sabato 29 agosto 2020

MARENA - I borghi di SAN SIRO ( Lago di Como)

 

MARENA 

   Le origini non si cancellano nemmeno con anni e anni di addestramento, restano incollate addosso. Si può restare poveri anche da ricchi. E alla fine tanto la povertà del passato come la ricchezza del presente possono diventare una colpa perseguita. ( da Pranzi di Famiglia- R. Petri)

 


MARENA è il luogo dove sono nata.

Giacomo Leopardi definì il suo luogo di nascita  “ natio borgo selvaggiointra una gente zotica, vil, cui nomi strani, e spesso argomento di riso e di trastullo son dottrina e saper; che m'odia e ... ” .

Io non sono il conte Leopardi , filologo, filosofo e poeta  e mi limito a definirlo soltanto “il mio borgo natio”. Qualche anno fa l’avevo già  raccontato nel mio secondo libro “ Il mio paese dentro un romanzo” ma poiché nulla è statico e la realtà è quella che ciascuno di noi percepisce, nonostante  qualche perplessità, ho preso la penna fra le dita per raccontarlo di nuovo, come fosse la prima volta.

I borghi di SAN SIRO sono eterogenei perché la loro posizione geografica è molto diversa: dalle rive del lago si arriva in meno di un’ora ad un’altitudine di quasi mille metri perciò SAN SIRO è contemporaneamente lago e montagna.

MARENA sta nel mezzo: non è né lago né montagna e forse neppure collina perché non è posizionato su un dolce colle, come io immagino tutti i borghi collinari evocando Marche, Umbria e Toscana.

In linea d’aria molto vicino alle spiagge, sorge su un tratto di territorio abbastanza livellato rispetto ad altri borghi situati su declivi e si fronteggia con Bellano, un bel paesotto appartenente al Ramo di Lecco alle cui spalle lascia ben intravedere parte della Valsassina.


A Marena i miei genitori edificarono casa – l’attuale casa di pietra delle mie narrazioni - e  posero le radici della famiglia senza mai trasferirsi altrove  per cui,   ho avuto modo di assistere alla sua trasformazione e senza presunzione, mi sento di affermare che lo conosco abbastanza bene, favorita anche dalla curiosità che spesso mi spinge ad indagare oltre l’apparenza.

Anche se la vita in città mi ha affascinata sin dai primi giorni in cui per motivi di lavoro andai a vivere a Piazzale Corvetto, quando Piazzale Corvetto era ben diverso da ora e , comunque quei giorni non erano stati facili, a Marena sono sempre tornata regolarmente.

MARENA è un agglomerato assai ampio e popoloso ( sempre rapportandolo alle altre frazioni che compongono il comune) e, forse perché  posizionato  nelle immediate vicinanze del lago, molti di coloro che abitavano le frazioni montane qui hanno costruito nuove case e qui si sono stanziati. Ma pure altra “gente venuta da fuori”  ha scelto Marena per abitarci e di nativi ne sono rimasti veramente pochi.


Nel complesso Marena è ben assettato, ma ai miei occhi è alquanto insignificante perché delle sue origini rimangono poche tracce.   




Si possono considerare autentiche  le case che fiancheggiano il torrente dal lavatoio di Marena Alta alla Piazza di Marena e l’omonimo contesto di Marena Alta,  quelle di Via Valle dei Mulini , di  Via Marena di Fuori, parte di quelle in via Al Marin e qualche altra ancora.

Molte  sono state ristrutturate, ma purtroppo quasi tutte hanno completamente rinnegato lo stile originario e ne consegue che l’insieme del borgo non ha più una propria identità. Le facciate di alcune case in pietra sono state intonacate, in qualche caso pure strutturalmente modificate perdendo così parte  di quella  bellezza ineguagliabile realizzata unicamente dalle mani di uomini ingegnosi che le rendevano caratteristiche.


 

Persino gli archi che sovrastano il torrente che attraversa il borgo, sono stati ridotti di numero  ( chiusi, cementati) e del Fontanin  del Pedro, una sorgente naturale dove s’andava ad attingere un’acqua limpida e fresca,   non c’è più nemmeno l’ombra.  La rotabile è fiancheggiata unicamente da case edificate dagli anni sessanta in poi. Mattoni e cemento hanno sostituito le pietre: in quegli anni forse non c’era una particolare attenzione per la bellezza paesaggistica e sicuramente i vantaggi economici hanno determinato le scelte.


Eccezione fatta per qualche breve tratto, non sono originali neppure le mulattiere all’interno del borgo perché la pavimentazione un tempo di ciottoli è stata sostituita con tozzetti tipo sampietrini.


Sostituita pure la pavimentazione della piazza  di Marena, un tempo cuore del borgo: ora la vasca del lavatoio è costantemente vuota e oramai funge solo da piano d’appoggio del presepe natalizio che alcuni volonterosi da qualche anno allestiscono. In conclusione Marena direi che si è modernizzato anche se moderno non è: alcune case vecchie nella parte interna  si possono vedere soltanto percorrendo via al Marin e versano in un considerevole stato di degrado,  offrendo così un insieme paesaggistico non  certamente pittoresco.


Irrilevante oramai sapere che a Marena c’erano due torchi perché tutti avevano la vigna, c’era il mulino dove s’andava a macinare il grano, c’era la scuola, il canatori, l’allevamento del baco da seta, mio padre gestiva anche la latteria,  c’era… c’era… e c’era tutto quello che è rimasto nella memoria oramai di  pochi e  fra qualche anno non ci sarà più nulla.

Forse anche la leggenda del Ciapet de Marena , che narra che tutti coloro che  sedevano su di un particolare sperone sassoso presente in un prato acquisivano genio ed estrosità,  verrà obliata, a meno che i nuovi nativi non si adopereranno per mantenerla viva e farsene un vanto.

Non me ne vogliano i miei compaesani, ma non me la sento di annoverare  MARENA fra i borghi più belli di San Siro.

MARENA secondo me  rimane soltanto una validissima meta turistica poiché oltre alla vicinanza alle spiagge può considerarsi  una base strategica per raggiungere le più note località  ed innegabilmente gode di una ampia vista-lago raggiungendo  persino Varenna e  il promontorio di Bellagio. 


Infine MARENA , il mio paese, alla sera scompare, le luci si spengono presto,  il buio lo ingolla, il silenzio sepolcrale lo avvolge e non s’odono più neppure i grilli.

Nelle notti senza luna solo tenebre quasi impenetrabili.

Sforzandomi di voler donare a Marena un aspetto singolare e non potendo intervenire in nessun altro modo, mi vien da suggerire ai miei compaesani di piantumare  molti oleandri, poiché tutte le case hanno del terreno intorno.

Chissà mai che un giorno divenga “MARENA IL BORGO DEGLI OLEANDRI”!


 Agosto 2020- Y.Pelizzari.

 


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