sabato 10 febbraio 2018

LA ZIA MARCHESA - Simonetta Agnello Hornby

Non conoscevo Simonetta Agnello Hornby finchè tre o quattro anni fa, mi venne regalato un suo romanzo dal titolo LA MONACA con la “quasi preghiera”, da parte di chi mi fece il regalo, di leggerlo poiché era certo che l’avrei apprezzato.Ebbene, non si sbagliava, dopo aver letto la MONACA, ho sentito forte il desiderio di approfondire la conoscenza di questa autrice, ricercando e leggendo gli altri suoi romanzi e, non sono ancora giunta alla conclusione, poiché ne ha scritti diversi.

Simonetta Agnello Hornby mi ha letteralmente catturata con il suo stile letterario alquanto inusuale, spesso ricorrendo anche a qualche vocabolo in siciliano che lei afferma di non considerare il siciliano un dialetto bensì una lingua.
Adotta uno stile molto accattivante nelle descrizioni paesaggistiche, a volte ricorre a similitudini davvero singolari. E’ molto accurata nella narrazione dei fatti e dei personaggi, sempre elegante , ma non di rado sorprende con un linguaggio “forte” in occasione di situazioni “crude”, frequentemente presenti nelle sue trame.
Le storie che ho letto sinora sono sempre ambientate in Sicilia, la regione che secondo me, dal punto di vista territoriale e testimonianza storica non ha eguali e se solo fosse adeguatamente organizzata , sarebbe una fonte di ricchezza inesauribile.
Quindi anche quest’ultimo che ho appena terminato, ovvero LA ZIA MARCHESA, si svolge ad Agrigento, alla Montagnazza, (che dalla descrizione io credo trattasi di La scala dei Turchi di Realmonte), quindi Palermo e altre località .
Chi è Simonetta Agnello Hornby
Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945 e dal 1972 vive a Londra dove ha svolto la professione di avvocato e per 8 anni è stata presidente part time dello Special Educational Needs and Disability Tribunal.
E’ sposata con l’inglese Martin Hornby ed è mamma di due figli.
TRAMA di LA ZIA MARCHESA
Si tratta di una storia complessa come lo sono in genere tutte le storie che ci narra questa autrice.
Ripeto che la storia è ambientata in Sicilia e collocata nella secondo metà dell’ottocento e vi sono molti riferimenti storici come lo sbarco a Marsala di Garibaldi, il crollo del regno borbonico e la formazione dei gruppi mafiosi e tutte le conseguenze derivanti.
Diversi sono i personaggi la cui vita si intreccia con altri personaggi , molti misteri e segreti celati i cui indizi trapelanti spesso risultano fuorvianti per chi legge. La verità non la si conoscerà fino alle ultime pagine e per questo motivo la lettura è molto avvincente .
Il personaggio di spicco è una donna, Costanza Safamita, appartenente ad una ricca famiglia aristocratica possidente di terre. Un donna apparentemente fragile, ma in realtà molto forte, una donna che il padre definisce “figlia dell’amore” e lei “ figlia dell’amore” è nata con la pelle chiarissima, le efelidi e i capelli rossi. Evoca una bellezza irlandese.
Costanza non viene accettata dalla madre, - “ quella orribile figlia rossa di capelli, come non ce n’erano mai state nella memoria di Sarentini, testimoniava ora la sua vergogna”- la quale riserverà tutto il suo amore agli altri due figli maschi: Stefano e Giacomo i quali però saranno fonte di guai e dolori.
C’è da dire che Caterina, la madre di Costanza, non ha avuto una vita felice: l’uomo che ha sposato è uno zio , ( per sposarlo ha ottenuto la dispensa della Curia), e nonostante avesse avuto numerose gravidanze, soltanto tre figli si sono salvati. Tre figli molto diversi fra loro. 
Comunque Costanza che rappresenta l’orgoglio paterno, cresce fra il personale di servizio come una piccola cenerentola e alterna le umili faccende alle esercitazioni di musica e allo studio del francese. La sua balia Amalia, la quale pure lei ha avuto una vita molto dura in quanto giovanissima le è stato tolto il suo bambino Giovannino e fu mandata a balia dai ricchi Safamita , si affeziona molto a Costanza e farà tutto il possibile per riempire il vuoto della madre.
In breve, la madre di Costanza muore giovane e il padre, il Barone Giacomo Safamita la designa come la vera erede poiché ritiene che fra tutti e tre i figli , l’unica in grado di amministrare e preservare il patrimonio di famiglia, è proprio lei: Costanza.
Tale decisione del Barone è scaturita a seguito dei comportamenti assai discutibili dei figli maschi, i quali, fra le altre cose, hanno contratto matrimoni con donne di rango sociale inferiore al loro.
Costanza dapprima aveva deciso di non maritarsi e occuparsi appunto dell’amministrazione dei poderi, ma successivamente il padre le ordina che è opportuno che anche lei si scelga un marito e si sposi. E così si trova a dover affrontare la mondanità di Palermo e costruirsi un nuovo ruolo.
Sceglierà come marito Pietro, un uomo di mondo molto bello, nobile ma indebitato e il matrimonio sarà tutt’altro che sereno……..Mi fermo qui, poiché da qui innanzi è tutto una sorpresa.
LE MIE IMPRESSIONI
Comincio con il dire che il mio libro appartiene alla collana Universale Economica Feltrinelli e sono 316 pagine scritte fitte , fitte tanto che me lo sono portata in vacanza a Tenerife, ma non sono riuscita a terminarlo.
Infatti è composto da ben 84 capitoli e in testa a ciascuno è riportato un proverbio scritto in siciliano; pertanto alcuni non sono stata in grado di tradurli letteralmente anche se leggendo il capitolo ho desunto il significato. Sono tutti proverbi importanti che evidenziano la saggezza di coloro che non hanno studiato, ma che comunque della vita hanno compreso molte verità.
E’ un romanzo dal contenuto molto interessante e penso possa trattarsi della reale storia di una delle tante famiglie aristocratiche siciliane di quel tempo, probabilmente un tantino romanzata.
Nonostante ne fossi consapevole forse sono rimasta un po’ sconcertata relativamente alla descrizione dei matrimoni: quasi sempre frutto di decisioni d’altri e motivati dalla convenienza, i coniugi avevano il solo compito di procreare ….. la moglie accettava come del tutto lecito che il marito facesse sesso con altre donne che venivano definiti “facili”…… Comunque da queste descrizioni si evince tutta l’evoluzione che ha caratterizzato il mondo femminile nel novecento.
Vengono inoltre affrontati molti argomenti, alcuni soltanto accennati mentre altri più approfonditi come per esempio la formazione dei gruppi mafiosi che sfruttando l’ignoranza e la debolezza acquisivano potere sulle masse, l’unificazione dell’Italia, dapprima accompagnata da grande entusiasmo e poi rimpianto per il “prima”, l’ipocrisia clericale che condiziona la vita sociale da sempre.
Non vi è dubbio che leggendo romanzi come questo si arricchiscono le proprie conoscenze.
E poi……..ci si innamora dei paesaggi siciliani, dell’azzurro Mediterraneo, dei tramonti infuocati….
“Era l’ora del tramonto….Il cielo era azzurro appena spennellato da lunghe striature, sottili e rosate all’orizzonte. Da dietro gli alberi occhieggiava, quasi trasparente la luna…..Il mare scintillava lontano in attesa: il sole si era gonfiato in una palla infuocata e ora vi si calava silenzioso in un fulgore amaranto che dilagava sull’orizzonte….”
La voce narrante è quella di Amalia Cuffaro, la balia di Costanza che in casa Safamita ci ha trascorso la vita, tutto ha visto e tutto non ha visto. Ora vive dentro una grotta alla Montagnazza assieme alla nipote Pinuzza la quale è desiderosa di sapere, di conoscere le vicissitudini di questi nobili, di Costanza in particolare e spesso fa domande a cui la zia quasi preferirebbe non rispondere perché in qualche occasione, tornano vivi ricordi dolorosi e ferite mai guarite. 
STRALCI
- Ma cos’è l’amore, allora zia?
- Se lo vuoi sapere, secondo me l’amore di cui parli tu in fondo si riduce a rinuncia e dolore.
- …….E’ complicato spiegarlo. La vita è come una treccia, ogni ciocca è importante e ha un significato. La prima è quella del dovere, che abbiamo tutti e significa obbedienza; la seconda è quella della roba – chi l’ha deve stare attento a non farsela arrubare e chi non ce l’ha ha soltanto la fame nelle budella e la vulissi assai – e la terza è quella dell’amore. E se una ha tutte e tre le ciocche belle forti, la treccia è bellissima e vive felice.
- Così era la vita, le cose capitano, e non sempre sono come devono capitare.
- E’ sempre un errore eccedere, anche nel perdono, le aveva detto il padre, pensa a te prima di pensare agli altri.
- - La scoperta della bellezza attraverso la conoscenza…

Novembre 2014 – Mi riserbo il diritto di pubblicare la presente recensione, altrove.

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