sabato 17 marzo 2018

TROPICO DEL CANCRO - Vivere il presente


TROPICO DEL CANCRO -  HENRY MILLER

"Alcuni di noi  non vivono nell'attimo presente, vivono un pò più avanti oppure un pò più indietro"

(Non è solo una recensione)



Le passioni, gli hobbies,  gli interessi in genere, i libri soprattutto,  creano ponti fra le persone.
Frequentemente chi ha la passione per la lettura o anche per i viaggi  trova sempre qualche appiglio per dar inizio ad una conversazione o  per approfondire una conoscenza.
Non solo, l’esibizione semplice e discreta del “sapere acquisito” (e  “ il sapere” si acquisisce  studiando e  leggendo buoni libri oltre che viaggiando e vivendo)  a volte può incuriosire, affascinare,  attrarre….e possono quindi accadere fatti insoliti.
Ad esempio può verificarsi che si vada da un medico specialista e anziché uscire dal suo studio solo  con la prescrizione di un medicinale si esca con un consiglio di lettura.
Forse a qualcuno potrà sfuggire un sorriso leggendo queste mie credenze e magari potrà anche aggiungere qualche ironica insinuazione. Ebbene mi rallegro per aver regalato un sorriso, ma aggiungo che corrisponde al vero: io non mento e a me è accaduto e a ben pensarci, non  una volta soltanto.
In ogni caso mi soffermo su quest’ultima.

Era il febbraio scorso e in seguito all’incidente di cui sono stata vittima un anno fa,  mi sono recata nello  studio di uno specialista per sottopormi ad una visita legale di rito. 
Una  parete dello studio era completamente invisibile poiché su di essa era appoggiata  una grande libreria piena zeppa di volumi, alcuni visibilmente consumati e altri nuovi: appena entrata il mio sguardo li si era fermato.
E quasi non riuscivo più a concentrarmi sul motivo per cui mi trovavo in quello studio poiché soccombevo alla tentazione di cercare di leggere qualche titolo: il caso aveva voluto che qualcuno l’avessi letto e dentro di me mi ero compiaciuta. 
Lo specialista probabilmente si  era  accorto del mio interesse per la sua libreria e quindi terminata la visita, quando già mi ero alzata e mi apprestavo ad uscire dallo studio, lui mi ha intrattenuta dando inizio ad una nuova conversazione incentrata sui libri e la libreria.

Ebbene, la faccio breve:  sono rimasta nello studio per un’altra mezz’ora buona e tornata a casa ho cercato immediatamente  nella mia libreria TROPICO DEL CANCRO di Henry Miller che avevo comprato molti anni addietro, ma incalzata da altre letture  me ne ero dimenticata.
Perché TROPICO DEL CANCRO?  Perché a dire dello specialista  si trattava di un libro imperdibile che lui aveva letto più volte tanto che mi raccontò a memoria la prima pagina :
Abito a Villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli e siamo morti. Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi……”

TROPICO D EL CANCRO

Il libro in mio possesso è la settima ristampa di un’edizione del 1981 – Giangiacomo Feltrinelli- e da quanto sta scritto, la traduzione è stata curata dal prof. Mario Praz ( deceduto nel 1982 - è stato un saggista, critico letterario e scrittore italiano, è stato anche critico d'arte, traduttore e giornalista), da Vincenzo  Begre quale esperto della lingua italiana, in stretta collaborazione con l’autore Henry Miller  oramai pure lui deceduto nel 1980.  
In sintesi una traduzione molto valida.

Henry Miller e TROPICO DEL CANCRO -( Prima di intraprendere la lettura è bene avere qualche informazione)
Statunitense, nato  il 26 dicembre 1891 deceduto il 7 giugno 1980 è stato uno scrittore, pittore e  un reporter di viaggio  e il TROPICO DEL CANCRO è stato il suo primo romanzo pubblicato nel 1934 in Francia.
Negli Stati Uniti è stato pubblicato soltanto nel 1961 dove il romanzo è finito sotto processo poiché considerato osceno e pornografo.
Successivamente è stato rivalutato” per la prosa colta ed elaborata che lo fanno considerare da molti come un importante capolavoro della letteratura del ventesimo secolo.

A seguito di TROPICO DEL CANCRO  ha scritto Tropico del Capricorno e altri ancora.

Il primo riconoscimento di valore a Henry Miller  fu da parte di George Orwell che riporto qui di seguito:
Io caldamente raccomando a chiunque non l’abbia ancora fatto, di leggere almeno TROPICO DEL CANCRO. Anche se certe sue parti vi scandalizzeranno, vi resterà impresso nella memoria. E’ anche un libro importante. Secondo me, con Miller abbiamo l’unico romanziere di qualche valore che sia apparso in lingua inglese da parecchi anni a questa parte….”

LA TRAMA

Si tratta di un’autobiografia romanzata, scritta in prima persona.
Ambientazione: Parigi degli anni trenta.
Un americano fuggito dall’America per vivere  a Parigi e le cui frequentazioni sono quelle di artisti di ogni genere, falliti o in cerca di fama, pressochè squattrinati, ma squattrinati davvero tanto da non poter mangiare tutte le volte che lo vorrebbero.
Il protagonista e i suoi amici, una combriccola di personaggi, in cerca di illusioni e con poche speranze che si muovono nelle zone più oscure e squallide della città e conseguentemente fanno conoscenze  alquanto particolari:

“ Mi piaceva il quartiere soprattutto di notte quando il suo lugubre squallore risaltava appieno. La piazzetta così incantevole e tranquilla al crepuscolo, quando scendeva la notte prendeva un tono quanto mai tetro e sinistro.”

Quando hanno in tasca un franco spendono e spandono senza ritegno: principalmente consumando le notti fra alcol e sesso sfrenato, a volte  passandosi  anche lo scolo… Le prostitute  ricoprono un ruolo notevole dentro la trama, anche se comunque rimangono solo prostitute la cui professione è classificata in base alla nazionalità. Dico “classificata” e basta senza nessuna aggiunta: in base alle proprie esigenze momentanee si può privilegiare la russa o la francese.
Qualcuno della combriccola ottiene qualche lavoro saltuario per poter racimolare qualche franco, ma tutti lavori di poco conto.
Lui il protagonista, per qualche tempo fa il correttore di bozze senza interesse, per altro breve tempo si trasferisce a Digione dove impartisce lezioni di inglese ottenendo alloggio gratuito, ma le condizioni ritiene che siano insoddisfacenti e alla prima occasione molla tutto e torna a Parigi dove oltre ad ammazzare il tempo fra alcol fumo e sesso  cerca di scrivere qualche pagina del suo romanzo…..
Il romanzo complessivamente si svolge in un’ atmosfera quasi visionaria dove tutto s’intreccia e poi muore: “ Uomini e donne arrivano insieme come banchi di avvoltoi, si accoppiano e subito volan via… Artigli e becco, questo siamo”.   

Personalmente ho molto apprezzato lo stile letterario, il linguaggio colto, a tratti persino aspro.
Con Henry Miller ho vagabondato nella Parigi notturna:

Parigi è come una puttana. Da lontano pare incantevole, non vedi l’ora di averla fra le braccia. E cinque minuti dopo ti senti vuoto, schifato di te stesso. Ti senti truffato.”

Certo le descrizioni delle varie esperienze sessuali, forse troppe,  non sono “acqua di rose”, ma descrivono una realtà.
Anzi io credo che l’autore abbia volutamente ricorrere a descrizioni forti per evidenziare che esisteva una società che sfoggiava ipocrisia in abbondanza.
Forse voleva esaltare la libertà dell’anima: vivere senza pregiudizi.
In ogni caso essendo il romanzo biografico, c’è da evidenziare il coraggio di  Henry Miller  a rendere pubblico quel suo  periodo della vita in un contesto generale non certamente emancipato.
Ai giorni nostri non credo che TROPICO DEL CANCRO possa scandalizzare anche se qualcuno potrebbe ancora ritenerlo pornografico. Rimane comunque un romanzo fuori dagli schemi ordinari:
un’alternanza fra episodi e pensieri.
Se ci si sofferma sulle descrizioni e soprattutto sulle riflessioni del protagonista non si può far altro che apprezzare. C’è introspezione, c’è  trionfo dell’intelligenza, c’è talento letterario.
Vi si trovano comparazioni e metafore sorprendenti.

E infine la vita è vita: ognuno dovrebbe vivere la propria assecondando la propria natura senza restrizioni imposte da altri altrimenti il mondo diviene una palude.

Pag 137 - “ Ora si capisce come l’idea del paradiso conquisti la coscienza degli uomini, come guadagni terreno,anche quando se ne è buttato giù ogni puntello. Dev’esserci un altro mondo, al di la di questa palude in cui tutto è buttato alla rinfusa. Difficile immaginare come possa essere fatto, questo paradiso di cui sognano gli uomini”.

Dal mio punto di vista ( leggo parecchio e  senza pregiudizi affronto qualsiasi genere di lettura), ritengo che TROPICO DEL CANCRO rientra fra i romanzi da leggere.

Non da ultimo: interessante il paragone che emerge  fra vivere a PARIGI e vivere a NEW YORK
( non dimenticando mai il periodo di riferimento).

Marzo 2018 - Yvonne


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