Le cascate di ACQUAFRAGGIA e SAVOGNO
Le cascate gemelle di
ACQUAFRAGGIA , dal nome del torrente che le genera, si trovano alle spalle di Borgonuovo
di Piuro, in provincia di Sondrio .
Offrono uno spettacolo naturale di notevole impatto visivo: favorite anche dallo scenario circostante di straordinaria bellezza, sono state descritte pure da Leonardo da Vinci nel suo Codice Atlantico.
Ma non è mia intenzione soffermarmi ulteriormente sulle cascate che in questo punto sono raggiungibili in auto, bensì sull’itinerario da farsi unicamente a piedi che da Borgonuovo conduce a SAVOGNO, un paesino considerato uno dei rari esempi di architettura rurale alpina realizzata in pietra e legno.
Savogno esistente sin dal
medioevo, si trova ad un’altitudine di 932
mt. immerso in uno scenario inenarrabile delle Alpi Retiche ed attualmente dalle informazioni assunte in
loco è abitato unicamente da 5 persone. Le
case – quelle rimaneggiate e conservate – sono utilizzate principalmente per trascorrervi periodi di
vacanza.
Raggiungere Savogno a piedi è alla portata di molti, ma non di tutti perché indubbiamente richiede buone energie e personalmente lamento che il cartello sito proprio all’inizio del percorso indica solo il tempo di percorrenza in 1,30 minuti ma non accenna al grado di difficoltà. ( Un'ora e mezza chiaramente è un tempo indicativo, dipende da diversi fattori)
Personalmente sono abituata a camminare e mi tengo allenata quotidianamente, ma questa mulattiera a scalini – pare siano 2886 – l’ho trovata impegnativa: alcuni tratti sono veramente ripidi e lungo il percorso ho visto alcuni intenzionati a desistere.
Dal punto di vista
scenografico invece è una mulattiera spettacolare perché è un’alternanza zig-zagante
fiancheggiata da fitta flora di alberi alcuni dai tronchi drittissimi.
Anche il sottobosco che lascia intendere che la mano d’uomo sia
inesistente è molto bello da vedersi.
Si ha la sensazione di attraversare una foresta e ritengo superfluo soffermarmi sulla quiete che caratterizza il contesto.
A circa metà percorso - in STAL de RONCH- c’è una fontana con tre vasche in pietra, una delle quali, la centrale datata 1869. Una realizzazione imponente dalla quale sgorga un’acqua così fresca e cristallina che mi ha fatto ricordare “il vero sapore dell’acqua”, ben diverso dalle acque minerali di consumo quotidiano a cui ci siamo malamente abituati.
Poco oltre la fontana si
trovano diversi resti di costruzioni sempre rigorosamente in pietra
evidentemente abbandonati, che forse fungevano da stalle, legnaie o fienili.
Internamente ad una di
questi sono ancora presenti dei tini per il vino. Non ho idea se in tempi
antichi qui fossero presenti dei vigneti.
Comunque al termine della mulattiera la vegetazione si ferma e ci trova di fronte Savogno che oserei definire “il borgo incredibile”.
Ubicato su un terreno in
pendenza vanta una bella chiesa la cui storia vuole che qui per alcuni anni ( 1868-1875) il parroco fosse Don Luigi Guanella
che molto fece per la comunità che a quei tempi contava quattrocento abitanti.
Perché Savogno “borgo
incredibile”?
Semplicemente perché testimonia una vita lontana anni luce dalla nostra quotidianità e nel contempo evoca tradizioni riconducibili ovunque.
Qualche anno fa, andai in vacanza a Cipro e nell’ambito di una itinerario turistico organizzato andai a visitare il villaggio di Kakopetria: ebbene nulla di tanto diverso da Savogno. Case costruite in pietra con balconi e inserti in legno. Unica differenza Kakopetria contrariamente a Savogno è abitato e da ciò che ho avuto modo di vedere gode ancora di buona arretratezza.
Certamente Savogno è un
luogo da visitare, dobbiamo conoscere “i
gioielli” di casa nostra perché parlando di Savogno è chiaro che si sta
parlando di un gioiello.
Molte case evidenziano
precisi interventi finalizzati alla conservazione, ma nel completo rispetto
delle origini.
Gli edifici rimaneggiati e non, sono tutti ricoperti con tetti di piode , le porte rudimentalmente realizzate sono
state recuperate senza ricorrere alla
sostituzione dei chiavistelli antichi.
Alcuni edifici ovviamente
appaiono irrecuperabili ma quel che rimane serve a rendere interessante il
luogo.
Non andiamo forse a
visitare i luoghi dove resti romani
testimoniano una civiltà passata?
Per la discesa da Savogno ho
usufruito di un itinerario alternativo alla mulattiera a scalini ossia il
sentiero panoramico dell’acqua fraggia che in alcuni punti consente di
attraversare il torrente tramite dei
ponti, qualcuno tibetano.
Anche questo percorso, indubbiamente molto suggestivo, non è di facile percorrenza nonostante in punti critici siano state posizionate pure delle scale metalliche.
Agosto 2020- Yvonne
Nessun commento:
Posta un commento