TROPPI PARADISI –
WALTER SITI
In questi giorni non ho avuto un attimo di tregua: c’era un
libro che appena posavo da qualche parte mi chiamava e pretendeva il mio tempo.
Io non ho ignorato il richiamo: ho letto senza entusiasmo le
prime pagine, ma poi ho iniziato ad
addentrarmi nella trama e infine dopo avergli dedicato ogni ritaglio di tempo libero
e diverse ore notturne, stasera l’ho chiuso senza aver tralasciato neppure un' attenta lettura della
postfazione curata dall’autore stesso.
Durante il lockdown ho partecipato a diversi webinar, uno
fra i quali dedicato alla comprensione dei testi ed in una circostanza era
stato portato ad esempio lo stile letterario di WALTER SITI considerato autore di grande spessore.
Era stata richiesta poi la lettura di alcune pagine di
TROPPI PARADISI per poter meglio
comprendere ed avviare un confronto fra i partecipanti al webinar, dopodichè decisi di acquistarlo.
Ebbene non è un romanzo leggero: io mi permetto definirlo”
crudo e amaro” mentre Il Venerdi di Repubblica l’ha descritto: “ Un romanzo
scandaloso, divertente e malinconico”.
Trama
Ambientazione e durata temporale della storia : Roma
1998-2005
Protagonista WALTER SITI ma non è un’autobiografia:
semplicemente il protagonista porta il medesimo nome dell’autore.
«Mi chiamo Walter
Siti, come tutti. Campione di mediocrità. Le mie reazioni sono standard, la
mia diversità è di massa. Più intelligente della media, ma di un’intelligenza
che serve per evadere. Anche questa civetteria di mediocrità è mediocre, come
i ragazzi di borgata che indossano a migliaia le T-shirts con su scritto
<<original>>; notano la contraddizione e gli sembra spiritosa. Se
non fossi medio troverei l’angolatura per criticare questo mondo, e
inventerei qualcosa che lo cambia.» |
(da Walter Siti, Troppi paradisi) In sintesi: un professore ultrasessantenne a cui mancano pochi anni alla pensione, di nome Walter Siti, vive in una casa di proprietà a Roma in via Tina Pica, acquistata ricorrendo al mutuo bancario.Un lavoro tranquillo ed una relazione con Sergio: un bel ragazzo intorno ai trent’anni che lavora in televisione ,smanioso di fare carriera e disposto anche a cedere a qualche inevitabile compromesso. Una
storia senza troppi colpi di scena vivacizzata principalmente dalla
narrazione di ciò che avviene in RAI e che Sergio costantemente racconta a
Walter. Walter, “ conigliotto” vuole molto bene a Sergio “muso” e Sergio indubbiamente prova un sentimento per Walter in cui trova grande comprensione, ma è giovane , potrebbe essere suo figlio e soprattutto ha bisogno di rapporti vigorosi. Comunque la relazione prosegue per quasi tre anni e poi gli eventi li porteranno alla separazione. Sergio andrà in Albania per motivi di lavoro e Walter dopo un periodo di eccessi e frequentazioni finalizzate ad ottenere sesso a pagamento, incontra Marcello, un escort di straordinaria bellezza, culturista e borgotaro e da quell’incontro, con lucida consapevolezza, Walter da inizio alla sua autodistruzione. Faceva tutto questo per avere a disposizione molto denaro per poter pagare le prestazioni di Marcello ed anche per acquistargli la cocaina. Trama
che sintetizzata così può apparire banale, ma leggendo il romanzo ci si rende
conto di quanto non lo sia. Marcello è l’emblema dello spirito del nostro tempo: mancanza
di desideri e passioni fa del suo
corpo uno strumento di lavoro concedendosi senza dignità a uomini e donne
indistintamente. Unico obbiettivo quello di ottenere denaro per poterlo sperperare in anabolizzanti, prodotti
per il corpo e ovviamente cocaina. Sergio invece con le sue avventure-disavventure professionali mette in evidenzia quanto sia falsificata la realtà e quanto siano le pressioni politiche determinanti nella messa in onda dei programmi. “Quella che di solito,
sbagliando, chiamiamo “irrealtà televisiva” è invece realtà depotenziata. La
realtà mostrata in tivù deve essere accettabile ( e produrre denaro): dunque
è bene tenerla sotto controllo, aggiustarla prima che la telecamera la
riprenda. La realtà televisiva è strutturata come una fiction ( vedi i
telegiornali, che partono dalle tragedie e finiscono nell’happy end dei divi
e dello sport), ma senza avere la libertà della fiction, che è soprattutto
quella di rappresentare l’estremo…” Inoltre ammetto che alcune pagine mi hanno turbata e mi hanno indotta a rivedere certi miei convincimenti. Ma non solo. Infine chi decide di leggere questo romanzo abbia consapevolezza che nulla viene risparmiato: non mancano molte espressioni forti. Marcello, la cui istruzione è limitata, si esprime sempre e unicamente in romanesco e i dettagli sui rapporti omosessuali e relativi tecnicismi non lasciano dubbi. Ci sono i passivi, ci sono gli attivi e Walter è impotente per cui ricorrerà ad un intervento chirurgico pur di riuscire a "possedere" Marcello. In ogni caso penso che il talento narrativo dell’autore sia evidenziato dal fatto che TROPPI PARADISI la cui ambientazione non è certamente l'Eden e i personaggi non sono angeli, non può considerarsi un romanzo volgare. Non
saprei se consigliarlo o no : forse non è una lettura per tutti, in ogni caso
io leggerò altre opere di Walter Siti. |
Stralci
Agosto 2020- Y.P.
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