mercoledì 28 marzo 2018

STORIA DELLA MIA ANSIA – DARIA BIGNARDI


STORIA DELLA MIA ANSIA – DARIA BIGNARDI


L’ho visto esposto fra le novità e l’ho acquistato poiché avevo già letto i precedenti di Daria Bignardi ( giornalista e scrittrice)  e, ad eccezione di  “Santa degli impossibili”, li avevo apprezzati.
Quest’ultimo dal titolo “ Storia della mia ansia” mi ha quasi richiamata perché l’ansia la conosco bene, forse in tutte le sue sfumature: è stata mia compagna inseparabile durante l’adolescenza di mio figlio e non solo…
Quindi mi sono detta. “ perché oltre la mia ansia non devo conoscere anche l’ansia altrui?”
Tanto per fare una comparazione.

TRAMA in sintesi e qualche stralcio

Si tratta di un romanzo molto coinvolgente.
Io l’ho percepito come un romanzo scritto con l’anima.
 E’ la storia di una donna scrittrice che porta in teatro i suoi monologhi: età quarantanove anni, sposata con un uomo a dir poco “ problematico” che affonda stati d’animo e pensieri in lunghi silenzi ( ma  davvero lunghi )  e, appare assolutamente incurante di quanto dolore quei silenzi possono procurare a chi gli vive  accanto.
La famiglia è allargata poiché  sia lei che il marito hanno un figlio da matrimoni precedenti e uno loro.
Senza dilungarmi troppo poiché il mio obbiettivo e suggerire la lettura di questo bel romanzo, aggiungo che ad un certo punto a Lea, la protagonista, viene diagnosticato un carcinoma al seno.
Da quel momento la vita cambia volto: lei entra in un altro mondo . Medici, infermieri, infermieracci, la chemioterapia con gli effetti collaterali devastanti oltre alla perdita dei capelli.
La consapevolezza della precarietà della vita che inevitabilmente porta a riesaminare abitudini e priorità.

Il buono di una malattia è che capisci cosa viene prima. Lo senti senza più incertezza, ed esci dalla ruota del criceto

-          Imparerò a prendermi cura di me e a mettere i miei desideri davanti a quelli degli altri, fare il contrario, tanto, non funziona…….E’ stata quella contro me stessa la battaglia più lunga e cruenta. Sono io il mio peggior nemico.

“...non bisogna indugiare sui progetti di felicità, perché non è garantito che avremo il tempo di realizzarli

E  ancora,  questa riflessione a pag 179 apparentemente banale, non lo è affatto perché dalle parole che seguono si può evincere quanto a volte il dolore che si vive è puro autolesionismo.
Non sono tua madre. Ognuno bada a sé. Ognuno è responsabile del suo dolore. Vuoi stare male? Accomodati. Stai male finchè vuoi, ma da sola”.

Infine stasera, suggerendone la lettura a un’amica sono venuta a conoscenza che  l’autrice ha avuto un tumore al seno e quindi la sensazione da me percepita durante la lettura,  ovvero che si tratta di un romanzo scritto con l’anima, non era solo una sensazione.
Poiché anch’io amo scrivere e leggere libri scritti da altri, ritengo di saper cogliere dalle sfumature, dai dettagli della narrazione, quando si tratta di storie inventate oppure frutto di esperienze personali.

La lettura corre veloce, 186 pagine voltate, lette  nei ritagli di tempo libero durante un paio di giorni oltre a qualche ora notturna rubata al sonno.
Marzo 2018- Yvonne

5 commenti:

  1. Magnifica recensione. Ti viene davvero la voglia di scoprire il mondo di questa donna per analizzare il tuo. Davvero bravissima cara Yvonne.

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  2. Nessuno meglio di me, che ho vissuto e sto vivendo di nuovo lo stesso problema dell'A., può cogliere fino in fondo le veridicità della tua analisi, cara Yvonne, che riesci a trasmettere con una gamma infinita di sfumature il disagio che condividi empaticamente. Anche il mio è un romanzo-verità, che affronta la medesima situazione...

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    1. Io invece non sono pronta per descrivere la mia esperienza di malattia ma forse è ancora troppo presto. ( Non si tratta di tumore ma un terribile incidente stradale. Sono stata investita da un'auto). Ma lea sofferenze sono affini. A te auguro di uscirne alla grande, come la protagonista del romanzo in argomento.

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  3. Se avete piacere di ascoltarne un breve brano…
    https://youtu.be/rOVBj_y-pqY

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