Ci sono romanzi che si terminano di leggere soltanto perché sono stati iniziati, ci sono romanzi che si leggono semplicemente perché ci sono stati regalati e ci sono romanzi che acquistati per scelta, mentre li leggiamo ci rapiscono, ci allontano dalla nostra realtà, ci entrano dentro e quando arriviamo all’ultima pagina siamo rammaricati, dispiaciuti poiché desidereremmo ancora proseguire.
BOCCAMURATA è il titolo del romanzo che ho acquistato istintivamente pochi giorni fa in preda ad un' attrazione irrazionale dell’immagine di copertina: un volto di donna col profilo sfuocato , dalle labbra sensuali e con gli occhi semichiusi. A dire il vero forse ha contribuito all’acquisto istintivo anche il nome dell’autrice che ben conoscevo per aver letto LA MONACA e che considero garante di buona scrittura , ma comunque di BOCCAMURATA non ne sapevo proprio nulla.
Il titolo mi ha indotta ad immaginare una storia ambientata in Sicilia, forse collegandomi appunto alle origini dell’autrice medesima.
L'AUTRICEIl titolo mi ha indotta ad immaginare una storia ambientata in Sicilia, forse collegandomi appunto alle origini dell’autrice medesima.
SIMONETTA AGNELLO HORNBY infatti è nata a Palermo anche se vive a Londra da diversi anni dove svolge la professione di avvocato dei minori e lavora con le comunità nera e musulmana.
Nel 2002 ha pubblicato il suo primo romanzo intitolato La MENNULARA con il quale ha vinto i premi “ALASSIO 100 libri”, Forte Village, Stresa e Casino de Santiago.
Nel 2004 ha pubblicato LA ZIA MARCHESA, nel 2009 VENTO SCOMPOSTO aggiudicandosi il premio speciale della giuria del premio Rapallo Carige e quindi nel 2010 LA MONACA.
BOCCAMURATA è stato pubblicato nel 2007 e il libro che possiedo appartiene alla quinta edizione del settembre 2011- Universale economica Feltrinelli- prezzo di copertina 8 euro.Nel 2002 ha pubblicato il suo primo romanzo intitolato La MENNULARA con il quale ha vinto i premi “ALASSIO 100 libri”, Forte Village, Stresa e Casino de Santiago.
Nel 2004 ha pubblicato LA ZIA MARCHESA, nel 2009 VENTO SCOMPOSTO aggiudicandosi il premio speciale della giuria del premio Rapallo Carige e quindi nel 2010 LA MONACA.
BOCCAMURATA (per me )
Una storia al cui centro è posta la famiglia come covo di sentimenti non sempre sinceri, onesti e rispettabili.
Inoltre la ricchezza descrittiva degli ambienti e dei panorami è stato un continuo evocare i miei viaggi in Sicilia, regione che personalmente amo molto e che ritengo unica per la bellezza paesaggistica, originale per usi e costumi e magica per le tipiche atmosfere mediterranee.
Forse eccessivamente tradizionalista, nota anche per le storie di mafia, ai miei occhi la Sicilia appare pure misteriosa e proprio questo alimenta in me il desiderio di conoscerla in profondità.
Una storia dal titolo BOCCAMURATA ambientata in Sicilia, scritta da Simonetta Agnello Hornby è stata un richiamo irresistibile ed ora che l’ho terminata credo che acquisterò anche l’altro romanzo intitolato LA MENNULARA perché nella pagina dedicata ai ringraziamenti, l’autrice scrive che Boccamurata è l’ultimo e conclusivo romanzo della trilogia siciliana.
A dire il vero non ho avuto nessun problema riconducibile al fatto di non aver letto i precedenti ( La mennulara - La zia Machesa) poiché la storia di Boccamurata si è dipanata chiara e fluente con un inizio e una fine senza incorrere a riferimenti precedenti.
Beh! Boccamurata non indica la protagonista. Boccamurata sta semplicemente per custodia di un segreto: “sarò boccamurata e il segreto rimarrà dentro di me”.
TRAMA
Si può definire una saga familiare. Sullo sfondo di una Sicilia in evoluzione, narra le vicissitudini di una famiglia benestante , dentro la quale non mancano conflitti, invidie , tensioni, lotte per i beni materiali, lotte di potere , tradimenti . Attraverso la vita dei vari personaggi viene dato ampio risalto ai sentimenti umani più comuni con attenzione particolare a un amore, che per la sua natura, non ha potuto manifestarsi nella sua pienezza alla luce del sole.
Non saprei indicare il vero protagonista poiché in apparenza potrebbe essere TITO.
Tito , titolare della gestione del patrimonio di famiglia e soprattutto del rinomato e fiorente pastificio è sposato con Mariola da quasi quaranta anni dalla quale ha avuto i figli Santi, Teresa ed Elisa, tutti e tre sposati, ma incapace di resistere alle grazie ed alle tentazioni della cameriera rumena di nome Dana , la quale in cuor suo, spera di riuscire un giorno ad averlo tutto per sè.
In realtà la vera protagonista potrebbe benissimo essere la zia di Tito: zia Rachele, una donna di spessore che non si è mai sposata nonostante avesse avuto un innamorato, un colpo di fulmine per un militare ed ha scelto di vivere con il fratello Gaspare, padre di Tito
Tito non ha mai conosciuto la madre: risulta figlio di solo padre e frutto comunque di un grande amore, una vera passione. La donna che lo ha portato in grembo, il padre ha raccontato di non averla potuta sposare poiché già maritata.
Ma sarà proprio questa la verità? E se invece Tito fosse figlio di una prostituta?
Certo è, che per lui, il non avere la certezza delle proprie origini costituisce un problema quasi logorante, tanto che il giorno in cui un nipotino a cui la maestra ha assegnato il compito di redigere l’albero genealogico, in Tito affiora il forte disagio che invano ha sempre tentato di tenere a bada. Tito vorrebbe sapere, ma chi mai lo potrà aiutare?
Certo, parla molto con la zia Rachele con la quale ha molte affinità e si consulta ogni giorno per discutere di questioni importanti e prendere decisioni anche inerenti la successione del pastificio, ma per quanto concerne le sue origini, lei ha confermato quanto detto da suo fratello Gaspare e padre di Tito, ovvero che è figlio di una signora di buona famiglia e frutto di un amore profondo.
Il romanzo è vivacizzato dalla presenza nella storia di Dante e Irina.
Dante è il figlio di una carissima amica di zia Rachele, mentre Irina che lo accompagna non è la sua donna bensì un’amica di origine russa, molto bella, intraprendente e spregiudicata che alimenta i desideri maschili.
Dante che è a conoscenza di moltissime cose poiché possiede le lettere relative alla corrispondenza intercorsa in gioventù fra sua madre e zia Rachele, instaura un rapporto importante fino a divenire confidenziale con Tito tanto che in un determinato momento, decideranno di partire insieme per trascorrere una breve vacanza. Raggiungeranno un luogo molto suggestivo” LE MACALUBE di Aragona ”, una riserva naturale poco distante da Agrigento così magistralmente descritta:” Una distesa di argilla bluastra coperta da un reticolo di crepe fresche e dalle quali emergevano decine di neri coni eruttanti, la riproduzione su minuscola scala di un paesaggio vulcanico. Il cielo era solcato in lungo e in largo da stormi di uccelli in formazione: deviavano per evitare le Macalube”.
In questa occasione si scambieranno molte confidenze e Tito avrà modo di fare scoperte inimmaginabili, sarà un vero e proprio viaggio di scoperte.
“ E Tito pensava , pensava all’innamorato della zia. Prendeva frasi, parole, riferimenti delle lettere e li puliva, li calibrava, li classificava, come se fossero stati pezzi di un orologio da montare. E’ un amore senza futuro. Sarei ostracizzata. Ma poi dopo la morte del padre, sola e duplicemente orfana. Si era arresa e aveva abbracciato una vita di silenzio e invisibilità- nella villa contenta. Ma lo vedeva questo amato…….Non saprei indicare il vero protagonista poiché in apparenza potrebbe essere TITO.
Tito , titolare della gestione del patrimonio di famiglia e soprattutto del rinomato e fiorente pastificio è sposato con Mariola da quasi quaranta anni dalla quale ha avuto i figli Santi, Teresa ed Elisa, tutti e tre sposati, ma incapace di resistere alle grazie ed alle tentazioni della cameriera rumena di nome Dana , la quale in cuor suo, spera di riuscire un giorno ad averlo tutto per sè.
In realtà la vera protagonista potrebbe benissimo essere la zia di Tito: zia Rachele, una donna di spessore che non si è mai sposata nonostante avesse avuto un innamorato, un colpo di fulmine per un militare ed ha scelto di vivere con il fratello Gaspare, padre di Tito
Tito non ha mai conosciuto la madre: risulta figlio di solo padre e frutto comunque di un grande amore, una vera passione. La donna che lo ha portato in grembo, il padre ha raccontato di non averla potuta sposare poiché già maritata.
Ma sarà proprio questa la verità? E se invece Tito fosse figlio di una prostituta?
Certo è, che per lui, il non avere la certezza delle proprie origini costituisce un problema quasi logorante, tanto che il giorno in cui un nipotino a cui la maestra ha assegnato il compito di redigere l’albero genealogico, in Tito affiora il forte disagio che invano ha sempre tentato di tenere a bada. Tito vorrebbe sapere, ma chi mai lo potrà aiutare?
Certo, parla molto con la zia Rachele con la quale ha molte affinità e si consulta ogni giorno per discutere di questioni importanti e prendere decisioni anche inerenti la successione del pastificio, ma per quanto concerne le sue origini, lei ha confermato quanto detto da suo fratello Gaspare e padre di Tito, ovvero che è figlio di una signora di buona famiglia e frutto di un amore profondo.
Il romanzo è vivacizzato dalla presenza nella storia di Dante e Irina.
Dante è il figlio di una carissima amica di zia Rachele, mentre Irina che lo accompagna non è la sua donna bensì un’amica di origine russa, molto bella, intraprendente e spregiudicata che alimenta i desideri maschili.
Dante che è a conoscenza di moltissime cose poiché possiede le lettere relative alla corrispondenza intercorsa in gioventù fra sua madre e zia Rachele, instaura un rapporto importante fino a divenire confidenziale con Tito tanto che in un determinato momento, decideranno di partire insieme per trascorrere una breve vacanza. Raggiungeranno un luogo molto suggestivo” LE MACALUBE di Aragona ”, una riserva naturale poco distante da Agrigento così magistralmente descritta:” Una distesa di argilla bluastra coperta da un reticolo di crepe fresche e dalle quali emergevano decine di neri coni eruttanti, la riproduzione su minuscola scala di un paesaggio vulcanico. Il cielo era solcato in lungo e in largo da stormi di uccelli in formazione: deviavano per evitare le Macalube”.
In questa occasione si scambieranno molte confidenze e Tito avrà modo di fare scoperte inimmaginabili, sarà un vero e proprio viaggio di scoperte.
Non potremo mai sposarci, scriveva all’amica. Tito ne deduceva che l’innamorato fosse già sposato, come lo era stata certamente anche sua madre. Il padre a lui aveva detto: Non potemmo sposarci . Due frasi simili, in bocca a fratello e sorella.
Fratello e sorella, si ripeteva Tito.
A dire il vero Dante diviene anche amico intimo di Santi, il figlio di Dante che dovrebbe succedergli nella conduzione de pastificio, ma forse non è solo pura amicizia…..
Meglio non continuare a raccontare.
Il romanzo intriga con i colpi di scena sorprendenti, ma se si racconta tutto, il lettore che deve ancora leggere, si accosta alla lettura attendendo ciò che già gli è stato raccontato e in tal modo la sorpresa scema……..
Ma a me Zia Rachele mi ha turbata e riferendosi a lei e Tito così sta scritto:Il romanzo intriga con i colpi di scena sorprendenti, ma se si racconta tutto, il lettore che deve ancora leggere, si accosta alla lettura attendendo ciò che già gli è stato raccontato e in tal modo la sorpresa scema……..
“ Da madre gli ha fatto. E lui per lei è stato più che un figlio”.
Il mio consiglio
Si può dedicare una simile opinione ad un romanzo che non è stato apprezzato?Il mio consiglio lo lascio quindi dedurre a chi legge.
Vi è qualche espressione tipicamente siciliana, ma comunque di facile comprensione che contribuisce a dare un ulteriore tocco di originalità al romanzo.
( Opinione che potrei pubblicare altrove) giugno 2012 - Y.P.
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