Premessa
Io che da sempre amo
scrivere e che vorrei fermare emozioni
ed impressioni sulle pagine di un quaderno, ritengo che “ il viaggiare “ sia il seme che fomenta la scrittura.
Amo immaginare di partire,
non importa se per intraprendere un viaggio lungo o corto.
Abitualmente
all’immaginazione cerco di far seguire la realizzazione.
Mi piace individuare la meta che per me non è quasi mai casuale
bensì spesso frutto della lettura di un libro, della visione di un film o altro.
Mi piace poi programmare
come meglio spendere il tempo a meta raggiunta.
Sino dall’istante in cui
inizio la prenotazione dello spostamento, spesso l’aereo, altre volte il treno,
mi carico di entusiasmo e i giorni che
precedono la partenza spesso sono ossigeno alla quotidianità non sempre
leggera.
Infine qualche anno fa mi
venne l’idea di concedermi, in occasione del mio compleanno, un breve viaggio. Mi sono detta “basta” con i
soliti pranzi, la torta , le candele a ricordare il numero degli anni vissuti e
poi dolci e dolcetti vari.
Ho sottoposto l’idea al
vaglio della mia compagna di viaggio anche lei nata a febbraio e che da oramai 12 anni viaggiamo insieme.
Non abbiamo perso molto tempo per trovare un accordo,
anzi in breve abbiamo concluso che per noi nessun regalo può essere più
desiderabile di un viaggio.
Asserisce che viaggiare per
lei rappresenta una necessità ben più importante della meta da raggiungere per
cui, quasi sempre sono io che mi dedico
all’individuazione del luogo da visitare.
Dopo Faro e l’Algarve che qualche anno fa ci aveva
letteralmente conquistate con le sue spiagge immaginifiche , quest’anno siamo
ritornate in Portogallo più a nord per
visitare PORTO e COIMBRA.
Porto ripresa dall'alto della Torre Clerigos |
Levataccia quasi nel cuore
della notte per raggiungere l’aeroporto
Caravaggio di Orio Al Serio e in considerazione della differenza oraria
siamo arrivate a Porto alle 8.30 di mattina.
La giornata non era delle
migliori poiché Porto era sovrastata da un cielo plumbeo e nel pressi del Duero
spirava un’aria frizzante che richiedeva l’uso di calda sciarpa.
Ciò nonostante da subito la città ci è apparsa alquanto
bella .
Dall’aeroporto Francisco Sa Carneiro abbiamo
preso la metropolitana per raggiungere il centro: il nostro albergo era nei
pressi della stazione Sao Bento e poco
distante da Praca Libertade: un’ampia
piazza contornata da elegantissimi palazzi e una bella fontana rettagolare e anche da sei cabine telefoniche rosse modello
inglese.
Depositati i bagagli in
albergo, siamo uscite e abbiamo iniziato a divertirci con
esclamazioni varie: la svettante Torre dos Clerigos progettata
dal maestro del barocco Niccolò Nasoni, con i suoi 76 metri ci appariva davvero
maestosa e l’indomani abbiamo raggiunto
il punto più alto dopo aver salito la scala
di 227 gradini. In cima si gode
la vista della città fino a raggiungere l’oceano Atlantico .
Nei pressi della Torre dos
Clerigos , molto interessante da visitare
è il Centro Portugues de fotografia, un edificio che un tempo fu una
prigione, il cui ingresso è gratuito e dove sono collezionate ed esposte macchine
fotografiche e cineprese di ogni epoca: un vero paradiso per gli amanti del
genere ma di grande interesse anche per
i non conoscitori.
Incamminate poi verso il
fiume, ci siamo ritrovate a Ribeira è
qui la meraviglia ci ha rubato le parole. Riberia è un
quadro. Un labirinto di vicoli medievali che
corrono fino a raggiungere il fiume e poi palazzi , case , addossate l’un l’altra
dalle facciate dai diversi colori e
talune rivestite dai tipici azulejos. Un
insieme armonioso che si specchia nelle acque del Duero sovrastato dal grande
Ponte Dom Luis 1. Un ponte davvero imponente in ferro costruito
nel fra il 1881 e 1886, alto 45 metri e lungo 385.(Apparentemente ben tenuto
non mostra nessun segno di cedimento…anzi non mostra neppure la sua età).
Uno spettacolo inenarrabile
non casualmente inserito nel Patrimonio dell’Umanità.
Ribeira è una zona
bellissima ricca di chiese, palazzi, negozi, ristoranti tipici, taverne , in sintesi è la cartolina
panoramica che identifica PORTO.
Da visitare sicuramente è il
Palacio da Bolsa, un edificio in stile
neoclassico risalente ai primi anni del novecento e dal sontuoso interno che rappresentava il potere economico della città.
Poco distante dal Palacio
da Bolsa, si trova la Chiesa di Sao Francisco che le guide turistiche definiscono imperdibile e indubbiamente è una
chiesa di grande pregio, anche se è pur vero che tutte le Chiese di Porto sono esageratamente ricche con decorazioni dorate e magnifici organi .
Tutte vantano storie ragguardevoli , ma
per visitarle tutte occorrerebbero diversi giorni quindi è necessario privilegiarne
soltanto qualcuna.
Noi ne abbiamo visitate alcune e ci siamo soffermate
in particolare su la SE’, Cattedrale di Porto che si erge su di un’altura e domina
Ribeira. Assomiglia a una fortezza mentre la facciata principale evoca
nella sua forma Notre Dame. Fu fondata
nel XII secolo e successivamente rimaneggiata in stile barocco. Qui vennero
celebrate le nozze tra Re Joao I e
Philippa di Lancaster e nel 1394 venne battezzato Enrico il Navigatore che fu
il promotore delle navigazioni e delle scoperte portoghesi.
Molto interessante il
chiostro gotico e la loggia con le
pareti interamente ricoperte di azulejos azzurri raffiguranti scene ispirate al
Cantico dei Cantici.
Adiacente alla Cattedrale
spicca la facciata del palazzo vescovile.
Questo è un luogo
incantevole e dall’ampio piazzale Terreiro
da Sé antistante Cattedrale e Palazzo
vescovile, si gode un panorama mozzafiato. Al centro della piazza nel 1945 è stato posizionato il Pelourinho
da Sé, un grande obelisco.
Non è mia intenzione
elencare quanto c’è da visitare e ho
visitato a Porto poiché non sto redigendo una guida turistica bensì desidero
descrivere la città come io l’ho vissuta.
Una città molto suggestiva,
dall’atmosfera vivace: le strade quasi mai deserte, neppure le meno
centrali. Indubbiamente molto frequentata da noi italiani poiché
ovunque ho sentito parlare la nostra lingua. I portoghesi mi sono sembrati
molto accoglienti, cordiali e calorosi e mi dispiace assai di non conoscere la
loro lingua che si diversifica molto dallo spagnolo che seppure non l’ho
studiato riesco a comprenderlo quel tanto che basta.
A Porto si mangia bene: noi
abbiamo scoperto casualmente un Ristorante molto carino, con tovaglie e
tovaglioli in stoffa, dove si mangia dell’ottimo pesce, ma pure della buona
carne e del buon prosciutto. I prezzi
sono per noi italiani tendenti al basso mentre paragonati a quelli di Porto
sono allineati ad altri ristoranti dove però trattamento e
qualità sono inferiori , tanto che
qui vi abbiamo cenato per due sere. SOLAR MOINHO DE VENTO in R. de Sá de Noronha 81. Dispone di un
proprio sito ed è segnalato da più guide.
Dimenticavo: qui pure la sangria è di tutto rispetto, perché io e la
mia compagna di viaggio per quanto concerne la sangria siamo divenute esperte
intenditrici.
A Porto circolano molti tram non proprio di ultima generazione, ma
molto belli da vedersi. In legno come quelli che un tempo circolavano a Milano,
con le poltrone in pelle e, noi che
amiamo vivere i luoghi e assaporare la vita che vivono gli abitanti, siamo
salite sul tram della linea 1 nei pressi
della Chiesa di San Francisco, in direzione Passeio Alegre e abbiamo raggiunto FOZ DO DOURO, a ovest del centro
storico vicino alla foce del fiume.
Qui ci siamo trovate dinnanzi ad uno spettacolo disatteso: spiagge
immense e onde vorticose che si
rincorrevano incessantemente diffondendo
nell’aria il fragoroso canto dell’Oceano Atlantico.
La giornata a pieno sole, il cielo simile a un incredibile tappeto color zaffiro ci hanno regalato
qualche ora da paradiso.
Pensieri ingrati e piccole tribolazioni di cui nessuno se ne può
esentare, in un attimo sono stati risucchiati dalle onde: abbiamo passeggiato sulla spiaggia incuranti
dei sassolini che entravano nelle scarpe, abbiamo goduto appieno dello spettacolo
dinnanzi a noi contemplando anche il Faro Senhora da Luz posizionato in cima a un molo esposto
totalmente alla furia dell’Atlantico.
Abbiamo scattato numerose foto poiché ogni onda ci appariva diversa.
Tornate poi in Ribeira con lo stesso tram traballante, direzione Infante e poi camminando fra le numerose
bancherelle che esponevano artigianato locale,
abbiamo attraversato il ponte Dom
Luis I, opera di Seyrig, un ingegnere tedesco allievo di Gustave Eiffel, intenzionate a degustare il buon vino PORTO.
E si, chi visita Porto non dovrebbe mai perdersi una buona degustazione
da farsi in una delle tante cantine che corrono lungo la riva del Deuro. Sono
veramente molte : Calem,
Croft, Sandeman, etc. etc.
Qui oltre a degustare il vino si ha la possibilità di conoscere la
storia del pregiato distillato e soprattutto s’ impara a distinguerne l’aroma
fra le diverse specie.
Non mi dilungo oltre, mi limito ad assicurare che a Porto non ci si
annoia, la conformazione della città con strade che salgono e scendono la
rendono molto caratteristica e famigliare.
S’impara presto ad orientarsi e non si corre il rischio di perdersi.
Basta prendersi qualche riferimento.
Rua Santa
Catarina, elegante è ideale per una
passeggiata fra locali vari , negozi e boutiques.
I Musei da visitare sono veramente molti e pure le librerie fra le
quali la storica Livraria
Lello.
Nei pressi del fiume numerosa è
l’offerta di escursioni in battello o sulle tipiche barche a fondo piatto che un tempo trasportavano le
botti di porto.
Il fiume è sormontato da sei ponti ed in barca si possono vedere tutti.
Per chi ama il fado, non mancano i locali dove assistere a spettacoli
dal vivo.
Che altro? Visitare Porto per me e per lei, la mia compagna di viaggio,
è stato davvero piacevole e soddisfacente.
Aggiungo di non dimenticare di fare un salto alla stazione ferroviaria
di SAO BENTO che Lonely planet descrive “come una delle stazioni
più belle del mondo” . Richiede una
visita anche se non c’è necessità di prendere il treno perché è davvero bella:
un tuffo nel passato con l’atrio rivestito da 20.000 splendidi azulejos che
raffigurano eventi importanti della
storia portoghese.
E non dimenticate neppure di entrare in qualche particolare negozio di vendita sardine: vi troverete davanti a pareti artistiche realizzate
con variegate scatolette di sardine!
E nel caso desideriate acquistarne qualcuna sul cui coperchio è indicato il vostro anno di nascita, sappiate che la troverete.
Il nostro programma prevedeva
anche la visita di COIMBRA
che dista da Porto 170 km e che abbiamo
raggiunto in treno e di cui scriverò prossimamente
Marzo 2019 - Yvonne
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