sabato 10 febbraio 2018

CANALE MUSSOLINI- Antonio Pennacchi

Assegnazione PREMIO STREGA 2010: ACCIAIO Silvia Avallone,'''CANALE MUSSOLINI''' Antonio Pennacchi, si alternano, a momenti è in testa l’uno, poi l’altro, infine con uno scarto di 5 punti si piazza al primo posto CANALE MUSSOLINI.
Personalmente parteggiavo per ACCIAIO, lo avevo letto e ne ero rimasta notevolmente impressionata. CANALE MUSSOLINI forse a causa di qualche mio pregiudizio , non ero intenzionata a leggerlo convinta trattasse argomenti non di mio interesse. Poi ho visto e sentito interviste all’autore: Antonio Pennacchi, operaio in fabbrica a turni di notte fino a 50 anni, ora ne ha 60. Affermava di aver sempre saputo che nella sua vita doveva scrivere questo libro.
Inoltre sono venuta a conoscenza che il bellissimo film Mio fratello è figlio unico, è stato tratto da un suo libro dal titolo Il fasciocomunsita che nel 2003 ha vinto il premio Napoli.
Perché quindi non leggere CANALE MUSSOLINI?
455 pagine più 4 per i ringraziamenti- MONDADORI – Prima edizione febbraio 2010
PREMIO STREGA 2010 supermeritato- , “autentica epopea, un grande romanzo italiano”!
Mezzo secolo di storia , quella storia che tutti dovremmo conoscere ma che purtroppo a scuola non abbiamo studiato poiché i libri non erano ancora aggiornati. Mi permetto fare questa affermazione poiché avendo un figlio neo diplomato ho avuto modo di fare dei confronti.
CANALE MUSSOLINI
Il titolo ovviamente è legato alla costruzione del Canale omonimo, il fulcro della bonifica delle Paludi Pontine, opera di innegabile importanza, già obbiettivo di Napoleone Bonaparte, ma comunque realizzata per volere di Mussolini .
Lo scavo del canale è iniziato nel 1928, mentre due anni prima nel centro dell’ampia area da bonificare, a metà strada tra l’Appia e il mare , era stato impiantato il primo villaggio che doveva fungere da direzione strategica delle operazioni.
Ma chi ha lavorato per la realizzazione dell’ambizioso progetto?
Ci fu un vero e proprio esodo ,(trentamila in quasi 3 anni, caricati sui treni, sulle tradotte, a scaglioni, 10.000 l’anno, un treno al giorno), organizzato dal commissariato per le migrazioni interne, dal Nord ( Veneto, Friuli, Emilia) abitato dai “Cispadani”, verso il Sud, il Lazio, dove risiedevano i “Marocchini”. Parlavano lingue diverse e neppure si intendevano, l’integrazione è risultata operazione complessa:i marocchini inoltre guardavano con malizia l’abbigliamento delle fanciulle cispadane con gonne corte che mettevano in mostra le caviglie….
Protagonista del romanzo è la Famiglia Peruzzi, eroi fascistissimi: hanno avuto dal Benito il podere 517 in Agro Pontino! Come potevano quindi non opporre resistenza alle milizie anglo-americane sbarcate ad Anzio per liberare l’Italia ? E se poi gli americani portavano via loro il podere 517 distrutto dalle bombe, dalla guerra, etc? Per fortuna però che gli americani non glielo hanno portato via, anzi hanno portato loro sacchi di grano , il pane bianco e il DDT.
La famiglia Peruzzi è numerosa, tanti figli, tante braccia, mezzadri, perfetti per la bonifica delle Paludi Pontine. Potevano loro non migrare? Loro che sono rimasti fregati dalla quota 90 e dai “maledèti Zorzi Vila”? Assolutamente no.
I Peruzzi : lo zio Pericle “disperso” in Africa, la moglie Armida, bellissima, generosa, passionale e le sue api veggenti, Paride bellissimo, biondo o moro, non ricordo , poiché i Peruzzi sono tutti così, o biondi o mori , mori…… , la zia Bissola, detta anche Zia Bissa come biscia, vipera, la zia Modigliana, e poi l’Adelchi, vanitoso , nato per comandare e non per fare il contadino e infatti diventerà vigile a Littoria, e poi il Treves, il Turati, fratelli legati da un sentimento profondo, invidiabile, zio Temistocle, quindi i vecchi genitori e poi ancora generi, nuore……
Le vicissitudini della famiglia Peruzzi iniziano con la prima guerra mondiale e immediatamente dopo con la fondazione del Fascio:
“Il giorno dopo i miei zii si sono fatti tutti una camicia nera. Hanno mandato le donne a comprare una pezza intera e il commerciante ha detto a mia nonna: “Condoglianze. Ma mi scusi una domanda, signora: quanta gente vi è morta?…..Poi le sorelle gliele avevano cucite e quando se le sono provate tutti assieme, zia Bissola ha detto.”Parete una squadra di becchini”.
L’abolizione delle case del Popolo,il biennio rosso, il successo dilagante di Mussolini , si passa al patto d’acciaio, la propaganda razziale, per arrivare poi alla caduta del fascismo, alla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana , al generarsi della confusione anzi della guerra civile quando i nostri soldati privi di direttive erano completamente allo sbando.
E poi ancora alla fucilazione di Ciano, ma ancora e ancora… a quando lui, l’Uomo, si fece catturare nascosto dentro un camion tedesco, camuffato sotto il pastrano dell’ultimo soldato del suo alleato germanico.
Altro che SE AVANZO SEGUITEMI, SE INDIETREGGIO UCCIDETEMI
Canale Mussolini è una carrellata ordinata di fatti ben narrati , testimonianze che fanno ben comprendere “ che ognuno aveva le proprie ragioni” e ci aiutano soprattutto a capire quelle ragioni.
Il popolo era ignorante, era povero , aveva fame e l’organizzazione fascista era perfetta. Cosa se ne facevano loro , i contadini, i coloni, i mezzadri, della libertà ? Il fascismo non ha negato loro la libertà semplicemente perché non l’avevano mai avuta.
Pagina dopo pagina la narrazione è un crescendo coinvolgente; non ho riscontrato che l’autore voglia orientare il lettore a simpatizzare verso l’uno o l’altro ideale politico : fascismo o socialismo.
Ho rilevato invece analogie delle due correnti che sfociano comunque nel tutelare il proprio interesse in chi detiene il potere.
Inoltre apprezzabili sono i vari richiami al passato di alcune situazioni politiche attuali.
Tale e quale adesso, peraltro. Sia a destra che a sinistra
Il romanzo fornisce anche un’immagine di Mussolini che ritengo assai veritiera : uomo dotato di grande intelligenza , di fede socialista , divenuto detentore del potere la sua eccessiva ambizione lo ha portato a commettere errori terribili. Egocentrico, dittatore : chi osava oscurare la sua immagine o contrarialo , veniva allontanato , destinato ad altri incarichi senza il diritto di replicare, ma pare che ogni tanto dentro il letto si chiedeva:” Ma a me mi sa che un Paese non si può dirigere solo coi manganelli e le schioppettate. A me mi sa che mi ci vuole pure qualche tecnico”.

Infine: la pagina introduttiva recita che i fatti narrati nel romanzo sono da considerarsi rigorosamente veri mentre la famiglia Peruzzi è frutto di invenzione anche se non esiste nessuna famiglia di coloni veneti, friulani o ferraresi in Agro Pontino a cui non siano capitate almeno alcune delle cose successe ai Peruzzi nel romanzo.
La lettura è molto scorrevole in un linguaggio che oserei definire semplice; molte sono le citazioni dialettali che l’autore specifica trattarsi di dialetto veneto-pontino: un impasto di rovigotto, ferrarese, trevigiano, friulano, contaminato da influenze laziali.
Io non ho avuto difficoltà nella comprensione.
E’ un romanzo che consiglio : è un libro da tenere in evidenza nella biblioteca personale poiché è la storia degli “ Italiani brava gente?”
E dopo la lettura sarete voi stabilire se davvero si tratta di “Italiani brava gente”:
settembre 2010- Y.P.

Nessun commento:

Posta un commento