“Quando leggo un libro, desidero
che anche tu lo stia leggendo. Voglio sapere cosa ne pensi. Non è forse amore,
questo?” (Gabrielle
Zevin)
BELLA MIA di Donatella
Di Pietrantonio
BELLA MIA, titolo che
potrebbe far immaginare molteplici argomenti, in realtà è il titolo di un
emozionante canto aquilano
e il romanzo di Donatella Di
Pietrantonio è incentrato sulle distruzioni
del terremoto del 6 aprile e soprattutto
sulle devastazioni psicologiche di cui sono state vittime i
sopravvissuti.
Un romanzo doloroso, le cui
descrizioni non lasciano spazio all’immaginazione.
Famiglie mutilate relegate
a vivere in estranei moduli abitativi in attesa di una ricostruzione che tarda a
realizzarsi.
Cose accadute che non
sarebbero dovute accadere , che forse non sarebbero accadute se le costruzioni
fossero state realizzate tenendo in seria considerazione la morfologia del
territorio.
Tanto si è parlato e si è
scritto relativamente alla dignità di questi abitanti che con rabbia silenziosa hanno visto sfilare
dinnanzi a loro i vari politici in
abbigliamento sportivo accuratamente scelto e indossato per la circostanza… Muti
hanno ascoltato le loro promesse dentro la consapevolezza che fra il dire e il fare
ci sta di mezzo il mare.
Ma forse poco si è raccontato dei traumi delle anime.... Donatella Di Pietrantonio lo ha fatto in questo romanzo " BELLA MIA".
TRAMA in gocce
Io direi che il vero protagonista
del romanzo è il LUTTO. Quel lutto che ha fatto convivere dentro “un modulo abitativo” un
ragazzo adolescente che “prima” viveva con la mamma Olivia separata e deceduta
sotto una trave della propria casa durante il terremoto, la zia Caterina, sorella-gemella di Olivia
e la nonna, mamma di Olivia e Caterina.
Ciascuno il proprio tormento:
la disperazione di Caterina per aver
perso la sorella gemella con la quale aveva un fortissimo legame e ora la pesante responsabilità di doversi prendere
cura di Marco, suo nipote.
La mamma di Caterina e nonna di Marco, con il dolore implacabile, quel
dolore senza nome per la perdita della figlia Olivia , perdita di cui rende
responsabile l’ex-marito per averla lasciata.
( Olivia viveva a Roma e dopo la separazione
era tornata a vivere in Abruzzo)
E Marco che oltre ad aver
vissuto qualche anno prima il disagio della separazione dei genitori , ora si
trova a dover affrontare il lutto per la perdita della mamma.
La sua adolescenza diviene
problematica facendo insorgere in lui una grande ribellione.
Nella drammaticità di
queste esistenze frantumate fa da sfondo L’AQUILA bella mia, la città delle 99 chiese in attesa della ricostruzione.
Infine un raggio di luce:
forse l’inizio di una storia d’amore fra Caterina con il proprietario dello
stabile dentro il quale lei tiene un
laboratorio per decorazioni delle ceramiche.
Un romanzo molto
coinvolgente le cui pagine non
consentono pause.
L’ho iniziato e terminato in un paio di giorni.
Lo stile letterario alquanto originale è molto
incisivo e materializza traumi e sentimenti.
Donatella di Pietrantonio vive
a Penne dove esercita la proessione di dentista pediatrico. Ha esordito con il
romanzo MIA MADRE E’ UN FIUME ( Elliot 2011,
Premio Tropea) . - Leggerò prossimamente.
Ha pubblicato L’ARMINUTA (
2017 Premio Campiello 2017) - Letto e apprezzato
Con BELLA MIA ha
partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio
Vittoriano Esposito Città di Celano.
STRALCI
-
I ricordi mordono con denti di iena
-
Una casa abitata da tensioni invisibili
-
Già si deteriorano le C.A.S.E., le hanno tirate su
in fretta e a caro prezzo per non durare. Qua si stacca un pannello, lè la
vernice si scrosta, l’umidità si arrampica subdola e tenace lungo le superfici.
Resiste il giallo ocra delle persiane che identificano il nostro modulo, l’azzurro
di quello dopo, il verde giù in fondo. Resistono gli abitanti, tra condivisioni
forzate e insofferenze.
-
…Che la mancanza si
riproduce nelle generazioni successive come un vizio ereditario, una maledetta
necessità.
Terminato il libro è sorto
in me il desiderio di andare in Abruzzo e visitare L’Aquila allo stato attuale,
pare sia ancora un cantiere all’aperto.
Marzo 2018 - Yvonne
Nessun commento:
Posta un commento