sabato 16 marzo 2019

ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI- Michela Murgia


ISTRUZIONI PER DIVENTARE FASCISTI
Michela Murgia


Non mi è facile recensire questo piccolo volume scritto recentemente da Michela Murgia  e pubblicato da Einaudi.

Premetto che è ben lontano da me il desiderio di diventare fascista, non ho mai simpatizzato per il fascismo e non sono assolutamente in linea con chi sostiene che il fascismo possa aver avuto delle positività.
((Solo uno dei tanti  dettagli: durante il regime fascista le donne non avevano diritto di voto- il suffragio femminile risale al 1946) .
Credo convintamente che qualsiasi sistema antidemocratico che limita la libertà di espressione e non solo,  non abbia nulla di positivo e appartengo a coloro che sostengono e difendono la democrazia con tutte le sue imperfezioni  compreso i costi poiché la democrazia ha un prezzo non trascurabile.

In ogni caso apprezzando Michela Murgia  come scrittrice per  aver letto quasi tutti i suoi romanzi, in particolare cito Accabadora premio Campiello e Super Mondello 2009 e  Ave Mary, vedendo questo in libreria mi sono chiesta come mai avesse scelto simile titolo per un suo libro.

Ebbene l’ho acquistato  al prezzo di euro 10,50, in qualche ora l’ho letto e sin dalle prime pagine mi sono resa conto che si trattava di un libro con un titolo  provocatorio.

Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggiore numero di persone  gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo l’Italia  di oggi, sembra che non interessi a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia più rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, più veloce ed efficiente?”

Un centinaio di pagine fra paradosso e ironia aventi l’obbiettivo di invitare noi tutti ad alzare la guardia contro i relitti del passato che contamino il presente.

Le prime sono dedicate  all’utilizzo delle parole  poiché sono proprio le parole che danno vita ai comportamenti e chi sa controllare le parole controlla anche i comportamenti.
Esempio: c’è differenza fra un leader e un capo: il popolo con un leader può pretendere di essere ascoltato, di entrare in merito alle decisioni, etc. etc  mentre un popolo che riconosce il capo vive più sereno e obbedisce. Infine educato il popolo a riconoscersi nel capo, il capo deve occuparsi di mantenere il consenso spesso tramite una comunicazione efficace e banale in modo che raggiunga il popolo.
Il seguente passaggio mi pare non trascurabile: 
La democrazia sostiene che siamo tutti uguali? Lasciamoglielo dimostrare facendo in modo che tutte le opnioni siano percepite uguali. Se convinciamo tutti che uno vale uno, alla fine nessuno varrà più di un altro e ogni cosa, idee e persone, sarà perfettamente intercambiabile, come se la si estraesse a caso da un mazzo di carte. Occorre minare ogni principio di autorevolezza tra i pareri, dunque, affinchè vero o falso non siano più distinguibili in base a chi li afferma, ma per farlo sarà essenziale demolire le figure pubbliche che hanno un’autorità morale o scientifica….
I medici? Servi delle grandi case farmaceutiche.
Statisti ed economisti? Manipolatori di numeri al soldo della casta.
Scrittori? Radical-chic
Gli intellettuali a cosa servono davvero? ….. "

Secondo me è un libro valido che prende in esame la comunicazione attuale e  ben si presta ad aprire una discussione e riflessione .
Può servire a richiamare l’attenzione di tutti noi affinchè  impariamo a dubitare sempre delle fiumane di parole che abitualmente escono dalle bocche dei nostri governanti.
Non limitiamoci ad ascoltare, cerchiamo di approfondire, dare un senso alle parole poiché le parole un significato ce l’hanno e soprattutto cerchiamo di mantenere viva la  memoria.
E infine teniamoceli stretti i cosidetti "giornaloni" perchè non c'è democrazia senza libertà di stampa....
Non facciamoci fregare e non demonizziamo tutte le istituzioni.

Ancora qualche stralcio qui di seguito:

-          Non si diventa fascisti senza un nemico, perché il fascismo per porsi deve opporsi
-          (... i democratici non sanno rinunciare all’idea di legittimare le differenze di pensiero e continuano a essere inspiegabilmente generosi con chi è portatore di dissenso. Essi quindi non chiamano nemico il loro antagonista politico, ma avversario….)

-          Pag. 34 - C’è una sola maniera per far percepire come minaccioso qualcuno evidentemente fragile: raccontarsi ancora più fragili e mettere le due fragilità in competizione. Cercano lavoro? Non ce n’è neppure per noi. Scappano dalla guerra? Prima vengono i nostri vecchi senza pensione…etc. etc.



Marzo 2019 - Yvonne

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