Periodo natalizio, sono nella mia casa al lago, la casa che custodisce ogni ricordo della mia storia personale, li sono nata, li sono cresciuta e da lì sono partita.
Nulla è andato perduto, è ancora presente il sussidiario delle elementari.
Spolvero i libri perché ovviamente anche in quella casa è presente una libreria abbastanza assortita.
Del resto ho letto che una stanza senza libri e come un corpo senza un’anima ed io amo soprattutto le anime perché i corpi col tempo mutano, si logorano ed anche se rifatti come consente la chirurgia estetica, perdono l’originaria bellezza e quindi l’ autenticità .
Io amo l’autenticità di tutto, la bellezza vera, autentica, la giovinezza vera, autentica.
Ma soprattutto non posso permettere che una stanza non abbia un’anima e quindi i libri li posiziono in ogni dove.
Ebbene, fra i libri che sto spolverando attira la mia attenzione un volumetto leggermente ingiallito, ma ben conservato.
LA FIGLIA DEL CAPITANO di Alessandro PUSHKIN.
Caspita , mi dico, “ Ma questo è un piccolo capolavoro della letteratura russa ed io non me lo ricordo più”. Lo osservo e desumo che l’ho letto al tempo delle medie, quindi ne è passato del tempo…
Lo esamino minuziosamente: il mio volume appartenente ad una collana internazionale – nr. 24 - è stato stampato in Italia dalla Tipografia Temporelli di TORINO nel 1963- la casa editrice dovrebbe essere BIETTI di cui non so se attualmente esiste ancora, ma poco importa.Nulla è andato perduto, è ancora presente il sussidiario delle elementari.
Spolvero i libri perché ovviamente anche in quella casa è presente una libreria abbastanza assortita.
Del resto ho letto che una stanza senza libri e come un corpo senza un’anima ed io amo soprattutto le anime perché i corpi col tempo mutano, si logorano ed anche se rifatti come consente la chirurgia estetica, perdono l’originaria bellezza e quindi l’ autenticità .
Io amo l’autenticità di tutto, la bellezza vera, autentica, la giovinezza vera, autentica.
Ma soprattutto non posso permettere che una stanza non abbia un’anima e quindi i libri li posiziono in ogni dove.
Ebbene, fra i libri che sto spolverando attira la mia attenzione un volumetto leggermente ingiallito, ma ben conservato.
LA FIGLIA DEL CAPITANO di Alessandro PUSHKIN.
Caspita , mi dico, “ Ma questo è un piccolo capolavoro della letteratura russa ed io non me lo ricordo più”. Lo osservo e desumo che l’ho letto al tempo delle medie, quindi ne è passato del tempo…
Il prezzo è stato cancellato, infatti dalla dedica vedo che mi è stata regalato da due ragazzine che venivano in vacanza sul Lago.
La traduzione è stata curata da Dmitri Muriev e alcuni vocaboli attualmente sono fuori uso dal nostro linguaggio corrente.
Inoltre è presente qualche vocabolo in lingua originale di cui si comprende il significato per intuito dal contesto in cui è inserito.
L'AUTORE
ALESSANDRO o ALEKSANDR PUSKIN considerato il vero iniziatore della grande letteratura russa dell’800, nacque a Mosca il 6 giugno 1799 da una nobile famiglia moscovita. Venne educato prevalentemente dalla nonna materna e dallo zio materno appartenente ad un importante circolo letterario e la sua crescita e formazione avvenne con la costante presenza di libri .Sino dalla tenera età divenne un assiduo lettore, anche di testi francesi, poiché il padre disponeva di una ricca biblioteca di letterati importanti quali Moliere, Montesquieu, Rousseau.
All’età di 11 anni entrò al Liceo e già nel 1814 vennero pubblicate alcune sue poesie.
Terminati gli studi nel 1817 si trasferì a San Pietroburgo per lavorare presso il Ministero degli Esteri anche se pare che di fatto trascorresse il suo tempo in piacere e divertimenti, contornato da belle “ Se la godeva”, come diremmo noi, ma non trascurava comunque la frequentazione di salotti letterari e .
Ebbe una vita molto intensa: fu esiliato dalla sua Patria per motivi politici ed ebbe residenza nel Caucaso e in Crimea. In tale periodo scrisse appunto Il prigioniero del Caucaso oltre a una serie di liriche.
Contrasse matrimonio con una bellissima donna, Natal’ja Nikolaevana il cui padre proveniente da una famiglia di imprenditori ricevette il titolo di cavaliere al tempo dell’Imperatrice Elisabetta e che fu presto abbandonato dalla moglie .
Dal matrimonio di Aleksandr e Natal’ja nacquero 4 figli.
Puskin trascorse gli ultimi anni della sua vita a Mosca e morì nel 1837 , a soli 38 anni, a seguito di un duello con un presunto amante della moglie. Rimase seriamente ferito e dopo 2 giorni dall’incidente morì.
LE OPERE
( Sono talmente numerose che copio e incollo – infondo si tratta di un elenco di cui non è possibile effettuare nessuna sintesi o modifica )
Poemi
Ruslan e Ljudmila
• Gavriiliada o Il Gabrieliad (1821, attribuzione incerta)
o Il prigioniero del Caucaso (1820-1821)
o La fontana di Bachcisaraj (1822)
o I fratelli masnadieri (1821)
• Evgenij Onegin (1823-1831)
• Il cavaliere di bronzo (1833, pubblicato nel 1841)
Racconti in versi Ruslan e Ljudmila
• Gavriiliada o Il Gabrieliad (1821, attribuzione incerta)
o Il prigioniero del Caucaso (1820-1821)
o La fontana di Bachcisaraj (1822)
o I fratelli masnadieri (1821)
• Evgenij Onegin (1823-1831)
• Il cavaliere di bronzo (1833, pubblicato nel 1841)
[Gli zingari (1824)
Il conte Nulin (1825)
Poltava (1828)
Tazit (pubblicato nel 1837)
La casetta a Kolomna (1830)
Andželo (1833)
FIABE in versi
Zar Nikita e le sue quaranta figlie (1822)
Il fidanzato (1825)
Fiaba del pope e del suo bracciante (1830)
Fiaba dello zar di Saltan (1831)
Fiaba del pescatore e del pesciolino (1833)
Fiaba della zarevna morta e dei sette bogatyri (1833)
Fiaba del galletto d'oro (1834)
Narrativa in prosa Zar Nikita e le sue quaranta figlie (1822)
Il fidanzato (1825)
Fiaba del pope e del suo bracciante (1830)
Fiaba dello zar di Saltan (1831)
Fiaba del pescatore e del pesciolino (1833)
Fiaba della zarevna morta e dei sette bogatyri (1833)
Fiaba del galletto d'oro (1834)
• Il negro di Pietro il Grande (1828, incompiuto)
• Le novelle del compianto Ivan Petrovic Belkin (5 racconti scritti a Bòldino nell'autunno del 1830):
o La pistolettata
o La tormenta
o Il fabbricante di bare
o Il maestro delle poste
o La contadina padrona
• Dubrovskij (risalente al 1832-33, uscito nel 1842)
• La dama di picche (1834)
• Kirdzali (1834)
• La figlia del capitano (1836)
Teatro
Puškin (Piotr Sokolov, 1836)
• Boris Godunov (1825, pubblicato nel 1831), a cui s'ispira il libretto dell'opera omonima di Modest PetroviÄ Musorgskij
• Piccole tragedie (1830, microdrammi in versi)
o Mozart e Salieri (1830), messo in musica nel 1898 da Nikolaj Rimskij-Korsakov nell'opera omonima
o Il banchetto durante la peste
o Il cavaliere avaro
o Il convitato di pietra, messo in musica nel 1869 da Aleksandr Dargomyžskij nell'opera omonima
SAGGI Puškin (Piotr Sokolov, 1836)
• Boris Godunov (1825, pubblicato nel 1831), a cui s'ispira il libretto dell'opera omonima di Modest PetroviÄ Musorgskij
• Piccole tragedie (1830, microdrammi in versi)
o Mozart e Salieri (1830), messo in musica nel 1898 da Nikolaj Rimskij-Korsakov nell'opera omonima
o Il banchetto durante la peste
o Il cavaliere avaro
o Il convitato di pietra, messo in musica nel 1869 da Aleksandr Dargomyžskij nell'opera omonima
Storia della rivolta di Pugacëv (1834)
• Viaggio a Arzrum durante la rivolta del 1829 (1836)
• Prose critiche e articoli:
o Le mie osservazioni sul teatro russo (1820, ma uscito postumo nel 1895)
o Sulla prosa (1822, ma uscito nel 1884)
o Sulle cause che hanno rallentato il cammino della nostra letteratura (abbozzo del 1824, pubblicato nel 1874)
o Sulla poesia classica e romantica (1825)
o Sulla tragedia (1924-25, ma 1916)
o Dell'elemento nazional-popolare in letteratura (risalente agli anni '20 e uscito nel 1855)
o Abozzo di un'introduzione al "Boris Godunov" (1829-30, pubblicato nel 1855)
o Sul dramma popolare e sul dranna "Marfa Posadnica" ( incompiuto e pubblicato nel 1841-42)
o Su Salieri (1832, ma uscito nel 1855)
o Sul viaggio da Mosca a Pietroburgo (1833-34, censurato)
o Sull'inconsistenza della letteratura russa (1834, ma 1855)
o Byron (1835, incompiuto)
o Voltaire (1836, uscito su "Sovremennik")
o John Tenner (1836)
o Le veglie alla fattoria di Dikan'ka
o Il naso (segnalazioni sulla stessa rivista dei racconti di Gogol')
o Su "I doveri degli uomini" di Silvio Pellico (articolo sulla stessa rivista)
Altre opere
Epistolario (1926-69)
Diario 1833-1835 (1923)
Frammenti di opere incompiute, come il dramma Rusalka, il romanzo Dubrovskij o il poema Vadim.
LA TRAMA DI LA FIGLIA DEL CAPITANO Epistolario (1926-69)
Diario 1833-1835 (1923)
Frammenti di opere incompiute, come il dramma Rusalka, il romanzo Dubrovskij o il poema Vadim.
“La figlia del capitano” - anno 1836 - di cui è stata fatta anche la trasposizione televisiva, è un romanzo storico che inserisce una avventurosa vicenda sullo sfondo della vita della Russia del secolo XVIII e che può considerarsi l’opera più vigorosa e significativa del Poeta in questo genere.
E’ principalmente una bella storia d’amore a lieto fine, ma è molto gradevole da leggersi.
Il protagonista è il figlio di uno dei migliori generali di Pietro il Grande di nome Pjotr Grinief , solo perché i 9 fratelli e sorelle morirono tutti durante l’infanzia.
La protagonista invece è la figlia unica del capitano Mironof che risiede coi genitori nella fortezza di Bielogorsk e il cui nome è Maria Jvanovna, chiamata più semplicemente Mascia.
In breve : Pjotr, ragazzo brillante amante della bella vita e non privo di vizi, viene mandato dal padre a svolgere il servizio militare per essere ben educato, da un suo vecchio amico alla fortezza di Bielogorsk , ben lontano da San Pietroburgo.
Parte in compagnia del suo servo Savelitsc e durante il viaggio incontra Zarin , un militare con cui gioca e perde un’ingente somma di denaro . “ Cento rubli!..... Non è una bagatella!”
Il viaggio è avventuroso e Zarin non sarà l’unico incontro.
Comunque giunto alla fortezza conosce la figlia del Capitano Mironof ( appunto amico del padre) e se ne innamora perdutamente. Amore ricambiato da parte della bella fanciulla.
Inoltre i genitori della ragazza accolgono Pjotr come uno di famiglia e la vita scorre piacevolmente.
Se i due giovani potessero vivere il loro amore liberamente probabilmente il romanzo sarebbe risultato banale e infatti….. il sentimento è contrastato dall’ufficiale Svabrin che ha subito il rifiuto da Mascia dopo che l’aveva chiesta in moglie.
Nel contempo: siamo all’incirca nel 1773 e nel governo di Orenburgo, una vasta provincia abitata da tribù a metà selvagge che da breve tempo avevano riconosciuto la sovranità degli tsar russi , ma vivevano in continue ribellioni e il governo centrale doveva sorvegliarli costantemente per convincerli ad una vita civile. A tal proposito erano state edificate delle fortezze di controllo dentro le quali dimoravano dei cosacchi che avevano il compito di garantire l’ordine.
Forse è il caso che non mi addentri oltre nella trama perciò anticipo soltanto che un contadino grossolano, ribelle, tale Pugacef organizzò un esercito e saccheggio molte fortezze , fra le quali anche quella dei genitori di Mascia che rimase orfana.
Infine Pugacef dopo essere giunto alle porte di Mosca intenzionato a procedere all’assalto della città, viene sconfitto quindi venduto dai suoi compagni per centomila rubli, quindi viene rinchiuso in una gabbia di ferro e poi giustiziato nel 1775. All’esecuzione sarà presente anche Pjotr a cui Pugacef rivolgerà un ultimo sguardo poiché fra loro erano intercorsi rapporti alquanto strani, uno scambio di favori che aveva condotto Pjotr in carcere.
Pjotr dovette affrontare non poche difficoltà per coronare il suo sogno, ma alla fine ci riuscirà.
Dopo essere stato rinchiuso in carcere, viene liberato scarcerato poiché fu graziato dall’Imperatrice a seguito di un coraggioso intervento di Mascia.
Ho svelato il finale, ma perdonatemi,… avevo anticipato che la storia era a lieto fine.
Merita comunque di essere letta perché la mia sintesi è davvero poca cosa nei confronti delle pagine dettagliate di PUSKIN, inoltre vi sono diversi personaggi degni di essere conosciuti.
Il mio giudizioE’ principalmente una bella storia d’amore a lieto fine, ma è molto gradevole da leggersi.
Il protagonista è il figlio di uno dei migliori generali di Pietro il Grande di nome Pjotr Grinief , solo perché i 9 fratelli e sorelle morirono tutti durante l’infanzia.
La protagonista invece è la figlia unica del capitano Mironof che risiede coi genitori nella fortezza di Bielogorsk e il cui nome è Maria Jvanovna, chiamata più semplicemente Mascia.
In breve : Pjotr, ragazzo brillante amante della bella vita e non privo di vizi, viene mandato dal padre a svolgere il servizio militare per essere ben educato, da un suo vecchio amico alla fortezza di Bielogorsk , ben lontano da San Pietroburgo.
Parte in compagnia del suo servo Savelitsc e durante il viaggio incontra Zarin , un militare con cui gioca e perde un’ingente somma di denaro . “ Cento rubli!..... Non è una bagatella!”
Il viaggio è avventuroso e Zarin non sarà l’unico incontro.
Comunque giunto alla fortezza conosce la figlia del Capitano Mironof ( appunto amico del padre) e se ne innamora perdutamente. Amore ricambiato da parte della bella fanciulla.
Inoltre i genitori della ragazza accolgono Pjotr come uno di famiglia e la vita scorre piacevolmente.
Se i due giovani potessero vivere il loro amore liberamente probabilmente il romanzo sarebbe risultato banale e infatti….. il sentimento è contrastato dall’ufficiale Svabrin che ha subito il rifiuto da Mascia dopo che l’aveva chiesta in moglie.
Nel contempo: siamo all’incirca nel 1773 e nel governo di Orenburgo, una vasta provincia abitata da tribù a metà selvagge che da breve tempo avevano riconosciuto la sovranità degli tsar russi , ma vivevano in continue ribellioni e il governo centrale doveva sorvegliarli costantemente per convincerli ad una vita civile. A tal proposito erano state edificate delle fortezze di controllo dentro le quali dimoravano dei cosacchi che avevano il compito di garantire l’ordine.
Forse è il caso che non mi addentri oltre nella trama perciò anticipo soltanto che un contadino grossolano, ribelle, tale Pugacef organizzò un esercito e saccheggio molte fortezze , fra le quali anche quella dei genitori di Mascia che rimase orfana.
Infine Pugacef dopo essere giunto alle porte di Mosca intenzionato a procedere all’assalto della città, viene sconfitto quindi venduto dai suoi compagni per centomila rubli, quindi viene rinchiuso in una gabbia di ferro e poi giustiziato nel 1775. All’esecuzione sarà presente anche Pjotr a cui Pugacef rivolgerà un ultimo sguardo poiché fra loro erano intercorsi rapporti alquanto strani, uno scambio di favori che aveva condotto Pjotr in carcere.
Pjotr dovette affrontare non poche difficoltà per coronare il suo sogno, ma alla fine ci riuscirà.
Dopo essere stato rinchiuso in carcere, viene liberato scarcerato poiché fu graziato dall’Imperatrice a seguito di un coraggioso intervento di Mascia.
Ho svelato il finale, ma perdonatemi,… avevo anticipato che la storia era a lieto fine.
Merita comunque di essere letta perché la mia sintesi è davvero poca cosa nei confronti delle pagine dettagliate di PUSKIN, inoltre vi sono diversi personaggi degni di essere conosciuti.
Certamente positivo, lettura distensiva e comunque interessante.
Un modo per conoscere un grande scrittore russo e addentrarsi nella storia di quel tempo in una cultura assai diversa dalla nostra.
E’ una lettura che trasmette autenticità di sentimenti e buoni principi.
E adatto anche alle adolescenti che credo poco immaginano a proposito di corteggiamenti e fidanzamenti di quei tempi.
Mi convinco sempre più che questo genere di romanzi arrivati fino ai giorni nostri, opere di grandi scrittori e poeti meritano senza dubbio di essere lette. Ci si rende conto che usi, tradizioni mutano ma i buoni e cattivi sentimenti rimangono immutati, denaro e potere hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale nelle vita degli uomini. Comunque emerge ovunque che la cultura è il pane della vita e con la conoscenza si può fronteggiare qualsiasi situazione.
Questa è la prima lettura del 2013, ma nella mia libreria sono già presenti una ventina di libri comprati, regalati, che mi attendono.Un modo per conoscere un grande scrittore russo e addentrarsi nella storia di quel tempo in una cultura assai diversa dalla nostra.
E’ una lettura che trasmette autenticità di sentimenti e buoni principi.
E adatto anche alle adolescenti che credo poco immaginano a proposito di corteggiamenti e fidanzamenti di quei tempi.
Mi convinco sempre più che questo genere di romanzi arrivati fino ai giorni nostri, opere di grandi scrittori e poeti meritano senza dubbio di essere lette. Ci si rende conto che usi, tradizioni mutano ma i buoni e cattivi sentimenti rimangono immutati, denaro e potere hanno da sempre avuto un ruolo fondamentale nelle vita degli uomini. Comunque emerge ovunque che la cultura è il pane della vita e con la conoscenza si può fronteggiare qualsiasi situazione.
Che piacevole fatica doverli leggere tutti!
STRALCIO
“ Bada al tuo vestito quando è nuovo, e al tuo onore mentre è giovane”.
( Opinione di cui mi riserbo il diritto di pubblicare altrove)
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