CASTELVECCHIO PASCOLI
Sulle orme di Giovanni Pascoli
Castelvecchio Pascoli è una località ove lo spettacolo
paesaggistico è straordinario, la natura è la sovrana assoluta e le Alpi Apuane
tutto intorno fanno da incastonatura a questo gioiello situato su un piccolo
colle nei pressi del fiume Serchio e facente parte del Comune di Barga.
Barga rientra nella guida dei Borghi più belli
d’Italia ed è in provincia di Lucca.
(La Guida dei Borghi più
belli d’Italia, per chi non la
conoscesse, è un volume in vendita nelle librerie e nelle edicole ed ha l’obbiettivo di
divulgare notizie ed informazioni su quel patrimonio meno noto del nostro Bel Paese, di
renderlo visibile e di proporlo a quei turisti che non cercano il paesaggio solamente molto pittoresco, ma un insieme di
tipicità vivaci ed irripetibili. Il
direttore del Club Borghi d’Italia nella
prefazione così scrive: "non proponiamo dei Paradisi in Terra, ma vogliamo
che le sempre più numerose persone che ritornano a vivere nei piccoli centri
storici e i visitatori che sono interessati a conoscerli possano trovare quelle
atmosfere quegli odori e quei sapori che fanno diventare la tipicità un modello
di vita che vale la pena di 'gustare' con tutti i sensi").
Quì a Castelvecchio, esattamente in frazione Caprona, uno
fra i tanti illustri poeti italiani, fissò la sua dimora, quì trascorse gli
ultimi anni della sua vita componendo odi, liriche , poesie e opere
varie che lasciò ai posteri e quì riposa
in pace: Giovanni Pascoli ( Nato a S.Mauro di Romagna nel 1855 e morto a Bologna nel 1912).
“Al mio cantuccio, donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell'ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade”. ( da L’ora di Barga)
La Casa Museo del Pascoli è aperta al pubblico ed è visitata
in media da 10.000 persone l’anno, l’ingresso individuale costa 3 euro (
previste riduzioni per bambini, studenti e gruppi) e lo stesso biglietto è
valido anche per la visita al museo civico di Barga.
La visita alla Casa del Poeta per me è stata molto
interessante: l’addetto accompagnatore
simpatico e cortese si è prodigato a mostrare ed illustrare ogni
angolo esternando con passione il
proprio sapere che a visita conclusa è diventato anche “il mio sapere”.
Giovanni Pascoli acquistò
questa villa settecentesca nel 1902 vendendo le medaglie al merito vinte ad Amsterdam
ma già in precedenza quì trascorreva lunghi periodi.
La casa si raggiunge salendo un breve e ripido viale
alberato, quindi si attraversa una piccola piazzetta, ci si trova davanti ad un grande portone di legno, si entra e
percorso un piccolo portico ci si trova
in un grande giardino, l’orto, frondosi alberi , una grande aiuola dove è
seppellito Gulì, il fedele e amato cagnolino
del Poeta.
All’interno della casa si accede tramite una scala a doppia
rampa. Entrando ci si trova in un atrio spazioso: sulla sinistra la cucina con un grande camino e gli arredi originali (
tavolo, sedie ,pentole in rame, piatti, paiolo, utensili vari, etc), mentre
alla destra si trova la sala da pranzo con imponenti mobili in legno massiccio
intarsiati, ben conservati , risalenti
all’epoca e certamente di grande pregio.
Ancora una bella scala in
cemento permette di accedere al piano superiore i cui pavimenti sono in
autentico cotto toscano e dove ci sono 3
camere da letto con letti singoli rifatti, (una era quella di Giovanni Pascoli, una della
sorella e l’altra contiene gli arredi
provenienti da Bologna fra i quali il letto di morte,) quindi un locale tipo
soggiorno, alcune stanze adibite a biblioteca-archivio dove sono raccolti volumi
perfettamente rilegati contenenti articoli di giornali e riviste riguardanti il poeta pubblicati
a suo tempo, oltre a numerosissimi documenti tutti catalogati .
Ovviamente non poteva
mancare lo studio: lo spazioso studio del Poeta
con 3 scrivanie in legno
intarsiato e ben conservate. Poiché lui scriveva in italiano, in latino e in
greco, ritenne necessario avere un piano
di lavoro per ogni tipo d’opera. Qui
esposte e protette da vetro si possono
ammirare anche le varie bozze che hanno portato alla stesura definitiva della
“ La cavalla storna” e alcune lettere scritte dal poeta allo zio Meo,
perfettamente leggibili.
E chi non la ricorda ?: “ O cavallina,
cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non tocco' mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dai retta alla sua piccola mano.
Tu c'hai nel cuore la marina brulla,
tu dai retta alla sua voce fanciulla».
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non tocco' mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dai retta alla sua piccola mano.
Tu c'hai nel cuore la marina brulla,
tu dai retta alla sua voce fanciulla».
L'altana di Casa Pascoli |
Infine la casa dispone di un terrazzo coperto definito
l’ALTANA la cui vista è magnifica,
indescrivibile, impareggiabile.
Colline intorno
e la meraviglia delle Alpi Apuane,
sul colle di fronte Barga con il
Duomo la cui torre grigia , imponente ed
elegante si staglia nel cielo.
E’ tutto un fremere di verde e blu.
Su questa terrazza sono installate 2 campane di media
grandezza con dedica incisa:una campana
in memoria della madre e una campana in memoria del padre ucciso da una
fucilata il 10 agosto mentre faceva ritorno a casa con il suo calesse. Evento
tragico che lasciò un segno indelebile nell’animo del Poeta.
Giovanni Pascoli, scapolo a vita, visse in questa villa insieme alla sorella
Mariù con la quale ebbe un rapporto quasi simbiotico fino al 1912, anno in cui lui morì per tumore
. Morto lui la sorella continuò ad abitarvi fino al 1953 e custodì con amore e
dedizione tutto ciò che era appartenuto al fratello.
Nella Villa c’è anche una piccola cappella ove ora riposano entrambi
in urne di marmo scolpite dal noto scultore piemontese Leonardo Bistolfi (
1859-1933).
La villa è avvolta da
un’atmosfera di pace, di quiete, si odono gli uccelli dal trillare incessante e
le cicale frignire, gli occhi si riempiono della magnificenza di una sana
natura .Una facciata esterna completamente ricoperta dall’edera , porta
applicata una piastra in marmo con scritte del poeta inneggianti appunto la
bellezza dei tralci dell’edera. Io trovo che questa villa è
molto diversa da altre simili che ho
visitato e appartenute a personaggi famosi: la villa museo del Pascoli è “ lussuosamente semplice”, le stanze non
emanano il freddo profumo di museo, anzi
attraversandole ed osservando i vari
oggetti si avverte la presenza del Poeta, sembra quasi debba
ritornare.
La villa ora è proprietà del Comune di Barga ed è inserita
nell’elenco dei monumenti nazionali.
Infine lasciando alle spalle la località Caprona dopo circa un paio di chilometri, dirigendosi
verso Castelnuovo di Garfagnana, si
percorre la via Provinciale e si passa da Ponte Campia dove si trova l’albergo
trattoria “ IL RITROVO del PLATANO”, nota come osteria pascolana perché
frequentata a suo tempo dal Poeta.
Infine sia a Castelvecchio che a Barga ho visto dei grandi manifesti che ritraggono insieme
Pascoli e Puccini con la scritta “ Storia di una grande amicizia”.
Incuriosita ho chiesto
lumi e mi è stato detto dall’
autorevole fonte di sapere che mi ha
accompagnata durata la visita della villa
che Giacomo Puccini e
Giovanni Pascoli furono grandi amici .
In occasione del fiasco di Puccini alla Scala con la rappresentazione della
Madame Butterfly nel 1904, Pascoli così
scrisse sul giornale d’Italia:
“ Caro nostro e grande Maestro, la farfallina volerà.
Ha l’ali sparse di polvere, con qualche goccia qua e là,
gocce di sangue, gocce di pianto…
Vola, vola farfallina, con la tua voce piccolina, col tuo
stridere di sogno, soave come l’ombra, dolce come una tomba, nell’ombra dei
bambù a Nagasaki e a Cefù”.
L’augurio sortì davvero “ buono” visto il successo che la Butterfly ottenne successivamente.
Non c’è altro da dire, rimane solo da inserire fra le mete
turistiche irrinunciabili, Castelvecchio, Barga e la Toscana.
Ripensando e rivivendo a Castelvecchio
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