UN GIORNO QUESTO
DOLORE TI SARA’ UTILE
PETER CAMERON
Quando desideri con tutto il cuore che qualcuno ti ami, dentro di te si radica una follia che toglie ogni senso agli alberi, all’acqua e alla terra. E per te non esiste più nulla, eccetto quell’insistente, profondo, amaro bisogno. Ed è un sentimento comune a tutti, dalla nascita alla morte. Denton Welch – Diario 8 maggio 1944
Mi è sembrato un titolo insolito per un romanzo. Forse troppo lungo ma nel contempo molto preciso: “Un giorno questo dolore ti sarà utile”. Ho immaginato che non si trattasse di un romanzo allegro, ma del resto il dolore tocca la vita di tutti perché anche il dolore è vita, quindi non ho esitato ad acquistarlo.
PETER CAMERON è uno scrittore statunitense assai noto del
quale non avevo mai letto nulla sino ad ora, ma dopo questa lettura, pubblicata
la prima volta nel 2007 - GLI ADELPHI-
credo che ricercherò altri romanzi poiché l’ho molto apprezzato.
Non vado alla ricerca di altre descrizioni per fornire una
sintesi e mi limito a riprendere quanto
appare in quarta a cura di Valeria
Parrella:
“ Cameron disegna un
mirabile affresco di un mondo, il nostro, incapace di prendersi cura di se
stesso, alla rincorsa di cose futili e banali. Lo fa attraverso una prosa densa
come forse verseggiata, con dialoghi perfetti e un personaggio che resterà
nella memoria. Un libro bellissimi, già dal titolo e fino all’ultima pagina”.
In ogni caso il titolo
è esplicitato a pagina 51 ossia si
trattava del il motto del campo didattico, che a dire del protagonista pareva
alquanto sinistro: “ Sii forte e
paziente; un giorno questo dolore ti sarà utile”.
Scritto in prima persona è di facile lettura nonostante la profondità della narrazione: il protagonista, un ragazzo di 18 anni di nome James Sveck si racconta.
Trattasi di un ragazzo forse
particolare che sta bene soprattutto in compagnia di sé stesso e di buoni libri,
infatti non ha amici e durante il periodo estivo lavora senza soddisfazione
nella galleria d’arte della madre. Una galleria dove entrano abitualmente pochi
visitatori.
Questi singolari genitori cercano maldestramente di
aiutare il figlio James che un insegnante, superficialmente, ha descritto come disadattato , ma in realtà disadattato non è.
James ha pure un fratello minore
e una sorella che si è invaghita di un professore di teoria del linguaggio ma con loro non ha un rapporto armonioso. Lui
rifugge le persone e le situazioni sociali e comunica soltanto con Nanette,
nonna affettuosa e di buon senso, e Miró, un cagnetto nero che si crede umano.
I genitori di James gli pianificano il futuro e pretendono che
frequenti il college ma lui non intende andarci poiché il suo desiderio è
quello di acquistare una casa nel Midwest in cui leggere e starsene tranquillo
indisturbato e un giorno per puro divertimento
apre un profilo sotto falso nome e si iscrive a un sito di incontri
frequentato da John, gay alla ricerca di un compagno che gestisce la galleria d’arte
con la madre….
La situazione diviene
complessa e nel contempo che i fatti si susseguono, James va dalla psichiatra
per delle sedute settimanali. Ma forse James è gay? Glielo chiede la madre e
pure la sorella….
e infatti in un paio di
giorni sono arrivata alla fine e mi sento di consigliarlo vivamente.
- La gente pensa che se riesce a dimostrare di
avere ragione l’altro cambierà idea, ma non è così.
- E’ questo il brutto di avere un vizio: nel
momento stesso in cui fai quella cosa e ti piace, sai anche che è sbagliato,
che sei un debole e che ti stai rovinando la vita.
- Gli insulti, caro James, sono la risorsa dei
poveri di spirito.
- Certe volte invidio chi è religioso perché ha
la consolazione della fede. Renderebbe tutto molto più facile.
Agosto 2022- Y.Pelizzari
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