mercoledì 21 marzo 2018

BELLA MIA di Donatella Di Pietrantonio


“Quando leggo un libro, desidero che anche tu lo stia leggendo. Voglio sapere cosa ne pensi. Non è forse amore, questo?”  (Gabrielle Zevin)

BELLA MIA di Donatella  Di Pietrantonio


BELLA MIA, titolo che potrebbe far immaginare molteplici argomenti, in realtà è il titolo di un
emozionante canto aquilano e il romanzo  di Donatella Di Pietrantonio è incentrato sulle distruzioni del terremoto del 6 aprile e soprattutto  sulle devastazioni psicologiche di cui sono state vittime i sopravvissuti.  
Un romanzo doloroso, le cui descrizioni non lasciano spazio all’immaginazione.
Famiglie mutilate relegate a vivere in estranei moduli abitativi   in attesa di una ricostruzione che tarda a realizzarsi.
Cose accadute che non sarebbero dovute accadere , che forse non sarebbero accadute se le costruzioni fossero state realizzate tenendo in seria considerazione la morfologia  del territorio.
Tanto si è parlato e si è scritto relativamente alla dignità di questi abitanti che con rabbia silenziosa hanno visto sfilare dinnanzi a  loro i vari politici in abbigliamento sportivo accuratamente scelto e indossato per la circostanza… Muti hanno ascoltato le loro promesse dentro la consapevolezza che fra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare.
Ma forse poco si è raccontato dei traumi delle anime.... Donatella Di Pietrantonio lo ha fatto in questo romanzo " BELLA MIA".  

TRAMA  in gocce

Io direi che il vero protagonista del romanzo è il LUTTO. Quel lutto che ha  fatto convivere dentro “un modulo abitativo” un ragazzo adolescente che “prima” viveva con la mamma Olivia separata e deceduta sotto una trave della propria casa durante il terremoto, la zia Caterina, sorella-gemella di Olivia e la nonna, mamma di Olivia e Caterina.
Ciascuno il proprio tormento:  la disperazione di Caterina per aver perso la sorella gemella con la quale aveva un fortissimo legame e  ora la  pesante responsabilità di doversi prendere cura  di Marco, suo nipote.
La mamma di Caterina  e nonna di Marco, con il dolore implacabile, quel dolore senza nome per la perdita della figlia Olivia , perdita di cui rende responsabile l’ex-marito per averla lasciata.
 ( Olivia viveva a Roma e dopo la separazione era tornata a vivere in Abruzzo)
E Marco che oltre ad aver vissuto qualche anno prima il disagio della separazione dei genitori , ora si trova a dover affrontare il lutto per la perdita della mamma.
La sua adolescenza diviene problematica facendo insorgere in lui una grande ribellione.

Nella drammaticità di queste esistenze frantumate  fa da sfondo L’AQUILA bella mia, la città delle 99 chiese in attesa della ricostruzione.

Infine un raggio di luce: forse l’inizio di una storia d’amore fra Caterina con il proprietario dello stabile dentro il quale lei  tiene un laboratorio per decorazioni delle ceramiche.

Un romanzo molto coinvolgente  le cui pagine non consentono pause.
 L’ho iniziato e terminato in un paio di giorni.
 Lo stile letterario alquanto originale è molto incisivo e materializza traumi e sentimenti.

L'autrice

Donatella di Pietrantonio vive a Penne dove esercita la proessione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo MIA MADRE E’ UN FIUME  ( Elliot 2011, Premio Tropea) . - Leggerò prossimamente.
Ha pubblicato L’ARMINUTA ( 2017 Premio Campiello 2017)  - Letto e apprezzato
Con BELLA MIA ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.


STRALCI

-          I ricordi mordono con denti di iena
-          Una casa abitata da tensioni invisibili
-          Già si deteriorano le C.A.S.E., le hanno tirate su in fretta e a caro prezzo per non durare. Qua si stacca un pannello, lè la vernice si scrosta, l’umidità si arrampica subdola e tenace lungo le superfici. Resiste il giallo ocra delle persiane che identificano il nostro modulo, l’azzurro di quello dopo, il verde giù in fondo. Resistono gli abitanti, tra condivisioni forzate e insofferenze.
-          …Che la mancanza si riproduce nelle generazioni successive come un vizio ereditario, una maledetta necessità.

Terminato il libro è sorto in me il desiderio di andare in Abruzzo e visitare L’Aquila allo stato attuale, pare sia ancora un cantiere all’aperto.

Marzo 2018 - Yvonne

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