L’APPELLO – Alessandro D’Avenia
In copertina c’è scritto L'APPELLO - romanzo - ma per me è stato molto più : è stato apprendimento, è stato un rievocare situazioni vissute, è stato un potente strumento di riflessione che mi ha indotta a confermare a me stessa errori che già presagivo d’aver commesso, ma nel contempo ho trovato anche una giustificazione. Del resto in tempi moderni in cui l’apparire conta più dell’essere, il compito per un genitore nell’affrontare la fase adolescenziale di un figlio è alquanto arduo.
Alessandro D’AVENIA, dottore
di ricerca in lettere classiche, insegna al liceo ed è anche sceneggiatore. La
sua opera prima “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è divenuto un
film.
Gli viene assegnata una
classe che deve affrontare la maturità, quindi tutti ragazzi di 18 anni e
qualcuno anche di più perché ripetente: lui, il prof di scienze che si presenta in classe con gli occhiali
scuri, mentre gli studenti sono considerati “casi disperati”.
L’incontro fra il prof e
gli studenti dovrebbe avvenire tramite l’appello, ma il prof non è dell’idea
che debba trattarsi di un semplice elenco quindi inventa un appello “
rivoluzionario”. In lui c’è la convinzione che per cambiar il mondo sia
necessario “salvare il nome”.
“ Salvare un nome. Per questo faccio l’insegnante e non voglio smettere
di farlo anche se sono diventato cieco. Niente di sentimentale, pura scienza:
sino a che non lo identifichi e non gli dai un nome, un fenomeno non esiste”
Da questo inizio nasce il
romanzo: coinvolgente, commovente, come solo un professore che ama profondamente
il suo lavoro e che conosce le problematiche della scuola, poteva scrivere.
Fra il prof Romeo Omero e
la classe s’instaura un rapporto di fiducia e di conoscenza che lascia
sbigottiti insegnati e dirigente scolastico, i quali arroccati su preesistenti
convincimenti ne hanno paura .
Storie di vita. La Classe
del prof Romeo è l’insieme di tutte le classi di tutte le scuole.
Alle spalle di ogni ragazzo
c’è un mondo che spesso gli insegnanti non conoscono e non cercano neppure di conoscere poiché ritengono
non di loro interesse e si ritrovano ad impartire nozioni che i ragazzi non
riescono ad apprendere perché s’impara ciò che si ama e ciò che ci insegnano ad
amare.
Nella vita occorrono
maestri e il prof Romeo era un maestro.
Grazie Prof. D’Avenia per averlo scritto. E’ una sensazione bellissima terminare un libro e sentirsi” più belli – più ricchi”.
Stralci
Come d’abitudine, inserisco
qualche stralcio, ma sono in difficoltà nel discernere poiché le pagine che ho
evidenziato sono moltissime.
-
Credo
che esistano due categorie di persone: quelle che fuggono da qualcosa e
quelle che cercano qualcosa. O forse è più preciso dire che ci sono persone che
smettono di fuggire da qualcosa e cominciano a cercare, e persone che non
iniziano mai a cercare perché sono troppo impegnate a fuggire…..
-
…riprodursi
non è riprodurre individui uguali a noi, anzi, è generare chi metterà in crisi
proprio quelle aspettative per costringerci a rivedere chi pensavamo di essere
o di voler essere.
-
La scienza
descrive il dolore, non lo risolve.
-
La
conoscenza che non serve a prendersi cura di sé e del mondo non è
conoscenza, ma violenza
-
Oggi la
donna spesso è usata come oggetto del
desiderio per l’occhio che la vuole possedere, e così facendo le toglie la
vita, Sempre più rapace, l’occhio esalta il desiderio e trasforma la donna in
pura illusione, per eccitarlo. Finchè l’occhio non guarisce da questa volontà
di dominio non riusciremo più a vedere le cose e a sentirne il respiro.
Riavremo il mondo solo quando smetteremo di volerlo dominare.
-
…ci vuole
tempo, le cose non cambiano mai in un momento, perché quando una cosa è vera è
come un seme, ci mette anni a dare frutto. Quando invece vuoi subito tutto, usi
la forza, rompi la scorza, usi la violenza, e rompi anche l’essenza.
30 Novembre 2020- Yvonne Pelizzari
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