sabato 22 agosto 2020

IL COLIBRI'- SANDRO VERONESI

 

IL COLIBRI’ – Vincitore Premio Strega 2020

SANDRO VERONESI

 

Acquistato unicamente perché vincitore Premio Strega 2020, ho appena terminato di leggerlo e l’ho concluso solo perché non è mia abitudine abbandonare i libri a metà.

Non nego che sono timorosa a scrivere quanto andrò a scrivere, ma è mia intenzione essere sincera perchè un libro si legge, si discute, si condivide con altri e il giudizio non sempre è unanime .

Non mi permetto di dubitare sulle qualità  e il talento letterario di Veronesi, se è stato eletto vincitore del Premio Strega, ci saranno delle ottime ragioni ed io mi congratulo con lui. Inoltre ha ottenuto molti riconoscimenti e CAOS CALMO  con il quale aveva ottenuto un altro Premio Strega è stato tradotto in venti paesi oltre ad essere divenuto un film di successo.

Quindi vado oltre e mi concentro su : 

IL COLIBRI’ è un romanzo drammatico che infine ho apprezzato, ma per apprezzarlo mi sono dovuta annoiare per ben 200 pagine ovvero, le prime 200  che secondo me potevano benissimo essere sintetizzate in un centinaio senza che la trama venisse penalizzata.

 ( Alcune pagine sono inventari dei beni ereditati dai genitori: lampada da tavolo, lampada da tavolo passiflora, lampada Eclisse, etc etc.  - una noia)  

Il protagonista, il colibrì,  Marco Carrera di professione oftalmologo-oculista, non si può definire “un uomo dalla vita facile”: ha perso una sorella in un modo terribile, un matrimonio fallito in un modo pure terribile, ha aiutato il padre malato di cancro ad andarsene  rimanendo lui stesso sconvolto,  ha perso l’unica figlia  seppellita a 22 anni….. Una vita di lavorio di lutti ed in mezzo ai lutti una storia d’amore durata quasi tutti la vita. Una storia rimasta in sospeso.

Non voglio addentrarmi troppo nella trama per evitare di togliere quel poco di sorprendente che riserva.

Comunque la narrazione non ha una successione temporale, i capitoli si alternano a lunghe lettere: alcune indirizzate a Luisa, una donna bellissima sempre in movimento che vive a Parigi e di cui lui si era innamorato sin dall’adolescenza e altre scritte al fratello Giacomo che vive in America e che non gli risponde mai.

Subentra  con un ruolo importantissimo anche la nascita dell’uomo del futuro che cambierà il mondo e sarà una bambina bellissima, il meglio di tutte le “razze”: occhi azzurri taglio orientale , pelle marrone, capelli ricci morbidi come panna…. Sarà questa bimba perfetta in tutto, l’uomo che cambierà il mondo. Un bambina di cui sarà proprio Marco ad occuparsi della crescita  poichè sua figlia non c'è più...

Marco Carrera avverso alla psicoanalisi poiché molte delle persone a lui vicine vi ricorrevano abitualmente, infine è proprio attraverso l’aiuto dello psicoanalista della sua ex- moglie che trova la forza per dare un senso a quella sua vita alquanto singolare e attraversata da molto dolore.

 Stralci interessanti ce ne sono, ho  imparato una parola a me completamente sconosciuta: EMMENALGIA da Emmeno, un verbo greco che significa rimanere saldo. Le ultime pagine mi hanno pure commossa o forse  angosciata, ma in conclusione con tutti i romanzi che ci sono da leggere, questo avrei potuto evitarlo. Non escludendo che possa divenire un film magari diretto da Nanni Moretti, avrei potuto attendere.

 Ho apprezzato  le riflessioni su cambiamento e movimento...ma ero già a pag. 312

STRALCI

A proposito di psicoanalisi

“ Danni, gli veniva detto, ne crea qualsiasi famiglia, e qualsiasi tipo di rapporto, in chiunque, considerare la psicoanalisi più responsabile della – poniamo – passione per gli scacchi, era un pregiudizio”.

 Ma è vero che se una storia d’amore non finisce, o come in questo caso nemmeno comincia, essa continuerà a perseguitare la vita dei protagonisti con il suo nulla di cose non dette, azioni non compiute, baci non dati….”

A proposito dell’ex moglie di Marco Carrera

Non erano fatti l’uno per l’altra. Nessuno è fatto per nessun altro, a dire il vero, e persone come Marina Molitor non sono fatte nemmeno per sé stesse”

 

“…per infilare il filo nella cruna dell’ago in Occidente si spinge il filo dal petto verso l’esterno, mentre in Giappone si fa l’opposto, il filo viene portato dall’esterno verso il petto. La differenza, disse Briciola, stava tutta lì: Occidente= dentro- fuori, Giappone= fuori-dentro”

 

“Lavoriamo sui desideri, sui piaceri. Perché anche nella situazione più disastrosa i desideri e i piaceri sopravvivono. Siamo noi che li censuriamo. Quando siamo colpiti dal lutto censuriamo la nostra libido, mentre è proprio quella che può salvarci.”

 

Agosto 2020- Y.P.

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