lunedì 2 novembre 2020

CECITA' - JOSE' SARAMAGO

 

CECITA’ – JOSE’ SARAMAGO

 

“Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono”

 


E la domenica  è volata via con otto chilometri di camminata raggiungendo il campo da Golf   La Rovedine ed al ritorno, la superlativa  compagnia di Josè Saramago.

Eppure, alcuni giorni fa, dopo aver letto una cinquantina di pagine di CECITA’,  mi pareva d’aver sbagliato libro. Io leggo non solo perché senza libri non so stare, ma anche perché la lettura mi permette di entrare in altri mondi e vivere esperienze diverse dalle mie, per cui  in tempo di pandemia, leggere un romanzo incentrato su un’epidemia, non mi pareva affatto una buona idea. Ma poi, siccome è mia abitudine portare a termine ciò che inizio, seppure senza convinzione, ho proseguito la lettura ed ora sono molto soddisfatta d’averlo terminato.

 

Si tratta indubbiamente di un romanzo dai risvolti drammatici poiché la trama è incentrata su l’improvvisa propagazione di un’epidemia portatrice di cecità. Un cecità alquanto anomala poiché se la cecità tradizionale fa vedere nero ( amaurosi) , questa faceva vedere bianco ( mal bianco). Ma seppure il particolare possa sembrare irrilevante poiché fra l’essere un cieco che vede bianco e un  cieco che vede nero, la differenze sembra inesistente, ritengo che per l’autore  irrilevante non  lo sia. Comunque sintetizzando il romanzo racconta le vicissitudini di un paese, i cui abitanti, ivi compresi amministratori pubblici, governati, forze dell’ordine, tutti indistintamente, improvvisamente divengono ciechi.

Anzi, non proprio tutti perchè  se tutti lo fossero divenuti, Saramago non avrebbe potuto  scrivere il romanzo…occorreva un protagonista a testimoniare gli accadimenti.

Ed infatti , inspiegabilmente, una  donna, forse non casualmente moglie di un oculista,  supera l’epidemia ad occhi aperti, ma fingendosi cieca riesce ad assistere a ciò che avviene durante l’isolamento dei primi contagiati  ( circa 300) confinati in un manicomio dismesso. Una figura arguta ed intelligente che a tutti gli effetti diviene la protagonista del romanzo.

 

Questa è la superficiale  trama in sintesi, ma il romanzo è ben altro poiché mette in luce il caos di un paese senza più organizzazione nonché ciò che  consegue al terrore, alla paura e quindi alle diverse reazioni fisiche e psicologiche di ogni individuo.

Per la sopravvivenza si fanno cose che non s’immaginano: si può persino ammazzare un uomo. Un romanzo che da risaltò alla brutalità ed alla crudeltà a cui si può arrivare in determinate circostanze. Individualismo, egoismo, sopraffazione: tematiche importanti ben descritte da un narratore Premio Nobel per la Letteratura quale è stato Josè Saramago.

Alcune pagine contenenti descrizioni di violenze e vessazioni  sono alquanto crude, ma penso che l’autore lo abbia fatto volutamente al fine di indurre alla riflessione anche il lettore meno incline alla riflessione.   

E per finire: non è una lettura disadatta al momento che stiamo  vivendo in cui tutti sono contro tutti e molti non riescono a placare la fame di protagonismo, bensì necessaria.

A tratti pare sia proprio la storia dei nostri giorni portata all’eccesso,  nonostante il romanzo sia stato scritto in tempi non sospetti.  Josè Saramago – narratore, poeta, drammaturgo e giornalista -  è  morto nel 2010.

In tal proposito voglio riportare questo stralcio, secondo me alquanto emblematico: 

 Al Governo rincresce di essere stato costretto a esercitare energicamente quello che considera suo diritto e suo dovere, proteggere con tutti i mezzi la popolazione nella crisi che stiamo attraversando, quando sembra si verifichi qualcosa di simile a una violenta epidemia di cecità, provvisoriamente designata come mal bianco, e desidererebbe poter contare  sul senso civico e la collaborazione di tutti i cittadini per bloccare il propagarsi del contagio, nell’ipotesi che di contagio si tratti…..La decisione di riunire in uno stesso luogo le persone colpite, e, in luogo prossimo, ma separato, quelle che in essere hanno avuto qualche tipo di contatto, non è stata presa senza ponderazione….”

 E ancora : appropriata la ricorrenza ai proverbi,  sempre gocce di saggezza. 

-          Così come l’abito non fa il monaco, anche lo scettro non fa il re, èuna realtà che è meglio non dimenticare.

-          La cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non ci sia più speranza

-          “…perché i libri del mondo, tutti insieme, sono come dicono sia l’universo, infiniti”

-          Il mondo è pieno di ciechi vivi

-          “..tutti i racconti sono come quelli della creazione dell’universo, nessuno c’era, nessuno vi ha assistito, ma tutti sanno cosa è accaduto”

Finale assolutamente personale:         

COVID 19 è ancora aggressivo e ci attendono ancora giorni “complicati”.

I libri possono aiutarci  a renderci consapevoli che, come ha scritto pure  Saramago in Cecità,  la storia insegna che epidemie e pandemie  da sempre  sono state arginate con “l’isolamento” in attesa delle scoperte scientifiche.

1 novembre 2020 - Yvonne

 

 

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