sabato 10 febbraio 2018

AVVENTURE DI UNA RAGAZZA CATTIVA - Mario Vargas Lllosa

Credo che sia lecito chiedersi cosa si debba scrivere per essere insigniti PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA. E anche: quale sarà lo stile letterario che permetterà di meritarsi simile riconoscimento? E ancora: che genere di romanzo ?
Sia chiaro, sono solo domande espressione di curiosità: non sono così presuntuosa da pensare di voler concorrere . Io scrivo solo perché mi piace fermare il tempo, le emozioni, le impressioni sui fogli di carta e per quanto concerne i libri scrivo le mie opinioni per non dimenticarli , anzi per meglio ricordare anche i dettagli.

Durante una delle mie solite escursioni in libreria ho visto un libro con la fascetta rossa in sovraccoperta PREMIO nobel PER LA LETTERATURA 2010. Senza riflettere l’ho acquistato proprio perché l’autore, MARIO VARGAS LLOSA' , nato ad Arequipa, Peru’ nel 1936, ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura anno 2010. A dire il vero mi sono sentita quasi obbligata a acquistarlo e leggerlo se non altro per conoscere questo autore di cui non avevo mai letto nulla.
Dopo aver terminato la lettura del romanzo AVVENTURE DELLA RAGAZZA CATTIVA , ho trovato le risposte che cercavo: sicuramente per ricevere il Nobel per la Letteratura occorre saper scrivere come Mario Vargas Llosa e soprattutto saper costruire una storia come quella che ha costruito.
Questo non sarà certo un romanzo destinato all’angolo dell’oblio perché è davvero singolare; a tratti fantasioso, a tratti sublime, accattivante, coinvolgente , a tratti storico, realistico.
TRAMA
Più che fare una sintesi della trama mi accingo a fare una carrellata dei personaggi che hanno dato vita a questa bellissima storia iniziando dai protagonisti il nino bueno e la nina mala'.
Lui, Ricardo Somocurcio , Ricardito, il nino bueno, che nasce a Miraflores in Perù e appena acquisisce il senso della ragione sogna di trascorrere la sua vita a Parigi . E in effetti lascerà il Perù, si trasferirà a Parigi dove troverà lavoro presso l’Unesco in qualità di interprete e traduttore , un “pichiruchi” come lo definirà la nina mala. Il lavoro lo porterà in diversi luoghi , come Londra , Roma , Giappone. Riuscirà pure e divenire proprietario di un piccolo appartamento e nel suo cuore sempre ci sarà posto per “l’amore di tutta una vita”. 
Un uomo raro che ritengo appartenente ad una razza estinta e che comunque qualcuno potrebbe definire stupido anche se stupido non lo è affatto. Un uomo, buono, generoso, onesto , un uomo che ama, ama nel vero senso della parole, oltre ogni logica e un uomo che sa perdonare anche l’imperdonabile.
Lei,dapprima Lily la cilenita, poi la compagna Arlette militante del MIR che andrà a Cuba per essere addestrata per la guerriglia, poi madame Robert Arnoux poiché in Francia si usa così, quando una donna si sposa adotta il nome e il cognome di suo marito, ancora Mrs Richardson, quindi HuriKo e infine madame Ricardo Somocurcio. In realtà il suo nome è Otilia,soprannominata la nina mala.
Il primo incontro fra Ricardo e Otilia avverrà da ragazzini a Miraflores, in Perù, quando lei si faceva chiamare Lily e lui si innamorerà perso, nel modo più romantico di innamorarsi, ma lei dopo aver illuso sparirà e intraprenderà una vita sorprendente, stravagante, avventurosa che la porterà dall’Africa, al Giappone,alla Francia, all’Inghilterra e pure in Spagna . Fra sparizioni e ritorni dirà sempre di no al nino bueno.
Zia Alberta, la zia di Ricardo, che definiva Lily una ragazzaccia, una “rumbera” dei film messicani.
Paul che seguiva alcuni corsi di biologia alla Sorbona che poi abbandonò per la rivoluzione e a Parigi incontrerà Ricardo e diventando grandi amici.
Guillermo Lobaton, intelligente, colto e risoluto, uno dei tanti rivoluzionari che Ricardo conobbe a Parigi grazie e Paul.
Ma poi Paul lascia la Francia e va a fare la guerriglia sulle Ande mentre Ricardo rimane a Parigi e continuerà a fare il traduttore per l’Unesco.
Cecile un’impiegata dell’Unesco con la quale Ricardo ha una relazione sentimentale sotto tono che appassisce per noia.
Juan Barreto , un amico d’ infazia di Ricardo.
Si incontrano al consolato del Perù in Inghilterra nel 1970. Juan Barreto era divenuto un hippy, con capelli sciolti fino alle spalle. Di professione ritrattista di cavalli , faceva l’amore al dritto o al rovescio anche se prediligeva le ragazze e sosteneva che il segreto della felicità o almeno della tranquillità era non innamorarsi mai o per lo meno eliminare l’amore romantico dalla vita perché è quello che fa soffrire.
Salomon Toledano che si vantava di parlare dodici lingue.
Yilal, il bambino muto che muto non era, figlio di Simon ed Elena Gravoski, i vicini di casa di Ricardo in rue Joseph Granier che nella storia occupano un posto rilevante.
Fakuda , amante in Giappone della nina mala, in quel tempo in cui lei faceva la contrabbandiera di un prodotto afrodisiaco.
Ataulfo, lo zio di Ricardo che scriveva al nipote una lettera al mese per tenerlo informato su quanto avveniva in Peru’ in particolare sulla situazione politica.
Arquimedes, il costruttore di frangiflutti, un personaggio davvero fuori da ogni logica, leggendario, capace di individuare per intuito o per scienza infusa, come faceva da circa mezzo secolo sulle coste di Lima , dove costruire il frangiflutti in modo che “ le acque lo accolgono e non lo respingano, arenandolo, scalzandolo, piegandolo sui fianchi, impedendogli di compiere la sua incombenza di arginare il mare”. 
Ma questo personaggio non è solo il costruttore di frangiflutti , bensì è colui che svelerà i segreti della storia, fornirà le risposte che il lettore cercava e non sapeva a chi farle.
Immaginate l’insieme di questi personaggi e altri ancora, collocateli nel mondo europeo e in quello latinoamericano nel periodo dagli anni sessanta a tutti gli Ottanta, coniugate insieme, storia, tradizioni, culture , rivoluzioni, sentimenti. Risultato
La creazione di un romanzo straordinario, intenso, palpitante che si legge in un soffio nonostante sia lungo ben 357 pagine''''.

E’ necessario raccontare la trama?
No, direi proprio di no. Occorre solo leggere, emozionarsi, sorridere e rattristarsi perché c’è pure una buona dose di drammaticità.
Alcune pagine o meglio alcuni episodi invitano alla riflessione perché non è un romanzo banale e il finale quando arriva è del tutto inatteso poiché è la realizzazione di un grande sogno che il protagonista non sapeva di avere dentro di sè.
Non aggiungo altro , anzi voglio esagerare o forse no : '''è un romanzo clamoroso'''!

Yvonne

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