TROPICO DEL CANCRO - HENRY MILLER
"Alcuni di noi non vivono nell'attimo presente, vivono un pò più avanti oppure un pò più indietro"
(Non è solo una recensione)
Le passioni, gli hobbies, gli interessi in genere, i libri soprattutto, creano ponti fra le persone.
Frequentemente chi ha la
passione per la lettura o anche per i viaggi trova sempre qualche appiglio per dar inizio
ad una conversazione o per approfondire
una conoscenza.
Non solo, l’esibizione
semplice e discreta del “sapere acquisito” (e “ il sapere” si acquisisce studiando e leggendo buoni libri oltre che viaggiando e
vivendo) a volte può incuriosire, affascinare, attrarre….e possono quindi accadere fatti insoliti.
Ad esempio può verificarsi
che si vada da un medico specialista e anziché uscire dal suo studio solo con la prescrizione di un medicinale si esca
con un consiglio di lettura.
Forse a qualcuno potrà
sfuggire un sorriso leggendo queste mie credenze e magari potrà anche aggiungere
qualche ironica insinuazione. Ebbene mi rallegro per aver regalato un sorriso,
ma aggiungo che corrisponde al vero: io non mento e a me è accaduto e a ben
pensarci, non una volta soltanto.
In ogni caso mi soffermo su
quest’ultima.
Era il febbraio scorso e in
seguito all’incidente di cui sono stata vittima un anno fa, mi sono recata nello studio di uno specialista per sottopormi ad
una visita legale di rito.
Una parete dello studio era completamente invisibile
poiché su di essa era appoggiata una
grande libreria piena zeppa di volumi, alcuni visibilmente consumati e altri
nuovi: appena entrata il mio sguardo li si era fermato.
E quasi non riuscivo più a
concentrarmi sul motivo per cui mi trovavo in quello studio poiché soccombevo
alla tentazione di cercare di leggere qualche titolo: il caso aveva voluto che
qualcuno l’avessi letto e dentro di me mi ero compiaciuta.
Lo specialista probabilmente si era accorto del mio interesse per la sua libreria e quindi terminata la visita, quando già mi ero alzata e mi apprestavo ad uscire dallo studio, lui mi ha intrattenuta dando inizio ad una nuova conversazione incentrata sui libri e la libreria.
Lo specialista probabilmente si era accorto del mio interesse per la sua libreria e quindi terminata la visita, quando già mi ero alzata e mi apprestavo ad uscire dallo studio, lui mi ha intrattenuta dando inizio ad una nuova conversazione incentrata sui libri e la libreria.
Ebbene, la faccio
breve: sono rimasta nello studio per
un’altra mezz’ora buona e tornata a casa ho cercato immediatamente nella mia libreria TROPICO DEL CANCRO
di Henry Miller che avevo comprato molti anni
addietro, ma incalzata da altre letture
me ne ero dimenticata.
Perché TROPICO DEL
CANCRO?
Perché a dire dello specialista
si trattava di un libro imperdibile che lui aveva letto più volte tanto
che mi raccontò a memoria la prima pagina :
“Abito a Villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori
posto. Siamo soli e siamo morti. Ieri sera Boris si è accorto di avere i
pidocchi……”
TROPICO D EL CANCRO
Il libro in mio possesso è
la settima ristampa di un’edizione del 1981 – Giangiacomo Feltrinelli- e da
quanto sta scritto, la traduzione è stata curata dal prof. Mario Praz (
deceduto nel 1982 - è stato un saggista, critico letterario
e scrittore italiano, è stato anche critico d'arte, traduttore e giornalista), da Vincenzo Begre quale esperto della lingua italiana, in
stretta collaborazione con l’autore Henry Miller oramai pure lui deceduto nel 1980.
In sintesi una
traduzione molto valida.
Henry Miller e
TROPICO DEL CANCRO -( Prima di intraprendere la lettura è bene avere qualche
informazione)
Statunitense, nato il 26 dicembre 1891 deceduto il 7 giugno 1980
è stato uno scrittore, pittore e un
reporter di viaggio e il TROPICO DEL
CANCRO è stato il suo primo romanzo pubblicato nel 1934 in Francia.
Negli Stati Uniti è stato
pubblicato soltanto nel 1961 dove il romanzo è finito sotto processo poiché considerato
osceno e pornografo.
Successivamente è stato
rivalutato” per la prosa colta ed elaborata che lo
fanno considerare da molti come un importante capolavoro della letteratura del
ventesimo secolo.”
A seguito di TROPICO DEL
CANCRO ha scritto Tropico del Capricorno
e altri ancora.
Il primo riconoscimento di
valore a Henry Miller fu da parte di George Orwell che riporto qui di seguito:
“Io caldamente raccomando a chiunque non l’abbia ancora fatto, di
leggere almeno TROPICO DEL CANCRO. Anche se certe sue parti vi
scandalizzeranno, vi resterà impresso nella memoria. E’ anche un libro
importante. Secondo me, con Miller abbiamo l’unico romanziere di qualche valore
che sia apparso in lingua inglese da parecchi anni a questa parte….”
LA TRAMA
Si tratta di un’autobiografia
romanzata, scritta in prima persona.
Ambientazione: Parigi degli
anni trenta.
Un americano fuggito dall’America
per vivere a Parigi e le cui frequentazioni
sono quelle di artisti di ogni genere, falliti o in cerca di fama, pressochè
squattrinati, ma squattrinati davvero tanto da non poter mangiare tutte le
volte che lo vorrebbero.
Il protagonista e i suoi
amici, una combriccola di personaggi, in cerca di illusioni e con poche
speranze che si muovono nelle zone più oscure e squallide della città e conseguentemente
fanno conoscenze alquanto particolari:
“ Mi piaceva il quartiere soprattutto di notte
quando il suo lugubre squallore risaltava appieno. La piazzetta così
incantevole e tranquilla al crepuscolo, quando scendeva la notte prendeva un
tono quanto mai tetro e sinistro.”
Quando hanno in tasca un
franco spendono e spandono senza ritegno: principalmente consumando le notti fra
alcol e sesso sfrenato, a volte passandosi anche lo scolo… Le prostitute ricoprono un ruolo notevole dentro la trama,
anche se comunque rimangono solo prostitute la cui professione è classificata
in base alla nazionalità. Dico “classificata” e basta senza nessuna aggiunta: in
base alle proprie esigenze momentanee si può privilegiare la russa o la
francese.
Qualcuno della combriccola ottiene
qualche lavoro saltuario per poter racimolare qualche franco, ma tutti lavori
di poco conto.
Lui il protagonista, per
qualche tempo fa il correttore di bozze senza interesse, per altro breve tempo
si trasferisce a Digione dove impartisce lezioni di inglese ottenendo alloggio
gratuito, ma le condizioni ritiene che siano insoddisfacenti e alla prima
occasione molla tutto e torna a Parigi dove oltre ad ammazzare il tempo fra
alcol fumo e sesso cerca di scrivere
qualche pagina del suo romanzo…..
Il romanzo complessivamente
si svolge in un’ atmosfera quasi visionaria dove tutto s’intreccia e poi muore:
“ Uomini e donne arrivano insieme come
banchi di avvoltoi, si accoppiano e subito volan via… Artigli e becco, questo
siamo”.
Personalmente ho molto
apprezzato lo stile letterario, il linguaggio colto, a tratti persino aspro.
Con Henry Miller ho vagabondato nella Parigi notturna:
“ Parigi è come una puttana. Da lontano pare incantevole, non vedi l’ora
di averla fra le braccia. E cinque minuti dopo ti senti vuoto, schifato di te
stesso. Ti senti truffato.”
Certo le descrizioni delle varie
esperienze sessuali, forse troppe, non
sono “acqua di rose”, ma descrivono una realtà.
Anzi io credo che l’autore
abbia volutamente ricorrere a descrizioni forti per evidenziare che esisteva una
società che sfoggiava ipocrisia in abbondanza.
Forse voleva esaltare la
libertà dell’anima: vivere senza pregiudizi.
In ogni caso essendo il
romanzo biografico, c’è da evidenziare il coraggio di Henry Miller a rendere pubblico quel suo periodo della vita in un contesto generale non
certamente emancipato.
Ai giorni nostri non credo
che TROPICO DEL CANCRO possa
scandalizzare anche se qualcuno potrebbe ancora ritenerlo pornografico. Rimane
comunque un romanzo fuori dagli schemi ordinari:
un’alternanza fra episodi e
pensieri.
Se ci si sofferma sulle
descrizioni e soprattutto sulle riflessioni del protagonista non si può far
altro che apprezzare. C’è introspezione, c’è trionfo dell’intelligenza, c’è talento
letterario.
Vi si trovano comparazioni
e metafore sorprendenti.
E infine la vita è vita: ognuno
dovrebbe vivere la propria assecondando la propria natura senza restrizioni
imposte da altri altrimenti il mondo diviene una palude.
Pag 137 - “ Ora si capisce come l’idea del paradiso
conquisti la coscienza degli uomini, come guadagni terreno,anche quando se ne è
buttato giù ogni puntello. Dev’esserci un altro mondo, al di la di questa
palude in cui tutto è buttato alla rinfusa. Difficile immaginare come possa
essere fatto, questo paradiso di cui sognano gli uomini”.
Dal mio punto di vista (
leggo parecchio e senza pregiudizi
affronto qualsiasi genere di lettura), ritengo che TROPICO DEL CANCRO rientra fra i romanzi da leggere.
Non da ultimo: interessante
il paragone che emerge fra vivere a PARIGI e vivere a NEW YORK
( non dimenticando mai il periodo di riferimento).
Marzo 2018 - Yvonne
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