lunedì 15 agosto 2022

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA’ UTILE - PETER CAMERON

 

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA’ UTILE

PETER CAMERON 


Quando desideri con tutto il cuore che qualcuno ti ami, dentro di te si radica una follia che toglie ogni senso agli alberi, all’acqua e alla terra. E per te non esiste più nulla, eccetto quell’insistente, profondo, amaro bisogno. Ed è un sentimento comune a tutti, dalla nascita alla morte. Denton Welch – Diario 8 maggio 1944

Mi è sembrato un titolo insolito per un romanzo. Forse troppo lungo ma nel contempo molto preciso: “Un giorno questo dolore ti sarà utile”.  Ho immaginato che non si trattasse di un romanzo allegro, ma del resto il dolore tocca la vita di tutti perché anche il dolore è vita, quindi non ho esitato ad acquistarlo.

PETER CAMERON  è uno scrittore statunitense assai noto del quale non avevo mai letto nulla sino ad ora, ma dopo questa lettura, pubblicata la prima volta nel  2007 - GLI ADELPHI- credo che ricercherò altri romanzi poiché  l’ho molto apprezzato.

Non vado alla ricerca di altre descrizioni per fornire una sintesi e mi limito a riprendere  quanto appare in quarta a cura  di Valeria Parrella:

Cameron disegna un mirabile affresco di un mondo, il nostro, incapace di prendersi cura di se stesso, alla rincorsa di cose futili e banali. Lo fa attraverso una prosa densa come forse verseggiata, con dialoghi perfetti e un personaggio che resterà nella memoria. Un libro bellissimi, già dal titolo e fino all’ultima pagina”.

In ogni caso il titolo è esplicitato a pagina 51 ossia  si trattava del il motto  del campo  didattico, che a dire del protagonista pareva alquanto sinistro: “ Sii forte e paziente; un giorno questo dolore ti sarà utile”.

Scritto in prima persona è di facile lettura nonostante la profondità della narrazione: il protagonista, un ragazzo di 18 anni di nome  James Sveck  si racconta.

Trattasi di un ragazzo forse particolare che sta bene soprattutto in compagnia di sé stesso e di buoni libri, infatti non ha amici e durante il periodo estivo lavora senza soddisfazione nella galleria d’arte della madre. Una galleria dove entrano abitualmente pochi visitatori.

 -       Le persone , almeno per quel che ho visto fino adesso, non si dicono granchè di interessante. Parlano delle loro vite, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se ha da dire qualcosa di interessante o di necessario. Non mi ero mai reso conto di quanto questo stato d’animo mi avesse complicato la vita fino all’esperienza che mi è capitata la primavera scorsa.

 I genitori di James sono separati :la madre ha concluso il terzo matrimonio  prima ancora che terminasse il viaggio di nozze poiché il neo marito le ha rubato le carte di credito per andare a giocare e il padre, Peter Pan è un uomo incallito col vizio della chirurgia estetica intenzionato a rifarsi le borse sotto gli occhi.

Questi  singolari genitori cercano maldestramente di aiutare il figlio James che un insegnante,  superficialmente,  ha descritto come disadattato , ma in realtà  disadattato non è.

James ha pure un fratello minore e una sorella che si è invaghita di un professore di teoria del linguaggio  ma con loro non ha un rapporto armonioso. Lui rifugge le persone e le situazioni sociali e comunica soltanto con Nanette, nonna affettuosa e di buon senso, e Miró, un cagnetto nero che si crede umano.

I genitori di James gli  pianificano il futuro e pretendono che frequenti il college ma lui non intende andarci poiché il suo desiderio è quello di acquistare una casa nel Midwest in cui leggere e starsene tranquillo indisturbato e un giorno per puro divertimento  apre un profilo sotto falso nome e si iscrive a un sito di incontri frequentato da John, gay alla ricerca di un compagno che gestisce la galleria d’arte con la madre….

La situazione diviene complessa e nel contempo che i fatti si susseguono, James va dalla psichiatra per delle sedute settimanali.   Ma forse James è gay? Glielo chiede la madre e pure la sorella….

 Io ho trovato questo romanzo molto avvincente, a tratti pure divertente, mai banale

e infatti in un paio di giorni sono arrivata alla fine e mi sento di consigliarlo vivamente.

 Stralci

 -       Le donne sanno governare meglio degli uomini perché sono più altruiste, mentre gli uomini – o almeno quelli assetati di potere- sanno pensare soltanto a se stessi: alla loro ricchezza, al loro potere, alla lunghezza del loro pisello.

-       La gente pensa che se riesce a dimostrare di avere ragione l’altro cambierà idea, ma non è così.

-       E’ questo il brutto di avere un vizio: nel momento stesso in cui fai quella cosa e ti piace, sai anche che è sbagliato, che sei un debole e che ti stai rovinando la vita.

-       Gli insulti, caro James, sono la risorsa dei poveri di spirito.

-       Certe volte invidio chi è religioso perché ha la consolazione della fede. Renderebbe tutto molto più facile.

 

Agosto 2022- Y.Pelizzari

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