STORIA DELLA MIA
ANSIA – DARIA BIGNARDI
L’ho visto esposto fra le
novità e l’ho acquistato poiché avevo già letto i precedenti di Daria Bignardi
( giornalista e scrittrice) e, ad
eccezione di “Santa degli impossibili”, li
avevo apprezzati.
Quest’ultimo dal titolo “
Storia della mia ansia” mi ha quasi richiamata
perché l’ansia la conosco bene, forse in tutte le sue sfumature: è stata mia
compagna inseparabile durante l’adolescenza di mio figlio e non solo…
Quindi mi sono detta. “ perché
oltre la mia ansia non devo conoscere anche l’ansia altrui?”
Tanto per fare una
comparazione.
TRAMA in sintesi e qualche stralcio
Si tratta di un romanzo
molto coinvolgente.
Io l’ho percepito come un
romanzo scritto con l’anima.
E’ la storia di una donna scrittrice che porta
in teatro i suoi monologhi: età quarantanove anni, sposata con un uomo a dir
poco “ problematico” che affonda stati d’animo e pensieri in lunghi silenzi (
ma davvero lunghi ) e, appare assolutamente incurante di quanto
dolore quei silenzi possono procurare a chi gli vive accanto.
La famiglia è allargata poiché
sia lei che il marito hanno un figlio da
matrimoni precedenti e uno loro.
Senza dilungarmi troppo poiché
il mio obbiettivo e suggerire la lettura di questo bel romanzo, aggiungo che ad
un certo punto a Lea, la protagonista, viene diagnosticato un carcinoma al
seno.
Da quel momento la vita
cambia volto: lei entra in un altro mondo . Medici, infermieri, infermieracci,
la chemioterapia con gli effetti collaterali devastanti oltre alla perdita dei
capelli.
La consapevolezza della
precarietà della vita che inevitabilmente porta a riesaminare abitudini e
priorità.
“ Il buono di una malattia è che capisci cosa viene prima. Lo senti senza
più incertezza, ed esci dalla ruota del criceto”
-
Imparerò a
prendermi cura di me e a mettere i miei desideri davanti a quelli degli altri,
fare il contrario, tanto, non funziona…….E’ stata quella contro me stessa la
battaglia più lunga e cruenta. Sono io il mio peggior nemico.
“...non bisogna indugiare sui progetti di felicità, perché
non è garantito che avremo il tempo di realizzarli”
E ancora, questa riflessione a pag 179 apparentemente
banale, non lo è affatto perché dalle parole che seguono si può evincere quanto
a volte il dolore che si vive è puro autolesionismo.
“ Non sono tua madre. Ognuno bada a sé. Ognuno è responsabile del suo
dolore. Vuoi stare male? Accomodati. Stai male finchè vuoi, ma da sola”.
Infine stasera, suggerendone
la lettura a un’amica sono venuta a conoscenza che l’autrice ha avuto un tumore al seno e quindi
la sensazione da me percepita durante la lettura, ovvero che si tratta di un romanzo scritto con
l’anima, non era solo una sensazione.
Poiché anch’io amo scrivere
e leggere libri scritti da altri, ritengo di saper cogliere dalle sfumature,
dai dettagli della narrazione, quando si tratta di storie inventate oppure frutto
di esperienze personali.
La lettura corre veloce,
186 pagine voltate, lette nei ritagli di
tempo libero durante un paio di giorni oltre a qualche ora notturna rubata al
sonno.
Marzo 2018- Yvonne
Magnifica recensione. Ti viene davvero la voglia di scoprire il mondo di questa donna per analizzare il tuo. Davvero bravissima cara Yvonne.
RispondiEliminaGrazie e buona lettura.
EliminaNessuno meglio di me, che ho vissuto e sto vivendo di nuovo lo stesso problema dell'A., può cogliere fino in fondo le veridicità della tua analisi, cara Yvonne, che riesci a trasmettere con una gamma infinita di sfumature il disagio che condividi empaticamente. Anche il mio è un romanzo-verità, che affronta la medesima situazione...
RispondiEliminaIo invece non sono pronta per descrivere la mia esperienza di malattia ma forse è ancora troppo presto. ( Non si tratta di tumore ma un terribile incidente stradale. Sono stata investita da un'auto). Ma lea sofferenze sono affini. A te auguro di uscirne alla grande, come la protagonista del romanzo in argomento.
EliminaSe avete piacere di ascoltarne un breve brano…
RispondiEliminahttps://youtu.be/rOVBj_y-pqY