Sono da Feltrinelli, prendo in mano il volume e senza riflettere troppo, decido di acquistarlo….Fra qualche giorno parto per una breve vacanza e mi sembra proprio il genere di lettura confacente all’occasione. Non vi è dubbio che l’ambientazione per le vie di Parigi gioca un ruolo decisivo. Io amo Parigi, la considero fra le capitali europee più belle. Romantica forse più di Venezia.
L'AUTORE
Leggo qualche informazione sull’autore che non conosco : “Antoine Laurain è nato a Parigi agli inizi degli anni settanta. Prima di dedicarsi alla scrittura, ha studiato cinema, ha girato diversi cortometraggi e ha lavorato come assistente antiquario. Nel 2007, con Ailleurs si j’y suis, vince il Prix Drout. Il romanzo Il cappello di Mitterand, vincitore del Prix Relay 2012, è stato pubblicato in Italia nel 2013. Nel 2011 era uscito Undicesimo: fuma. Storia efferata di delitti e sigarette.La donna dal taccuino rosso, bestseller in Francia, verrà tradotto in dodici lingue”
Non vi è dubbio che questo autore non è un illustre sconosciuto e quindi ritengo opportuno fare la sua conoscenza.
trama
Una ragazza, una sera mentre sta rientrando a casa viene scippata. Lei tenta di reagire ma invano, il ladro le ha strappato la borsa color malva contenente i cosiddetti effetti personali, nonché le chiavi dell’appartamento dove abita ed è fuggito.Lei come è facile immaginare ne rimane sconvolta e non potendo tornare a casa decide di trascorrere la notte in un albergo nelle vicinanze, senonchè si sente male e la mattina viene trasportata in ospedale dove rimarrà in coma per alcuni giorni.
Un libraio casualmente trova la borsa color malva sopra un cassonetto della spazzatura: documenti e carta di credito ovviamente non ci sono più, ma la borsa contiene molte cose fra le quali un libro con la dedica dell’autore. Il libraio inspiegabilmente prende con sé la borsa, la porta a casa propria e dall’esamina del contenuto nasce il desiderio di cercare la proprietaria di cui non conosce ne il nome e neppure il cognome.
La storia si complica poiché lui è separato ed ha una fidanzata la quale vedendo in casa una borsa da donna crede di essere stata tradita, non accetta le spiegazioni di lui e la storia finisce.
“ Ci sono amori così, effimeri, programmati fin dall’inizio per morire, e a brevissima scadenza – in genere te ne rendi conto solo quando stanno per concludersi”.
Il libraio nel contempo continua ad indagare alla ricerca della proprietaria della borsa color malva e per un caso del tutto fortuito incontra un amico di lei il quale convinto che il libraio fosse il suo ragazzo, gli chiederà di dar da mangiare al gatto e addirittura gli darà le chiavi dell’appartamento.
Non vado oltre poiché la storia è molto divertente, ma non tanto irreale in quanto nella realtà a volte accade che il destino trama delle tele meravigliose. Lo fa nei casi in cui le animi affini percepiscono delle sensazioni speciali e mosse da una forza apparentemente inspiegabile decidono di cercarsi.
E a volte accade che si trovano e quando avviene la vita divine favola.
IMPRESSIONI PERSONALI
E’un romanzo leggero come una farfalla, anzi direi allietante. Si legge in un baleno perché sono solo 164 pagine però non è un semplice romanzetto rosa, direi che è una commedia romantica che ben si presterebbe ad una trasposizione cinematografica.
Scritta benissimo, l’autore sa coinvolgere e incuriosire il lettore.
In fondo la storia inizia e finisce col contenuto della borsa scippata perché per chi sa prestare attenzione ai dettagli come il libraio, proprio dal contenuto ha intuito la personalità della proprietaria: una boccetta di profumo, una bottiglia di acqua minerale da mezzo litro, una ricetta su una pagina strappata da una rivista, un fermaglio per capelli con u fiore azzurro, quattro fotografie, tre sassolini e soprattutto un romanzo di Patrick Modiano, ma anche un piccolo taccuino con annotazioni tipo “ mi piace” e “ non mi piace”.
Riflettendo si può affermare che dentro una borsetta le donne racchiudono sé stesse.
STRALCI
Si può provare nostalgia per qualcosa che non è accaduto? Ciò che chiamiamo “rimpianti” e che riguarda le sequenze delle nostre vite in cui abbiamo quasi la certezza di non aver preso la decisione giusta comporterebbe una variante più singolare, che ci avvilupperebbe in un’ebbrezza dolce e misteriosa: la nostalgia del possibile.
I luoghi familiari sono per così dire ripuliti dalla polvere dell’abitudine di guardarli e, in definitiva, di non vederli più. Tutto sembra più intenso, come una fotografia che abbia ritrovato i colori e i contrasti originari.
A parte Xavier, gli uomini avevano avuto accesso al suo corpo, ma non avevano mai spalancato la porta della sua mente.(2015- Opinione di cui mi riserbo il diritto di pubblicare altrove)
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