritevole e infine perché LEGGERE è da ritenersi sempre un ottimo utilizzo del tempo.
Edizione Piemme- I edizione 2009- 223 pagine - prezzo copertina euro 16,00
Alcune opere di Cinzia Tani ( Nata a Roma nel 1963): Sole e Ombra – Lo stupore del mondo – Rabbia. L’emozione che non sappiamo controllare - La brava moglie – La mela

marzo 2010- Y.P.

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