MARENA
Le origini non si cancellano nemmeno con
anni e anni di addestramento, restano incollate addosso. Si può restare poveri
anche da ricchi. E alla fine tanto la povertà del passato come la ricchezza del
presente possono diventare una colpa perseguita. ( da Pranzi di Famiglia- R. Petri)
Giacomo Leopardi definì il
suo luogo di nascita “ natio
borgo selvaggio, intra
una gente zotica, vil, cui nomi strani, e
spesso argomento di riso e di trastullo son dottrina e saper; che m'odia
e ... ” .
Io non sono il conte Leopardi , filologo, filosofo e poeta e mi limito a definirlo soltanto “il mio borgo natio”. Qualche anno fa l’avevo già raccontato nel mio secondo libro “ Il mio paese dentro un romanzo” ma poiché nulla è statico e la realtà è quella che ciascuno di noi percepisce, nonostante qualche perplessità, ho preso la penna fra le dita per raccontarlo di nuovo, come fosse la prima volta.
MARENA sta nel mezzo: non è
né lago né montagna e forse neppure collina perché non è posizionato su un
dolce colle, come io immagino tutti i borghi collinari evocando Marche, Umbria
e Toscana.
In linea d’aria molto vicino alle spiagge, sorge su un tratto di territorio abbastanza livellato rispetto ad altri borghi situati su declivi e si fronteggia con Bellano, un bel paesotto appartenente al Ramo di Lecco alle cui spalle lascia ben intravedere parte della Valsassina.
Anche se la vita in città
mi ha affascinata sin dai primi giorni in cui per motivi di lavoro andai a
vivere a Piazzale Corvetto, quando Piazzale Corvetto era ben diverso da ora e ,
comunque quei giorni non erano stati facili, a Marena sono sempre tornata
regolarmente.
MARENA è un agglomerato assai ampio e popoloso ( sempre rapportandolo alle altre frazioni che compongono il comune) e, forse perché posizionato nelle immediate vicinanze del lago, molti di coloro che abitavano le frazioni montane qui hanno costruito nuove case e qui si sono stanziati. Ma pure altra “gente venuta da fuori” ha scelto Marena per abitarci e di nativi ne sono rimasti veramente pochi.
Molte sono state ristrutturate, ma purtroppo quasi tutte hanno completamente rinnegato lo stile originario e ne consegue che l’insieme del borgo non ha più una propria identità. Le facciate di alcune case in pietra sono state intonacate, in qualche caso pure strutturalmente modificate perdendo così parte di quella bellezza ineguagliabile realizzata unicamente dalle mani di uomini ingegnosi che le rendevano caratteristiche.
Persino gli archi che sovrastano il torrente che attraversa il borgo, sono stati ridotti di numero ( chiusi, cementati) e del Fontanin del Pedro, una sorgente naturale dove s’andava ad attingere un’acqua limpida e fresca, non c’è più nemmeno l’ombra. La rotabile è fiancheggiata unicamente da case edificate dagli anni sessanta in poi. Mattoni e cemento hanno sostituito le pietre: in quegli anni forse non c’era una particolare attenzione per la bellezza paesaggistica e sicuramente i vantaggi economici hanno determinato le scelte.
Sostituita pure la pavimentazione della piazza di Marena, un tempo cuore del borgo: ora la vasca del lavatoio è costantemente vuota e oramai funge solo da piano d’appoggio del presepe natalizio che alcuni volonterosi da qualche anno allestiscono. In conclusione Marena direi che si è modernizzato anche se moderno non è: alcune case vecchie nella parte interna si possono vedere soltanto percorrendo via al Marin e versano in un considerevole stato di degrado, offrendo così un insieme paesaggistico non certamente pittoresco.
Forse anche la leggenda del Ciapet de Marena , che narra che tutti coloro che sedevano su di un particolare sperone sassoso presente in un prato acquisivano genio ed estrosità, verrà obliata, a meno che i nuovi nativi non si adopereranno per mantenerla viva e farsene un vanto.
Non me ne vogliano i miei compaesani, ma non me la sento di annoverare MARENA fra i borghi più belli di San Siro.
MARENA secondo me rimane soltanto una validissima meta turistica poiché oltre alla vicinanza alle spiagge può considerarsi una base strategica per raggiungere le più note località ed innegabilmente gode di una ampia vista-lago raggiungendo persino Varenna e il promontorio di Bellagio.
Infine MARENA , il mio
paese, alla sera scompare, le luci si spengono presto, il buio lo ingolla, il silenzio sepolcrale lo
avvolge e non s’odono più neppure i grilli.
Nelle notti senza luna solo
tenebre quasi impenetrabili.
Sforzandomi di voler donare
a Marena un aspetto singolare e non potendo intervenire in nessun altro modo,
mi vien da suggerire ai miei compaesani di piantumare molti oleandri, poiché tutte le case hanno
del terreno intorno.
Chissà mai che un giorno divenga “MARENA IL BORGO DEGLI OLEANDRI”!
Agosto 2020- Y.Pelizzari.
Bel paese e bell'omaggio...
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